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Autore: StewyT    25/04/2014    1 recensioni
«Mi devi spiegare perchè diavolo hai detto che siamo cugini e.. improvvisamente hai cambiato scenario. Cugini ma non di sangue, così non andiamo contro l'incesto? Che cazzo mi significa?»
«Cosa vuoi che ti dica, Brendy? L'unica spiegazione della tua presenza in casa doveva essere legata al fatto che fossimo di famiglia, e potevi essere solo mia cugina»
«E per il resto?»
«Mi sono accorto di aver fatto una coglionata. Come la mattiamo se ti porto a letto? Come avrei raccontato ai miei amici la notte passata con te se loro avessero saputo che eri mia cugina?! A pensarci però.. l'incesto è ancora più interessante»
«Daniel! Stai scherzando!?»
«Perchè dovrei!»
«Perchè non verrò mai a letto con te e lo sai benissimo. Non ci siamo mai minimamente sopportati, perchè diavolo dovrei venire a letto con te quest'estate?Sei fuori. Assolutamente fuori. Io non verrò mai a letto con te. Né tanto meno su quel divanetto sporco.. che schifo!»
«È solo per questo che non verrai a letto on me? Perchè ci siamo sempre odiati?!E che ne fai della bellezza che hai accanto? La sprechi guardando altrove!?»
«Daniel. Io ho Jim, come devo fartelo capire?»
«Tu non lo ami»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Good Girls & Bad Boys'
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Esiste l'amore?
 
Il suono del cellulare mi sveglia drasticamente dal mio bellissimo sogno:
Io in riva al mare, con il sole caldo sulla pelle, Kat al mio fianco, la risata di Jim nelle orecchie.
Apro gli occhi infastiditi dalla luce che entra dal balcone, e cerco il cellulare.
Lo prendo, ma non faccio in tempo. Ha già smesso di suonare.
Lo metto di nuovo al mio fianco e mi rigiro dall'altra parte.
Neanche dieci minuti e inizia di nuovo a suonare.
«E che cazzo Brendy, rispondi.»
Sbuffo e lo prendo. Rispondo assonnata, con la voce impastata senza neanche vedere chi è.
«Pronto!?»
«Bren. Piccola.»
«Jim?!»
«Esatto. Sono io. Il ragazzo più figo che hai»
«E anche l'unico...Spero!»
«Ciaaaao» Sorrido sentendo la sua voce.
«Da quanto tempo.»
«Esattamente tre giorni.. Mi manchi.»
«Oh Jim. Anche tu. Tanto.»
«Ti giuro senza di te qui mi sento vuoto. Vorrei averti adesso stretta tra le mie braccia»
«Jim ti prego non dirmi queste cose che mi fai stare ancora peggio di quanto non stia già.»
«Perchè?»
«Perchè!? Perchè sono costretta a stare qui e.. non voglio» sorride.
Immagino le sue labbra inarcarsi sui denti bianchi come il latte.
«Non ci starai per molto. Ad Agosto, appena finisco di lavorare giuro che ti raggiungo e stiamo assieme per una settimana.»
«Sul serio!?»
«Brendy! Brendy. Puoi uscire fuori? Sto cercando di dormire, porco Giuda!» La voce irritata di Dan mi riporta alla realtà.
«Eh?» Gli chiedo.
«Vaffanculo» urla lui e si chiude in bagno.
«Si è svegliato col piede storto» sbuffo.
«Oddio quando vengo gli faccio pagare tutto quello che ti farà passare. Giuro»
«Tu non fai pagare niente a nessuno. Appena arrivi l'unica cosa che fai è restare al mio fianco. D'accordo?»
«In una bellissima camera d'albergo che da sul mare»
«Ed eccolo che mi prende per il culo. Il mare non c'è. Sono in Montana»
«Giusto. Allora.. che da su una bella vallata?»
«Quantomeno romantico, dai» Sorride.
«Che stavi facendo?»
«Stavo dormendo» dico a bassa voce.
«Cosa? Ma sono le due del pomeriggio» ride.
«Lo so, lo so. Non ho dormito questa notte»
«Ti ha dato fastidio il tipo?»
«No. Lui non sta facendo niente. Insomma si comporta come forse ti comporteresti tu se venisse una che odi a vivere con te perchè obbligata. Oddio, comunque mi sta altamente sullo stomaco, ma lo capisco. Lo odio, ma gli do ragione» scoppia a ridere.
«Se fosse venuta una come te in casa mia.. Diamine l'avrei sbattuta al muro»
«Jim. Ti prego!»
«Sul serio. Non so come tu faccia a stargli antipatica, ma molto meglio così. Per lo meno non devo essere geloso. Anche se.. lo sono lo stesso»
«E di cosa?» Alzo un sopracciglio come se lui fosse li e potesse vedermi.
«Da quello che so è un bel ragazzo»
«Indubbiamente, ma tu sei centomila volte meglio. Sei più bello, più dolce, il tuo sorriso è più luminoso, sei più figo e.. io sono innamorata di te».
In realtà...
In realtà non so se sono veramente innamorata di Jim. Insomma ci conosciamo da sette anni e stiamo assieme da quattro, ma non so se tra di noi c'è davvero amore. Siamo giovani e non riesco a vederci come due che possano stare assieme per l'eternità, e per me due che si amano devono stare assieme per l'eternità. Di conseguenza tra noi non può esserci amore. Al massimo infatuazione.
Probabilmente.. Jim non è giusto per me. Io non sono giusta per lui. Oppure non so riconoscere i miei sentimenti. Fatto resta: sono infatuata di Jim. Al massimo. Mi piace. Ma non ne sono innamorata.
E continuo a chiedermi perchè mi venga spontaneo dirglielo, o sorridere quando lui lo dice a me.
«Anche io lo sono. Tanto. E non vedo l'ora di averti tra le braccia per spupazzarti»
«Ohw. Anche io non vedo l'ora che tu venga qui e mi stringa forte»
La porta del bagno si apre e ne esce Daniel coperto solo da un asciugamano nelle parti basse, completamente bagnato, i capelli neri, resi ancora più scuri dall'acqua, buttati all'indietro, gli occhi liquidi.
Arrossisco leggermente, quindi mi copro il viso con i capelli, lui mi guarda indifferente e sputa un nervoso:
«Quanto odio le coppiette. Come fate ad essere così smielati!? Dio mio!»
Prende una maglia e dopo aver passato l'asciugamano su tutto il corpo se la infila.
«Girati Brendy. Stai per vedere una cosa che potrebbe sconvolgerti»
Sorride malizioso.
«Sta parlando con te?!» Chiede Jim.
«Aspetta un secondo Jim»
Guardo Dan infastidita.
«Dio mio Daniel, fai schifo».
Esco e mi sbatto la porta alle spalle.
«Cosa ha fatto quell'idiota?» chiede Jim preoccupato.
«Niente. Non ha fatto niente.» Rispondo infastidita.
«Hey, io vado dai. Tra un po' inizio il turno.»
«Okay, ci sentiamo dopo». Mi schiocca un bacio e sorrido.
«Oggi è il tuo turno di cucinare, giusto?» Daniel scende beatamente le scale.
Vantandosi del suo fisico statuario e del suo carattere di merda.
Stronzo, antipatico, bacucco.
«Quando sarà il tuo turno di essere meno stronzo e antipatico? Sei così strafottente.»
«Cosa ho fatto?» Guarda perplesso. Anzi fintamente perplesso.
«Se non me ne fossi andata ti saresti spogliato ugualmente?»
«Perchè, che ci sarebbe stato di male? Sono abituato a farlo e non ti sarebbe di sicuro dispiaciuto» si dipinge sul suo volto un sorrisetto di vittoria.
«Questo lo pensi tu, Dan. Non tutte le tipe sono attratte da te, sappilo.»
«E tu non lo saresti, giusto?!»
«Assolutamente no.»
Sorride di nuovo.
«Ci crederò solo quando non uscirai dalla stessa camera in cui mi sto spogliando»
«Mi stai mettendo alla prova?»
Questa volta sorrido io. Non mi conosce affatto.
«Guarda che se mi lanci una sfida non posso che accoglierla»
«Quando vuoi»
«No. Quando tu vuoi.» Lo guardo con superiorità.
«Cosa si mangia?» Chiede lui indifferente.
«Cosa c'è qui?».
Mi avvicino al frigo e lo apro. È bianco. Totalmente vuoto.
«Bene. Non c'è niente»
«Quindi devo uscire per pranzare?»
«Zitto. Sta zitto un minuto, Daniel» Sbuffo.
Prendo della pasta e dei pomodori.
«Dovrai accontentarti di pasta al pomodoro. Dopo quando esco per prendere il mio materasso faccio anche spese.» Annuisce.
La pasta inizia a cuocere e il pomodoro a far sentire il suo profumo.
E Dan si siede su uno sgabello di fronte al piano cottura catturando ogni gesto che faccio.
«Cosa? Non ti fidi di quello che sto mettendo nella pentola?»
«In effetti no. Ho visto cosa hai combinato con le uova e non voglio rischiare di restare senza cibo»
«Dio mio, quando la smetterai con questa storia?» sorride.
«Quando non brucerai più uova»
«Quindi io potrò smettere di dire che sei coglione quando smetterai di esistere?»
«Non riesco ancora a capire chi ti ha dato tutta questa libertà d'espressione. Nessuno ha detto che puoi chiamarmi coglione quando vuoi. In realtà nessuno ha nemmeno detto che puoi nominarmi» dice con fare superiore.
«Dal momento che tu puoi insultarmi e puoi nominarmi quando vuoi,posso farlo anche io Daniel.»
«E quando ti avrei insultata?»
«Lo stai facendo anche ora pensando che io sono stupida, ma attenzione, non lo sono. Faccio la finta tonta e l'imbranata solo per ottenere quello che voglio»
«Potremmo dire che non ci sei riuscita, allora»
«Davvero, perchè?» Alzo un sopracciglio.
«Sei costretta a stare qui con me» Si alza dallo sgabello.
«O forse è quello che volevi?»
Sbuffo e mi viene da maledirlo in tutte le lingue del mondo.
«Col cazzo. Hai ragione, non ci sono riuscita. Ma chi sa, forse ci riuscirò in futuro.»
Impiatto la pasta e metto i piatti sul tavolo.
«Il pranzo è servito» dico acidamente.
«Prego».
Daniel si siede e guarda il piatto di pasta sorridendo, poi ne assaggia un boccone.
«Quindi sai cucinare! O per lo meno non fai bruciare tutto quello che cucini»
Sorrido sarcastica.
«Tu parli parli,ma non ho ancora mangiato niente di tuo. Fino a quando non lo farò sei tu a non saper cucinare, caro Dan».
«Domani ti sorprenderò.»
«Nah, ormai niente più mi sorprende quando si parla di te.»
Prendo un altro boccone.
«E comunque per quanto riguarda l'essere costretta a stare qui con te.. beh tranquillo. Tra un po' ti lascerò in santa pace. Jim mi ha promesso che mi verrà a prendere appena avrà finito al lavoro» lui sorride.
«Credi davvero che verrà a prenderti? Credi davvero che ti ami, vero?»
Lo guardo titubante. Che domande sono?
«Perchè mi fai queste domande?»
«Perchè ho sentito la vostra conversazione. Dio mio, siete così dannatamente smielati. E io odio le coppiette come voi. Cospargete tutto di miele, zucchero e cuoricini solo per coprire la realtà.»
«E sarebbe?»
«Voi non vi amate. Tu non sei niente per lui. È felice che tu non sia lì con lui anche se ti dice il contrario. Anzi non è felice. È felicissimo, perchè così si può scopare tutte quelle che vuole senza dover star dietro ad una verginella da dieci dollari. Poi vi vedrete e lui farà finta di essere l'uomo più felice del mondo. Otterrà da te quello che vuole e poi ti lascerà lì sconfitta e infelice oh.. oh magari continuerà a tenerti come fidanzatina di scorta. Tutto sommato non sei brutta, quindi perchè mollarti? Per quanto riguarda te.. beh ti è poco più che indifferente. Magari lo trovi pure attraente ma non sai perchè continui a starci assieme. Ti ho sentita mentre pronunciavi quel sono innamorata di te. Era talmente incerto che si capiva di qui a Roma che non lo sei affatto. Sai benissimo di mentire a te e lui, eppure lo fai ancora. Lo fai perchè così vi rende felici. L'amore non esiste. Non esiste per te, per lui, per me. Per chiunque l'amore non esiste. È un'illusione e tu te ne stai rendendo conto. Ma quando ne sarai pienamente cosciente sarà troppo tardi. Non riuscirai a tirarti indietro e ti sentirai sola, persa.» Lo guardo nervosa.
Mi è salita una rabbia dentro che gli tirerei un pugno tra i gioielli di famiglia, ma so che ha ragione. Per lo meno su di me. Ha ragione perchè io forse davvero non lo amo. Ci ha azzeccato, sì, ma nessuno gli da il diritto di sentenziare delle vite altrui. Non può farlo così liberamente come se lui fosse al di fuori di tutto. Come se lui non potesse essere sfiorato e distrutto da niente e nessuno.
«E tu? Perchè diamine ti comporti come se niente potesse sfiorarti? Come se fossi indistruttibile? Come puoi parlare alla gente in questo modo? Non sei nessuno Daniel. Nessuno. Non puoi dare delle sentenze sulla mia vita, su quella di Jim o su quella di chiunque altro.»
«Troppe domande tutte assieme.» Sputa infastidito.
«Non mi comporto come se niente potesse sfiorarmi, mi comporto come se niente potesse abbattermi perchè è così. Fino a quando si sa che l'amore non esiste ed è tutta un'illusione nostra perchè abbiamo paura di stare soli.. fino a quando sai di essere solo sei indistruttibile.»
«Parli solo come un deluso. Un ignobile deluso. Da tutto, da tutti. Dal cosmo, dalle donne, dalla famiglia. Sembra che tu sia stato ferito da tutto quello che ti circonda e che tu voglia ferire allo stesso modo tutti. Ho una notizia per te, Dan. Tu sei il meno indistruttibile di tutti. Tu sei quello più illuso. Tu sei quello che più soffre. Sei il più povero, il più solo e il più triste tra gli uomini perchè non ti concedi libertà. Non ti concedi passione né amore.»
Mi alzo lasciando il mio piatto di pasta ancora pieno.
«Oggi è il tuo turno di lavare i piatti» sbuffo.
Lui si alza contemporaneamente a me, e prima che mi allontani mi tira per il polso.
«Sarò tutto quello che vuoi tu. Non me ne fotte un cazzo di quello che pensi di me, Brendy, ma non parlare mai più in camera mia, in mia presenza, d'amore. E soprattutto da oggi in poi spegni quel fottuto cellulare o silenzialo, perchè su quanto è vero che mi chiamo Daniel Harrow io te lo spacco quel congegno infernale. Prima mando affanculo chiunque sia dall'altra parte del telefono, poi te lo spacco e lo butto giù e poi saranno cazzi tuoi. Intesi?» Mi guarda minaccioso. Se pensa di farmi paura si sbaglia di grosso.
Lo strattono e quando mi lascia il polso mi dirigo per le scale gridando un:
«Non mi fai paura buffone.»
Sbatto la porta e mi chiudo in bagno.
«Pronto?»
«Voglio andarmene via di qui, mamma. Non ce la faccio già più. Lo odio. Perchè mi avete costretta a stare qui?»
«Cosa è successo Bren!?»
«Lo odio, ecco cosa è successo. Io odio lui e lui odia me. Come possiamo stare nella stessa casa se non riusciamo a parlare civilmente? Insulta me, Jim, l'amore.. io davvero non riesco a starci nella stessa casa con questo. Figurati nella stessa camera. Vi sto odiando, mamma. Mi avete distrutto l'estate. Dopo tutto l'inverno passato sui libri a farmi il cuore come una capanna non mi lasciate decidere nemmeno della mia estate. Non è giusto.»
«Calmati»
«Devo sempre calmarmi io. Devo sempre subire io. Devo sempre essere io la sottomessa. Devo sempre farmi mettere i piedi in testa. Non ce la faccio più. Non lo voglio più. Me ne vado all'istante da qui»
«Provaci e non ti lascio più vedere Jim» urla lei.
«Adesso basta fare l'attrice. Non sei in un dramma, sei nella tua vita. Accontentati di quello che hai e non cercare altro. Tu hai deciso di non venire con noi, adesso resta lì, muta»
«Io non sapevo che l'altra scelta sarebbe stata stare qui con quest'idiota»
«Adesso lo sai»
«Vi odio. Vi odio» attacco il cellulare e tolgo la batteria.
Come si fa ad essere così strafottenti?
Dan inizia a bussare alla porta.
«Brendy, esci cazzo. Devo uscire e ho bisogno del bagno»
«Un attimo» rispondo.
Asciugo gli occhi e mi catapulto fuori.
«Prego» sbuffo.
«Questa sera esco» dice lui di malavoglia.
«Se vuoi puoi venire anche tu».
Ma che carino, fa anche il gentile adesso.
«Cosa?! Hai ascoltato di nuovo tutta la conversazione e pensi che i tuoi possano prendersela con te quindi fai il carino?» Sbuffa.
«Ho fatto il mio dovere. Adesso sta a te decidere se venire o meno. Alle dieci parto da qui. Se ci sei bene se no, cazzi tuoi» dice. Poi si chiude la porta alle spalle.
Io la apro frettolosamente, prima che lui possa spogliarsi.
«Cosa vuoi?»
«Devo andare a comprare il mio materasso»
«Divertiti» fa per chiudere di nuovo la borsa.
«Qual è il posto più vicino in cui posso andare?»
«Ma chi l'ha mai comprato un materasso. Fattelo dire dal conducente del taxi»
Mi sbatto la porta dietro le spalle e ingoio un «Vaffanculo».


Chi sa come il conducente del taxi mi ha portata in un enorme supermercato.
Chi lo avrebbe mai detto che in quel posto sperduto ci fosse un negozio così enorme.
Continuo a girare da dieci anni in questo enorme casino di oggetti e gente.
Sbatto contro un tizio e arrossisco violentemente.
«Scusa» sussurro. Lui sorride.
Occhi neri come cioccolato fondente, capelli biondini sconvolti, sorriso angelico.
«Stai bene?» Chiede.
«No. Ma non è colpa tua.»
«Cosa succede?» Chiede come se mi conoscesse da una vita, poi sorride di nuovo.
«Sono costretta a stare a casa di un idiota che non mi ha accompagnata neanche a prendere un materasso. E io non ci sono mai stata in questo posto. Non ho mai comprato un materasso e non so dove diamine li tengano qui. In realtà non so perchè ne sto parlando con une estraneo.»
«Perchè l'estraneo ti darà una mano»
«In cambio di cosa?»
«Di niente. Perchè tutti pensano che io voglia qualcosa in cambio?» si butta i capelli all'indietro.
«Non penso che tu voglia qualcosa, ma tutti lo vogliono.»
«Beh io no». Mi tira per una mano e mi porta nel regno dei materassi.
Materassi larghi, piccoli, stretti, enormi, lunghi, corti, di lana, di lattice, di cotone, anallergici, all'aloe vera, con la molla, senza molla.
«Non sapevo esistessero tutti questi tipi di materassi, Mi sta quasi per venire il mal di testa.» ride.
«Come farò a trovare quello giusto? Ce ne sono un'infinità!»
«Ti ci butti sopra e quello più comodo è quello che fa per te» questa volta scoppio io a ridere.
«Buona idea»
Mi siedo su uno. Mi stendo su un altro. Mi butto sul terzo e mi metto a schiena sotto sull'altro.
Avanti e dietro. Lattice e non. Bianco e morbido, bianco e duro, scelgo il mio materasso. Mai soldi furono spesi meglio.
«Grazie mille davvero. Non so come avrei fatto senza di te.»
Sorride. «Mi sono divertito. Spero di rivederti presto.»
Annuisco.
«Così magari mi dirai anche come ti chiami»
«Esattamente».
Esco da quel labirinto felice di aver trovato un tizio così gentile, e mi dirigo verso i surgelati, verso la verdura. Poi inverto la rotta e vado verso la pasta. Verso il pane e i biscotti. Verso la frutta, e poi grazie a Dio verso la cassa.
Pago, dopo aver aspettato trent'anni in fila. Rimetto tutto nel carrello. Mi tiro dietro anche quello enorme del materasso e mi dirigo al parcheggio.
Mi giro attorno in cerca del taxi giallo che aveva detto sarebbe tornato lì a prendermi entro due ore, senza ormai speranza.
Mi aveva ovviamente lasciata lì.
«Pronto? Sarebbe possibile avere un taxi qui..»
«Dove?»
«Uhm nei pressi de Montana's center.»
«Certo. Entro un'ora però»
«Diamine»
«Un'informazione arrivare da qui a..»
Il tizio di prima mi si para avanti e sorride.
«A!?»
«A niente. Grazie mille.»
«Cosa succede?» chiede gentilmente.
«Il taxi che doveva venire qui esattamente venti minuti fa non c'è. E io sono qui a sola, sospesa nel nulla. Sta per calare il sole e quello stronzo di sicuro non verrà a riprendermi»
«Ti posso dare un passaggio» sorride.
«Non voglio disturbarti ulteriormente. Hai già passato tutto il pomeriggio con me..»
«Insomma, prenditi il passaggio e sorridi» sorride lui, però.
«Dove devi andare?» Chiede.
«Non lo so con precisione. Comunque vicino ad un locale che si chiama tipo.. Stars o falling Stars.»
«Lì lavoro io» sorride.
«Sono proprio di strada. Ti ci porto io.»
«Sicuro?» Annuisce.
«Però..Non so se è sicuro andare in macchina di uno sconosciuto con un materasso dietro.» scoppia a ridere.
«Se mi presentassi sarei comunque uno sconosciuto?»
«Non penso.»
«Okay, allora mi presento. Sono Jake»
«Io Brenda»
«Perfetto, sali a bordo, Brenda».
Mi tira dentro la macchina. Chiude lo sportello e maneggia con la spesa e con il materasso. Dopo poco entra anche lui.
«Dio, menomale che il cosmo mi ha fatto incontrare te e il tuo furgone oggi» sorride.
«Menomale che al bar avevamo finito le provviste»
«Sia lodato il bar» sorride ancora.
«A casa di chi sei?» Chiede.
«Perchè vuoi saperlo?»
«Perchè se stai tanto male posso proporti di venire a vivere a casa mia. A patto che tu mi aiuti con le pulizie» scoppio a ridere.
«Beh se avessi potuto scegliere di andare a casa di un ragazzo che non fosse Daniel Harrow sarei andata i sicuro dal mio ragazzo»
«mi sembra giusto.» annuisce lui.
«Comunque sei davvero da Daniel Harrow?»
«Lo conosci?»
«È un mio grandissimo amico.»
«E te pareva» borbotto.
«E chi se lo sarebbe mai aspettato che quel figlio di puttana trovasse una ragazza fissa...»
«Eh? Non sono la sua ragazza»
«Oh.. giusto! Mi aveva detto che sarebbe venuta in città sua cugina»
«Sua cugina?!»
«Non sei sua cugina?»
«Ovvio. Ovvio che sì» Ma che mi salta in mente?
«Eppure non avrei mai pensato che fosse così carina la cugina di quello stronzo» gli sorrido.
«Come diamine fate ad essere amici? Tu sei.. lui è..»
Scoppia a ridere.
«Dan è un ottimo ragazzo, Brenda.»
«Disse quello che lo ha chiamato stronzo un secondo fa» ride.
«È un modo affettuoso il mio. Comunque lui è davvero un bravo ragazzo.»
«A parte che con me»
«Diciamo con le ragazze in generale» sospira lui.
«Se uno ha una brutta storia alle spalle..»
«Tutti abbiamo brutte storie alle spalle» sospira lui.
«Non te lo aveva mai detto?»
«Non siamo cugini intimi, come avrai capito. Non ci sopportiamo, ecco.»
«Siamo già arrivati.»
Scende dalla macchina e mi apre lo sportello.
Mi aiuta a prendere il materasso e la spesa.
«Ti andrebbe di darmi una mano a trascinarlo dentro? Non odiarmi, ti prego»
«Certo che sì, andiamo».
Avanza e mi precede. Busso alla porta ma nessuno apre.
Ovviamente Dan è uscito e mi ha lasciata fuori. Io lo uccido. Dio mio.
Jake guarda divertito la mia espressione nervosa.
«Tranquilla Brenda, so dove posa le chiavi»
«Dio mio, ma tu sei un regalo dal cielo. Sei un miracolo» urlo felice.
«Per così poco? Se mi vedessi a letto cosa diresti?»
Sotto sotto doveva aver pure qualcosa in comune con Dan, no?
«Oh.. ecco cos'hai in comunque con quell'idiota. La malattia del sesso» sospiro e lui scoppia a ridere.
«Lui è leggermente più in fissa di me. Ma lo ammetto, anche io faccio il mio»
«Bene»
Prende la chiave da sotto ad un vaso affiancato alla porta e me la porge.
«Elementare Watson» dico.
Apro la porta e mi trascino dentro. Lui si carica il materasso sulle spalle e sale le scale.
«Jake credo di amarti.»
«Oh, quanto sei lusinghiera»
«Cosa, anche tu credi che non esista l'amore?»
«non esattamente.» sorride.
«Adesso devo andare. Però potremmo vederci una di queste sere al locale»
«Certo» sorrido.
«Se Dan si decide a venire questa sera al..»
«Falling stars» mi aiuta lui.
«Sì, esatto. Se Dan decide di venire lì verrò a cercarti»
«E io ti presenterò mio fratello e la sua ragazza. Così avrai degli amici qui, in questo paesino sperduto. Come lo hai chiamato tu».
Sorride e mi saluta sventolando la mano.
Benedetto Jake e chiunque lo abbia mandato a me.
  
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