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Autore: Kia85    23/04/2014    6 recensioni
Se c’è una cosa che l’ispettore McCartney odia, quella sono i ladri.
Quando gli affidano il caso dell’anno, il caso di Hermes, il ladro melomane, Paul sa che farà di tutto per acciuffarlo.
Ma gli imprevisti nella vita possono celarsi dove meno te lo aspetti.
Anche nel negozio di musica davanti casa, gestito da un certo John Lennon...
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'll get you'
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I’ll get you

 

Capitolo 1: “It won’t be long”

 

Londra 2010

 

Quando l’uomo uscì dalla finestra, saltando a terra con un agile balzo, inspirò a fondo l’aria della sera, frizzante, ma piacevole. La primavera era finalmente arrivata.

L’allarme dell'Hard Rock Café aveva iniziato a suonare già da cinque buoni minuti e le sirene della polizia si erano unite solo da poco, quando avevano capito che il ladro era riuscito nel suo intento ed era poi fuggito.

Ora lui stava correndo per tutto Hyde Park, mentre le volanti della polizia sfrecciavano lungo le strade che contornavano uno dei più bei parchi di Londra.

Il ladro rise, continuando a correre e stringendo la presa sulla sacca con la refurtiva che portava sulle spalle. Un altro colpo era andato a buon fine. Doveva solo sbarazzarsi di quei fastidiosi poliziotti. Non che sarebbe stata un’impresa particolarmente difficile, anzi, lui ci stava anche prendendo gusto.

Era quasi divertente, vedere come si affannavano per cercare di stargli dietro, così goffi, patetici perché non avevano ancora capito che Hermes era imprendibile.

Per esempio, in questo caso la polizia avrebbe perso tempo ad aprire i cancelli per entrare con le proprie auto nel parco. La tentazione di prendersene gioco fu troppa e Hermes decise di farsi vedere, solo un po’, un piccolo movimento nell’ombra, così quello stupido dell’ispettore Sutcliffe si sarebbe precipitato fuori, iniziando a correre alla cieca dietro alla sua preda, senza aspettare che anche le auto potessero entrare.

E infatti le cose andarono proprio come previsto.

Avventato, Stu…molto avventato, pensò il ladro.

Ma come biasimarlo dopotutto? Aveva saputo che era la sua ultima occasione per catturare il famigerato Hermes. Se avesse fallito, probabilmente il povero ispettore sarebbe stato trasferito chissà dove, forse in campagna in un paesino sperduto con sole  mille anime, in cui la cosa più eccitante  che potesse capitare a un poliziotto era una strada intasata da un gregge di pecore.

E il ladro sapeva che quello era ormai l’inevitabile destino della sua nemesi, perché non aveva davvero nessuna intenzione di farsi catturare.

Quando l’ispettore entrò nella sua visuale, il ladro si diresse verso la Serpentine (1), sicuro di riuscire a seminarlo lì. In fondo, era ciò che prevedeva il piano.

Quando raggiunse il lago artificiale che separava Hyde Park dai Kensington Gardens, cercò immediatamente ciò che avrebbe depistato il suo inseguitore. Si trattava di una rimessa di piccole imbarcazioni e fra queste c'era anche quella che era stata sistemata lì proprio per lui. 

La vide subito perché era l'unica ad avere già un..."passeggero".

Il ladro si avvicinò e adocchiò il telecomando che era posto proprio accanto al manichino. Questo era stato vestito e legato al timone, in modo da stare ben in piedi e apparire nella penombra come la sua sagoma perfetta. Un lavoro decisamente impeccabile, e d’altro canto lui non poteva aspettarsi di meno da quel piccolo, splendido aiutante che gli procurava tutti questi trucchetti meravigliosi.

L’uomo afferrò il telecomando e corse a nascondersi sopra un albero, aspettando l'arrivo dell'ispettore, il quale non tardò ad arrivare, con la sua corsa maldestra e il respiro affannato. Hermes ridacchiò sommessamente e azionò con il telecomando il marchingegno sull'imbarcazione, che partì subito, facendo sussultare il povero ispettore.

"Ma cazzo!" imprecò lui, e si affrettò a recuperare un mezzo per inseguire la sua preda.

Il ladro dovette tapparsi la bocca con una mano per non scoppiare a ridere e farsi scoprire, mentre l'uomo cercava di far partire il motore della piccola barca.

"A tutte le unità." esclamò Stuart, parlando nella ricetrasmittente, "Il fuggitivo si dirige verso la riva ovest della Serpentine. Circondare e bloccare immediatamente ogni via di fuga."

L'ispettore riuscì a partire e il ladro sorrise soddisfatto. Il piano stava andando più che bene. Oh, quanto avrebbe voluto vedere le facce dei poliziotti, quando avrebbero scoperto che l'uomo sull'imbarcazione non era altri che un semplice e inanimato manichino.

Rimase sull'albero, mentre volanti della polizia arrivavano da qualunque parte del parco per cercare di bloccare e arrestare una volta per tutte Hermes.

Mentre queste si allontanavano dirette verso la riva ovest e i Kensington Gardens, il giovane uomo decise di aprire lo zaino per dare una rapida occhiata alla sua refurtiva: lì, tutto piegato alla rinfusa, c'era niente meno che il vestito a strisce bianche e nere che proprio Freddie Mercury aveva indossato nel Jazz tour dei Queen del 1978.

Lo sfiorò con una mano e sentì una vibrazione attraversare il suo corpo, la stessa che probabilmente riverberava nel corpo di quella leggenda d'uomo, la stessa causata dalla sua energia infinita, quella che mostrava in ogni concerto, fino agli ultimi giorni della sua troppo breve vita.

E ora quel vestito, quel cimelio, così come tanti altri, era nelle sue mani finalmente.

"John?"

John continuò ad ammirare quella meraviglia, l'aveva desiderata da troppo tempo, lui con la sua passione smisurata per la musica e in particolare per i Queen e-

"John!" lo chiamò ancora una voce dal suo auricolare.

"Sì, sì, ci sono, Georgie." rispose quasi spazientito per essere stato interrotto durante la sua opera di ammirazione.

"Quante volte ti devo dire di non chiamarmi Georgie?”

“Un’altra volta, mio caro.” esclamò John e si lasciò scappare una risatina, mentre controllava che non ci fosse più nessuno in giro.

“Chiudi quella bocca e muovi il tuo cazzo di culo." ribatté George, e John era quasi sicuro che si fosse offeso.

Il piccolo, suscettibile, scontroso George Harrison. Ah! Che prezioso aiuto era per John. E quanto si divertiva lui a prenderlo in giro...

"Arrivo, arrivo, rilassati un po', amico." esclamò John, saltando a terra e iniziando a correre dalla parte opposta rispetto alla polizia, "Sei a Marble Arch?"

"Sì, li hai seminati?"

"Tsk, George, non dirmi che avevi dei dubbi?" domandò, pensando ora di voler fare lui un po’ l’offeso.

“Dubbi sul famigerato Hermes? Mai e poi mai." commentò George con una piccola risata, e poi ancora, "Quindi Sutcliffe è fuori gioco ora?"

"Sutcliffe è fuori gioco. Hai visto che bella notizia ti porto?"

"John, sai meglio di me che anche se lo mandano via, chiameranno qualcun altro. Magari molto più sveglio del povero Stu."

John infine si ritrovò all'uscita su Marble Arch e individuò subito la moto nuova di zecca di George, l'ultimissimo modello della Honda, scintillante nelle luci della sera.

"Lo so." gli disse, raggiungendolo e guardandolo con un sorriso rassicurante, "Ma vedrai che non durerà a lungo. Faremo fuori anche lui."

George gli porse il casco, mentre John si abbassava il cappuccio della felpa, scuotendo il capo per ravvivare i suoi capelli ramati, "Come fai a esserne così sicuro?"

"Semplice." disse lui, salendo sulla moto dietro di lui e allacciandosi il casco, "John Lennon riesce sempre in tutto.”

“Forse intendevi Hermes?” domandò George, ridacchiando.

“John, Hermes, che importa? Sono la stessa persona.”

E avvolgendo le braccia intorno alla sua vita, i due sfrecciarono insieme per le vie di Londra.

Le sirene della polizia erano ormai un ricordo.

E Hermes aveva compiuto un altro colpo.      

 

****

“Allora, ispettore McCartney, benvenuto a bordo.” esclamò Richard Starkey, alzandosi in piedi.

“Grazie, signore, sarà un piacere lavorare con lei. Non la deluderò.” affermò Paul.

Egli si alzò e guardò il suo superiore, l’ispettore capo della stazione di polizia di Chelsea, un piccolo uomo con un notevole naso e grandi occhi azzurri, e gli sorrise fiducioso.

“Ne sono sicuro, a Liverpool parlano molto bene di lei.” disse Richard, accompagnandolo verso la porta del suo ufficio, “Affidiamo il caso alle sue mani.”

“Non si preoccupi, quel delinquente ha le ore contate.”

"Mi dica, ha già trovato un appartamento?"

"Sì, signore, ne ho trovato uno proprio qui vicino."

"Spero sia di suo gradimento."

"In effetti, non è niente male.” rispose Paul, annuendo entusiasta, “È una zona piuttosto tranquilla."

"Bene, allora si rilassi in questa giornata. Domani mattina prenderà servizio e da lì comincerà la sua caccia al ladro." esclamò Richard, stringendogli la mano.

Paul ricambiò la stretta, "Le assicuro che lo arresteremo, signore.”

L'ispettore capo gli rivolse un gran sorriso e dopo essersi congedato, Paul McCartney uscì dal suo ufficio, sfoggiando il più determinato dei sorrisi.

Richard Starkey, come Paul, era appena stato trasferito nella stazione di polizia di Chelsea, e dopo aver sollevato dal suo incarico il precedente ispettore Stuart Sutcliffe, che aveva fallito miseramente in tutto e per tutto, aveva assegnato quel posto al giovane e promettente ispettore McCartney.

Gli aveva assegnato l’incarico di acciuffare Hermes.

Quel ladruncolo da due soldi che infestava Londra, la magica, affascinante Londra. Paul aveva sempre desiderato andare a vivere nella capitale, e non avrebbe mai pensato in tutti i suoi quasi venticinque anni che questo desiderio si potesse avverare grazie a quella categoria di criminali che lui odiava di più: i ladri.

Li odiava perché il loro crimine è quello di sottrarti qualcosa che ti appartiene, qualcosa che tu hai pagato, e magari hai anche sudato sette camicie per guadagnare i soldi necessari per comprarlo, oppure qualcosa che ti è stato regalato e ha quindi acquisito un valore importante per te.

Paul aveva dedicato tutta la sua carriera da poliziotto a inseguire quei furfanti e recuperare le refurtive. Si era impegnato anima e corpo nel suo lavoro. Il motivo? Beh, quando tuo padre abbandona la tua famiglia dopo aver cominciato a rubare ed essersi messo nei guai, è il minimo che possa accadere. E Paul odiava suo padre tanto quanto odiava i ladri.

Ma ora ciò che contava era la sua promozione e il suo nuovo incarico. A Liverpool, Paul era riuscito a catturare una banda di truffatori farabutti che approfittavano di ingenui vecchietti per entrare nelle loro case e svaligiarle. Paul li aveva scovati abilmente e spediti dritti dritti in prigione, restituendo gran parte del maltolto ai proprietari.

E grazie a quell’impresa, era stato promosso ispettore e gli avevano proposto di prendere servizio nella stazione di polizia di Chelsea che si occupava del caso di Hermes.

Come dire no a una simile offerta?

Finalmente poteva accettare e lasciare tranquillamente Liverpool. Sua madre purtroppo era morta anni prima per un maledetto tumore al seno che l'aveva spenta troppo presto. E il fratellino Mike era sposato da appena un anno. Si era accasato con una brava ragazza, un bambino in arrivo e un lavoro sicuro come fotografo. Non aveva più bisogno delle cure amorevoli di Paul.

Inoltre a Londra Paul avrebbe potuto passare molto più tempo con la sua fidanzata Jane. Essendo attrice, lei trascorreva molto più tempo a Londra piuttosto che a Liverpool, quando era in Inghilterra. In questo modo avrebbero facilitato la loro relazione.

Sì, Paul non vedeva l'ora di cominciare quella nuova avventura. Quella che segnava l'inizio della parte più eccitante della sua carriera e la fine, una volta per tutte, del famigerato Hermes.

 

(1)- La Serpentine è il lago artificiale che separa Hyde Park dai Kensington gardens.

 

Note dell’autrice: e via con il capitolo 1. È arrivato anche Paul, anzi l’ispettore McCartney. :3

E ci sono anche George e Ringo, ovviamente, non potevano mancare.

Neanche a dirlo, in questo universo, si parlerà di molti artisti davvero esistiti, tranne i Beatles, che non ci sono mai stati. Non è credibile, ma è così. :D

Grazie a kiki per la correzione. Grazie anche a ringostarrismybeatle e _SillyLoveSongs_ per il loro dolce supporto e tutti quelli che seguono la storia.

Prossimo capitolo, “A day in the life”, il giorno dell’incontro. Wowowow!

Arriverà domenica, che sarà d’ora in poi il giorno di ogni aggiornamento, come in Ticket to Paris.

A presto

Kia85

 

 

   
 
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