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Autore: justanotherbrickinthewall    23/04/2014    2 recensioni
Appena finì di leggere il computer diventò nero e una scritta apparve all'improvviso
"forse ero matta, o forse no, ma quello di cui sono sicura è che lo diventerai anche te".
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cause you're so dark, babe
But I want you hard
You're so dark, babe
You're so dark
You're so dark
You're so dark


La sveglia suonò, facendole intendere che il suo primo giorno di scuola sarebbe iniziato a breve.
Si era trasferita a New Orleans da poco, precisamente nella metà di Luglio, per il lavoro dei suoi. 
L'unica vera amica che era riuscita a trovare era Lycia e, il fatto che frequentasse una scuola che si trovava dalla parte opposta della città, non la confortava molto.
Con malavoglia si alzò dal letto e scese in cucina, i suoi non c'erano, erano in viaggio per lavoro, succedeva molto spesso in questi ultimi giorni.  Prese la macchinetta del caffè e la aprì, poi aprì la dispensa, ma notò con suo dispiacere che la miscela del caffè era finita, l'unica soluzione che le venne in mente fu quella di suonare al suo vicino, Christian. 
Prese la prima giacca che si trovò sotto mano, si legò i capelli per sembrare un pochino più presentabile e uscì. 
Arrivata davanti casa sua suonò. 
Dopo meno di mezzo secondo si trovò un Christian già vestito, lavato e pronto per uscire davanti a lei. 
"Ehi, guarda chi si vede, ciao Marie" 
"Ehi Christian, mi dispiace disturbarti ma.. non è che avresti un po' di caffè? a casa mia è finito" 
"Oh certo, entra".
La casa di Christian era grande all'incirca quanto la sua, l'entrata si affacciava sul salotto, nel quale si trovavano due divani posti uno davanti all'altro con un tavolino al centro, una grande libreria bianca- in legno probabilmente- nella quale erano riposti tutti i generi di libri e due finestre molto grandi che si affacciavano sul giardino, notò con stupore che il soffitto di tutta la casa era fatto in legno, anzi, si poteva dire che quello fosse l'elemento predominante in quella casa. 
La cucina e il salotto erano divise solo da un muro con una sorta di "grande buco" al centro.
"Ti piace?" chiese il ragazzo cercando di essere gentile 
"Molto" rispose estasiata lei
"Ecco questo è il caffè" 
"Grazie, sei molto gentile, sai dirmi che ore sono?" 
"Le sette e quarantacinque" 
"Oddio, sono in ritardo, grazie Chriss" disse la ragazza correndo verso l'uscita
"Aspetta Marie, dove vai a scuola?" 
"Benjamin Franklin high school" 
"Bene, andiamo nella stessa scuola, potrei portarti in moto" 
"Grazie, sei un tesoro!- disse lei abbracciandolo- vado un attimo a casa a cambiarmi e arrivo".

Si precipitò in fretta fuori dalla porta e salì in casa, arrivata in camera aprì l'armadio e prese le prime cose che trovò cioè un paio di jeans e una semplicissima maglietta nera e uscì di casa.

Christian l'aspettava davanti alla porta sopra ad una moto rossa, sorridente, con due caschi in mano. 
"Pensavo che ci mettessi di più" confessò il ragazzo notando la velocità con cui Marie si era preparata
"Ho cercato di fare il più veloce possibile- confessò lei- sono anche caduta correndo per le scale" questa ultima frase fece scoppiare il biondo in una forte risata, che presto contagiò anche lei
"Sali, siamo in ritardo".
Durante tutto il viaggio Marie aveva cercato di controllarsi, ma, quando una macchina inchiodò proprio accanto a loro perchè Christian non aveva rispettato uno stop, non potè fare a meno di lasciare un acuto urlo
"Ma sei pazzo? poteva ucciderci!"
"Mi sembra che tu sia ancora viva, quindi non lamentarti" 
"Se lo rifai giuro che scendo" disse la ragazza scioccata.

Fortunatamente il ragazzo continuò il suo percorso rispettando- almeno in parte- il codice stradale ed evitando di farsi uccidere, quando arrivarono davanti scuola Marie rimase stupita dalla sua bellezza, era molto più grande di quanto immaginasse e davanti aveva un'amipio giardino, aveva sempre sentito parlare delle scuole Americane, ma non pensava che fossero così grandi. 
"Ti piace?"
"E' gigantesca!" rispose la ragazza euforica
"Voi inglesine non siete abituate aha- disse alludendo alle origini di Marie- vai a prendere l'orario adesso, ti accompagno se vuoi" 
"Credo che mi perderei se non lo facessi, poi mi avresti sulla coscenza" 
"Immagino già i giornali : ragazza si perde il primo giorno di scuola, tutto per colpa del suo amico egoista che non l'ha voluta accompagnare a prendere l'orario" disse simulando la voce di un giornalista, facendo scoppiare a ridere la ragazza
"Andiamo piccola denti gialli" la chiamava così da quando si erano conosciuti, secondo lui gli Inglesi erano tutti colpiti da una strana malattia ai denti che li rendeva gialli, forse per l'assunzione di troppa teina
"Io non ho i denti gialli!" disse fingendosi arrabbiata
"Ma tutto il resto dell' Inghilterra si".
Mentre camminavano andarono a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. 
"Che piacere rivederti Smith" 
"Styles" rispose il ragazzo con tono improvvisamente glaciale
"Hai un'amica" disse il ragazzo alludendo a Marie, che aveva tenuto la testa bassa fino a quel momento. 
Quando alzò gli occhi rimase pietrificata dalla bellezza del ragazzo, i riccioli ricadevano perfettamente sul viso, i lineamenti erano perfetti e i suoi occhi erano talmente verdi e magnetici che sarebbe potuta rimanere a fissarli per ore. 
"Si" la voce di Chris la fece risvegliare da quella sua momentanea ipnosi 
"Ed è anche carina" disse il riccio passando una mano sulla guancia della ragazza, che arrosì immediatamente
"Non devi toccarla!- disse Christian dando una spinta al riccio, che finì contro uno degli armadietti- non provare a farlo ancora!" 
"Ammetto che una botticina gliela darei" questa frase fece andare Marie su tutte le furie 
"Se vuoi te la do io una botticina, ma te la do in faccia con una pentola,  brutto idiota!"  disse la ragazza presa da un'improvvisa carica di coraggio, dovuta forse al fatto che sapeva che se avesse provato a toccarla, Christian l'avrebbe difesa 
"Cosa hai detto scusa?" disse il riccio (di cui ancora ignorava il nome) 
"Hai capito bene" 
"Harry, non so se hai capito che non si farebbe problemi a darti un ceffone, puoi spostarti adesso?" 
"Non finirà qui" sibilò Harry tra i denti prima di lasciarli passare.
Arrivati alla segreteria i due ragazzi chiesero l'orario, Marie alla prima ora aveva Filosofia, mentre Christian Matematica. 
"Ci dobbiamo separare adesso, la strada per arrivare all'aula di filosofia è facile: sali le scale fino al primo piano, poi vai a dritto, giri alla prima a sinistra e la terza porta è quella che t'interessa- disse- non so più che dirti, stai attenta a Styles e ai suoi amici, quando sono in tanti è difficile difendersi a parole, mi raccomando, non cacciarti nei guai" 
"Si babbo" rispose ironica Marie.

La strada per trovare l'aula fu più complicata del previsto e la povera ragazza dovette vagare per i corridoi di quell'immensa scuola per circa quindici minuti prima di trovare la classe. 
"Buongiorno, scusi il ritardo" disse Marie precipitandosi all'interno della classe e sentendo gli occhi di tutti puntati su di lei 
"Tu sei quella nuova?- chiese- bel modo di iniziare l'anno scolastico, c'è un posto vicino a Samantah, vai li" e indicò una ragazza alta, magra, con i capelli biondo cenere, gli occhi chiari e l'aria simpatica. 
"Non preoccuparti, quello lì è sempre incavolato- disse alludendo alla parte che il professore le aveva fatto prima- comunque piacere, Samatah Anderson" 
"Marie Thompson" 
"Ehi ma io ti ho visto stamani!- disse, forse un po' troppo a voce alta, visto che si girò la maggior parte della classe- eri con Christian Smith!" 
"Si, è il mio vicino di casa" 
"Oh beata te, è proprio bello" questa frase fece ridere Marie e la cosa non passò inosservata al professore 
"Thompson! è arrivata in ritardo e ora ride con Samantah?" 
"Scusi mr. Johnson, ma se le sue lezioni sono estremamente noiose non è colpa nostra" disse sfacciata Samantah 
"Oh signorina Anderson, se è così annoiata può anche andare fuori" 
"Non aspettavo altro, la ringrazio" 
"Ah e signorina Thompson, vada a farle compagnia anche lei, altrimenti le mancherà la sua compagna di chiacchere". 
Marie si alzò senza dire una parola, pensando a i peggiori insulti che avrebbe potuto dire a Smantah una volta uscite fuori, ma, fortunatamente, la campanella suonò. 
Le lezioni successive passarono molto velocemente e, per loro fortuna, Samantah e Marie avevano lo stesso orario. 
Mentre stavano andando a pranzo vide la figura di Styles passarle accanto. 
La fissava con quei suoi occhi verdi.
Era sicura che il suo viso le fosse familiare.
L'aveva già viso, ma dove?. 



BONJOURRRR MY LOVESS 
ALLORA, QUESTO E' IL NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA. 
BTW, AVETE VISTO UN ACCENNO DI HARRY, NEI PROSSIMI INIZIERA A COMPARIRE SEMPRE DI PIU', DON'T WORRY.
RECENSITEEEEEE 

LOVE U ALL 
M.

ORA HO DECISO DI LASCIARVI UN PICCOLO ACCENNO DEL PROSSIMO CAPITOLO 
Marie e Samantah erano a mangiare insieme a Christian e i suoi amici, l'ultima non smise di fissare Christian per un secondo 
"Perchè Styles ti sta fissando?" disse all'improvviso
"Io un'idea ce l'avrei- rispose Christian- Marie, ascoltami, non devi parlarci o avvicinarti a lui per nessun motivo, intesi?"
"Si, stai tranquillo" 


"Io mi chiedevo... non è che ti andrebbe di andare a prendere qualcosa ogni tanto?.." stava balbettando, che strana cosa, le era sembrato un ragazzo abbastanza sicuro 
"Oh certo, mi farebbe piacere" 


"Guarda chi si rivede, ciao Thompson" 
"Come fai a sapere come mi chiamo?" 
"Oh, tu mi sottovaluti bella, non sei più sfacciata come prima senza il tuo ragazzo?" 
"Non è il mio ragazzo" rispose senza pensare
"Oh, allora il mio lavoro sarà più facile" disse e, subito dopo, la spinse al muro tenendole i polsi bloccati tanto da farle male [..] 
"Mi stai facendo male, lasciami ti prego" disse cercando di dimenarsi [...], vedeva il viso di lui sempre più vicino, poi sentì un colpo sordo. 

VI HO INCURIOSITO? ALLORA RECENSITE, PERCHE' A MENO CHE NON CAMBI IDEA, CONTINUO SOLO A 2 RECENSIONI. 

LOVE YA
  
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