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Autore: Marra Superwholocked    26/04/2014    1 recensioni
Valery ha capito che colui che le sta di fronte è il Dottore che cercava. Ora potrà finalmente dirgli chi è lei. Ma un'oscura presenza sembra essere tornata e metterà a dura prova il nostro "Dottore stropicciato".
[Per leggere questa storia, dovete aver letto le prime due parti della trilogia di The White Panther]
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Jack Harkness, Master - Simm, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Divinità o demone?

 


Quelle due parole – “Devi uccidermi” - gli rimbombarono in testa per degli interminabili secondi. Il Dottore sapeva che Valery non era umana, il suo odore gli era familiare e adesso capiva perché, ma ora più che mai sperava di sbagliare. « Sei per caso impazzita?! »
« Dottore, credimi: è l'unica speranza che abbiamo. »
I loro occhi tremarono nel buio fissandosi l'un l'altra. Attimi di silenzio che alle orecchie di Jack parvero assurdi. « Val, rispondi alla mia domanda. Eri davvero posseduta? » chiese confuso.
« Sì, Jack, lo ero. Ma non del tutto: ho mantenuto un certo controllo e tu sei riuscito a mandarlo via. »
« Ma chi? Chi è tornato? » Jack non capiva più nulla. Sapeva solo che Valery, la sua Valery – l'”ibrida” - era stata coraggiosa come sempre.
« Io non so molto sul suo conto. Anzi, a dire il vero non so nulla. »
« Da quanto tempo va avanti questa storia? » le chiese il Dottore con la voce che tremava più di una fogliolina secca pronta ad abbandonare il suo ramo.
« Avevo appena terminato di montare la consolle, quando ho avvertito qualcosa.. Mi sentivo osservata, ecco. Dopo circa tre anni di silenzio, ho fatto un sogno e lui era lì.. Mi sorrideva. E ogni volta che mi trovavo in difficoltà lui si faceva sentire o vedere e mi aiutava sempre nella mia missione. Come potevo prevedere tutto questo? Avevo solo ottantasette anni! » Valery abbassò lo sguardo, negando la presenza di Jack nella stanza: aveva in mente un piano.
« Che buffo, per un attimo ho creduto di aver sentito che hai più di ottantasette anni. Oh, sì, comincio proprio ad invecchiare. » Sorrise divertito e si strofinò le orecchie per stapparle.
« No, Dottore. Hai capito benissimo. Le apparizioni di quest'uomo durano da più di sessant'anni. Adesso ne ho centocinquantadue. »
Il sorriso di lui si spense immediatamente e si sentì totalmente perso. « Io.. Io credevo che.. Non.. Chi sei?! Non sei umana, questo è ovvio, ma.. » Le si avvicinò e le girò intorno per studiarla bene. La annusò, le tastò la schiena, le pose una mano sulla fronte. Come ultimo gesto disperato e apparentemente senza senso, tirò fuori dalla tasca interna della sua giacca un bicchiere di vetro: ne appoggiò il bordo sulla fronte di Valery e mise il suo orecchio sul fondo gelato di esso; si mise ad ascoltare. « È impossibile! » sbottò lui prima di allontanarsi quasi disgustato dalla ragazza. « Tu non sei reale! Io sono l'ultimo.. Non esisti, così come il tuo.. Tardis, o qualunque cosa esso sia, e lui. Lui non è tornato. No! »
« Dottore, calmati, ti prego. Io sono reale quanto lo sei tu e il mio Tardis ne è la prova! Sono cresciuta consapevole del fatto che la mia vita sarebbe stata assai diversa da quella dei miei amici e della mia famiglia. Tralasciando i particolari, io sono come te. » Gli toccò il petto e lo sentì caldo e pulsante sotto il suo palmo. « Ti ho cercato dappertutto e per così tanto tempo, Dottore. Ora sei pronto, lo sento. I tuoi occhi hanno quella luce che solo un uomo saggio può mai avere. Resisterai, ne sono sicura, e mi crederai. »
« Perché mi cercavi? »
« Tu hai bisogno di sapere, me ne rendo conto. Ma devi avere pazienza. Guardami, guarda il mio Tardis. » Gli prese il mento tra le dita che si bagnarono delle lacrime di lui che lo avevano appena vinto. « Guardami » gli ripeté. « Cosa vedi nei miei occhi? »
Jack assistette al tutto da lontano. Attendeva quel momento fin da quando Valery gli aveva raccontato tutto dopo essersi ubriacata alla sua festa di compleanno. Centoventidue anni ed era la prima volta che beveva. Gli disse tutto – da sua madre a come quest'ultima aveva conosciuto il Dottore, dal matrimonio dei suoi genitori al suo primo viaggio – ma fu molto astuta nel non pronunciare il suo cognome. In famiglia, lo sapevano solo tre persone: lei, sua madre e suo padre. Per comodità, si faceva chiamare Valery McDonald, cognome molto facile da ricordare e talmente semplice che tutti ci cascavano.
« Non vedo niente, mi dispiace » fu la risposta del Dottore dopo che ebbe esaminato a lungo gli occhi di Valery.
« Questo perché sei tu a non volerlo » disse lei allontanandolo con una leggera spinta.
« E, sentiamo, cosa dovrei vedere? » Il suo sguardo sapeva di sfida con quelle braccia venose incrociate sul petto.
« Il tuo volto, idiota! »
Jack se la rideva sotto i baffi, ma all'improvviso rabbrividì. Qualcosa lo aveva sfiorato o stava sognando? « Dottore? Valery? »
I due – il Dottore, prima, dovette incassare il duro colpo – si voltarono verso l'immortale, il quale si sentiva come accarezzato da un fantasma. « Cos'è? » chiese mettendo una mano sulla cintura, pronto ad afferrare la sua pistola.
« Non ti muovere! » urlarono all'unisono il Dottore e Valery.
A quell'alzata di voce, ciò che strisciava sulle spalle di Jack reagì schizzando in alto e una lunga ed accecante striscia dorata vorticò fin giù sul pavimento di vetro. Valery fece qualche passo all'indietro, spaventata, e incontrò le mani del Dottore che, senza voltarsi, la prese per la vita e la spostò dietro di sé per proteggerla. Ma quel fascio di luce, troppo potente per chiunque, prese forma e Valery riconobbe subito l'uomo che la angosciava da più di mezzo secolo. Chiunque fosse stato inconsapevole della sua identità, lo avrebbe descritto come un dio sceso in terra.
Invece, lui era più simile ad un demone e il Dottore lo sapeva benissimo. « Ciao, Maestro » lo salutò digrignando i denti.

   
 
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