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Autore: AnnaHazza    22/04/2014    5 recensioni
L’amore è qualcosa che attendiamo.
Ci immaginiamo il nostro primo bacio e addirittura la nostra prima volta.
Ma certo non immaginiamo la prima volta che ci si spezza il cuore, forse perché, anche il solo immaginarlo, fa troppo male.
Però, in qualche modo, il dolore per amore è quello che ci cambia davvero..
Buona lettura!
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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-CAPITOLO 9-
Donna’s Bday party
 
Niall appoggiò le mani al volante, chiuse gli occhi e vi si appoggiò sopra con la testa.
Gwyneth uscì da casa raggiungendolo velocemente in macchina.
Rimasero in un imbarazzante silenzio finché lei gli prese il viso, appoggiandolo alla propria spalla e lasciando che il ragazzo si sfogasse piangendo.
Continuava ad accarezzargli i capelli mentre Niall si teneva stretto a Gwyneth.
Avrebbe voluto parlargli ma si sentiva in difetto, non avrebbe mai pensato che Charlotte sarebbe stata capace di un simile gesto.
Sentì le proprie labbra tremare prima che le sue lacrime incominciarono a scorrere lungo il viso, questo suo lato emotivo si era accentuato dalla morte della madre.
Niall alzò il proprio sguardo, notando gli occhi arrossati della ragazza che si chiudevano a ogni singhiozzo.
Le asciugò le lacrime con il pollice della mano destra mentre la ragazza abbassava imbarazzata il viso e la tenne stretta fra le sue braccia.
Gwyneth chiuse gli occhi afferrando saldamente le proprie mani attorno al busto di Niall, fece un respiro inalando il suo profumo.
In quel momento avrebbe voluto confessargli i propri sentimenti, baciarlo senza alcuna sosta e farci l’amore.
Le lasciò un innocente bacio sul bordo delle labbra, le spostò dolcemente i capelli dietro l’orecchio e sorrise osservando il colorito che aveva assunto la sua bianca pelle.
Rimasero abbracciati per qualche minuto in macchina finché lei si staccò tenendogli ancora la mano.
Sorrisero entrambi.
 
Charlotte tremava e singhiozzava stretta al petto di Louis.
Il ragazzo l’aveva afferrata per mano e accompagnata alla propria motocicletta, dove l’aveva abbracciata senza alcuna esitazione.
Afferrò il viso di Charlotte con entrambe le mani e le scostò qualche ciuffo di capelli dagli occhi.
“Portami a casa, per favore” sussurrò lei abbassando lo sguardo.
Louis annuì salendo sulla moto e non partì finché non si assicurò che la ragazza fosse ben salda a se stesso.
Mentre guidava, l’aria gli scompigliava i capelli, a volte impedendogli la visuale e costringendolo a rallentare con cautela a ogni via che attraversava.
Parcheggiò la moto davanti casa sua, tolse il casco a Charlotte che lo ringraziò in un sussurro e la accompagnò alla porta tenendola per mano.
“Mi dispiace per la serata” sospirò lei ancora con gli occhi arrossati.
Louis scosse la testa spingendola verso di se e abbracciandola, lasciandole un semplice bacio sulla nuca e sorridendo quasi automaticamente.
“Per qualsiasi cosa io ci sono, Char” le sussurrò all’orecchio ancora stretti nell’abbraccio.
 I verdi occhi della ragazza si riempirono nuovamente di lacrime, prese un respiro tremante e si sedette sui gradini di casa, seguita da Louis.
“Niall è una delle persone più importanti della mia vita” singhiozzò con lo sguardo rivolto alla strada.
“Sono sicuro che riuscirete a risolvere i vostri problemi” la rassicurò Louis sfregando la propria mano sul suo braccio.
 “Tre anni fa aveva inviato una lettera alla NYADA, un’università di New York” parlò torturandosi le mani fra loro “qualche mese dopo gli inviarono la conferma dell’ammissione ma, quella lettera non l’ha mai ricevuta”.
Lo sguardo del ragazzo si fece più intenso continuando a osservare Charlotte, lui la trovava sempre splendida.
“Un giorno Mose venne a casa mia, piangeva disperata con in mano la lettera da parte della NYADA” singhiozzava senza respiro “ero delusa che Niall mi avesse tenuto nascosto le sue intenzioni riguardanti New York, così decidemmo di non consegnargliela e di non farne parola con nessuno”.
Una leggera pioggia cominciò a cadere sul volto di Louis, che scuoteva silenziosamente la testa corrugando la fronte.
“Niall pensò di non essere stato ammesso e per un paio di mesi fu demoralizzato” spiegò agitandosi “mi dispiace, giuro che non avrei voluto che venisse a scoprirlo in questo modo”.
Il ragazzo si alzò dal gradino, sotto sguardo vigile di Charlotte e le offrì una mano aiutandola ad alzarsi.
“Prenditi le tue responsabilità, non sei una bambina” le disse infilando le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni.
“Sono consapevole dei miei errori, non ho bisogno di un’altra persona che mi dica cosa fare” commentò offendendosi.
“Charlotte, che cosa ti aspettavi che dicessi?” chiese innocentemente.
“Tu non puoi capire la mia situazione, il nostro rapporto d’amicizia” controbatté riferendosi al proprio migliore amico “avevo solo bisogno di sfogarmi, non di essere aggredita”.
Louis scosse la testa appena la ragazza varcò la soglia di casa, sbattendo con violenza la porta d’entrata.
 
Harry appoggiò il proprio viso sul seno di Donna, la quale gli accarezzava lentamente i capelli.
La ragazza era esausta dalla festa, nulla era andato secondo i propri piani.
“Mi dai un bacio?” domandò Harry alzando il proprio viso.
Donna lo guardò sorridendo e si abbassò facendo scontrare le loro labbra.
Lui appoggiò la propria mano destra dietro la sua nuca, impedendole di interrompere il contatto e spingendole il viso a se.
Le loro lingue si scontravano animatamente mentre Donna si collocò sul corpo di Harry, il quale emise un sospiro d’eccitazione al contatto. 
Le mani di Donna salirono lentamente sul busto di Harry, privandolo della maglia e beandosi poi della visuale mentre tremava al suo contatto.
Harry le morse le labbra,  con le mani era invece  intento ad abbassare le spalline del vestito.
La ragazza indietreggiò insicura finché il fidanzato le prese il viso fra le mani e fece incontrare le loro fronti, respirando irregolarmente.
“Devi solamente fidarti di me” sussurrò lui accarezzandole la guancia sinistra con il pollice.
Donna annuì deglutendo.
Harry ribaltò la situazione mettendosi cavalcioni sulla fidanzata, le divaricò leggermente le gambe e sorrise osservandola negli occhi.
Sostenne il proprio peso con le mani, cominciando a baciare e mordere l’interno coscia della ragazza, salendo lentamente.
Le labbra di Donna tremavano dal piacere, una sensazione estranea fino a quel momento.
Appena le lunghe dita di Harry trapassarono le sue mutandine emise un acuto, tappandosi prontamente la bocca imbarazzata.
Il fidanzato spinse la mano facendole chiudere gli occhi e ansimare per qualche minuto, poi prese a leccarle la circonferenza dell’ombelico.
Lei strinse una mano tremante fra i suoi capelli finché le loro labbra si incontrarono nuovamente.
Il cuore iniziò ad accelerare e la mancanza di respiro le provocò una serie di brividi lungo il corpo mentre Harry passò un dito sui suoi turgidi capezzoli, prendendo a succhiarli avidamente uno per volta.
Donna gli lasciò un bacio sulle rosee labbra, tirandogli quello inferiore.
Quelli erano stati i suoi primi preliminari.
 
Mose piangeva rannicchiata sotto le coperte del proprio letto, le girava la testa.
Le lacrime scendevano così velocemente che avrebbe potuto disidratarsi.
Prese il telefono e digitò il numero di Niall per chiamarlo ma lui non rispose.
Si alzò lentamente, raggiungendo il bagno e guardando la propria immagine riflessa nello specchio.
Provava solamente odio nei confronti di se stessa.
Niall era il suo primo grande amore e lei era riuscita a rovinare tutto, come sempre del resto.
Si lavò il viso con dell’acqua fresca, le veniva un conato di vomito ad ogni suo passo e raggiunse rapidamente il letto pensando ancora al fidanzato.
Come biasimare il suo comportamento, lei gli aveva completamente distrutto la vita ma era anche stata fiera di se stessa per un minimo secondo, nonostante fosse sotto l’effetto dell’alcool, era riuscita a confessare tutto ciò che si teneva da anni.
 
“Per fortuna ho ancora un paio d’anni prima di spiegare alle gemelle cosa siano le mestruazioni” rise Johannah osservando fuori dal finestrino.
“Io non mi sono mai occupato di queste cose, era compito di mia moglie Rebecca” sospirò l’uomo continuando a guidare.
 
Charlotte attraversò il corridoio di casa correndo e raggiunse rapidamente la propria stanza.
Si sedette sul pavimento, con la schiena che aderiva alla porta e lo sguardo puntato fisso contro la parete.
Inutile dire che i suoi occhi verdi erano pieni di lacrime, le quali scorrevano lentamente sulle linde guancie.
Infilò entrambe le mani nei capelli e urlò chiudendo gli occhi.
Silenzio.
Tremava per la vergogna e l’imbarazzo che si stava portando addosso in quel momento mentre camminava verso la camera da letto della sorella, intenta a spiegarle tutto nei minimi dettagli.
Bussò un paio di volte facendosi coraggio, giacché Gwyneth non rispondeva.
“Non voglio né vederti né parlarti” urlò la ragazza alzandosi e puntandole un dito contro.
Entrambe piangevano.
“Hai distrutto tutto, amicizia e amore” urlò con le lacrime.
Si pentì subito la ragazza per aver mostrato i propri sentimenti, era innamorata di Niall e a quel punto non le importava del giudizio di Charlotte.
Lei controbatté senza dar troppa importanza alle parole della sorella minore, “sono un’egoista, hai ragione ma non evitarmi anche tu, ti supplico”.
“Non ti rendi nemmeno conto di ciò che hai fatto” le rispose dandole una spinta sulla spalla “ti ordino di uscire dalla camera, Charlotte”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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