Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: margy    18/07/2008    3 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la terza ff che pubblico! ;) All'inizio, nei 2 primi capitoli, i Th non appaiono ma è una specie di presentazione della protagonista e di ciò che le succede prima di incontrare il gruppo...sarà un semplice incontro casuale? Un segno del destino?? O semplicemente lei, in quel momento, aveva bisogno di qualcuno che le stesse accanto e che le insegnasse davvero cosa vuol dire essere amata??? Beh, dai, per saperne di più leggete, così poi potete commentarmi ciò che ne pensate! ;) Ciao, margy.
Genere: Generale, Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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niente è come sembra



Le giornate al lavoro stavano diventando sempre più dure.
In quel bar si sentiva imprigionata.
I suoi genitori glielo avevano detto: "Se non farai l'università, finirai col fare un lavoro che non ti soddisferà mai!".
Odiava ammettere che avevano ragione, ma ormai era troppo tardi dato che con loro non aveva più rapporti.
Le ore passavano inesorabilmente lente, ma alla fine ogni giorno era obbligato a giungere al termine.
Ma quella sera non era come tutte le altre, c'era qualcosa di strano nell'aria.
Anna stessa si sentiva strana, quasi inquieta.
Giunta al portone di casa infilò le chiavi nella serratura e ciò che si presentò ai auoi occhi fu un'immagine che la sconvolse.

Andreas.

Il suo Andreas era ora tra le braccia di un'altra.

Le urla, le lacrime, le parole che si strozzano in gola, le assurde scuse di un uomo e il crollo di ogni certezza.
Per la seconda volta in una giornata si era resa conto che i suoi genitori avevano ragione.
Andreas era stato solo un errore.
Il più dolce e sublime, ma pur sempre un errore.
Non poteva credere che era successo davvero.
Fino a quel momento era andato tutto bene...i baci, le carezze, le parole e persino il sesso non aveva mai fato trasparire segnali di tradimento.
Ma ormai non si poteva tornare indietro.
Nella sua mente si accavallano pensieri e piano piano sente le gambe cederle, fino a che...
Il buio.


Faticosamente riaprì gli occhi e la prima persona che vide era la stessa che voleva dimenticare.
Ancora lui.
Con quel viso da angelo, ma che nascondeva non si sa quali o quanti segreti.
Si guardò intorno.
La p*ttanella se ne doveva essere già andata perchè i suoi occhi non la scorsero da nessuna parte.
Lentamente si alzò dal divano, lo stesso divano dove poco prima Andras aveva "rallegrato" quella ragazza.
Non disse una parola.
Andreas le parlava ma lei evitò di dare qualsiasi segnale di risposta.
Lo evitava.
Ormai le era indifferente.
Non voleva assolutamente far trasparire il suo dolore anche se, dentro di lei, si sentiva vuota e nella sua mente stava urlando più forte che poteva.
E lui era ancora lì che cercava qualsiasi modo per attirare la sua attenzione.
Arrivarono in camera, la loro camera.
Lei, sempre lentamente e con un'aria di disgusto sul volto, aprì l'armadio e cominciò, ad uno ad uno, a svuotarlo della roba di Andreas.
Il ragazzo provava ancora , senza riuscita, a comunicare con lei.
Nessuna reazione.
Fino al momento in cui lui, come ultima speranza, provò a darle un bacio.
Anna letteralmente esplose.
Le riversò addosso tutto ciò che le passava per la testa in quel momento, anche le cose peggiori, non si trattenne dal dire niente.
Il volto di Andreas si incupì.
Forse davvero lui la amava veramente, forse era vero che ciò che era successo poco prima per lui non centrava niente o, forse, semplicemente gli era stata buttata addosso tutta la verità.
Non una parola, ma bensì una singola lacrima, da parte del ragazzo.
Si alzò, girò le spalle e camminò via.
Anna non lo seguì con lo sguardo, ma capì che se n'era andato dal momento in cui sentì la porta di casa aprirsi e richiudersi a sua volta.
Si sdraiò sul pavimento.
Finalmente poteva pingere.
A dirotto.
Incessantemente.
Non poteva essere vero...era davvero tutto finito.
L'unica cosa importante che aveva era andata via.
E così, ancora distesa in terra, si lasciò andare al sonno, stremata da tutto ciò che era accaduto poco prima...




  
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