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Autore: Michan_Valentine    23/04/2014    3 recensioni
Marlene compie gli anni e c'è una festa da preparare. Ma le cose non vanno propriamente come Tifa ha programmato...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart, Un po' tutti, Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Materia Arancione'
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Tifa piegò le gambe e s’inginocchiò accanto a Marlene, cioè Cloud. Di rimando la bambina la puntò con i suoi grandi, profondi occhi castani; in una maniera che non le apparteneva. Lo riconosceva: quello era lo sguardo di Cloud. Sorrise.

-Io vado. Cercherò di tornare il prima possibile. Nel frattempo ti chiedo di tenere d’occhio la situazione. E quella peste di Yuffie.- fece.

-Vincent non le toglie gli occhi di dosso.-

Batté le palpebre. In effetti le sembrava che ultimamente passassero più tempo insieme. Per via della WRO, diceva la ninja. Vincent ovviamente non diceva niente. In ogni caso erano perfino arrivati insieme! Di prima mattina, a scombinarle la giornata. E ciò faceva quasi presupporre che avessero trascorso insieme anche le ore precedenti…

-Dici che stanno insieme?- domandò.

Cloud sfoderò prima un’espressione sorpresa. Poi si strinse nelle piccole spalle di Marlene.

-Non so. Credo che Valentine sia preoccupato. Tu dici che stanno insieme?-

Tipico. Lei si era concentrata sui possibili risvolti sentimentali della situazione e lui su quelli puramente pratici. Sospirò.

-Hai notato che la voce di Vincent è sexy? Cioè, la mia voce! Oh, insomma! Hai notato che quando Vincent parla la mia voce risulta più sensuale?-

Marlene –ovvero Cloud- tacque e si prese il tempo per pensarci. Poco ma sicuro: non se n’era nemmeno accorto.

-Forse. Non ci ho fatto caso…- confermò infatti il diretto interessato.

Chinò il capo, incurvò la schiena e si concesse un momento di puro sconforto. A volte Cloud aveva la sensibilità emotiva di un sasso.

-…ma preferisco il tuo tono naturale. E sinceramente discutere di quanto sia sexy la voce di Vincent Valentine mi mette abbastanza a disagio, Tifa.-

Sollevò il capo e tornò a puntarlo, sorpresa. Quella precisazione sul suo tono di voce naturale non se l’era aspettata. Sorrise di nuovo e provò l’improvviso, inarrestabile impulso di baciarlo. L’altro doveva averle letto nella mente, perché la piccola Marlene fece un passo indietro e frappose prontamente le braccia nel mezzo.

-Tifa. Non è il caso. Sarebbe TROPPO strano.-

Ci pensò su e concordò pienamente, ricordandosi dei ruoli che ricoprivano rispettivamente. Naturalmente non ci vedeva niente di male in una Yuffie che baciava sulla guancia la piccola Marlene… ma, ripensandoci, approfondire l’argomento in privato, nei rispettivi e legittimi corpi, sarebbe stato senz’altro più interessante. Così, sorridendo fra sé, si alzò e fece per scendere al piano inferiore. Obbiettivo: torta!

-Ah!- soggiunse, attardandosi in prossimità delle scale –Ricordati di mostrarti sorpreso quando Barret ti regalerà l’ennesimo peluche di Chocobo!-
 
***
 
Yuffie sbuffò e lanciò l’ennesima occhiataccia a Tifa –altresì Vincent- che se ne stava a braccia incrociate dietro il bancone del Seventh Heaven. Di quel passo avrebbe spaventato tutti i clienti, altroché. Non che a quell’ora ce ne fossero molti. Era una sua impressione o l’angolo che occupava sembrava più buio? Nemmeno col ciclo Tifa aveva quell’aria spenta e a tratti truce.

Sbuffò di nuovo e cambiò posizione sulla sedia –per la non-si-sa-quale milionesima volta- neanche fosse accomodata sul cucuzzolo di un kyaktus. Sul tavolo davanti a lei c’era ancora una caterva di palloncini da gonfiare. N-o-i-a. Dall’altra parte del piano stava invece Cloud - ovvero Marlene- che sembrava felice come una pasqua. Probabile che l’ex soldier non fosse mai apparso così in tutta la sua vita. E ciò le faceva anche un po’ impressione. Ora il Signor Spruzzettodisole sembrava davvero il Signor Spruzzettosidole! E intanto Marlene aveva fatto un lavoro nettamente più fruttuoso del suo.

Beh! Mica era facile gonfiare palloncini quando si aveva un artiglio al posto della mano! E dire che i palloncini le stavano pure simpatici. Le ricordavano un po’ le Materia. Tutte colorate! E tonde. Ma su tre ne bucava due. E ciò era frustrante. Molto. TROPPO. Quasi quanto Valentine che se ne stava al banco senza degnarla di uno sguardo. Giustamente lei gli diceva di usare gli ormoni e di rimorchiare qualcheduna – una ninja a caso, tanto per fare un esempio. E lui se ne usciva con: Attenta al pipistrello gigante! Ed era quasi certa che non si trattasse di una metafora.

L’impulso di sfogarsi la colse impreparata e per poco non balzò sul tavolo, pronta a menar cazzotti all’aria. E al diavolo la sua nuova Vincentezza! Tuttavia l’immagine di se stessa che sopraggiungeva la bloccò col sedere sulla sedia/kyaktus ancora prima che potesse dare in escandescenze.

-Oh, vedo che state facendo un ottimo lavoro!- osservò Tifa col sorriso sulle labbra, raggiungendo il tavolo e piegandosi leggermente verso Cloud –cioè Marlene.

-Sì!- confermò la più piccola.

I resti dei palloncini bucati dissentivano. Fortemente. Ma non riuscì a mettere i puntini sulle i, fin troppo impegnata a osservare il suo corpo che agiva indipendentemente dalla sua volontà. Era uno spettacolo assurdo! In più la Yuffie che aveva davanti era dolce, delicata nelle movenze ed estremamente femminile. Troppo femminile, in effetti. Chissà, forse era quello il tipo di ragazza che piaceva al Signor Stoccafissorosso. Una donna simile a lei. E che non aveva nulla a che vedere con il suo invidiabile Yuffie Style -che spaccava, naturalmente. A quel pensiero avvertì una fitta al petto e distolse lo sguardo. Peggio per lo stoccafisso, se preferiva la melassa e il dramma al divertimento!

-Vado a ritirare la torta. Mi raccomando, fate le brave.- soggiunse invece Tifa, allungando la mano e carezzando delicatamente la testa da chocobo di Cloud.

Strano. Aveva sempre pensato che l’ex soldier nascondesse una tagliola lì in mezzo, così da non farsi scombinare l’acconciatura. A parte ciò…

-Faremo le brave. Le bravissime! E comunque guarda che IO ho diciotto anni, eh! Di-ciot-to! Sono tanti. Tantissimi! Un’infinità! Faccio concorrenza ai vecchi. E a Valentine. Posso guidare. E bere. E sbronzarmi e fare tutte le cose da adulti che fate tu e Cloud di nascosto –e sì, ce ne siamo accorti TUTTI. Da un pezzo.- sputò, stizzita –anche se il tono profondo di Vincent non esprimeva bene l’indignazione alla Yuffie. Più acuta, solitamente.

In ogni caso non era mica una bambina! Probabile che nemmeno quella mummia di Valentine se ne fosse accorto, comunque. Eppure aveva le tette -da qualche parte, almeno. Tifa arrossì dalla testa ai piedi. Marlene rise. Lei invece acchiappò un altro palloncino, se lo portò alle labbra e vi soffiò dentro con quanto fiato aveva in corpo. L’ingombro giallo prese posto davanti alla sua faccia –o meglio, davanti alla faccia di Vincent. Così non vide Tifa inalberarsi. In compenso la sentì benissimo.

-Yuffie! M-ma che dici?! E poi che c’entra! Qui non si tratta di me e di Cloud! Semplicemente farebbe piacere a tutti se per una volta tu riuscissi a startene tranquilla! A non toccare sempre tutto, a moderare un po’ il linguaggio e…-

-Sì, sì. Certo. Ho capito. Vai o la torta si raffredda. O si riscalda. E si scioglie. O quel che è. Io comunque ne voglio un pezzo –e spero che sia al cioccolato. Perciò vai. Poi ci stai facendo perdere tempo. E io devo ancora bucare un sacco di palloncini. Cioè, GONFIARE. Gonfiare i palloncini. Ecco. Su, su!-

Accompagnò l’incitamento con la mano artigliata di Valentine, scacciandola come fosse una mosca. Tifa la puntò ancora per un po’, fra l’imbarazzato e l’arrabbiato. Poi la barista sospirò e si allontanò di gran carriera. La seguì con la coda dell’occhio mentre lasciava il Seventh Heaven.

Ok, forse era stata un po’ acida, ma da quando era successo quel piccolo –infinitesimale- incidente, sembrava che tutti facessero a gara per farla sentire inadeguata. E in colpa. Valentine compreso, visto che non le aveva più rivolto la parola. Cioè i monosillabi. Istintivamente puntò la Tifa dietro al bancone. Contrariamente alle aspettative, però, stavolta Vincent la stava fissando di rimando con estrema intensità –intensità alla Valentine. Di quelle che scavavano buchi e lasciavano scie di fuoco.
Fremette appena e il palloncino giallo che teneva in mano esplose con un sonoro scoppio. Sobbalzò e distolse lo sguardo, accorgendosi che Marlene la puntava dall’altra parte del tavolo. Aveva il sorriso disegnato sulle labbra di Cloud. Inarcò il sopracciglio. Embè?

-A te piace lo zio Vincent, vero?- esordì la piccola peste.

Aprì la bocca una volta, presa completamente alla sprovvista. Poi una seconda. Alla terza riuscì a formulare una frase di senso compiuto.

-A ME!?- sbottò, e per poco la voce di Vincent non salì di una tonalità –Puahahahah! NO! Giammai. Assolutamente NO. Nisba. Nada. Per niente. Ho già detto NO? Comunque sei fuori strada come un Chocobo ubriaco. E poi l’hai guardato bene? Con quel musone! E quelle occhiaie! La neve è più abbronzata. E i sassi ridono e parlano più di lui. Ed è inquietante, con la tovaglia rossa e tutto il resto. Da BRI-VI-DI! E che sia bello, alto, affascinante e sensuale non conta. Proprio no! E poi perché lo sto dicendo a te? Sei una caz… cavolo di bambina alta un metro e due fagioli! Ma di quelli piccoli!-

Cloud –cioè Marlene- la fissò in silenzio senza colpo accusare.

-Bene.- sancì poi, tornando allegramente ai palloncini.

-Bene!- le fece eco, battendo l’artiglio di Valentine sul tavolo.

Poi aggrottò la fronte e ci pensò meglio. Aveva la netta sensazione che qualcosa in quella conversazione le fosse sfuggito. Che accidenti significava quel “bene”?! Con quel tono, poi, come se si fosse appena cavata via un dente fastidioso! Fece per ritrattare la deposizione e ricordarle che per i suoi sogni romantici di bamboccia c’erano a disposizione già Cloud e Denzel, quando un gran frastuono la richiamò all’attenzione.
Non fece in tempo a dirigere lo sguardo all’ingresso che Barret spalancò la porta del Seventh Heaven –cioè rischiò di buttarla giù a spallate- e si proiettò all’interno in tutta la sua considerevole mole –da scimmione.

-Eeeeehi, gente! Eccomi di ritorno! Come butta? Ohi, Tifa, dov’è Marlene? Ho per lei una sorpresa –aiutami a dirlo- SEN-SA-ZIO-NA-LE! Ehi, che faccia! Hai mangiato pesante oppure è colpa di quel riccio biondo col culo secco? Se vuoi ci penso io a dargli una lezione!-

L’ambiente vibrò per le urla e quasi sentì la necessità di portarsi ambo le mani alle orecchie. E poi dicevano che quella rumorosa era lei! Al gorilla avrebbero dovuto mettere la museruola, altroché. E, se possibile, impedirgli di comprare altri peluche di Chocobo –come se non fosse già intollerabile di per sé l’accostamento Barret/peluche.

Tifa –cioè Vincent- non si mosse e non cambiò espressione.

-Non è una buona idea.- commentò solo.

In compenso Barret si dimenticò presto di lui e adocchiò invece il tavolo dove lei e Marlene stavano sedute.

-Ah, eccolo là!- e Cloud –ovvero Marlene- lo salutò con la mano -Ehi, Valentine, ci sei anche tu! Oh, oh! Che fine avevi fatto? Pensavo fossi morto! È da una vita che non ci vediamo! E dove hai lasciato quella piantagrane di Yuffie? Se l’hai persa per strada ti offro da bere!-

E no, adesso basta! Ci mancava solo Wallace con le uscite alla Cid Highwind! Senza contare che quello vero doveva ancora arrivare a coprirla d’insulti -se non Shera, ci avrebbe pensato lei ad avvelenargli il tè o a manomettergli il motore dell’aereonave!
Non pensò. Semplicemente scattò in piedi, piazzò lo stivale sulla sedia e puntò il dito indice dritto in faccia al gorilla.

-Tu!- sputò, pronta a rispondergli a tono –alla maniera della Rosa Bianca di Wutai.

Tuttavia il diretto interessato sfoderò un’espressione a dir poco allibita e fece addirittura un passo indietro.

-V-Valentine?  Ma che cazzo…!?-

Un sospiro s’alzò dalle parti del bancone. Cloud –altresì Marlene- si piazzò una mano in faccia e soffocò una risata.  Poi le sovvenne. Ah, già. La Vincentezza! Ciò realizzato si schiarì la voce, poggiò nuovamente ambo i piedi a terra e incrociò le braccia al petto, cercando di sembrare il più Stoccafissorosso possibile.

-Lo striscione alle tue spalle. È attaccato… male, sì. Sistemalo.- stabilì, nascondendo la faccia nel collo del mantello –E ora me ne vado di sopra. A pensare alla tristezza del nulla cosmico. O al tempo che passa e non torna più. Alla pioggia, ai nuvoloni neri. E a tutte le altre cose deprimenti che mi vengono in mente.-

Fece una pausa drammatica alla Vincent. Giusto per far gravare il silenzio, come piaceva a lui. Dopodiché girò i tacchi, si avvolse nel mantello –rischiando di inciampare- e se ne andò. Tanto i palloncini non facevano per lei. E di sopra, forse, avrebbe smesso di sentirsi frustrata e indispettita. Dopotutto c’era solo una persona che riusciva a farla sentire inadeguata; e non si trattava né di Cid, né di Barret.
 
Secondo capitolo. oo' *si prepara ad altri pomodori* Mi sa che sto peggiorando. E scrivendo ancora più assurdità. ^^' Chiedo venia. ùù' Anche perché sto cercando di prendere la mano con i personaggi e ho molta paura di andare OOC. Soprattutto considerando la situazione in cui li ho cacciati. Inoltre avrei già voluto inserire la parte di Cloud/Marlene e Barret, ma le digressioni di Yuffie si sono prese tutto il capitolo. °A° Ma perché sono così prolissa? çOç E dire che volevo scrivere una One-Shot senza pretese. =_=' Alla prossima! ^^
CompaH
   
 
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