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Autore: MyShadow19    23/04/2014    1 recensioni
L’essere superiore è la forma di vita che può essere posta ad un livello superiore all’essere umano, così come l’essere umano giace ad un livello superiore rispetto agli animali secondo i canoni degli umani. L’essere superiore è una forma di vita indifferente ed inarrivabile, che si rivolge alle altre creature come i propri figli, che non risponde alle loro provocazioni per non abbassarsi al loro livello. E’ una forma di vita più matura, un essere vivente che è superiore non perché abbia qualcosa in più, ma perché fa il superiore nelle interazioni con gli umani. Di ogni specie vivente è stato trovato un essere superiore, perché l'homo sapiens fa eccezione?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ricerche proseguivano ormai da tempo estenuante. Tutti i fondi erano stati spesi, tutti gli sforzi erano stati compiuti e i limiti della scienza erano stati raggiunti, ma l’essere superiore non era ancora stato trovato. L’essere superiore è la forma di vita che può essere posta ad un livello superiore all’essere umano, così come l’essere umano giace ad un livello superiore rispetto agli animali secondo i canoni degli umani. L’essere superiore è una forma di vita indifferente ed inarrivabile, che si rivolge alle altre creature come i propri figli, che non risponde alle loro provocazioni per non abbassarsi al loro livello. E’ una forma di vita più matura, un essere vivente che è superiore non perché abbia qualcosa in più, ma perché fa il superiore nelle interazioni con gli umani. Nella struttura gerarchica a livelli che era stata studiata dai progettisti le creature intelligenti, come gli esseri umani, giacevano in cima alla piramide fino a quando qualcuno disse: ogni creatura nella piramide ha almeno un essere che giace ad un livello superiore al proprio; perché l’homo sapiens no?
Da allora le ricerche infruttuose avevano dilapidato ogni risorsa investita nel progetto sino a quando, in un giorno di pioggia, il progetto fallì definitivamente. Il direttore Mendel quella stessa sera era bloccato nel balcone che fissava il cielo sperando di scorgere nella pioggia che cadeva la risposta al suo più grande quesito: nell’architettura a strati della socialità dell’universo delle forme di vita, qual è l’essere che giace sopra all’essere umano? Dove si trova? E’ un dio? Suo cognato Albert, un filosofo, lo venne a trovare per sincerarsi che stesse bene, o almeno non troppo male. Lo trovò appoggiato al balcone fiorito, in cui chissà per quanto era rimasto a guardare il cielo, come se la superiorità scendesse dall’alto. Sapendo che Mendel aveva il pollice verde, Albert si presentò con un piccolo narciso, per aiutarlo a riguadagnare stima di sé. Mendel non lo salutò neanche, aveva lasciato la porta di casa aperta e quando lo sentì entrare senza voltarsi disse:
 
“Forse l’essere superiore è davvero un dio. Dovrò arrendermi all’idea per quanto io sia ateo. Oppure semplicemente non c’è e tutto questo esiste per noi esseri umani.”
 
Albert prese uno sgabello, lo trascinò sul balcone e si sedette accanto a lui, che era ancora in piedi.
 
“O forse a nessuna creatura è dato sapere qual è il proprio essere superiore, non credi? Noi siamo in grado di costruire tutti i livelli della piramide che stanno sotto di noi, ma non riusciremo mai a costruire i livelli che stanno sopra.”
 
Mendel sorrise e commentò acidamente:
 
“Non ho mai apprezzato l’agnosticismo, Albert. Il primo limite di un uomo è convincersi di averne. La mente umana non potrà mai espandersi se l’uomo continua a ripetersi che ci sono cose che non potrà mai ponderare. La vera via è ponderare l’imponderabile fino a che l’imponderabile diverrà ponderabile, non so se mi spiego.”
 
Albert guardava il suo narciso ruotandolo per scorgerlo da più angolazioni.
 
“Non sto parlando dei limiti della mente: sono un filosofo, l’imponderabile è il mio mestiere; sto parlando dei limiti della percezione. Siamo ciechi ad alcune cose, così come altre creature sono cieche ad altre, ma ciò non significa che siamo superiori o inferiori. Siamo a modo nostro, tutto qua, ed abbiamo tutti i mezzi per inseguire la verità in base a ciò che possiamo vedere.”
 
Mendel si voltò verso Albert e confuso incalzò:
 
“Ma allora che mezzi mi rimangono ora? Che posso fare per inseguire l’essere superiore?”
 
Albert staccò gli occhi dal narciso e rispose all’insistenza di Medel:
 
“Ma che caratteristiche deve avere questo essere superiore?”
 
Mendel prese uno sgabello a sua volta, presupponendo che il discorso non sarebbe stato breve e si sedette.
 
“Un essere superiore deve prima di tutto avere una biologia più raffinata. Deve sapersi nutrire senza uccidere altre creature, sfruttare forme pulite di energia e vivere molto a lungo.”
 
Albert annuì e rimase in attesa.
 
“Poi deve dare un contributo essenziale agli altri esseri viventi, così come un padre aiuta i propri figli. Deve usare dei metodi di comunicazione che le creature di livello più basso non riescono a comprendere, esattamente come gli animali non comprendono la nostra parola.”
 
Mendel continuava mentre Albert lo incitava ad aggiungere tutto ciò che gli fosse venuto in mente.
 
“Deve anche avere una percezione rallentata del tempo: l’essere superiore vive la propria vita in una dimensione più distesa e longeva della nostra, dove le emozioni e i bisogni non sono affanni. Deve rimanere indifferente ai nostri problemi e vederli da una prospettiva paterna, così come noi non diamo importanza alle singole scaramucce territoriali delle bestie, ma alla loro sopravvivenza come specie. Deve avere una prospettiva più ampia insomma.”
 
Albert lo interruppe solo per dire:
 
“Hai fatto riferimento più volte alla figura paterna.”
 
E Mendel precisò:
 
“Esatto: l’essere superiore non deve rispondere agli errori dell’essere umano con azioni uguale e contrarie, non deve vendicarsi, non deve abbassarsi al suo livello. Deve permettergli di sopravvivere, dargli la libera scelta ed educarlo, nella speranza che segua la retta via. Come un padre o una madre.”
 
Albert commentò:
 
“Hai un’idea ben precisa dell’essere superiore, vedo.”
 
Mendel arrossì e soddisfatto rispose:
 
“E’ una ricerca che ha impegnato tutta la mia vita. Parlarne mi coinvolge ora come la prima volta che ci pensai. Ma beh, pare che questo essere superiore non si farà mai vedere.”
 
Albert sollevò il suo narciso e lo pose dinnanzi al suo sguardo interrogativo.
 
“Ti sbagli, te l’ho portato in dono proprio sta sera per tirarti su di morale. Eccolo!”
 
Mendel rise e scosse la testa, prendendola per una battuta.
 
“Povero piccolo” Disse “Chissà, magari è davvero lui l’essere superiore e noi non lo sapremo mai.”
 
Albert lo corresse:
 
“Ma lui E’ l’essere superiore. Le piante sono autotrofe: si nutrono di materia inorganica e sfruttano l’energia solare, un’energia pulita. Respirano come ogni altro essere vivente, ma producono ossigeno e nutrimento che permette agli altri esseri viventi di sopravvivere. Comunicano attraverso le radici e tramite l’uso di sostanze chimiche le cui funzioni sono un mistero per noi da secoli; i loro sensi sono del tutto incompatibili con i nostri tanto che ci sembrano oggetti nella nostra ignoranza. Possono vivere anche secoli e i loro impulsi nervosi sono notevolmente più lenti di quelli degli esseri umani, si può parlare di minuti. Le piante non si sono mai intromesse nei nostri problemi e le distruggiamo nei modi più violenti da secoli senza che abbiano mai compiuto ritorsioni. Nonostante tutto continuano a fornisci legna, ossigeno e nutrimento fino a che anche solo una pianta sarà viva. Io non sono uno scienziato quindi potrei sbagliarmi ma sono sempre stato convinto che l’essere superiore all’uomo ci sia… e siano semplicemente le piante.”
 
Mendel rimase pietrificato da quel discorso. Nel suo diagramma le piante non erano neanche state inserite: si parlava di esseri animati. Ma cercando l’imponderabile tra gli esseri che l’uomo definisce animati non si era mai giunti a nulla: un preconcetto doveva essere eliminato per espandere gli orizzonti del pensiero. Albert spezzò il silenzio e concluse:
 
“E’ un regalo. Prenditi cura di lui.”
 
Mendel prese il narciso, abbracciò Albert in lacrime e rispose:
 
“Sarà lui a prendersi cura di me. Non farò ulteriori ricerche. Questi anni di studi mi sono serviti per avere questa conversazione con te, Albert. Sei un uomo eccezionale. Dovresti cercarlo tu l’essere superiore.”
 
Albert ringraziò, sorrise, si alzò e si avviò verso la porta:
 
“Ti ringrazio ma declino l’offerta. Mi piacerebbe molto trovare un essere superiore, ma per educazione non posso farlo. Nessuno si è mai chiesto se l’essere superiore voglia essere trovato.” Sentenziò.
  
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