Essendo
l’orfanotrofio troppo dispersivo, lo
stagno è uno dei pochi posti nel quale il silenzio è il sovrano
indiscusso. Questo
mio regno di calma assomiglia più ad una sorta d'inespugnabile
prigione: mi
cattura, mi avvolge con le sue catene e mi chiude ogni via d’uscita.
Però c’è un bel vento, uno di quelli che ti dona serenità e conforto
fino alla
fine, anche solo sfiorandoti la fronte. Mi piace il suono del vento.
Così
calmo.
«Alleeeeeeeen! »
Non come il mio compagno, che rumoroso come sempre esclama il mio nome
spezzando la barriera tra il silenzio e il rumore, quel mondo dalla
realtà: ma
nonostante questo, non potrei mai odiarlo, lo so.
Si siede vicino a me, stando ben attento a non far scappare la sua
ranocchia
verdognola: a cosa gli servirà, questa volta? Ah, spero non la metta
nel pranzo
del maestro, sarebbe terribile.
«Non pensavo di vederti qui! C’è qualcosa che non va?»
Personalmente la mia testa non è sommersa di preoccupazioni, se non
quelle
della mia amnesia; eppure, so’ che c’è qualcosa che mi incuriosisce,
che non
posso far a meno di sapere. La conoscenza ferisce a volte, ma alla mia
curiosità non sembrano importare queste frasi fatte, tantomeno a me
stesso. E’
arrivato ormai il momento, quindi… perché non osare, almeno per oggi?
«Vedi, quando mi dicesti che c’era qualcuno che ti piaceva,» faccio una
piccola
pausa, non sono abituato ad entrare negli affari degli altri. «a chi ti
riferivi?»
Lui mi squadra attentamente, come se avesse sentito una di quelle
rivelazioni
che ti cambiano la vita: forse sono stato troppo precipitoso, forse non
avrei
dovuto? Dovrei farmi un esame di coscienza? No, le mie domande non
servono a
nulla; adesso sorride sereno, forse riceverò la mia agognata risposta.
«E’ Stella.»
Perché un solo nome può farmi stare così tanto male? Ah, le mie domande
sono
sempre così inutili. Forse, dovrei chiedergli delle spiegazion-
« O Chelsy.»
Aspetta. Qui c’è sicuramente qualcosa di strano, e forse ho capito cosa.
« Forse Letty, chissà!» ride, mentre entrambi sprofondiamo nella
monotonia.
Dovevo aspettarmi una cosa simile da quel ragazzo, diamine! Eppure sono
sempre
così ingenuo da cascare nelle sue trappole: sospiro, cercando di non
pensarci.
«Dai, dimmelo…»
Joshua abbassò il capo, sorridendo amaramente: non ho idea di cosa gli
stia
succedendo, e mi sento un po’ in colpa, forse dovrei scusarmi.
«Ma se non vuoi-»
«Sono uno stupido.»
La sua frase inizia a riecheggiare nella mia testa, in una sorta di
sequenza
infernale. Mi sento sempre male quando fa’ così, non voglio che pensi
cose
spiacevoli… vorrei tanto agire, ma resto un codardo e aspetto la sua
prossima
mossa.
«Non posso mentire.» ridacchia. «Pensavo di essere così bravo da
riuscire ad
ingannare anche me stesso.»
Rimango immobile ad osservarlo, incapace di compiere qualunque gesto.
Ma
probabilmente pensare non mi sarebbe servito a nulla, dato che ben
presto
quegli occhi smeraldo avvicinandosi occupano tutta la mia visuale,
inibendo
ogni mio possibile senso e azione; e mi ci volle un po’ di tempo per
capire
cosa stesse esattamente accadendo.
Essendo l’orfanotrofio troppo dispersivo, lo stagno è uno dei pochi
posti nel
quale il silenzio è il sovrano indiscusso. Questo mio regno di calma
assomiglia
più ad una sorta d'inespugnabile prigione: mi cattura, mi avvolge con
le sue
catene e mi chiude ogni via d’uscita.
Però c’è un bel vento, uno di quelli che ti dona serenità e conforto
fino alla
fine, anche solo sfiorandoti la fronte. Mi piace il suono del vento.
Così calmo.
Non come questa tempesta che sto’ avendo dentro.
Beh, partiamo dal fatto che la JoshuaxAllen è la mia OTP del gioco, e- diciamo che questa fic è uscita spontanea, mh~
Doveva essere il regalo di compleanno per la mia amata waifu, ma l’ho scritta troppo, TROPPO presto e la voglia di pubblicare era alta. x’’ In ogni caso, spero le sia piaciuta lo stesso.
E ovviamente, spero sia piaciuta anche a voi~!
Alla prossima!
_Carol_