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Autore: sonny    17/07/2008    3 recensioni
Prendete una discoteca, i personaggi di Naruto, e tutte le cose possibili e immaginabile che le persone possono fare e remixate il tutto. Cosa viene fuori? Leggete e scoprirete. Attenzione coppie non decise e dedicherò una particolare attenzione a Hinata il mio personaggio preferito.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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A saku_piccina93 con tante scuse per il ritardo

 

Kiba si massaggio le tempie, era al limite della sopportazione. Ed era a Milano.  Da solo, senza soldi e con un pusher deficiente, insomma l’inferno. Shino gli era seduto accanto, e si guardava intorno mantenendo sempre la stessa espressione, indipendentemente da cosa osservava. Il moro tirò  un calcio ad una bottiglia di plastica vuota, che rimbalzò ad un paio di metri da lui prima di essere schiacciata da un auto. Il pusher lo guardò scuotendo la testa, visibilmente scocciato, ma l’altro non ci badò e iniziò a sparare maledizioni sottovoce. Erano fermi li davanti da quasi un ora, senza rivolgersi neanche una parola. Kiba era incazzato con Shino perché lo riteneva responsabile del fatto che si trovava in una citta sconosciuta, senza soldi e senza credito nel cellulare. Shino era incazzato con Kiba per motivi sconosciuti persino a Dio, ma era incazzato. Così si erano seduti sulle scale della prima chiesa che avevano trovato, davanti a un bel bar con l’insegna rosa, e in silenzio aspettavano un miracolo. Che non arrivava. Tuttavia dopo un'altra ora, Dio si stancò di ascoltare le maledizioni del moro tatuato, e così fece la grazia ai due sventurati, il telefono del pusher squillò. Kiba si fiondo verso l’amico strappandogli il cellulare di mano.

“Pronto!” urlò disperato. Una voce incerta gli rispose

“S-Shino?”

“No sono Kiba!” disse il moro tutto d’un fiato.

“ a ciao Kiba , come va? Vi disturbo?”

“ No Choji, ma mi devi fare un favore…” il tatuato lanciò uno sguardo velenoso contro il pusher” anzi ci devi fare un favore…”

“A te e Shino? Nessun problema , ditemi oggi non ho niente da fare…”

“Perfetto!” esultò il moro “ Perché ecco vedi ci dovresti venire a prenderci a …

 

 

Hanabi si girò nel letto seccata. Hinata e Neji non volevano portarla con loro in discoteca.  Che palle. Mica era una bambina. Afferrò il telefono rosa poggiato sul comodino, e digitò il numero che sapeva a memoria. Il telefono squillò a vuoto un paio di volte, prima che una voce femminile molto dolce rispondesse.

“Si?”

“Sono io. Vestiti passo sotto casa tua fra dieci minuti, voglio divertirmi un po’!” Masturi dall’altro cato del telefono, sorrise.

“Ok , perché non andiamo a cercare Gaara? Ho sentito dire che oggi andava in centro…” Gli occhi di Hanabi si illuminarono. Lei e la sua migliore a mica andavano dietro al bel rosso da quasi un anno.

“ E me lo chiedi? Vestiti che arrivo!”

 

Ino, afferrò la vestaglia e si diresse verso la porta di casa, interdetta. Al suo ritorno aveva trovato il letto semidisfatto, e un vassoio con i resti di delle crep. Sapeva fare due più due, e aveva capito  al volo che Hinata e il suo bel biondino erano stati li. Ma ciò che non capiva era perché Shikamaru fosse venuto da lei. Passando nel corridoio si fermò un attimo ad osservare la sua immagine riflessa, perfetta. Si aggiustò i lunghi capelli biondi, raccolti in una coda alta,e sorrise sicura. Il campanello suonò con insistenza e, la ragazza sbuffò.

“Arrivo, arrivo che ti gira male?” disse aprendo la porta. Si gli girava molto male. Quello che aveva davanti non sembrava neanche Shikamaru.

“Che, che cazzo è successo?” urlò Ino con la voce tremante.

“Che se continui a urlare così mi spacchi i timpani. Ecco che è successo.” La bionda lo fissò interdetta, era seriamente tentata di sferragli un bel cazzotto e stenderlo, ma aveva capito che qualcosa non andava. Lo vide avviarsi, con i vestiti sporchi e strappati, verso la sua cucina, il tutto senza permesso, e afferrare una bottiglia di vodka all’arancia. Be aveva buon gusto, il ragazzo. Poi il moro si diresse verso il divano, si sdraio e iniziò a bere, senza una parola nei confronti della giovane. Ino sospirò. Lo conosceva e sapeva che non avrebbe mai chiesto il suo aiuto, anche se ne aveva bisogno. Si avviò verso camera di suo fratello,e afferrò una maglietta e un paio di jeans puliti. In silenzio li appoggiò sul tavolo accanto al ragazzo. Era Temari che lo aveva ridotto in quelle condizioni? Un mugolio la strappò ai suoi pensieri, Shikamaru si era addormentato. Abbracciato alla bottiglia vuota. Sorrise. Era così angelico, così rilassato, così…bello? Era davvero possibile che avesse pensato una cosa simile di Shika? Si. Era tre anni che pensava che era bello. Lentamente si avvicinò al viso del giovane. In fondo lui amava Temari. Anche se non l’avrebbe mai ammesso. L’unica cosa a cui lei poteva ambire era un bacio rubato, e un sogno da cullare. Lui non si svegliò, come nei film. Fu appena un dolce sfiorarsi si labbra. Eppure, quello che per lui non era stato nulla, per lei era tutto.

 

“Neji, aspettami.” Urlò Tenten. Il ragazzo non l’ascoltò. I capelli fradici, il petto nudo e un fuoco, che neanche la pioggia riusciva a spengere, gli divampava negli occhi. E ora chi l’avrebbe detto al suo dolcissimo zio? Lui non di certo. Hinata? Per carità. L’unica era chiedere un favore ad Hanabi, ma quell’arpia, come minimo, gli avrebbe estorto qualche promessa pericolosa. La moretta lo raggiunse, i movimenti resi più impacciati dalla larga maglia che lui le aveva dato per coprirsi. Si sentiva maledettamente in colpa, e aveva paura. Di aver fatto l’ennesima cazzata. Si fermò. E lui non se ne accorse. Sospirò. E lui non la senti. Se ne andò. E lui non la fermò. Neji continuava mentalmente a cercare una possibile scusa, ma gli sembrava di arrampicarsi sugli specchi. E come se non bastasse non aveva la più pallida di dove fosse Hinata. Odiava sentirsi impotente. E odiava i brividi che gli provocava la pioggia. A un tratto si fermò. Non sapeva dove abitava Tenten, e per buona educazione doveva almeno riaccompagnarla. Si girò per chiederle indicazioni, e non la vide. Un corvo dall’alto di un ramo smise di gracchiare. Si scrollò di dosso le gocce di pioggia, e volò via. Verso uno squarcio tra le nubi.

 

Sakura e Sasuke correvano tenendosi per mano. Fradici. Bagnati. Ma non infreddoliti. Il loro amore, puro, ingenuo e proibito, gli scaldava. A un tratto, un raggio di sole fece capolino dalle grigie nubi. Lo sguardo della rosa lo segui, incurante del fatto che rischiava di restare abbagliata. Un sorriso si dipinse sul suo volto. Si fermò, costringendo il suo accompagnatore a fare lo stesso. Lui la fissò per qualche secondo, perplesso. Poi lo vide. Riflesso negli occhi di lei. L’arcobaleno.

“Non è bellissimo?”disse Sakura. Un sorriso sincero dipinto sulle labbra.

“La bellezza è gradita agli occhi, ma la dolcezza affascina l’animo. Voltair” rispose lui, guardandola intensamente nei profondi occhi verdi. Lei arrossì, come una bambina. Lui rise scompigliandole i capelli, e poi il suo cupo sguardo si perse tra i colori dell’arcobaleno. Allora la rosa non resistette. Si lanciò tra le sue braccia, urlando.

“Madonna mia quanto sei carino Saske!” Questa volta fu lui ad arrossire. Cercò invano di scrollarsi  la giovane di dosso, ma alla fine rinunciò e l’abbracciò.

“Ti va di andare a casa tua?”

“Eh? Ma sei impazzita?” chiese Sasuke, sorpreso. Da quando lei era così intraprendente?  E soprattutto da quando lui si sorprendeva? Un sorriso furbo si dipinse sul volto si Sakura.

“Io chiedevo, e poi mica dobbiamo a forza fare qualcosa di strano. Solo per stare un po’ insieme,e poi mi devo asciugare no?” disse Sakura indicando i vestiti fradici, e specie la maglietta ormai quasi trasparente.

“Se tu verrai a casa mia, io non mi accontenterò dei baci. Lo sai vero?” Si fissavano. Seri. Nero su verde. Verde su nero. Sicuri e spaventati al contempo.

“Lo so.” Sussurrò lei.

“allora andiamo.” Non furono necessarie altre parole. Si presero per mano, decisi a compiere quel gesto che significava tanto per entrambi, ma… C’è sempre un ma…il problema è che raramente si sa che cos’è.

 

Hinata camminava veloce per le vie della città. Autentico ramen. Che cavolo voleva dire? Lei a mala pena sapeva cos’era il ramen. Avrebbe potuto chiedere aiuto, ma non voleva. Era una cosa fra lei e lui. Voleva scoprirlo da sola. Perché…non c’era un perché. Non c’era un quando, ne un dove. C’era lei. E ora c’era anche lui. Un gesto folle? Quando mai l’amore è razionale?

 

Naruto dall’alto di un muretto rideva. Non sapeva se lei c’è l’avrebbe fatta da arrivare fin li, ci sperava. Alzò lo sguardo verso uno squarcio fra le nubi. Forse, finalmente con lei avrebbe trovato un po’ di pace,nel suo cuore in tempesta. Non sapeva cosa l’attraeva in quella ragazza, ne se era amore. Ma forse col tempo…

 

Temari piangeva. Il cuscino stretto al petto, il telefono staccato. Che avrebbe pensato di lei Shiakamaru? Era già andato a farsi coccolare da Ino? Aveva fatto la figura della mocciosa, della poppante. Per lui si era messa in gioco, aveva rischiato il tutto per tutto, e con quale risultato?

 

Chi non osa nulla non speri in nulla.

 

Glielo diceva sempre sua madre. Quando, da bambina, si sentiva in difficoltà ripeteva quella frase tre volte. Sussurrandola appena. Si asciugò le lacrime,e lanciò lontano il cuscino. Nessuno poteva farla stare in quelle condizioni. Lei non si sarebbe arresa. Non sia arrendeva da quando era nata. Chiuse gli occhi e respirò a fondo. Sarebbe andata a cercare Shika. Tutti sbagliano nella vita, e tutti fanno figuracce. Non doveva permettersi di giudicarla. Se lo faceva, non era l’uomo per lei. Perché lei era Temari No Sabuku. E non si arrendeva mai.

 

Lee si sedette sul marciapiede. La testa dolorante fra le mani. Dio, io qui ti faccio una promessa, non porterò mai più in discoteca Naruto. Lo giuro. Un  fulmine squarciò il cielo da poco rasserenato. Sul povero ragazzo iniziò  a piovere. Ma quella che cadeva non era acqua normale. Era grandine. Dio, ma tutte a me?

 

Il maggiore degli Uchiha si sedette fuori dalla porta dell’appartamento del fratello. Non era in casa. Poteva solo sperare che sarebbe tornato presto. Chissà come avrebbe reagito…lo scoprirai Itachi, lo scoprirai presto…

 

Gaara, le mani in tasca e lo sguardo cupo, si fermò davanti a una vetrina. Doveva chiedere scusa a sua sorella, e forse un regalo l’avrebbe addolcita un po’. In fondo aveva reagito così perché le voleva bene, e lui su quel ragazzo di nome Shikamaru aveva sentito tante cose, troppe cose. E tutte brutte.

 

Finito!! Scusate l’immenso ritardo con cui aggiorno, sono davvero imperdonabile. Faccio le mie scuse soprattutto a Saku_piccina93 a cui questo capitolo è dedicato….se qualcuno che la conosce la sentisse, mi farebbe un enorme favore se le facesse le mie scuse.  Ho avuto una serie di imprevisti peggio dei protagonisti di Candy shop…prima la scuola, poi il rischi debiti e infine l’incidente…aggiungeteci poche idee e le vacanze e sommate il tutto. Cosa viene fuori? Un inferno…Comunque ringrazio tutte le persone che hanno commentato, e mi scuso se non rispondo alle recinsioni, ma con l’immenso ritardo con cui aggiorno è un miracolo se qualcuno commenterà…e avete tutte le ragioni!! Continuo a scusarmi in tutte le lingue del mondo, e vi prometto che da oggi in poi aggiornerà molto prima, promesso…comunque a quanto pare Kiba e Shino hanno trovato un modo per tornare a casa, povero Choji…Ino e Tem stanno in assetto di guerra, e Shika ha un oscuro passato di cui Gaara è al corrente. Ma il bel rosso non sa che presto si troverà due furie dietro, vedi Hanbi e matsuri. Hinata è alle prese con la caccia al tesoro che la porterà dal suo futuro fidanzato Naruto, unico piccolo problema è che lui non sa di essere ufficialmente il suo ragazzo…Neji e Tenten sono a punto morto, senza contare che il povero Hyuuga rischia davvero di essere trucidato da Hyashi per via della macchinetta. Le cose sembrano andare molto bene a Sakura e Sasuke che si dicono pronti per il grande passo, unico insignificante problema è Itachi che attende tranquillamente i due sull’uscio di casa del fratellino….e Rock lEe è super stra sfigato… Commentate spero di non aver perso tutte le lettrici….Un bacio immenso e un grazie a tutti quelli che commentavano Sonny….

  
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