“Che tortura hai in mente ora per me?”
Chiesi sconfitta, avvicinandomi a lui.
“Non la chiamerei tortura. Io mi diverto tanto!”
Disse sussurrandomi nell’orecchio. Un brivido mi percosse e le sue labbra si appoggiarono sul mio collo, diventando pian piano una sanguisuga. La mia testa volò indietro seguita dai miei capelli. Le sue mani erano poggiate sui miei fianchi, qualche istante dopo si spostarono sul mio intimo in pizzo nero, i suoi pollici si collocarono tra la mia pelle e il tessuto dell’intimo, poi fece scivolare il tessuto che arrivò all’incirca sopra le caviglie. Staccò momentaneamente le sue labbra dal mio collo, che avevano ormai creato un livido rosso che con il passare di poco tempo sarebbe diventato violaceo. Ad un tratto sentì le sue fredde mani avvicinarsi sempre di più alla mia intimità… ci era arrivato. Senza dire niente il suo indice perforò la mia intimità, gemetti fortemente, a quel gesto le sue labbra si posarono sulla mia bocca, per coprire i gemiti successivi. Andò avanti per qualche minuto, ne erano entrate due. Inarcai la schiena, ero quasi arrivata al limite della mia sopportazione.
“Ti prego, smettila!”
Qualche istante dopo le mie parole, si fermò, sfilò le sue dita dalla mia intimità, si sciacquò le mani e prima di raggiungere i cinque aggiunse freddamente.
“Vedi di muoverti”
Annuì.
Appena chiuse la porta, mi feci scivolare a terra, qualche lacrima cominciò a scendere, non ce la facevo più, avevo davvero bisogno di qualcuno. Avevo troppi segreti da far uscire, il mio cuore non ce la faceva più, aveva bisogno che tutto quel dolore venisse cancellato con l’amore di qualcuno. Avevo bisogno di trovare il mio ‘Superman’. Pensai per un po’ a cosa potevo fare… Di certo il masochismo era escluso, ricevo già male dagli altri, e farmi del male dal sola non serviva a nulla, avrei solo peggiorato il tutto. Pensai ancora un po’,ma nessuno idea girava per la mia mente… Un po’ per il tempo, un po’ perché avevo solo voglia di piangere, ma non potevo anche quello mi era stato proibito. Mi rivestì, mi asciugai quelle poche lacrime ed uscì dallo studio, dove probabilmente lavorava Dan. Mi diressi in cucina dove ritrovai nuovamente gli altri. Mi guardarono, ma subito dopo ripresero a giocare, tranne il Biondo che ancora una volta si soffermò a guardarmi.
“Niall! Tocca a te!”
Rise Dan.
Niall distolse lo sguardo da me e riprese con il gioco.
[…]
-La mattina seguente-
Mi svegliai, accanto non trovai nessuno, corsi in bagno, mi lavai e mi vestì, poi scesi giù in cucina dove trovai tutti.
“Buongiorno.”
Annunciai cordialmente.
Ricambiarono.
“Ally, oggi porto i ragazzi a vedere il paese, vieni anche tu?”
Chiese.
“Ok.”
Risposi.
Tanto se avessi detto di no mi avrebbe obbligata con la forza, quindi ,meglio evitare.
[…]
“E questa è la chiesa.”
Indicò Dan ai cinque.
I suoi comportamenti con loro erano così diversi, sembrava davvero un uomo dolce e simpatico, quasi ammirevole, peccato che non era così. Sembrava davvero un gran gentiluomo, sapeva mentire molto bene. I nuovi arrivati osservavano curiosi, sembravano interessati.
“Scusa, cos’è quella?”
Mi chiese una voce al quanto sconosciuta. Mi girai e mi ritrovai il biondo: Niall. Guardai per un attimo i suoi occhi color ghiaccio, erano davvero lucenti vispi e belli. Poi risposi.
Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per pubblicare il nuovo capitolo, ma tra i compiti per la scuola e i vari impegni, non ho quasi mai tanto tempo per continuare a scrivere.. Spero che vi piaccia :)
Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per pubblicare il nuovo capitolo, ma tra i compiti per la scuola e i vari impegni, non ho quasi mai tanto tempo per continuare a scrivere.. Spero che vi piaccia :)