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Autore: Polaris_Nicole    26/04/2014    1 recensioni
E se Artemide avesse infranto il voto di castità? E se avesse avuto un figlio maschio?
Jonah Nighthief, figlio di un naturalista inglese, presto scoprirà di essere un mezzosangue e di essere anche il frutto del tradimento della dea della Luna.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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5 anni dopo
La luna regnava incontrastata nel cielo, luminosa come non lo era stata mai.
La strada del quartiere colmo di case era silenziosa e resa luminosa dai lampioni ai lati di quest’ultima.
Jonah sbuffò osservando la scena sul davanzale della sua finestra, erano le due del mattino e, come ogni notte, Jonah era sveglio incapace di riaddormentarsi perso nel bagliore argenteo emanato dal profilo bianco come il latte della luna.
A volte gli dava fastidio, svegliarsi sempre a quell’ora, ogni notte, quando vi era la luna piena; il punto era che anche volendo non era capace di riaddormentarsi, così, cominciava a leggere utilizzando come unica fonte di luce quel satellite che ogni notte lo destava con dolcezza.
Ogni notte cominciava un nuovo libro per spezzare il tempo e farlo passare più velocemente e ogni notte era capace di terminarlo senza troppi problemi.
Era contento che suo padre avesse una vera e propria ossessione per i libri e che possedesse una vasta e ben fornita biblioteca, in genere, ne prendeva più di uno di notte o la mattina presto, anche per questo doveva finirlo velocemente, soprattutto per non far ricadere i sospetti su di sé ogni singola volta che Thomas Nighthief si lamentava di non riuscire a trovare, guarda caso, proprio i libri presi da Jonah la sera prima.
Era da quando aveva compiuto 11 anni che Jonah odiava suo padre, forse era anche per questo che non gli chiedeva mai il permesso per i libri, anche adesso che stava per compiere 15 anni il suo odio non sembrava sul punto di volersi arrestare.
Sua madre non c’era mai stata nella sua vita e i ricordi che aveva di lei erano sfocati e sconnessi, all’inizio pensava che fosse tutta colpa sua poi, dopo il matrimonio del padre, aveva cominciato a dare la colpa di tutto proprio a lui.
Oltre a questo, ci si metteva la sua matrigna e il suo fratellastro e allora non c’era più molto da fare se non rinchiudersi in se stesso e aspettare un miracolo. All’improvviso, però, sentì un rumore e, con uno scatto veloce, si stese sul suo letto e chiuse gli occhi nello stesso istante in cui una mano arrivò ad aprire la porta girando la maniglia.
Era il suo fratellastro Tom, riusciva a vederlo grazie allo specchio appeso esattamente alla parete di fronte a lui. Lo vide mentre furtivamente prendeva la sua sveglia e cominciò a giocherellare con gli ingranaggi: sapeva cosa stava facendo.
Era da secoli che lo tormentava con scherzi stupidi e il suo preferito era mettergli la sveglia alle tre e cinque del mattino, oppure, la manometteva per fargli fare tardi al mattino.
A Jonah venne da sorridere “piccolo sciocco” pensò “pensa veramente di imbrogliarmi col trucco più vecchio del mondo? Gli farò vedere io”.
- Buonanotte Jonah – esordì Tom con un filo di voce e con un ghigno beffardo impresso sul volto roseo circondato da riccioli color cioccolato e dagli occhi tanto azzurri da fare invidia al cielo.  
Appena uscì dalla stanza, Jonah cominciò a ridere pensando che Tom fosse proprio un idiota, a volte era caduto in alcuni dei suoi trucchetti, ma non poteva pretendere che potessi caderci ogni singola volta che aveva voglia di divertirsi.
Odiava quel dodicenne che si esaltava di fronte a bombolette spray per graffiti – anche se aveva troppa fifa per farne uno vero e proprio – oppure per l’ennesima saga Horror appena uscita sul mercato – ciò di solito comportava che per un’intera settimana l’avrebbe tormentato non riuscendo a dormire perché non-so-chi continuava a spuntare dal suo armadio - .
Non aveva mai rappresentato per lui la classica figura del “fratello maggiore” che viene trattato con rispetto e preso addirittura come modello da seguire.
A suo avviso, Tom era tale e quale alla madre: petulante, viziato, scontroso, testardo, odioso, menefreghista, permaloso … non sarebbero bastati tutti i difetti del mondo per descriverlo al meglio e per rendere giustizia (?) al suo caratteraccio.
Suo padre aveva provato in tutti i modi per farli andare d’accordo, ma era tutto inutile, Tom era troppo orgoglioso e Jonah troppo distaccato nei confronti della famiglia.
Tra un pensiero e l’altro, però, gli occhi di Jonah cominciarono a diventare pesanti, tanto da farlo cadere nell’oblio dei suoi sogni ... o incubi.
***
“Jonah … JONAH! Svegliati! È tardi!” gli urlò una voce acuta e fastidiosa, Jonah si portò il cuscino sopra la testa e si girò dall’altro lato.
“smettila di rompere pulce, so che è uno dei tuoi scherzi” disse con voce impastata dal sonno.
“se fosse veramente uno scherzo, allora perché fuori è pieno giorno?!” ringhiò lui, si arrabbiava sempre quando qualcuno (specialmente Jonah) lo chiamava “pulce”.
Jonah alzò appena la testa e vide la luce accecante del sole entrare dalla finestra e l’orologio appeso alla parete, troppo in alto per essere alla portata di Tom, che segnava le sette e cinquanta del mattino.
Si alzò dal letto scostando il suo fratellastro con non troppa delicatezza e prese a togliersi il pigiama e rivestirsi con dei jeans scuri e una felpa nera sopra una maglietta verde cupo.
“secondo me sei ridicolo” esordì Tom guardando il fratellastro più grande, era da quando aveva la sua età che Jonah aveva preso gusto nel vestirsi con i colori più cupi esistenti nell’universo.
“grazie del complimento” rispose con sicurezza Jonah dandogli un bacio sulla fronte, il suo fratellastro odiava quel tipo di effusioni, e gustarsi la faccia disgustata di Tom di prima mattina aveva lo stesso effetto della caffeina su di lui.
Prese il suo zaino e scese velocemente le scale.
“Jonah, finalmente!” attaccò suo padre andandogli incontro sulle scale, Jonah si scostò appena lui tentò di abbracciarlo, Thomas Nighthief non disse nulla, era abituato a sentirsi rifiutato da suo figlio.
“Papà, non è il momento, … TI SBRIGHI PULCE!” urlò in direzione delle scale, era da quando Tom aveva cominciato a frequentare le medie che era stato obbligato ad accompagnarlo a scuola (un’altra idea geniale di suo padre per farli andare d’accordo!).
“so che è tardi – in quel momento Jonah lo guardo come se avesse appena annunciato che il ghiaccio è acqua solida – ma ho bisogno che tu prenda questo” disse porgendogli un oggetto che teneva chiuso nel palmo della mano.
“un … portachiavi della farmacia?” disse Jonah titubante di fronte ad un portachiavi con attaccato un ciondolo di forma cilindrica con sopra disegnato il simbolo della farmacia che si trovava due isolati dopo casa loro.
“è più utile di quanto pensi in caso di emergenza”
“molto interessante … PULCE! GUARDA CHE VENGO SU E TI TRASCINO A SCUOLA CON LA FORZA!” urlò sempre nella speranza di sfuggire all’imbarazzo provocato da suo padre.
“non dovresti trattarlo così, è solo …”
“è solo cosa?! Spaesato?! Confuso?! Ha avuto quattro anni per orientarsi e abituarsi al mio caratteraccio, ha dodici anni! è grande per essere difeso tutto il santo giorno!” sbottò all’improvviso, suo padre aveva sempre voluto bene a Tom, forse più di quanto ne volesse al suo vero figlio, questo almeno secondo il punto di vista di Jonah.
Rimasero per un po’ in silenzio, Thomas ad osservare Jonah, Jonah a fare di tutto pur di evitare gli sguardi carichi di aspettative del padre.
“eccomi, sono qui, contento?” disse sarcastico Tom.
“per niente, adesso andiamo” rispose riluttante Jonah trascinandosi dietro il ragazzino più piccolo tirandolo per una delle bretelle dello zaino.
Una volta fuori casa, Tom tentò di divincolarsi dalla salda presa di Jonah senza successo.
“Mollami, idiota!”
“dovrai costringermi, pulce” disse con tono calmo il maggiore, l’unico lato positivo dell’essere obbligato ad accompagnare Tom a scuola, era che fuori casa era lui a comandare e poteva fare quello che voleva quando voleva. Tom prese a spingerlo e dargli calci, ma Jonah era molto più forte di lui, però, alla fine lo lasciò andare.
“finalmente! Non sai quanto ti odio, cretino …” mormorò incrociando le braccia Tom.
“aww! Davvero mi odi? Pensavo che non mi sopportassi, ma se dici di odiarmi allora ho proprio superato me stesso!” esclamò attorcigliando le braccia attorno al minore in un abbraccio un po’ troppo stretto rispetto ad uno normale, abbastanza da far infuriare Tom.
Tom però rimase immobile limitandosi a sbuffare e volgere gli occhi al cielo, di certo non aveva apprezzato, ma sembrava aver preso troppo bene l’abbraccio, ma all’improvviso si bloccò guardando con occhi sgranati di fronte a sé.
“che ti prende? Sembra che tu abbia visto …” il sorriso gli sparì dal volto quando vide un immenso cane nero ringhiare nella loro direzione.
Mi sciolsi subito dall’abbraccio e presi Tom per il polso facendolo indietreggiare lentamente, era vero che non lo sopportava, ma non poteva mica farlo finire in pasto ad un cane troppo cresciuto!
Il minore, percependo la lieve pressione sul suo polso, afferrò il braccio di Jonah e lo guardò con occhi spaventati e confusi.
“adesso che facciamo?” chiese tremante, lo sguardo di Jonah cadde sulla cicatrice lunga e arcuata sul braccio del più piccolo, ricordò che, all’età di nove anni, Tom era stato morso in quel punto da un cane identico a quello che si trovavano davanti, decisamente più piccolo, ma dello stesso tipo.
Aveva una gran paura dei cani, ciò era visibile dal modo ossessivo con cui gli stringeva la mano, non poteva crederci che tra tutte le persone a cui si sarebbe potuto affidare, Tom si stava affidando proprio a lui.
“si corre” disse alla fine il maggiore con un sospiro che faceva trasparire tutto il suo nervosismo e la sua ansia.
Tom non se lo fece ripetere due volte e cominciò a correre, Jonah fece lo stesso cercando di restare accanto al minore, non l’avrebbe mai ammesso, ma gli voleva bene e avrebbe fatto di tutto per proteggerlo.
 
Angolo angolosamente (?) dell’autrice: Sono resuscitata! E finalmente pubblico il secondo capitolo della fanfiction! So di avere un notevole ritardo, ma “meglio tardi che mai” se volete la mia opinione …
Allora, impressioni sul secondo capitolo, Jonah forse è uscito fuori un po’ più punk, violento e chi più ne ha più ne metta in più, ma quando un personaggio comincia a sfuggirti di mano meglio non mettergli i bastoni fra le ruote! Tom per adesso è solo un classico ragazzino insopportabile: che lo faccia per attirare l’attenzione? Starà nascondendo qualcosa? Jonah verrà scambiato per un osso per cani? L’abbronzatura di Apollo sarà naturale o utilizzerà l’autoabbronzante? Le risposte a (quasi) tutte queste domande nel prossimo capitolo!
Polaris_Nicole         
  
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