Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: rhys89    26/04/2014    1 recensioni
E se, per uno stupido errore, Natsu diventasse una ragazza… e non ricordasse più di essere stato un uomo?
Di fianco ad Happy, nel punto esatto dove poco prima si era fermato Natsu, c’è una ragazza dai capelli rosa che indossa i suoi stessi vestiti e si guarda intorno stranita.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gray Fullbuster, Happy, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Angolino dell'autrice

Salve a tutti!! ^-^
Bon, come promesso eccomi qui per il secondo capitolo di questa mini-long... vi ricordo che saranno soltanto quattro, quindi siamo ufficialmente a metà storia ^_-
Il primo capitolo era soltanto di presentazione, in questo le cose si inizieranno a muovere... spero vi piaccia!
Un grazie immenso a tutti voi che avete letto/seguito/preferito/ricordato questa storia e soprattutto a Dylanadion che l'ha recensita. Arigatou! :3
Una minimissima nota: quando troverete l'asterisco (*) vuol dire che quella battuta è ripresa fedelmente dal manga, e in particolare dal capitolo 376.5 (ma non c'è assolutamente nulla di spoiler, tranquilli!).
Che altro... ah, giusto: ho girellato per il web alla ricerca di immagini di Natsu ragazza e questa QUI è assolutamente identica a come l'avevo immaginata io (vestiti a parte)!! *-*
Naturalmente il disegno non è mio (sono una frana a disegnare! ç-ç), quindi tutti i credits vanno all'artista ù.ù
Adesso dovrebbe davvero essere tutto... a sabato prossimo!

Ps. Mi è stato fatto notare da Dylanation che la cicatrice sul fianco Gray non se l'è fatta contro Lyon... chiedo scusa per l'imprecisione, ma per adesso prendetela come una licenza poetica, ok? Poi vedrò come sistemare quella parte... ^_^"

Disclaimer: I personaggi e la storia di Fairy Tail non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Capitolo 2
Interrogatorio

La camera che vi ha assegnato il locandiere non è molto spaziosa, ma in compenso i letti – noti con una certa soddisfazione, lanciandoti a peso morto sul primo che ti capita a tiro – sono decisamente comodi. Quando riapri gli occhi, però, vedi che Natsu è ancora in piedi sulla soglia, e non accenna a muoversi da lì.
Alzi un sopracciglio, perplesso, poi «Che c’è?» le chiedi.
«Ecco…» sussurra titubante, mordicchiandosi il labbro inferiore «noi… noi dormiamo insieme, quindi?»
Oh.
Ti alzi a sedere e la guardi con più attenzione: a te la sistemazione in una doppia non crea nessun problema – in fondo anche quando ci sono Lucy o Erza prendete sempre una stanza sola, è più pratico – ma forse lei… forse si sente a disagio?
«Tu…» inizi allora, incerto «tu preferiresti due singole? Perché se vuoi abbiamo i soldi della ricompensa, e possiamo…»
«No, no!» Ti interrompe, leggermente imbarazzata. «Va bene questa, è solo… bhé, è solo strano, ecco. Tutto qui.»
«Sicura?» Le chiedi di nuovo. «Guarda che non sarebbe un problema…»
Ma lei ti sorride e «No, va bene… davvero.» ti rassicura, per poi raggiungere il materasso ancora libero e svuotarci sopra la busta coi vestiti.
Le sorridi anche tu e torni a sdraiarti, godendoti quel relax tanto più piacevole quanto inaspettato: a quest’ora, secondo i vecchi piani, avreste dovuto già essere in marcia sostenuta verso Magnolia, e invece…
Sospiri beato e ti levi le scarpe, sistemandoti meglio. Senti come in lontananza la porta del bagno aprirsi e richiudersi – probabilmente Natsu è andata a cambiarsi – e poi… e poi devi esserti appisolato, perché quando riapri gli occhi la ragazza è di nuovo in piedi accanto a te, stavolta con degli abiti della sua misura.
E anche se tu sai che in realtà si tratta sempre della stessa stupida Testa a Fiammifero, non puoi fare a meno di notare che è davvero carina.
«Scusa,» sussurra «non volevo svegliarti.»
Rispondi al suo sorriso e le fai cenno di non preoccuparsi… e poi ti accorgi di avere il giubbotto aperto sul petto a mo’ di coperta.
«Ho pensato che avessi freddo…» Ti spiega, rispondendo alla tua domanda inespressa.
«Sono un mago del ghiaccio, il freddo non mi fa niente.*» Le dici allora. Poi, vedendo la sua espressione delusa, le sorridi dolcemente e «Ma grazie per il pensiero.» aggiungi.
Poi, messa via la giacca, ti stiracchi e soffochi uno sbadiglio – quel breve pisolino ti ha intontito, piuttosto che riposarti – mentre Natsu si siede sul suo letto.
«Allora… noi siamo maghi?» Dice dopo un po’, attirando di nuovo la tua attenzione.
Nemmeno da ragazza riesce a stare in silenzio per più di una manciata di secondi.
«Sì,» confermi «maghi di Fairy Tail. E questo» ti alzi la maglietta per indicare il marchio sul tuo petto «è il nostro simbolo. Tu ce l’hai sul braccio destro.» Aggiungi poi.
Anche se forse l’aveva già notato.
La vedi annuire pensierosa, portandosi una mano sul punto che le hai indicato.
«E siamo venuti qui per…?»
«Per una missione. Dovevamo recuperare dei libri antichi per il tizio con cui abbiamo parlato prima al negozio.» Le spieghi, prevedendo la domanda successiva.
«Quello che mi ha dato la pozione?»
«Già.»
Silenzio.
«Quindi noi siamo amici, giusto?» Ti chiede all’improvviso, cogliendoti completamente di sorpresa.
E questo cosa c’entra, ora?
«Bhé, noi…» Cominci, senza saper bene come finire il discorso. Insomma, come fai a spiegarle in poche parole anni e anni di rivalità e risse senza farla preoccupare? «Sì, siamo amici.» Concludi alla fine, semplicemente.
In fondo è la verità.
Ma lei ti guarda sospettosa e «Hai esitato.» ti accusa, puntandoti contro un dito.
E ha un’aria talmente buffa che non puoi trattenerti dal sorridere divertito.
«Non pensare male… noi siamo amici davvero.» La rassicuri. «Solo che… ecco, il fatto è che litighiamo spesso.»
Diciamo pure sempre.
Ti guarda confusa.
«E come mai?»
Un’altra bella domanda.
«Ehm… onestamente non lo so.» Ammetti con un’alzata di spalle. «È sempre stato così e basta.»
E doverlo spiegare propri a lei – a lui – ti dà un fastidio che non avresti mai pensato di provare.
Non per cose così sciocche.
La senti mormorare uno «Strano.» davvero stupito, e dentro di te speri che l’interrogatorio sia finalmente concluso.
«E degli altri che mi dici?»
Evidentemente era chiedere troppo.
«Gli altri?» Le fai eco, non capendo cosa intende.
«Sì… gli altri di Fairy Tail.» Ti spiega. «Ho in testa un sacco di volti – e credo proprio siano loro – ma sono tutti confusi… ce l’hai qualche foto?» Chiede all’improvviso, tutta speranzosa.
Ti imponi di calmarti – mentre una vena ti pulsa pericolosamente in fronte – ma poi «Ti sembro il tipo che va a giro con un album di foto?» sbotti, più brusco di quanto vorresti.
Forse troppo brusco, perché l’espressione sul viso di Natsu cambia drasticamente da allegra a mortificata… facendoti sentire dannatamente in colpa.
«Dai, non stare a preoccuparti di queste cose adesso… tanto tra qualche giorno ti ricorderai di nuovo tutto.» Le dici allora, cercando di consolarla.
E fallendo miseramente.
«Tra qualche giorno.» Sussurra, stringendo i pugni. «Non sai davvero dire altro? Tra qualche giorno rivedrò Happy, tra qualche giorno riavrò i miei ricordi… e nel frattempo cosa dovrei fare? Starmene ferma in un angolino ad aspettare che il tempo passi?» Adesso si è alzata in piedi, e ha iniziato a misurare a grandi falcate la stanza. «Tu… tu non sai come ci si sente.» Continua, la voce pericolosamente incrinata. Se la schiarisce, respira a fondo e torna a parlare. Come se dentro di lei qualcosa fosse esploso, riversando all’esterno tutta l’ansia che finora si era tenuta dentro. «Io non ricordo niente, Gray. Non so chi sono, non so da dove vengo… e prima, in bagno, mi è quasi venuto un infarto perché le mie mani… guardale, di nuovo!» Esclama all’improvviso, sull’orlo delle lacrime… e quando fai come ti ha detto ti accorgi che, nella foga della discussione, ha evocato inconsciamente le sue fiamme.
E allora, senza pensarci, ti alzi e la raggiungi, stringendola a te.
Lei esita solo un momento… poi affonda il viso nel tuo petto e ricambia l’abbraccio.
«Perdonami,» sussurri sui suoi capelli «io… sono stato un idiota. Ho pensato solo a come risolvere questo casino… e non ho pensato a come stavi tu
«È un po’ come se non esistessi… non davvero.» La senti mormorare con una tristezza che ti stringe il cuore.
Sospiri e le accarezzi dolcemente i capelli e la schiena, poi la porti con te fino a sedervi entrambi sul letto e aspetti che si sia calmata almeno un po’. Quando la senti rilassarsi tra le tue braccia ti scosti appena per vederla in viso e le sorridi.
«Tu sei una dragon slayer del fuoco, Natsu.» Inizi a spiegarle. «È per questo che quando ti agiti compaiono quelle fiamme… ma non devi averne paura. Non tu, almeno.» Aggiungi con un sorrisetto.
Sorride anche lei, asciugandosi le ultime lacrime.
«Dragon slayer?» Ripete poi, in un’implicita richiesta di altre notizie.
E tu l’accontenti: le parli di tutto quello che Natsu ha detto a te, in questi lunghi anni. Le parli del suo potere, di Igneel, e di quando, dopo la sua scomparsa improvvisa, Makarov l’ha portata – portato – a Fairy Tail.
E anche della sua sciarpa, ovviamente.
«Tra l’altro… perché non l’hai messa?» Le chiedi poi, curioso.
Ma lei ti guarda stranita.
«Perché siamo al chiuso?» Ribatte, come se fosse ovvio.
In effetti lo sarebbe per chiunque… ma non per lui.
«Natsu… cioè, tu…» ti correggi, imbarazzato «tu non la togli mai.» Borbotti a mo’ di spiegazione.
La vedi mordicchiarsi il labbro, poi «Quindi devo rimettermela?» ti domanda, seria.
E allora sorridi, perché ti accorgi di averla involontariamente fatta preoccupare.
«No, se non vuoi.» La rassicuri. «Insomma, non è una specie di amuleto o qualcosa del genere – o almeno non credo – è solo…»
È solo un ricordo.
Ma per fortuna ti interrompi in tempo – evitando l’ennesima gaffe della giornata – e «Poi che altro vuoi sapere?» le domandi in fretta, cambiando bruscamente argomento.
E se anche Natsu ha notato il tuo stratagemma non lo dà a vedere. Anzi, corruccia la fronte e ti guarda pensierosa, poi «Parlami un po’ di te.» dice alla fine, cogliendoti di sorpresa.
«Di me?»
Si stringe nelle spalle.
«Bhé, sei l’unica persona che conosco, qui… e in effetti so soltanto il tuo nome. E che sei un mago del ghiaccio.» Aggiunge, ripensandoci.
«E un tuo nakama.» La correggi.
«E un mio nakama…» Ripete lei, aprendosi in un gran sorriso.
Il solito sorriso di Natsu.
E all’improvviso ti rendi conto di avere ancora un braccio a cingerle la vita – e che siete davvero troppo vicini – e allora la lasci andare di scatto, come se ti fossi bruciato, alzandoti poi in piedi e cominciando a camminare per giustificare quell’improvviso allontanamento.
E finendo probabilmente col passare da imbecille.
Inizi poi a parlare a macchinetta, raccontandole tutto quello che ti viene in mente – gli allenamenti con Ul, l’arrivo a Fairy Tail, la vita alla gilda – finché non la vedi arrossire appena e distogliere lo sguardo da te.
Ma cosa…
«Gray… i vestiti.» Dice poi, imbarazzata.
Oh cazzo!
Sobbalzi sorpreso e ti affretti a rimetterti i pantaloni. E intanto pensi che è strano tutto questo improvviso pudore da parte di Natsu: dopotutto, quando è successo prima, si è messa a ridere…
Vero è che prima eravate in mezzo alla strada… e non da soli in una camera d’albergo.
Ti allacci velocemente la cintura, ma non trovi la maglietta.
Dove diamine è finita?
Fai a malapena in tempo a terminare il pensiero che «Tieni.» ti dice Natsu, attirando la tua attenzione.
E quando ti volti di nuovo verso di lei vedi che ti sta porgendo la maglia con un sorriso sereno in volto, così sorridi anche tu e la ringrazi, finendo poi di rivestirti.
«È da prima che volevo chiedertelo…» Inizia mentre – già che ci sei – infili pure le scarpe. «Quella come te la sei fatta?»
«Quella cosa?» Le chiedi, senza capire.
Allora lei si avvicina ancora qualche passo, ti solleva appena la stoffa e «Questa.» sussurra, sfiorando in punta di dita la cicatrice che hai sul fianco.
Ignora il brivido, Gray, ignoralo…
«Oh, quella… è di quando ho combattuto contro Lyon.» Rispondi sbrigativo.
Ma Natsu ti guarda perplessa.
Giusto… lei non si ricorda di quella missione. Non si ricorda di Lyon né di Deliora. Non si ricorda di aver rischiato la vita per impedirti di sacrificare la tua né si ricorda di aver creduto in te tanto da affidarti, alla fine, le sorti del combattimento…
«Gray…?»
Ti riscuoti da quei pensieri.
«Scusa… Lyon è un mago del ghiaccio, come me. È stato uno scontro parecchio duro.» Le spieghi semplicemente.
La vedi aggrottare la fronte, poi «Ma alla fine hai vinto?» ti chiede.
Tuo malgrado sorridi.
«Sì, ho vinto.»
Sorride anche lei e sposta di nuovo lo sguardo sulla tua cicatrice, perdendosi nei propri pensieri. E poi, in silenzio, torna a sfiorarla col dito, seguendone delicatamente i contorni… e stavolta sei tu quello a disagio.
«Ho fame, andiamo a mangiare qualcosa.» Proponi allora, scostando delicatamente la sua mano da te e risistemandoti la maglietta.
Natsu si illumina e scatta verso la porta tutta felice, strappandoti un sorriso e confermandoti che, come speravi, il suo appetito è rimasto intatto anche in questo nuovo corpo.
«E dopo ti racconto tutto quello che vuoi.» Le prometti, recuperando la giacca dal tuo letto e seguendola fuori dalla stanza.

Natsu ti ha preso in parola: da quando siete usciti ieri pomeriggio fino a poco fa – quando si è addormentata – ti ha sommerso di domande su qualunque cosa le venisse in mente; tanto che, dopo poco più di un giorno, è arrivata a conoscere Fairy Tail e i suoi membri bene quasi quanto te…
Eppure non ti sei mai lamentato.
Certo, a tratti è stata davvero irritante – la mania di parlare a mitraglietta Natsu proprio non riesce a perderla, maschio o femmina che sia – ma in fondo è stato bello perdersi nei ricordi, una volta tanto.
E poi lei era così felice…
All’inizio ti ha davvero sorpreso il suo entusiasmo per ogni nuova scoperta, ma poi hai capito che, in effetti, recuperare la memoria persa per lei è stata – ed è tuttora – una sfida contro se stessa.
E sia mai che Natsu Dragneel si tiri indietro di fronte a una sfida.
Sorridi, guardandola dormire: si è raggomitolata sul fianco, il viso verso di te e l’espressione serena di chi sta facendo un bel sogno.
Il lenzuolo con cui si era coperta le è scivolato via, e tu non puoi fare a meno di lasciar vagare lo sguardo su quel suo corpo piccolo ma… bhé, perfetto.
E lo sai che non dovresti farlo – sono ore che te lo ripeti – ma non riesci a impedirtelo. Non dopo due giorni che vivete in totale simbiosi, non dopo averla stretta tra le braccia per consolarla e averla vista poi ridere fino alle lacrime…
Non quando lei ti guarda come se fossi l’unica persona importante al mondo.
All’improvviso ti alzi e la ricopri, per poi tornare a sdraiarti subito dopo e riprendere il filo dei tuoi pensieri.
Ti dici che in fondo è normale che lei ti guardi così – dopotutto sei il suo unico punto di riferimento in una realtà che le è ancora quasi completamente sconosciuta – ma… ma è anche normale che tu ne sia attratto… no?
Insomma, di certo è una bella ragazza – non si può negare: Natsu, grazie ai suoi allenamenti, ha sempre avuto un fisico scolpito – e poi…
E poi sei umano, santo cielo!
Sbuffi irritato e ti sistemi meglio sul cuscino.
Perché tu hai già visto uno sguardo simile a quello che ti rivolge questa nuova Natsu… l’hai visto negli occhi di Lluvia. E sai bene che anche lei è molto carina – non sei certo cieco – però… però è diverso.
Perché con Lluvia il tuo stomaco non si chiude quando siete troppo vicini, né il tuo cuore sussulta nel vederla sorridere all’improvviso…
Perché Lluvia non è Natsu.
Non ha il suo sorriso, né la sua gioia di vivere o la sua fiducia nel mondo…
Un borbottio incomprensibile attira la tua attenzione, e allora ti giri di nuovo verso la protagonista dei tuoi pensieri… e sorridi: adesso è stesa a pancia in su, a bocca aperta e in una posa totalmente sgraziata.
Totalmente da lui.
Chiudi gli occhi e sospiri, spostando lo sguardo al soffitto.
Ti è capitato spesso, in questi due giorni, di fare il paragone tra il vecchio Natsu e questa nuova versione carina e coccolosa e non puoi negare a te stesso che, nonostante tu apprezzi sul serio la tua attuale compagna di stanza… ti manca il tuo nakama. Quello vero, che si infiamma a ogni minima provocazione e ti insulta ogni tre parole… ma che sarebbe disposto a morire, pur di proteggerti.
Quello che con un solo sorriso ti fa stare bene.
Sospiri di nuovo, stavolta più a fondo: sei decisamente nei guai.
   
 
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