Dopo essersi data per l'ennesima volta della stupida, Abigail entrò in salotto, dove Niall era con Dakota a guardare uno dei tanti cartoni animati che trasmettevano al canale dedicato ai bambini.
"Possiamo parlare?" Borbottò sedendosi piano sul divano, voleva essere cauta. "Cosa?" Se ne uscì il biondo nonostante avesse perfettamente capito la domanda, infatti Abigail non rispose, attese semplicemente.
Niall era confuso. Da quando sua sorella gli chiedeva di parlare con tanta serietà e con tono così maturo e perentorio?
Temeva quasi che fosse successo qualcosa di grave.
"Di cosa?" Chiese Niall dopo un paio di secondi.
"Di Louis." Abigail pronunciò quelle due parole con così tanto imbarazzo che temette di veder scoppiare a ridere il fratello da un momento all'altro. Invece non successe. Niall la fissava con le sopracciglia aggrottate e con un espressione sempre più confusa dipinta sul volto.
"Ma chi Tomlinson? Il tuo tutor?" Domandò mascherando la preoccupazione con un sorriso di circostanza, un sorriso così tanto simile a quello di Abigail.
Ma proprio mentre la ragazza era sul punto di aprire bocca, intervenne Dakota che con uno sbuffo svogliato borbottò un "Zitti, non riesco a sentire!"
Abigail allora, si alzò dal divano strofinando le mani sui jeans, all'altezza delle ginocchia, senza motivo apparente. Ma dentro di lei, lo sapeva, avrebbe voluto fare un paio di giravolte solo per smorzare la tensione.
Non sapeva esattamente cosa chiedere al fratello, non aveva preparato nessun discorso e nessuna frase ad effetto che l'avrebbe fatta sentire per un momento importante. Aveva solo intenzione di parlare con Niall, le parole le sarebbero venute in mente solo nel momento giusto.
Non era neanche sicura di ciò che aveva visto Mallory, ma la reazione di Louis quando le aveva chiesto spiegazioni non le era per niente sfuggita e non riuscire a decifrare la difficoltà nelle sua parole, quando aveva negato tutto, era proprio da stupidi, e nonostante Abigail si ritenesse tale, era riuscita ad intuire qualcosa.
Niall la imitò e con una decina di passi, che ad Abigail sembrarono più brevi del solito, si trovarono in cucina.
La ragazza si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare, voleva calmarsi.
"Allora?" Domandò il fratello impaziente. Ed Abigail lo imitò, un "Allora..." Appena udibile che fece spazientire ancora di più il biondo.
La ragazza sospirò lentamente e cacciò fuori delle parole a cui non aveva neanche pensato, parlò così velocemente che Niall rimase spiazzato.
"Parla piano, cazzo." Si riscosse poi.
"Si. Hai visto Louis in questi giorni?" Scandì bene le parole in modo da non ripeterle ancora e Niall si ritrovò costretto a rispondere.
Erano tre giorni che di Louis non riceveva notizie, non lo vedeva a scuola e non facevano più neppure le ripetizioni di cui Abigail aveva bisogno e a lei quella situazione non piaceva per niente.
Insomma, avevano messo in atto quella specie di piano, che prevedeva di far superare tutte le sue paure, non poteva sparire così.
"No." Rispose Niall con una semplicità quasi innaturale.
Ed Abigail si sentì sprofondare.
Aveva creduto alle parole di Mallory che aveva riconosciuto in due perfetti sconosciuti Louis e Niall.
Ma la cosa più importante oltre all'aver fatto la figura della stupida con suo fratello, era che non aveva creduto in Louis. Non le aveva dato neanche un minimo di fiducia, tanto da renderlo colpevole in un secondo.
Era stata davvero una stupida.
"Perché?" Domandò il fratello atono. "Io..." Abigail non sapeva cosa dire, come giustificarsi.
Il fratello non era neanche a conoscenza del loro piano, credeva che lei andasse a fare solo ed esclusivamente ripetizioni di matematica.
"Da quanto tempo non lo vedi?" La bloccò Niall. Un espressione seria, allora fu Abigail a preoccuparsi in quel momento.
"Un paio di giorni." Dichiarò con ovvietà.
"Oh, non preoccuparti. Si farà sentire, ne sono sicuro." Ridacchiò nervosamente, il sorriso era ritornato. Abigail annuì.
In quella stessa giornata Louis, non ci impiegò molto tempo a farsi sentire, quasi come se avesse letto nel pensiero ad Abigail, si presentò a casa Horan con un sorriso stanco disegnato sul volto.
Sembrava che qualcosa non andasse, notò la ragazza. Sembrava stressato.
I capelli che di solito portava in un ciuffo sbarazzino, erano arruffati sulla fronte, donandogli un aspetto più infantile.
Gli occhi erano contornati da leggere occhiaie violacee, poco visibili comunque.
Ma la cosa più importante era il sorriso, spento e non sincero e confortante come lo ricordava la ragazza.
Abigail esitò un attimo non appena si ritrovò davanti il corpo di Louis appoggiato allo stipite della porta di ingresso.
Era decisa a non voler dubitare ancora di lui, se le avrebbe detto di stare bene, lei lo avrebbe creduto senza problemi, anche se la sue espressione urlava tutt'altro.
"Certo." Rispose semplicemente il ragazzo, ed Abigail gli credette. "V-Vuoi entrare?" Chiese in imbarazzo.
Stringeva con una forza quasi inaudita, tanto da far diventare le nocche bianche, la maniglia in ferro della porta di casa. Aveva una voglia matta di abbracciarlo, come sempre d'altronde, ma non voleva sbilanciarsi tanto, temeva in una reazione indesiderata da parte del ragazzo.
"No, grazie. Abbiamo da fare." Dichiarò con ovvietà. "Dai forza, prendi la giacca e andiamo." La incoraggiò.
Abigail si sentì frastornata e felice allo stesso tempo. Dove voleva portarla Louis?
Quale sua altra paura aveva intenzione di farle superare? Oppure voleva semplicemente farle fare matematica?
Sentiva l'eccitazione crescerle alla bocca dello stomaco e si sentiva felice più che mai, si sentiva pronta a fare qualsiasi cosa, le bastava avere Louis Tomlinson accanto.
Venti minuti dopo Abigail era chiusa in un hair style così come l'aveva chiamato Louis ridacchiando e come diceva l'insegna a caratteri cubitali appena sopra la porta d'ingresso, decorata da piccole foto di modelle da tagli di capelli improponibilmente corti e da cartelloni con le tipiche scritte Domenica Chiusi oppure Aperti anche il lunedì.
Non poteva ancora crederci, l'aveva portata a tagliare i capelli, l'unica parte del suo corpo che le piaceva.
Louis ridacchiò scuotendo il capo "Non preoccuparti, li ho io." Non aveva pensato per niente all'idea che stavano per dirigersi al mietitoio dei suoi capelli.
"Non posso permetterti di spendere soldi per me."
"Smettila dai, è solo un piccolo taglio di capelli.” Sdrammatizzò il ragazzo, eppure Abigail non riusciva a capire cosa provassero le donne a tagliarsi i capelli. A sua detta rendevano il volto più armonioso e il fisico più slanciato e femminile, insomma li adorava!
Ma la voce squillante di Louis la anticipò di qualche secondo, “Tagli semplicemente qualche centimetro.” La bionda si sentì un po' meglio a quella risposta e tirò un sospiro di sollievo chiudendo gli occhi.
Salve
gente!
Sono tornata con il capitolo cinque, spero che a qualcuno piaccia. :)
Ho notato, purtroppo, un calo sproporzionato di recensioni e ci sono
rimasta un pochino male.
Sarò sincera, a me non interessa ricevere molte recensioni,
sono dell'idea "poche ma buone", se scrivo non è per
ricevere milioni di recensioni, ma per me stessa. Ho pubblicato questa
storia solo perché scrivere e rimanere tutto impalato nel
mio PC non mi è sembrata una buona idea, volevo migliorare
magari ricevendo qualche consiglio da persone più esperte di
me, e così ho fatto, ho ricevuto molti consigli che ho
seguito tutti di buon grado.
Ma adesso la cosa sta diventando un po' stramba... Molte persone
seguono questa storia, ma nessuno probabilmente la legge per davvero, e
mi sto chiedendo se la responsabilità è
mia.
Forse la storia non piace più, o più
semplicemente sta diventando noiosa. Per questo, vi chiedo di farmi
sapere qualcosa, se davvero non volete lasciarmi una recensione allora
fatemelo sapere per messaggio privato, se la storia non vi interessa
più, provvederò a cancellarla e a continuarla sul
mio PC. Perché davvero mi sembra inutile pubblicare qualcosa
che poi non viene letto da nessuno. Anche perché, nelle mie
possibilità, sto cercando di mettercela tutta per essere
sempre puntuale e in orario negli aggiornamenti, scrivo anche stati
autrice per chiarire meglio la situazione, ma mi sembra tutto inutile e
se davvero non c'è nessuno che segue Ten Things, beh, la
cancellerò.
Detto questo, non voglio sembrare lamentosa HAAHAHAH, quindi mi scuso
per questo stato autrice un po' lungo e vi invito a farmi sapere cosa
ne pensate della storia, magari dandomi altri consigli per scuotere un
po' la situazione.
A presto. :)