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Autore: GiuliaGranger    26/04/2014    0 recensioni
L'adolescenza è una cattiva medicina da ingoiare, per davvero!! Noi magari non ce ne rendiamo conto, ma ci sono intorno a noi ragazzi che cercano di ingoiare questa stupida e inutile medicina prima di raggiungere la maggiore età. Anche io ne faccio parte, anche se mi è difficile ammetterlo: ho preso sputo dalla mia situazione... anche io mi sento così, come la povera Sara, che non sopporta di vedere il ragazzo che le piace con un'altra che non è lei, ma cerca di superarlo... come faccio io. Certo questa è una storia totalmente inventata da me, ma è la cosa che molte ragazze sognano (io sono tra quelle), non mi è mai capitato, ma è quello che ho sempre sperato ora messo nero su bianco e, nonostante Sara abbia qualche anno più di me, questo succede a tutte... anche alle più forti è capitato di innamorarsi...
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L

Appena uscì dallo studio dentistico dovette maledire gennaio, il suo brutto tempo e se stessa per non essersi portata l'ombrello. Bé, almeno il suo giacchetto aveva il cappuccio.

Prese l'autobus e, per fortuna, lì non conosceva nessuno, né aprì bocca con nessuno. Fu un ritorno un po' deprimente.

Arrivata davanti casa aprì la porta della villetta con le sue chiavi che, per colpa del suo patrigno, avevano fatto più visite alla lavatrice accesa nella tasca dei suoi jeans che nella toppa del portone di casa. Si chiuse la porta alle spalle e abbandonò lo zaino di scuola, con i libri delle lezioni del sabato mattina , accanto alla porta e, senza neanche levarsi il giacchetto, si fiondò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle.

La casa era deserta... se non fosse per Sebastiano che era nella camera accanto alla sua, malato di raffreddore.

I suoi genitori, con Leonardo, sarebbero tornati ad ore.

Si asciugò una lacrima, che si era accorta che le era sfuggita dall'occhio, con la mano: non voleva cominciare a piangere proprio adesso per Marcus, dopo essere stata così forte. Aveva avuto molto tempo nelle ore precedenti , non voleva mostrarsi debole proprio ora... e non voleva far preoccupare Sebastiano.

Poi avvertì un tonfo sordo fuori dalla sua stanza e, quando aprì di malavoglia la porta, trovò il suo zaino a terra con un bigliettino sopra. Riconobbe la delicata scrittura di Sebastiano e lesse: "Se hai dei compiti da fare, falli. : ricordati che domani andiamo a pranzo fuori. Se hai bisogno di me per... lui, chiamami."

Sara sapeva a cosa si riferiva Sebastiano, cosa significava quel "per.. lui": voleva dire "se ti senti male per Marcus", "se piangi per Marcus" e tutte cose così.

Si asciugò un'altra lacrima e portò dentro lo zaino richiudendo la porta. Sebastiano era così gentile con lei: da cinque anni ormai lui la consolava e la confortava quasi ogni pomeriggio, cercava di non farla soffrire per Marcus... ma inutilmente. Sara quotidianamente, piangeva.

Quasi ogni pomeriggio piangeva per lui, poi, senza neanche accorgersene, si ritrovava tra le braccia di Sebastiano che cercava di consolarla. Questa storia andava avanti da cinque anni. Cinque lunghi anni in cui Sara sapeva di avere bisogno di lui, ma non sapeva come ripagarlo: lui non aveva mai avuto così tanto bisogno di lei, quanto di lei per lui.

Si sedette alla sua scrivania e cominciò a fare i compiti, le piaceva fare i compiti, almeno la distraevano dai problemi della vita reale.

Dopo circa quattro ore e mezzo aveva fatto i compiti per lunedì, martedì, mercoledì e giovedì mangiando solo un panino per pranzo.

Nell'istante in cui alzò la testa dal libro di inglese su cui stava facendo i compiti entrarono sua madre, Leonardo e Robert.

Wow, non aveva pianto per tutta la mattinata e tutto il pomeriggio, sorrise per scacciarsi il pensiero che, tanto la tormentava, dalla testa.

Uscì di corsa dalla sua stanza sorridendo, quasi ridacchiando, e corse in corridoio fiondandosi tra le braccia di sua madre e le schioccò un bacio sulla guancia.

-Sara! Sei felice oggi! Che bello! Ho una sorpresa per te...- disse in fare misterioso. Tirò fuori dalla borsa un pacchetto della Feltrinelli.

Sara fece un urletto eccitato portandosi le mani alle labbra poi afferrò il pacchetto con mani tremanti sradicandolo letteralmente dalla presa salda di sua madre e lo scartò, curiosa, troppo  velocemente lasciando cadere incurante la carta a terra.

Rimase in mano con un libro, IL libro. Un urlo involontario di gioia le scappò dalle labbra. -COLPA DELLE STELLE!!!! Grazie mamma!!!!- La madre, Laura, di non averla mai vista così felice. Sara le saltò al collo in un abbraccio fortissimo, quasi doloroso. Poi si rifugiò in camera senza neanche dare alla madre il tempo di rispondere.

Chiuse la porta con uno scatto e si mise a leggere. Era felice, felice davvero, dopo tanto tempo.

Sebastiano si affacciò dalla camera, dopo aver ascoltato tutto il discorso, con un sorrisetto compiaciuto e divertito allo stesso tempo.

Oggi non avrà bisogno di me per...lui. Pensò infine prima di richiudere delicatamente la porta.

  
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