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Autore: Bumbix    24/04/2014    5 recensioni
E se....
.... alla fine del prigioniero di Azkaban Harry, Hemione e Sirius fossero stati baciati da dissennatori sulle sponde del lago nero? E se nonostante questo, Harry si fosse comunque salvato grazie al frammento di anima di Zio Voldy, racchiuso nella sua cicatrice? Con Hermione morta, nessun torneo tre maghi avrebbe mai avuto luogo, nessun Signore Oscuro sarebbe mai risorto grazie al sangue del solo col potere di sconfiggerlo e non avverrebbe quasi tutto quello che è stato scritto. Ma non per questo tutti vivranno felici e contenti. Un male peggiore della morte risorge dai tempi dimenticati. Un principe della valacchia, i discendenti di famose leggende ed un Harry come non l'avete mai visto... perchè senza la fastidiosa presenza del frammento, che limitava le sue capacità, finalmente potremo vedere il vero potere del bambino sopravvissuto...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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cap 2
The Darkest Night

Capitolo 3 – Di Racconti e Maghi Oscuri



Inghilterra 24 Luglio ore 11:00 – Londra


Il peggio è passato. È la mattina del secondo giorno dopo la rissa nel vicolo e finalmente riesci a muoverti senza sentire dolore ovunque... certo, il tuo viso è ancora gonfio e pesto al punto da sembrare un'opera d'arte moderna, ma ehi, c'è chi sta peggio! Non sai bene chi, ne dove, ma sei convinto che deve pur esistere qualcuno che sta peggio di te.

Cioè, facendo il conto hai finito i pochi soldi che avevi, ti hanno picchiato fino a farti supplicare, vivi in un buco di appartamente così piccolo che probabilmente i babbani lo definirebbero una violazione dei diritti umani, e peggio che peggio hai una personalità multipla dissociata. Perchè non può esserci altra spiegazione al tuo comportamento dell'altra sera. Un tale livello di idiozia e dolcezza non è assolutamente da te. In genere hai a malapena il coraggio di parlarci con una ragazza, figurati flirtare in quel modo. Con Hermione... reprimi una fitta di dolore ripensando alla tua amica... con lei, siete diventati amici in quell'età indefinita, in cui ancora non c'è
molta differenza tra ragazzi e ragazze. Tolta lei non avevi mai sostenuto una vera conversazione con qualcuno del sesso opposto, che non fosse un'insegnante o l'infermierà della scuola.

Può essere che anzichè rubarti l'anima il Dissennatore te ne abbia soffiata dentro un'altra? Quest'idea suono totalmente inverosimile, ma non ti viene in mente altro.

Guardando fuori dalla finestra, studi per qualche momento lo spicchio d'orizzonte visibile oltre i tetti delle case. Alla fine il professor Lupin non ti ha risposto. O almeno una sua risposta non ti è ancora pervenuta. Sospiri debolmente osservando il mucchio di lettere del professor Silente. Nessuna di queste è stata aperta, ma dalle tracce di cenere presenti in giro è facilmente intuibile la tattica del vecchio. Capendo che era inutile scriverti ha iniziato a mandarti strilettere. Almeno tre al giorno, e tutte, con toni molto dolci (i suoi soliti modi da nonno), ti invitano a tornare a casa dei tuoi zii, a presentarti ad Hogwarts, o anche solo a dar segni di vita per far sentire gli altri più al sicuro.

Il loro fottuto eroe non è morto, ma si è solo preso una vacanza!

Sbuffi sentendoti tanto una scimmia ammaestrata pronta a danzare nelle mani del vecchio, ciononostante hai deciso di non rispondere, nemmeno una volta. Tantopiù che senza Edvige ti è impossibile mandare lettere a chicchessia.

Dopo un paio di minuti di contemplazione, ti allontani dalla finestra, indossando i vestiti meno sformati e orribili che possiedi. Quest'oggi, se possibile, vuoi fare un giro per cercare qualche lavoretto che ti consenta di campare alla giornata, in modo da estendere il tuo "felice" periodo di libertà.

Sorridi mestamente indossando i calzini enormi di Zio Vernon, quando qualcosa interrompe i tuoi viaggi mentali. Un sordo bussare alla tua porta riecheggia nello spoglio appartamento. Indeciso sul da farsi ti guardi un attimo intorno. Può essere che qualcuno ti abbia rintracciato? In questi giorni hai evitato di uscire se non di notte, e l'hai fatto unicamente per sfamarti. Rintracciarti sarebbe dovuto essere impossibile. Per ogni evenienza indossi il tuo famoso mantello, scomparendo alla vista.

Un piccolo vantaggio in caso di una fuga rapida.

Avvicinandoti alla porta osservi i nuovi arrivati dallo spioncino. All'inizio vedi solo una ragazza. Una ragazza molto carina, con capelli neri, e occhi castani leggermente a mandorla. Non abbastanza da essere una straniera, ma quel tanto che basta a collocare uno dei suoi antenati nei paesi orientali. Non puoi vedere il suo corpo dato il limitato campo visivo e stai quasi per voltarti e tornare al tuo letto, quando un altro individuo, leggermente più in alto si porta vicino a lei. I due discutono per qualche momento, e poi si scambiano di posto. L'uomo bussa di nuovo, chinandosi poi per centrare il viso all'altezza dello spioincino.

"Harry, sei in casa? Sono io, il professor Lupin."

Per un attimo sei troppo stupito per rispondere. Fissi il volto segnato prematuramente dall'età a causa della maledizione dell'uomo, ed è solo quando questo bussa nuovamente che riesci a riprenderti.

"Si.. Sto aprendo."

Allungando una mano da sotto il mantello cerchi a tentoni la maniglia, schiudendo piano la porta. Ti affacci sul pianerottolo incontrando il viso sorridente del professore e quello perplesso della ragazza che è li con lui. Entrambi portano con se delle valigie. Quella del professore la riconosci facilmente, è la stessa che aveva l'anno prima sull'espresso per Hogwarts, quella della ragazza ti è ovviamente sconosciuta... come la ragazza stessa del resto.

"Harry, vorrei dirti che è un piacere rivederti, ma hai ancora addosso il mantello.... possiamo entrare? Sia io che Célie siamo reduci da un lungo viaggio.”

“Ehm... ah si, prego entrate....”

Ancora intontito ti fai da parte, sfilando il mantello della testa. I due entrano, guardandosi intorno, e non appena torni visibile si concentrano su di te. Immediatamente il sorriso del professore si tramuta in un'espressione preoccupata.

“Harry, che diavolo ti è successo alla faccia?”

È il professore a chiedertelo. Il suo tuo tono è serio, e sembra esigere una risposta. Tu, leggermente in imbarazzo, sposti il peso del corpo da un piede all'altro grattandoti il capo.

“Nulla professore, sono solo inciampato, vedrà che in un paio di giorni passerà tutto.”

Hai il cervello in pappa? Sei inciampato? Sul serio? Non potevi inventare una scusa migliore, magari qualcosa di eroico o più semplicemente la verità? Lo capisci dallo sguardo che ti rivolge che non se l'è bevuta. Eppure non dice nulla. Continua solo a fissarti. Ha uno strano modo il tuo professore per rimproverarti, lui non urla ne alza la voce, si limita a guardarti negli occhi, rimanendo in silenzio. Le braccia incrociate al petto ed il cipiglio deciso di chi si aspetta che tu faccia la cosa giusta.

Non ha intenzione di parlare con un bambino che si comporta come tale, quindi ti tratta in modo maturo, ma pretende maturità.

“Ecco, a dire il vero....”

Ci riesce sempre, non puoi non confessare quando sai che lui è l'unico a trattarti con il rispetto che meriti.

“.... c'è stata una rissa con dei babbani. Stavano importunando un vecchio, ed ho pensato di mettermi in mezzo. Così magari sarei pure riuscito a tornare in quella strano stato di cui le avevo scritto. Si ricorda?”

La fronte del professore si rilassa leggermente e sulle sue labbra torna a formarsi un piccolo sorriso.

“Si mi ricordo Harry, ed è proprio per quello che mi hai scritto che ho anticipato il mio ritorno in patria. Ma ora voglio sentire come finisce la tua storia. Visto come sei ridotto mi sembra di capire che questa volta tu sia finito nei guai. Non sei riuscito a trasformarti vero?”

“Come... no, all'inizio non ci sono riuscito. Mi hanno picchiato per bene e stavano per rubarmi tutto se non fosse stato per una ragazza....”

La conversazione continua, e con lo sguardo osservi l'accompagnatrice del professore. Ora che riesci a vedere qualcosa, oltre al suo viso, puoi dire senza remore che è una bellezza come poche. Lo sguardo leggermente esotico, la vita stretta, il seno abbondante, il tutto abbinato con vestiti semplici, che sembrano voler dire che lei non è il tipo da dar peso a queste cose. Arrossisce leggermente quando la guardi, e ti sorride di rimando facendoti l'occhiolino. Subito ritorni sul professore il cui sorriso si è accentuato dopo questo piccolo scambio.

“Una ragazza Harry...?”

“Ehm... si... Lei... bhe ecco lei li ha picchiati tutti, e poi a cercato di aiutarmi ad alzarmi. In quel momento mi sono trasformato, ma è stato diverso dalla prima volta. Ero tutto strano, sempre potente, ma anche... bhe, strano.”

Il professore aggrotta le sopracciglia quando gli spieghi nel dettaglio come una ragazza abbia potuto stendere tre criminali, e poi si ridacchia leggermente prendendo posto sul tuo letto pulcioso. La ragazza al suo fianco guarda in maniera critica il letto, prima di fare altrettanto. Tu resti in piedi fissandoli entrambi.

“Ma davvero professore, sono sicuro che le mie ferite passeranno in un baleno, non c'è bisogno che mi porti da Madama Chips, o da qualche altro guaritore. Vedrà che starò bene anche da solo.”

“Non sono qui per portarti da un guaritore Harry, anche se probabilmente sarebbe meglio che almeno ti mettessi qualche crema su quella faccia. Ecco, prendi questa. La uso sempre nei miei periodi no, ed ha grandi effetti su ferite di questo tipo....”

Dalla valigia estrae un vasetto e te lo passo. Tu lo sviti osservando la densa crema gialla al suo interno.

“Grazie professore. Mi dispiace averla disturbata fino a questo punto, se è venuto qui per riportarmi a casa dei miei zii o da Silente, devo declinare. Non me la sento ancora, e anche se ormai ha scoperto che vivo in una topaia, è sempre meglio delle alternative che mi hanno proposto.”

Lui scuote il capo sorridendo sornione.

“Harry non sono qui neanche per riportarti indietro, anche se probabilmente questa sarebbe la cosa giusta da fare. Sono qui per darti delle spiegazioni riguardo quello che sta succedendo al tuo corpo. Appena mi hai scritto ho capito subito il problema e sono venuto qui per aiutarti a risolverlo, o quantomeno a controllarlo. Prima però lascia che ti presenti la madamigella che è in mia compagnia. Harry lei è Célie Mine, Célie lui è Harry Potter. Spero andrete d'accordo.”

Con lo sguardo torni sulla ragazza e la trovi a fissarti intensamente. Nei suoi occhi leggi una strana luce mentre si fa avanti per stringerti la mano. Tu assecondi la stretta, borbottando qualche parola sottovoce. Come dicevo non sai proprio farci con le ragazze. Immediatamente torni a rivolgere la tua attenzione al professore, cercando di nascondere il rossore sulle tue gote.

“Lei Harry, è una mia lontana parente, potremmo definirla una mia nipote. Il nostro incontro è stato curioso, ma ti basti sapere che sono riuscito ad avere la cattedra a Beauxbatons e che durante la visita della scuola sono venuto a conoscenza della sua situazione. Come te lei ha subito un grave lutto in Giugno, e non ha nessuno che possa prendersi cura di lei. A scuola non è riuscita a costruire nessun solido rapporto come quelli che hai avuto tu, e rischiava di venir trasferita in un orfanotrofio babbano. Per fortuna nel suo albero genealogico non c'è un solo ramo della sua famiglia. Tornando indietro negli anni si è scoperto che i Lupin hanno origini francesi, e per la precisione il mio bisnonno ed il trisavolo di questa signorina erano fratelli. Questo mi ha dato la possibilità di adottarla, e renderla legalmente mia figlia.”

Conclusa la spiegazione la ragazza da un buffetto sulla spalla del professore, parlando per la prima volta. Nonostante le sue origini, il suo accento non è molto marcato.

“Lo Ziò è stata una bénédiction du ciel.... una benedizione del cielo. Non pensavo che nella mia familia ci fossero persone così buone. E lui parla sempre di te Henry, dice che sei uno dei maghi più talentuosi della tua école ! Spero che riusciremo a diventare amici quando anche io frequenterò Hogwarts”

Ti sorride, un sorriso aperto e sincero. Tu metabolizzi le informazioni. Le tante, tante informazioni.

“Ehm... si, qui-quindi verrai ad Hogwarts? Pensavo che il professore avesse accettato un posto in Francia, come mai non frequenti li?”

Lei storce il viso alla tua domanda, aspettando qualche secondo per rispondere.

“Io... voglio vivere loin de la douleur.... lontana dal dolore. Troppi ricordi e troppo dolore in Francia. Senza di lei, io......”

La sua voce si incrina, e lo sguardo si abbassa. Capisci di essere entrato in un territorio pericoloso, e guardi agitato Remus. Lui stringe la spalla della ragazza come a darle forza, e poi torna su di te.

“Non dovrebbe esserti nuovo il concetto di cambiare aria Harry. Anche lei ha bisogno dei suoi spazi e di un posto sicuro dove riprendersi dal suo trauma. Ho acconsentito a che si trasferisse a patto che frequentasse Hogwarts, e tra le altre cose vorrei chiederti di badare a lei durante il periodo che passerà li. So che anche tu stai affrontando un brutto momento, ma penso che la cosa gioverà ad entrambi.”

Tu annuisci alle parole del professore, rimuginando sulla situazione. Di certo sarà un colpo per Ron vedere che conosci una così bella ragazza. Sperando non consideri la cosa come un insulto alla memoria di Hermione. Il pensiero di attraversa la mente in maniera fugace. Hemione è morta da così poco e tu già cerchi un rimpiazzo per lei nel tuo piccolo gruppo. La cosa ti fa sentire mortalmente schifoso, ma sei certo che lei non vorrebbe che tu ti isolassi. Sei certo che vorrebbe che continuassi a vivere la tua vita pienamente. E poi non è detto che Célie sarà una presenza fissa come lo era Hermione, probabilmente dovrai esserle di supporto fino a che non troverà qualche amico, il resto verrà naturalmente.

Dopo questa riflessione noti il professore farti segno di sedere e prendi posto su una piccola sedia posta nell'angolo della stanza. Davvero, quant'è piccolo il buco in cui vivi? Con le ginocchia urti il letto su cui sono seduti i tuoi ospiti! Comunque incuriosito torni a rivolgere la tua attenzione all'uomo, che ora ha tolto una vecchia foto da un taccuino recuperato nella giacca. Con esitazione te la passa.

Nella foto sono rappresentati quattro ragazzi, per essere precisi la foto rappresenta i quattro malandrini nel loro terzo anno ad Hogwarts. Riconosci tuo padre sulla sinistra, con la sua divisa da cercatore, seguito da Sirius e dal professore presi a braccetto, e davanti a tutti Minus che mangia un pezzo di formaggio. Stupido ratto obeso.

Osservi per qualche istante la foto sorridendo, per poi restituirla al licantropo che la guarda con nostalgia.

“Già sai Harry, che la nostra storia, la storia dei malandrini, è nata durante i nostri anni a scuola. Ci siamo conosciuti il primo giorno sul treno, esattamente com'è successo a te, Ron ed Hermione, e da quel momento siamo stati inseparabili. All'inizio la nostra era un'amicizia come molte; ridevamo, facevamo scherzi e ci godevamo la nostra giovinezza, al terzo anno tuttavia le cose cambiarono. Per un certo periodo mi allontanai dagli altri perché loro avevano scoperto il mio segreto. Non fui capace di affrontarli, di accettare che loro mi volessero bene ugualmente nonostante la mia maledizione. Fu un brutto periodo Harry, non voglio mentirti. A quel tempo mi sentii solo ed emarginato, ero arrivato al punto da voler mollare tutto e farla finita....”

La sua voce è roca, come se gli costasse fatica rivangare quel periodo da lungo tempo dimenticato. Eppure sorride con un sorriso triste. Il solito sorriso a cui hai imparato a voler bene.

“... fu in quel momento davvero brutto che noi, i malandrini, facemmo un patto. Perché tutti fossimo sullo stesso piano, ognuno avrebbe raccontato il suo più profondo segreto agli altre tre. Era un sacrificio che gli altri vollero fare per rendermi di nuovo uno di loro. Pensarono che in questo modo non avrei più avuto timore di ferirli. Fui egoista e infantile in quanto accettai la loro idea. Mi piaceva il pensiero di poter fare qualcosa per vendicarmi se loro mi avessero tradito. Non avevo in mente il bene che loro stavano facendo, ma solo quello che sarebbe tornato utile a me. A posteriori mi resi conto dell'ignoranza dietro questo mio modo di vedere le cose, ma fu troppo tardi per disfare ciò che era stato fatto... ad ogni modo, ogni malandrino racconto il suo segreto. Erano segreti importanti, tramandati nelle loro famiglie da sempre. Segreti che non sarebbero dovuti mai essere raccontati. Fu in queste circostanze che venni a sapere dell' Hysteria Savant Syndrome....”

…....................................................


Inghilterra 24 Luglio ora 19:00 – Hogwarts

Seduto sul venerando scranno, che prima di lui ha ospitato decine di illustri personaggi, riposa l'anziano e debole Albus Silente. Il suo sguardo è perso nel vuoto mentre con una mano accarezza il capo della piccola Fanny appena rinata.

“E così lei è qui per il posto di difesa contro le arti oscure? Mi lasci dire che la materia per la quale si propone ha una fama molto particolare. Sono quasi due decadi che non riusciamo a trattenere un professore per più di un anno. Ne è consapevole?”

Di fronte a lui, siede in maniera composta un giovane uomo. I capelli lunghi sono acconciati in una coda che scende gentilmente lungo la schiena, lo sguardo è fisso in avanti mentre con un sorriso poggia una pila di carte sulla scrivania posta di fronte a lui.

“Preside, la fama della cattedra che ho intenzione di occupare è ben conosciuta in tutto il mondo. Si racconta che lo stesso uomo che ha lanciato la maledizione che la insedia è stato suo succube anni fa. Sono ben consapevole dei rischi che corro, ed è per questo che mi sono proposto per il lavoro. Sono uno spezza-incantesimi e voglio rompere una maledizione che nemmeno il Supremo Pezzo Grosso è riuscito a sconfiggere. Mi lasci tentare, posso attingere ad un bagaglio di esperienze che nessun altro docente possiede e raccontare cose ai suoi allievi che non saprebbero mai.”

Lo sguardo del preside si acciglia mentre porta la sua attenzione sul ragazzo. Ha da poco superato i trent'anni, ha vissuto per maggior parte della sua vita in Australia, e solo di recente ha deciso di trasferirsi nell'uggiosa Inghilterra per concorrere ad una cattedra che nessuno vuole. Come se tutto questo non fosse abbastanza sospetto, le ricerche dell'ex-Auror Alastor Malocchio Moody hanno portato ad un nulla di fatto. A parte le credenziali presenti nel curriculum nessuno ha mai sentito parlare di lui, nessuno ha idea di chi sia realmente, ne può immaginare il suo obbiettivo. Un sorriso scaltro incurva le labbra dell'uomo ormai prossimo alla fine dei suoi giorni.

“Già qualcun altro, prima di lei, mi ha tentato con simili parole. All'epoca rifiutai il suo invito, lo scaccia dalla scuola e mi preparai ad affrontare una guerra contro di lui. Ovviamente sto parlando di Voldemort.”

Le mani dell'anziano sfogliano lentamente le varie carte fornite dall'aspirante professore, che al pronunciare il nome del mago più pericoloso dell'ultimo secolo non ha battuto ciglio.

Sospetto.

“Non le mentirò, quest'anno avevo chiesto ad un mio vecchio amico di ricoprire la cattedra temporaneamente prima di tornare in pensione, e sembrava quasi l'avessi convinto, ma la sua domanda arriva a turbare questi eventi. Le andrebbe bene tornare il prossimo anno e proporsi allora? Le assicuro che il posto sarà vacante e pronto ad accoglierla.”

Le mani tornano ad incrociarsi sui braccioli della sedia, mentre lo spezza-incantesimi reprime una qualche emozione sul suo viso.

“Non c'è modo per me di ottenere la cattedra quest'anno? Nutro davvero molto interesse per la maledizione, e porre un freno alla mia curiosità proprio ad un passo dalla meta non è nel mio stile. Tanto più se anche questi sono eventi dettati dalla maledizione stessa. Ha appena detto che il suo amico si fermerà solo un anno giusto? Quali sono stati i percorsi logici che avete seguito prima di arrivare a pensare ad un tale periodo di tempo? L'ha proposto lei? È stato il suo amico? In queste decisioni potrebbe già esserci l'impronta dell'incantesimo che non è riuscito ancora spezzare. Questa è una situazione fin troppo ghiotta per uno come me.”

L'anziano mago, incurvato dagli anni, appare visibilmente sorpreso dalla linea di pensiero della sua controparte. Lui stesso, nonostante la sua centenaria esperienza, non aveva ancora colto quell'aspetto della maledizione. Che potesse avere un effetto passivo remissivo, capace di indurre addirittura pensieri e parole nella sua mente? Sorridendo con più spirito, Silente prende una caramella al limone, la scarta e ne gusta il sapore porgendo poi il sacchetto all'altro, che con garbo rifiuta.

“Le sue parole mi hanno colpito, e le prometto che terrò a mente la sua richiesta, sebbene mi sia chiaro che c'è molto altro che le interessa oltre la maledizione... Ora se non ha altro da aggiungere la prego di andare. C'è uno studente piuttosto problematico che richiede la mia costante assistenza.”

L'uomo sorride, e dopo un breve inchino si allontana, chiudendosi la porta alle spalle.

Da un angolo nascosto sopraggiunge una voce.

“Sicuro di volerlo assumere Silente? Quell'uomo è di certo un mago oscuro, e le sue ragioni sono fandonie belle e buone. L'incantesimo di Voldemort non può essere rotto fino a che lui sarà vivo e provarci è semplicemente follia.”

A parlare è un vecchio cappello posto su una mensola, vicino ad una vecchia teca che contiene una spada. Una delle ultime reliquie dei quattro fondatori: il cappello parlante.

“Cappello, lui è proprio l'uomo che serve per far crescere ancora di più Harry, che ha conosciuto il male del mondo, ha conosciuto battaglie e sofferenze, ma non è ancora pronto per affrontare quello che lo aspetta. Devo prepararlo, e sebbene questo sia un uomo che non ho ancora capito appieno, nutro la speranza che possa fornire ottimo materiale per l'addestramento del ragazzo....”

Un'esclamazione, seguito da un borbottio d'insulti, precede la risposta del cappello.

“Mi chiedo sempre cosa mi abbia impedito di sbatterti a Serpeverde, maledetto menagramo rincoglionito. La cazzonagine dentro la tua testa è già costata la vita di uno studente lo scorso anno, ed è solo per miracolo se il ragazzo è sopravvissuto!”

L'espressione di Silente si rabbuia mentre con veemenza estrae la bacchetta.

“Miracolo? Ti sbagli cappello, un miracolo sarebbe stato se avessi lanciato il mio patronus qualche istante prima salvando tutti, anziché guardare in disparte mentre i Dissennatori avanzavano. Era necessario che loro venissero baciati e che io risultassi comunque la persona corretta che ha tentato di salvarli. Ed ero sicuro che Harry sarebbe sopravvissuto per adempiere alla profezia. Sto giocando ad un gioco pericoloso Cappello, ma non permetto ad un vecchio artefatto come te di giudicarmi. Questo è un pegno per aver usato questo tono con me.”

Dalla punta della bacchetta dell'anziano mago fuoriescono fulmini di energia nera, che colpiscono il cappello causando grida di dolore. Con un incantesimo silenziante le urla sono messe a tacere, e non rimane che la stropicciata figura del cappello a contorcersi.

“Cielo, cielo, mi sa che dovrò chiedere alla professore McGranitt di fare un altro rammendo al cappello. Questi vecchi artefatti tendono sempre a deteriorarsi col tempo no?”

Le sue parole sono rivolte alla fenice, che piccola ed indifesa continua a pigolare tra le sue ginocchia ignara del male del suo padrone.

“Ora torniamo ad Harry, Alastor dovrebbe fare rapporto a momenti sugli spostamenti del ragazzo. Speriamo non si sia cacciato di nuovo nei guai. Creare incidenti sul suo percorso è unicamente compito mio.”

Un sorriso, crudele come la morte, appare sul suo volto.

Ecco l'anziano mago, che dovrebbe essere l'ultimo baluardo della luce.

Che sfiga....

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N.D.A. Signori, sono felice di aggiornare con un altro paio di giorni d'anticipo, ma non vi abituate. Questo periodo di feste mi ha consentito di avere tempo extra da poter dedicare alla FF, ma purtroppo la pacchia è finita e mi tocca rimettermi a studiare. Fatta questra premessa parliamo del capitolo. In questo capitolo abbiamo fondamentalmente la presentazione di Célie e del mio personale Dumbledore bastardo e manipolatore. Forse anche troppo, ma suvvia, è un'opera di fantasia, e io odio profondamente quel mago che ha lasciato Harry dai suoi zii quando poteva benissimo crescerlo ad Hogwarts e prepararlo fin dall'infanzia al suo destino. Ma sto divagando, si parlava del capitolo giusto? Bene, oltre le presentazioni finalmente arrivano le spiegazioni. Nel prossimo capitolo avremo finalmente la storia dietro la storia, ciò che i malandrini nascondono, ed il Segreto che solo Remus conosce su cosa sta capitando ad Harry. Inoltre ricordate la ragazzina del capitolo 2? Non è solo una comparsa, quindi tenetela da conto per il prossimo futuro. Sto lasciando tante mollichine di pane in giro, spero che quando le disporro in serie la sorpresa risultante vi piaccia. Adesso però sta a voi. Io ho messo impegno e fatica nel capitolo, leggendo e rileggendo, e chiedendo pareri al mio beta Minus, e alla mia collaboratrice LadyRiddle; dimostratemi che non sto scrivendo la storia solo per me stesso (non è ho proprio bisogno) e lasciatemi un parere sul capitolo in una recensione. Ora vi lascio, vado cucinare pasta e zucchine!

Bumbix
   
 
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