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Autore: Hufflebubble    26/04/2014    1 recensioni
[Crossover Harry Potter - Once upon a time]
Severus vuole viaggiare con la polvere volante, ma della cenere del camino gli finisce in bocca e sbaglia a pronunciare la destinazione.
Dal testo:
"Mise un piede tra le fiamme, diede uno strattone al mantello per portarselo dietro alla schiena e si girò verso la sua stanza. Ma non si era accorto che il mantello aveva sollevato una gran quantità di polvere e cenere, che non appena inspirò per dire la destinazione gli entrò in naso e bocca, facendolo tossire. Di conseguenza gli uscì una cosa che suonava tanto come “…story brook”, tra un colpo di tosse e l’altro."
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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banco

Il banco dei pegni

Severus, i riflessi prontissimi dopo tutti quegli anni da spia, si voltò di scatto levando la bacchetta. Quello che si ritrovò davanti era un uomo sulla cinquantina, vestito con un completo nero, elegantissimo. Si appoggiava a un bastone da passeggio. Quell'uomo era molto attraente, sebbene non fosse più giovanissimo; come Severus portava i capelli sciolti sulle spalle, aveva un naso sottile e affilato e uno sguardo acuto.
«Buongiorno» disse l'uomo. «Normalmente chiederei che cosa desidera, ma direi che in questo caso è più opportuno chiedere come sia entrato nel negozio, dal momento che ero fuori e l'avevo chiuso, non trova?»
Tutto subito Severus non rispose. Studiava il volto di quell'uomo, i suoi modi di fare non comuni. Gli sembrava di percepire che in lui ci fosse ben più che un semplice commesso di un negozio di antiquariato, eppure non sapeva spiegarsi quella sensazione. Ma soprattutto non sapeva che risposta dargli, di certo non avrebbe potuto rivelare a quel Babbano che era arrivato con la Polvere Volante!
 
Il Signor Gold era assai incuriosito da quell'insolito cliente. Osservò il suo strano abbigliamento, nettamente in contrasto con il suo completo elegante, e il suo portamento rigido, come se fosse sempre all'erta. Ma lo sguardo gli cadde soprattutto sulla bacchetta che teneva in mano. Percepiva che quello non era un uomo qualunque, avvertiva intorno a lui una specie di corrente elettrica, che poteva significare una cosa sola: l'uomo vestito di nero possedeva e praticava la magia. Anche se non gli era mai capitato di trovarsi di fronte a una così strana forma di magia.
Dal momento che lo strano "cliente" non rispondeva, decise di rompere il ghiaccio, per scoprire se i suoi sospetti fossero fondati.
«È uno strano oggetto quello che tiene in mano» fece notare Gold.
«Questa è… nulla, nulla…» Severus ripose la bacchetta nel mantello, quasi con indifferenza.
«Lei non è un uomo qualunque, signore. Io sento che lei sa praticare la magia, e quella bacchetta che teneva in mano fino a poco fa ne è la prova!»
Severus rimase di stucco. Chi poteva mai essere quel Babbano che aveva capito che lui era un mago? Forse anche lui praticava la magia in quel mondo di Babbani, e forse era proprio per quello che era spuntato nel camino di quel negozio. Non poteva esserci altra spiegazione.
«Come ha fatto a capire che sono un mago?» chiese Severus alzando un sopracciglio. «Chi è lei?» chiese ancora, senza aver atteso la risposta dell'altro.
Gold aveva capito subito che avrebbe potuto fidarsi di quell'uomo, anche se era un perfetto sconosciuto. Vedeva nei suoi occhi neri e profondi una luce. Provò empatia verso quell'uomo, e nonostante non lo conoscesse affatto lo sentì molto simile a lui, in un modo che però non sapeva spiegarsi. Decise così di passare alle presentazioni.
«Tremotino, al vostro servizio!» disse accompagnando la frase con un inchino e un elegante svolazzo della mano destra.
«Severus Piton» rispose, la voce fredda e distaccata. Non diede a vedere che stava bruciando di curiosità verso quell'uomo.
«Bene, ora che ci siamo presentati forse può essere così gentile da dirmi come è riuscito a entrare nel mio negozio intanto che era chiuso» chiese Tremotino, anche lui celando la curiosità dietro alla cortesia.
«A quanto pare non le si può nascondere nulla. Ebbene, sono arrivato dal retro del negozio, dal camino più precisamente. Usando la Metropolvere non ho pronunciato perfettamente la destinazione e mi sono ritrovato qui.» Il tono di Severus era quasi infastidito, aveva dovuto ammettere di aver sbagliato a pronunciare un semplice nome. Nemmeno un marmocchio all'asilo avrebbe potuto commettere un simile errore!
Metropolvere… Tremotino aveva maneggiato moltissimi oggetti magici in vita sua, ma quel nome non lo aveva mai sentito, e la cosa lo incuriosiva ancora di più.
«Strano modo per spostarsi, usando il camino. Sto forse parlando con Babbo Natale? Ricordavo però che lui era vestito di rosso!» ironizzò Tremotino, ma non sapeva che l'uomo che gli stava di fronte era poco avvezzo a quel genere di battute. Ma lo capì subito dall'espressione che assunse Severus.
«Molto divertente.» Il modo in cui Severus guardò Tremotino avrebbe sicuramente fatto scappare tutti i suoi studenti fuori dall'aula, ma sembrò non sortire quell'effetto sul suo interlocutore. «Visto che sono qui però vorrei capire in che diavolo di luogo sono finito, visto che la mia intenzione era quella di andare a Londra!»
«Benvenuto a Storybrooke, signore!» disse Tremotino accennando un altro inchino.
«A… Storybrooke? Ho capito bene?» Severus non aveva mai sentito di un paese che si chiamasse in quel modo strano, doveva trovarsi sicuramente in un minuscolo villaggio alla periferia di Londra.
' Ecco perché sono finito qua, il nome della libreria History Book è molto simile a Storybrooke! La prossima volta avrò cura di indossare un mantello meno ingombrante!' pensò nel frattempo Severus.
«Si, ha capito benissimo, lei è arrivato a Storybrooke, nel Maine.»
«M-M-M… Maine?»
Altro che periferia di Londra, era finito direttamente dall'altra parte del mondo! Gli ci volle un attimo per prendere consapevolezza di quella situazione, e si decise a porre un'altra domanda.
«Cos'è questo negozio? Ma soprattutto, come ha fatto a capire che io sono un mago?» gli chiese nuovamente, visto che al primo tentativo non aveva ricevuto risposta.
«Questo, signore, è il negozio dei pegni di Storybrooke. Se lei è un mago deve aver capito da solo che qui dentro è pieno di oggetti curiosi, nevvero?» Tremotino aspettò una qualche reazione da parte di Severus, che però rimase impassibile, così si decise a continuare. «Vede, non solo lei sa praticare la magia…»
Severus scorse negli occhi dell'uomo una scintilla di follia, o così gli sembrava. In un solo altro uomo aveva visto uno sguardo simile, cioè colui che era costretto a chiamare padrone e che fingeva di servire sempre fedelmente. La cosa lo preoccupò parecchio, ma in cuor suo continuava a sentire che poteva fidarsi dell'altro.
  
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