Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Lithius    22/04/2014    1 recensioni
"A cosa ti serve avere tutto se dentro sei deserto?"
[Larry]
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 3

HARRY’S POV
Questa mattina Louis mi ha sorriso, quando è venuto a salutare gli altri, stavolta ha sorriso anche a me. Anche Zayn ha scoperto la mia cotta alquanto imbarazzante; mi ha abbracciato e “scherzosamente” mi ha fatto le condoglianze… oggi pomeriggio mi accompagnerà lui agli allenamenti di Louis, finalmente, ho così tante cose da chiedergli.
Sono le 15.00 e aspetto Zayn fuori casa sua, sicuramente ci starà mettendo troppo per sistemarsi i capelli, è sempre così. Sbuffo appena, dopo almeno dieci minuti arriva e possiamo raggiungere finalmente il campo di calcio della scuola. Zayn va sempre a vedere gli allenamenti di Louis – me lo ha confessato mentre ci sedevamo sugli spalti- e a Louis piace che Zayn vada a vederlo, ma non glielo dice chiaramente, piuttosto glielo fa capire rivolgendogli un cenno con uno dei suoi migliori sorrisi ogni volta che lo vede lì. Ed ora che Louis si gira verso noi, fa quello strano cenno del capo e il suo viso si illumina in un gran sorriso che non è affatto di circostanza, capisco perché Zayn vada sempre a vedere i suoi allenamenti.
Passiamo il tempo a parlare, senza mai staccare lo sguardo da Louis.
Poi succede una cosa: Louis cade.
Sia io che Zayn restiamo in silenzio guardandolo preoccupati.
Il coach urla contro Louis.
Louis si alza e ascolta a testa bassa tutto quello che gli dice.
Mi giro verso Zayn, lui sospira.
-“Sta tranquillo Harry, gli capita spesso… dice che ci sono dei sassolini nascosti tra l’erba quando non puliscono bene e ci inciampa… è distratto.”
Annuisco piano, torno a guardare verso il campo che si sta svuotando, sono le 16.00, Zayn va via, aveva una delle sue lezioni di disegno a scuola, è davvero bravo. Decido di avvicinarmi agli spogliatoi, dopo mezz’ora esce Louis, è l’ultimo ad uscire, mi rivolge un sorriso gentile ma stanco.
-“Hey Rapunzel, scusami, il coach voleva parlarmi… bah hai portato tutto?”
-“Si, ho tutto… dove andiamo?”
Mi fa cenno di seguirlo e senza ribattere lo seguo; entriamo nella scuola, saliamo fino all’ultimo piano – non ci ero mai stato, a noi studenti non è permesso andare lì ma a Louis non sembra importare- mi porta in una stanza che sembrerebbe abbastanza normale, ci sono alcuni banchi, una cattedra, due lavagne grandi, una vetrata che costeggia un muro.
-“Loueh… perché non possiamo venire qui?”
Oddio no, come l’ho chiamato… Loueh…
-“Chi ti ha detto che non possiamo venirci?”
Mi stringo nelle spalle, non se n’è accorto ben…
-“Aspetta… come mi hai chiamato?”
-“Io… uhm…”
-“Stai arrossendo..”
Ora devi spiegarmi cosa cazzo ridi… oh damn.
-“Louis per favore, iniziamo?”
Mi sorride, che bastardo, ha già capito tutto.
Dopo un’ora mi rendo conto di quanto Louis Tomlinson sia davvero incredibile. Lui insegna in un modo diverso, mi fa esempi stupidi, è simpatico, fa spesso battute, non c’è un minuto di silenzio, è rumoroso, e con lui le cose sembrano davvero così semplici. Una volta finito, torniamo insieme a casa - cioè ognuno nella propria certo- e finalmente riesco a parlargli davvero.
- “Louis… perché sei sparito? Cioè non ti sei fatto più sentire sabato e…”
- “Si, capisco cosa intendi, beh… dovevo pensarci e controllare un po’ i miei impegni.”
- “E’ una bugia?”
- “Si, ma fattela bastare.”
- “Ha a che fare con la tua caduta?”
- “Harry siamo arrivati, ti faccio sapere quando possiamo rivederci, non sei un gran che con gli schemi.”
- “Ogni tanto possiamo parlare?”
- “Ogni tanto si. Ciao Rapunzel.”
- “Ciao Lou…”
Mi ha chiamato Harry. Mi ha detto che ci rivedremo. Mi ha detto che ogni tanto possiamo parlare. Oggi rientro a casa felice, abbastanza felice, anche se la mia felicità è nettamente contrastata da tutti gli interrogativi che continua a lasciarmi quel ragazzo. I suoi occhi, quel pomeriggio, io non li dimentico.

Il giorno dopo la finestra di Louis è spalancata per prendere luce; sono le 06:03 quando me ne accorgo. Louis non è a letto, scorgo i suoi capelli color caramello vicino alla finestra -  sono ancora a letto e la visuale non è delle migliori. Alzandomi lo vedo, è chino su un foglio a scrivere. Mi siedo sul davanzale della finestra e fischietto ripetutamente nella speranza che mi senta, ma sembra così concentrato da non rendersene conto, così mi schiarisco la voce chiamandolo e solo allora Louis alza la testa dal foglio regalandomi il sorriso più dolce della storia, uno di quelli per i quali ci potresti rimanere secco; un sorriso limpido e luminoso, come il sole che quella mattina – stranamente- illuminava Doncaster.
-“Harry, che ci fai già in piedi?”
Nulla Lou, mi piace guardarti, amo guardarti.
-“Oh nulla… avevo sbagliato ad impostare la sveglia…”
Louis sorride divertito, con un accenno di risata, è bellissimo anche mentre mi dice che sono sbadato; e non posso far altro che dargli ragione annuendo appena.
-“Tu invece?”
-“Ieri pomeriggio ho scoperto una cosa, la sto imprimendo su carta prima di dimenticarla.”
-“Un disegno?”
Non mi risponde, alza solo la mano destra nella quale tiene un carboncino mentre nella sinistra ha quella che sembra una classica gomma per cancellare.
-“Wo usi quella per cancellare? Ma non si pasticcia…?”
E allora ride, sento ancora una volta la sua risata cristallina e stavolta il merito è mio. Solo mio. E forse anche del suo buon umore. Ma più merito mio che del suo buon umore, assolutamente.
-“Piccolo Styles, questa è gomma pane, non si ‘pasticcia’ nulla.”
-“Ohw… scusa, non ne so molto… posso vederlo?”
-“Magari quando sarà finito, ora è tardi, ci vediamo a scuola.”
Si alza e posso ammirarlo per qualche mancata di secondi coperto solo dai boxer; i muscoli rilassati, il fisico atletico, asciutto e quel cu… certo che Louis ha proprio dei begli occhi.
Mi stacco da quei pensieri sentendo la sveglia, quando mi appresto a staccarla noto un nuovo messaggio: “Hey Harry! Sono Zayn, oggi pomeriggio sei libero per una partita a Fifa? Conto su un sì, ci vediamo a casa mia verso le tre, non vengo a scuola. A dopo piccolo;)” E partita a Fifa sia, magari così la smetto di pensare a Louis.


Manca qualche minuto alle tre e mi trovo già davanti alla porta di casa Malik a bussare. Non passa molto prima che il ragazzo dalla pelle ambrata venga ad aprirmi in tuta; mi rivolge un gran sorriso gentile facendomi accomodare.
Casa di Zayn è abbastanza grande, su due piani. Attraversando il salone spazioso e pieno di luce ci ritroviamo davanti ad una grande scala per la quale arriviamo in camera del pakistano, zuppa di poster di band alternative e di giochi per qualsiasi console. In un angolino c’è la scrivania, disordinata e ricoperta di fogli da disegno, alla parete che costeggia il letto spicca un disegno fatto a carboncino; è un paesaggio, probabilmente New York o giù di lì ed è firmato con un lieve “Louis”. Probabilmente Zayn si accorge che la mia attenzione è focalizzata su quell’unico disegno alla parete e mi invita a smettere di stare imbambolato ed iniziare a giocare.
Il pomeriggio prosegue in maniera alquanto lineare, tra una partita e l’altra, pacchi di patatine e diverse lotte coi cuscini, finché non vedo il viso di Zayn farsi serio alla fine dell’ennesima partita.
-“Su Malik, esulta, hai vinto ancora!” getto scherzosamente il joystick sul letto mentre lui non fa una piega.
-“Harry, non ti ho invitato qui per giocare, ma per parlarti di una cosa.”
-“Bene, dimmi…”
-“Vado dritto al punto; devi lasciar perdere Louis. Non è per te. Louis è mio.”
-“Scherzi vero?”
-“No, affatto. Hai visto quel disegno? Gli ho insegnato io a disegnare, quando stavamo insieme, quest’estate… eravamo in vacanza a New York, solo io e lui. Devo riprendermelo e tu mi stai intralciando.”
Lo guardo sbigottito, non posso davvero crederci. Resto immobile per un po’ prima di alzarmi e correre fuori da quella casa, lontano da Zayn e da tutte quelle notizie che mi avevano turbato. Louis e Zayn insieme, da soli, a New York. Ora capisco tante cose; i sorrisi di Louis per Zayn agli allenamenti, la loro complicità, il loro tornare a casa separatamente da noi altri, i loro sguardi, tutto. E come sempre, in questa felicità non c’è spazio per me.
 

OOCCHI A ME
Bene, in questo capitolo spunta Zayn eheheh
ed è particolarmente merito o colpa della mia ragazza che sta monopolizzando tutto
quindi, prendetevela con lei (?) :o
In ogni caso, non so che dirvi, spero vi piaccia
e prossimamente povLouis 
See you

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Lithius