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Autore: Nana_Hale    25/04/2014    2 recensioni
E se Jefferson, ovvero il Cappellaio Matto, e il leggendario Capitan Hook si incontrassero? E fossero costretti ad una forzata convivenza? Imparerebbero a conoscersi o si ucciderebbero con uncino e forbici? Il Paese delle Meraviglie può essere un luogo tremendo, pieno di pericoli, ma anche un posto dove, come Jefferson arriverà ad ammettere, "può succedere qualsiasi cosa..."
Warning!: Slash Couple (MadHook)
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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A Useful Gift
 
Quando la sete di baci si placò, i due uomini finalmente si staccarono, restano immobili, con i nasi ancora a sfiorarsi. Jefferson fu il primo a reagire lasciandosi scappare una piccola risata senza nessun motivo alla quale Hook subito rispose.
Guardarsi negli occhi era diventato molto più facile passato quel momento e Killian subito si accorse che il Cappellaio stava aspettando di ricevere la spiegazione che aveva richiesto poco prima riguardo al suo tatuaggio.
Capii subito di non poter sfuggire a quel momento e con un lungo sospiro decise di iniziare a parlare.
Per tutto il tempo del racconto tenne gli occhi puntati ovunque tranne che nella traiettoria dello sguardo di Jefferson; sapeva che quella memoria faceva crescere ancora in lui una rabbia e una tristezza nitide, e non voleva che questo potesse essere letto nei suoi occhi. Non era ancora pronto.
Il Cappellaio dal canto suo non replicò, non si lamentò e rimase semplicemente ad ascoltare la storia in religioso silenzio.
Senza accorgersene i due iniziarono a camminare uno accanto all'altro, molto vicini, e raggiunsero la finestra situata lungo il corridoio che portava al tavolo da lavoro.
In lontananza le luci del castello erano tutte ancora accese: non doveva essere tanto tardi, ma loro non si preoccuparono nemmeno per un secondo di controllare un orologio.
"...e mi è stata portata via..."
Hook guardava fuori dal vetro, sù nel cielo nero, verso la bianchissima luna di quel mondo che, in quel momento sembrava più un luogo tetro e opprimente che non un Paese delle Meraviglie.
Jefferson non aveva mai smesso di osservare il viso del pirata durante tutta la spiegazione; poteva giurare di conoscere a memoria ogni segno, ogni piccola ruga presente sulla sua pelle. Avrebbe potuto ridisegnarlo perfettamente identico a com'era in quel momento.
"...senza che io potessi fare nulla."
Il racconto era terminato, il silenzio e la riflessione avevano preso il posto dei tristi ricordi e i due uomini tornarono a guardarsi finalmente negli occhi cercando, l'uno nell'altro, una comprensione e un conforto che non avevano mai pensato di desiderare così tanto.
"Beh..."
Disse Jefferson afferrando delicatamente il polso di Killian che si lasciò guidare nel movimento.
"...a quanto pare io ho le mie orribili cicatrici... e tu hai le tue. Anche se un po' più... artistiche."
Sorrise e passò un dito sul tatuaggio disegnandone il contorno e studiandone tutti i dettagli.
"La tua cicatrice non è orribile..."
La voce bassa e avvolgente di Hook stupì il Cappellaio che sollevò la testa aggrottando le sopracciglia, non capendo fino in fondo le parole appena udite.
La mano del pirata si liberò dalla sua presa e, molto lentamente, salì fino ad arrivare accanto al collo di Jefferson e ad afferrare un lembo del suo foulard.
"Anzi..."
Vi passò sopra le dita e, arrivato al nodo, lo sciolse senza fatica e lo sfilò via dal suo collo, lasciandolo scoperto, con la lunga e sottile cicatrice orizzontale in piena vista.
"...io la trovo... eccitante..."
Jefferson sussultò impercettibilmente, allarmato ma elettrizzato da quel complimento spudorato; fece per rispondere ma il viso del pirata si abbassò di colpo verso di lui, infilandosi sotto al mento.
Sentì la bocca di Hook contro la pelle e si rese conto, solo dopo qualche istante, che le sua lingua stava seguendo la linea della ferita; le sue labbra erano calde, morbide e attente nel toccare il segno sul suo collo. Anche fin troppo attente.
Il Cappellaio avverì crescere dentro di sè un desiderio aggressivo, prepotente che non tardò a manifestersi.
Sollevò le braccia, avvolgendo Killian, e con le mani gli afferrò i capelli tirandogli indietro la testa con forza; un lamento di dolore uscì dalle labbra del pirata, che non fece neppure in tempo a ribellarsi, dato che Jefferson aveva già schiacciato la propria bocca contro la sua, impedendogli di parlare.
Questa volta il bacio fu molto diverso dai precedenti;  più affamato, più impetuoso, più bestiale.
Si tirarono e si spinsero a vicenda, mordendosi le labbra di tanto in tanto, tentando di rubarsi il controllo della situazione, ma nessuno dei due aveva intenzione di cedere.
Improvvisamente, con un rapido movimento della spalla, Hook sollevò il braccio sinistro portando la punta del suo uncino a toccare la tempia del Cappellaio, che si bloccò all'istante staccandosi da lui, ma tenendolo sempre stretto per i capelli.
Killian ghignò soddisfatto di essere riuscito a prevalere sull'altro uomo e con un mellifluo gesto fece pian piano scende l'uncino facendolo sfregare delicatamente lungo tutta la guancia del Cappellaio, arrivando alla sua bocca, divertendosi a deriderlo con lo sguardo.
Ma non aveva fatto bene i conti con la forza di Jefferson; infatti, quest'ultimo, con una rapidità impressionante, afferrò il poslo dell'uncino con entrambe le mani e con uno strattone violento, lanciò letteralmente Hook due metri dietro di lui, facendolo finire contro il piano di lavoro.
Prima ancora che il pirata potesse recuperare l'equilibrio, il Cappellaio gli si era già fiondato addosso, spingendolo proprio sopra al tavolo, e piazzandosi subito sopra di lui per impedirgli di muoversi.
Stoffe, aghi, strumenti di sartoria caddero a terra in una cofusione di suoni sconnessi, ma Killian era ancora troppo intontito per badarvi e Jefferson era preso da ben altre cose in quel momento e sembrava fregarsene altamente.
Ansiamavano, più per il desiderio che per la fatica, fissandosi negli occhi così pieni di ardore da sembrare in fiamme.
Jefferson praticamente strappò di dosso a Killian il suo gilet nero, rompendo diversi bottoni e scucendone alcuni punti, poi passò alla camicia.
"Ehi! Era il mio preferito!"
"Faceva schifo. Molto meglio quello rosso."
La voce del Cappellaio non sembrava più la stessa; si era completamente lasciato andare, staccando la sua testa da qualsiasi altro pensiero al di fuori di quel momento di passione.
Hook lo afferrò per una spalla cercando di tenerlo fermo con la sua mano buona; ma era molto difficile considerando la sua posizione svantaggiata e il fatto che Jefferson si ostinasse a non stare fermo per un secondo con la vita, facendo sfregare il suo inguine contro il proprio.
Sollevò l'uncino pronto a riservare lo stesso trattamento subito da lui al gilet del Cappellaio, ma egli fermò la sua mano all'istante.
"Non ci provare. Questo è troppo bello per essere rovinato." 
Spinse via il braccio del pirata e, molto rapidamente, slacciò i bottoni del suo panciotto e se lo sfilò gettandolo sulla sedia accanto al tavolo, per poi fare lo stesso con la camicia.
Un fisico ammirevole, definito e robusto si palesò davanti agli occhi del pirata. Un fisico che Hook non si aspettava di trovare nascosto sotto quell'abbigliamento raffinato ed elegante.
Passò la mano sugli addominali appena illuminati dalla luce bianca che veniva dalla finestra e sentì la pelle di Jefferson rabbrividire al contatto.
"Non male... davvero niente male..."
"E sta zitto."

Il Cappellaio scivolò giù con il busto, disegnando volutamente un arco con la schiena, in modo che il suo bacino si spingesse con più intensità contro quello del pirata che mugugnò un'imprecazione a bocca chiusa, poi iniziò a mordergli il collo, poi il mento fino a salire ad afferrare fra i denti ill lobo dell'orecchio.
A quel semplice ma efficace gesto, Killian sollevò le braccia di scatto, dimenticandosi perfino dell'uncino e afferrò Jefferson per i bicipiti, graffiandogli brutalmente la spalla.
"AH!"
Il Cappellaio gettò indietro la testa mentre un lamento di dolore gli uscì dalla gola.
"Maledizione!"
Con un sussulto, Killian allontanò le braccia, preoccupato e agitato, tenendole in altro come se avesse appena commesso un crimine ma fosse stato scoperto.
"Non è niente... sto bene..."
Solo quando spostò i suoi occhi sul graffio lasciato dal suo uncino e lo vide richiudersi sotto il suo sguardo, Hook si ricordò del 'regalino' che Cora aveva fatto a Jefferson e si tranquillizzò.
"Accidenti... sembra che il tuo 'dono speciale' si sia rivelato utile alla fine."
Cercò di scherzare il pirata recuperando il contatto con i luminosi occhi del Cappellaio.
"Già...è vero..."
E in quell'istate, qualcosa balenò dentro a quegli occhi glaciali, come una scintilla di curiosità e perversione che si manifestò immediatamente a parole.
"Fallo di nuovo."
Hook rimase per un attimo pietrificato da quella richiesta che più che una domanda erano un ordine,  ma non ci mise troppo a decidere di obbedire all'uomo che stava a cavalcioni sopra di lui.
Avvicinò di nuovo l'uncino alla pelle di Jefferson e, questa volta, lo poggiò delicatamente contro il suo pettorale; cercò un'ultima conferma nello sguardo del Cappellaio, poi con uno strattone portò indietro la mano e graffiò.
Le mani di Jefferson scattarono involontariamente e si piazzarono con violenza sul petto del pirata mentre i loro inguini sfregarono con più forza l'uno contro l'altro, per colpa del riflesso nervoso dei loro corpi al dolore, facendoli gemere.
La ferita si richiuse all'istante ma il Cappellaio rimase per qualche secondo ad assaporare la sensazione di doloroso piacere che lo costrinse a mordersi le labbra.
Finito quel momento tutt'altro che usuale, Hook cercò, rimanendo ad occhi chiusi, di rallentare il suo cuore e l'afflusso di sangue in specifici punti del suo corpo, uno in particolare. 
Sentì uno strano tintinnio accanto al suo volto e immediatamente aprì gli occhi: Jefferson si era chinato sopra di lui arrivandogli molto vicino con il viso, ma c'era qualcosa fra i loro due volti che gli impediva di vederlo completamente. Un paio di forbici.
"Sta attento con quelle. Io non ho il tuo stesso vantag-"
Il Cappelaio non lo fece finire e gli piazzò le lame della forbice, leggermente dichiuse, contro le labbra.
"Ssssh..."
Il metallo freddo era piacevole contro la bocca arrossata per i numerosi baci e i morsi che aveva sopportato durante la serata, ma non durò molto, poichè le forbici, e il viso di Jefferson, scomparirono dalla sua visuale scivolando verso il basso e disegnando una linea lungo tutto il suo busto, fino a raggiungere il bordo dei pantaloni.
Hook sollevò il capo tentando di vedere e si accorse che il Cappellaio era sceso verso il basso con tutto il corpo, e ora teneva le forbici all'altezza del bordo dei suo pantaloni di pelle e le muoveva lentamente a destra e sinistra, come se le stesse facendo ballare.
Prese un profondo respiro e deglutì rumorosamente quando vide le forbici abbassarsi, ma tutta la sua preoccupazione si trasformò all'istante in eccitazione quando Jefferson prese a sciogliere i nodi dei suoi pantaloni un po' con la punta delle lame, un po' con i denti. Ributtò indietro la testa e cercò di fissare un punto del soffitto per distrarsi in qualunque modo da tutto ciò che sentiva avvenire verso le sue parti basse.
Sentì le mani del Cappellaio aprire i lembi dei suoi pantaloni, poi delle dita e infine quella che era più che sicuro essere una bocca, sfiorare la sua carne.
Ma fu tutto stranamente molto rapido, poichè dopo solo quanche secondo si ritrovò di nuovo Jefferson sdraiato addosso con il viso all'altezza del suo, e i loro nasi di nuovo a sfiorarsi.
Non capì cosa il Cappellaio volesse fare fino a quando non avvertì qualcosa sfregare contro la sua virilità facendogli morire il respiro sulle labbra.
Jefferson prese a muoversi molto molto lentamente con il bacino in sù e in giù, tenendo attaccati i loro bacini quanto più poteva, mentre Hook chiudeva gli occhi e lasciava cadere completamente la sua testa all'indietro scopredo il collo davanti a lui. Sentì la sua mano posarsi contro la sua schiena e il metallo dell'uncino poggiarsi sulla sua anca.
Una piacevole sensazione iniziò e crescere in mezzo ai loro corpi, implacabile e incontrollabile.
Allora, il Cappellaio, senza smettere mai di muoversi, chiuse anch'egli le palpebre, allungò le braccia sopra la testa e infilò le dita tra capelli di Killian stringendoli ardentemente. 
Un gemito sfuggì dalle loro labbra quando Jefferson tirò la testa del pirata verso di sè, appena prima che una dolce sensazione di godimento li travolgesse entrambi facendoli bloccare, occhi negli occhi, in un lungo spasmo di piacere.
  
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