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Autore: Yssis    26/04/2014    2 recensioni
Dall'Epilogo
-Ciao Yuuto. Com’è andata la giornata?-
-Tutto bene papà, grazie.-
“Pensa papà, se io non fossi tornato a casa oggi.
Avresti aspettato, cominciando ad agitarti, poi sarebbe arrivata la mamma e l’avresti accolta con un sorriso tirato, che non nasconde l’ansia.
Lei avrebbe subito chiesto di me; allora non avresti retto più e avresti detto che ero uscito per giocare con i ragazzi ma non ero rientrato all’orario stabilito, né avevo avvisato un possibile ritardo.
Allora avreste chiamato la polizia e sarebbero iniziate delle ricerche che non avrebbero portato a niente.
Io mi sarei dissolto nel nulla e non mi avresti più rivisto, mai più…
Però va
tutto bene papà, perché non è successo nulla e io sono qui, sono tornato a casa, adesso mi lavo e mi preparo per la serata.
La mamma ci racconterà del suo viaggio, e io parlerò della partita e della possibilità di iscrivermi al club di calcio anche alle scuole superiori.
Mangeremo tutti insieme, finirà anche l’estate ma io sono qui papà.
“Tutto bene, sono a casa. Grazie.”
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jude/Yuuto, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16;  Luci nella notte

-Aaaaahhh…! Com’è tardi ragazzi…!-
-Faremo meglio ad andarcene tutti a letto, che ne dite?-
-Ottima idea Mamo-kun! A questo punto è meglio che io vi lasci…-
-Ma Haruna! Cosa dici? Ormai è molto tardi, di sicuro Kidou si sarà già addormentato da un pezzo… Dormite da noi, è la cosa migliore!-
-Io… Non vorrei disturbare…-
-Non dire sciocchezze e seguimi, così andiamo a prepararci.-
-D’accordo Natsumi-chan! Arigatou…- Mentre le due giovani donne stavano per sparire nel corridoio che portava alle stanze da letto, la blu rallentò il passo per volgersi verso l’uomo di casa.
-Endou mi faresti un favore?-
-Dimmi pure; cosa c’è?
 -Non potresti per caso andare di sopra a controllare Yuuto? E’ da molto che non lo sentiamo più, penso che si sia addormentato…-
-Lascia fare a me, tranquilla.-
-Grazie!- trillò allora, chiudendosi la porta del bagno alle spalle.
Il moro finì di sparecchiare la tavola, dopodiché facendo attenzione a fare meno rumore possibile salì le scale che portavano in camera da letto.
Socchiuse la porta debolmente, facendo trasparire solo un fascio di luce: già si immaginava Kidou tutto rannicchiato a dormire nel grande letto matrimoniale… Ma dovette ricredersi.
Forti e rumorose spire di vento sbattevano le tende.
Una sedia era rovesciata.
Poco distante, un quadro a pezzi.
Il buio più totale. Il silenzio più totale.
Mamoru gelò sul posto, si sentì travolgere da un terrore indicibile.
La stanza era vuota.

**

Nella sua stanza, Hikaru guardava il soffitto, senza riuscire a prendere sonno.
Di norma, quei giorni che passavano in compagnia di Rushe e Fideo erano già di per sé emozionanti e fantastici… Ma questa volta era successo qualcosa di più, qualcosa di pazzesco che stentava ancora a spiegarsi.
Non era strano che dopo la partenza dei loro amici italiani rimanesse a lungo sveglio: faceva mente locale di tutto quello che era successo, contava le volte in cui Rushe l’aveva preso per mano o gli aveva sorriso, si scriveva tutte le cose che lei gli aveva raccontato sull’Italia… Insomma, era una veglia piacevole. Invece questa volta era diverso.
Pensieri confusi, aspri e bigi gli toglievano il sonno. Non era tranquillo.
Si girò su un fianco, e si accorse di aver lasciato le tende aperte: si alzò allora per chiuderle, e preso dalla troppa curiosità guardò fuori.
La notte era gelida e scura, le stelle sembravano essersi tutte spente.
“Un black-out nel cielo… E’ possibile?”
Pensò a Rushe, la sua Rushe che adesso era su un aereo e stava correndo contro la notte: sarebbe arrivata a casa e forse lì ci sarebbe stata la luce del giorno.
Pensò a Masaki, perché il suo amico gli aveva sempre detto di non sopportare la notte, perché era buia, triste ed inutile – così aveva detto – ma Hikaru sapeva che è solo nei momenti bui che è bello credere alla luce: e Kariya alla luce ci credeva, ne era certo.
Pensò alla sua mamma e al suo papà, che vedeva così raramente, e chissà se adesso anche loro stavano pensando a lui, guardando le stelle…
Pensò a quel bambino, quel Kidou, che era arrivato fin a casa loro in una notte buia come quella.
Pensò a suo zio, perché suo zio gli aveva detto una cosa bellissima riguardo la sua nascita. Gli aveva raccontato che lui era nato di notte, ma aveva gli occhi tanto brillanti che i suoi genitori l’avevano voluto chiamare Hikaru. “Una stella è rimasta intrappolata nei tuoi occhi neri, e così per quanto buio sarà intorno a te, tu saprai sempre che la luce c’è, si può trovare; e si trova in noi stessi, nei nostri occhi.”
Anche suo zio aveva gli occhi neri, e anche se lui si ostinava a non pensarla così, Hikaru sapeva che, infondo infondo, la luce di una stella brillava anche negli occhi del suo oji-san.
Sorrise, pensando che forse era davvero troppo poetico a volte; lui pensava sempre, pensava a tante cose… Al momento di doverle esporre però, al momento di dover parlare, non riusciva a combinare nulla di serio, balbettava, diventava rosso rosso e rovinava tutto.
Ma dentro di sé conservava un mondo di parole e pensieri… Un mondo di sogni.
D’un tratto sentì il telefono di casa squillare.
Ma era così immerso nel silenzio e nella quiete notturna che inizialmente non se ne accorse; gli arrivò alle orecchie solo un rumore flebile e indistinto.
Pian piano qualcosa tuttavia cambiò: all’improvviso divenne un suono d’allarme, vibrando per la casa silenziosa le onde sonore lo fecero trasalire.
Si lanciò allora al piano inferiore, alzò la cornetta e rispose.
All’inizio non capiva, non capiva nulla, si sentiva stordito dalla sua stessa paura: all’improvviso si autoimpose di calmarsi, e riuscì a capire quel che era sufficiente sapere.
“-Arriviamo!-” Fu l’unica cosa che proferirono le sue labbra prima di riattaccare.
Afferrò subito la giacca pesante e si fiondò in salotto… Ma attonito dalla tenerezza si fermò.
Suo zio era seduto a gambe incrociate sul tappeto, la testa che ricadeva dolcemente in avanti mentre fra le mani teneva ancora alcuni pezzi di puzzle.
Sorrise Hikaru, mentre nel suo cuore si battagliava tra il desiderio di abbracciarlo forte e dirgli che gli voleva davvero bene, scrollarlo e svegliarlo immediatamente perché era successa una cosa grave e dovevano subito fare qualcosa, oppure semplicemente godersi l’attimo pensando che era l’unico a potersi permettere di vedere suo zio ridotto in quello stato, a detta di qualcuno, patetico.
Ridacchiò sottovoce, e poi lentamente si avvicinò all’uomo ancora addormentato.
-Zio… Zio svegliati… Dobbiamo andare…-
Vide chiaramente le palpebre dell’altro stropicciarsi, ma non ci misero molto ad aprirsi in quanto nella stanza era ancora tutto buio.
-Hikaru…- Appena si accorse di essersi addormentato in quella posizione ridicola suo zio si alzò in piedi, e mentre nel buio il ragazzino scorgeva chiaramente il rossore sulle guance dell’uomo, di nuovo gli venne da sorridere. – H-Hikaru… C-Cosa succede…?-
-Sai zio. – Esordì il ragazzino, porgendo la sciarpa all’uomo che gli stava di fronte. – Ho come l’impressione che questa giornata non sia ancora finita.-
-Che intendi? E’ notte fonda ormai…-
-Sì zio, è notte. E noi dobbiamo uscire a cercare la luce del giorno.-
-La luce del domani… Il portale!-
Hikaru sorrise, anche se il suo assomigliava di più a un broncio.
-Uff! Non riuscirò mai a dirti qualcosa che ti impensierisca, senza che tu mi dica subito il senso di quello che intendevo!-
-Ehi! In questo non mi batterai mai, mi dispiace… Sei ancora troppo inesperto per superare il maestro…-
-Zio, adesso andiamo. Volevo solo dirti… Io-Io sono con te. Io ti voglio bene, e so che per te è importante…-
-Hikaru…-
-… Però domani a scuola non ci vado, se stiamo tutta la notte in giro a cercare quel bambino!-
Kageyama scrollò la testa, lacrime insapori inumidivano le labbra sorridenti: - Avrei dovuto aspettarmelo… Buon sangue non mente, sei veramente mio nipote.-
-Ne dubitavi forse?-
-Assolutamente no.-
-Andiamo zio, troviamo Kidou.-

**

Yuuto si destò frastornato ed infreddolito.
Non riconosceva il luogo in cui era né rammentava come ci fosse arrivato.
Per un attimo si sentì freddo e vuoto, con tanta paura nel cuore che batteva forte.
Già una volta si era trovato in quella situazione; intorno c’era solo oscurità, silenzio mentre lui aveva freddo e paura.
Quella volta però, per quanto fosse indolenzito, aveva chissà dove trovato la forza per correre, per scappare, per cercare riparo.
Ora invece era solo nel buio della foresta, le ombre spettrali dei rami spogli lo ghermivano e lo bloccavano sul posto.
A ogni rumore sobbalzava, il cuore batteva talmente forte nel petto che – ne era sicuro – sarebbe potuto schizzar via da un momento all’altro.
Si accucciò per terra, nascose la testa fra le ginocchia e chiuse gli occhi.
Persino la Luna non aveva più luce per lui, per infondergli un po’ di sicurezza; era solo nel buio della notte, eppure qualcosa brillava ancora.
Qualcosa si agitava nel suo petto di bambino, mentre piccoli cristalli rimanevano congelati sulle ciglia; qualcosa di tiepido e tranquillo, come la fiamma tenue e gialla di una candela, lo tranquillizzava.
Pensò alla neve bianca e lucente, pensò alle candeline sopra la sua torta, pensò all’abbraccio con cui Hikaru l’aveva accolto, ospite senza nome, e tratto in salvo.
Pensò alla luce, e placidamente il suo respiro si fece calmo e regolare.

E nello specchio di luce tenue, d’un azzurro quasi argenteo, l’immagine di un bambino addormentato ai piedi di un grosso masso si rispecchiò quasi d’incanto.

*Angolino delle lanterne (?)*

Tadàààà! ^^”
Sì lo so, sono in mostruoso ritardo. -.-“
Non vi ho mai fatto aspettare così tanto, e sicuramente avrò perso metà dei miei lettori, se non di più *^*
La colpa è mia, sono un essere spregevole; sul finale penso di starvi deludendo parecchio, ma sinceramente il tempo è poco e la signorina Ispirazione non aiuta affatto x.x
Si fa i comodi suoi e basta, quell’arrogante!
Quindi lo so che questo capitolo è una cosa abominevole, pensavate al gran finale e invece no! Non ancora… Non immaginate quanto tempo c’ho speso dietro a questo capitolo, ogni finale che provavo a ideare mi sembrava orrido e poco esauriente e lo cancellavo, così alla fine ho deciso di scrivere questa cosetta più breve ma quanto meno decente – spero.
Farò il possibile per pubblicare il prima possibile il “vero” finale, questa è più che altro di nuovo una pausa riflessiva. ^^”
Au revoir, e scusatemi ancora.
Sissy <3

  
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