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Autore: Lylawantsacracker    26/04/2014    3 recensioni
" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Castiel si alzò dal letto qualche ora più tardi, mentre Dean continuava a dormire. Decise di chiamare Gabriel. Sicuramente anche Sam era in pericolo, quindi sarebbe stato meglio farlo venire al bunker il più presto possibile.

Gabriel si materializzò qualche minuto dopo, a torso nudo, con un paio di baffi finti e dei pantaloni da torero.

- Devi scusarmi, fratellino. Ma sai, nel momento in cui mi hai chiamato ero parecchio... impegnato con Sam. - rispose allo sguardo interrogativo di Castiel, strizzandogli l’occhio. - Stavamo proprio iniziando a divertirci sul serio, quindi devi avere una buona scusa per avermi chiamato con tanta urgenza.

Castiel ignorò le parole dell'arcangelo. - Gabriel, devi portare Sam qui al bunker immediatamente. È in pericolo, come Dean.- disse. - Ieri, dopo aver riportato Jack a casa, si è fermato a prendere un caffè. Poi sono comparsi alcuni demoni, hanno ucciso Dean, suo figlio e l'ex moglie, dopo averli torturati. Fortunatamente, nonostante i miei poteri fossero indeboliti, sono riuscito a riportare in vita Dean.

Ma la cosa che mi preoccupa di più, è che uno di quei demoni era probabilmente Adam, il fratellastro di Sam e Dean. E questo significa solo una cosa... che i demoni sono riusciti a riaprire la gabbia di Lucifero.

Gabriel assunse improvvisamente un'aria seria. - Cazzo! - esclamò. - Devo correre da Sam. Lo porto qui appena posso, prima devo spiegargli un po' di cose.

- Non gli hai detto ancora niente?

- Eh no… però sa che sono un angelo. Devo solo approfondire qualche dettaglio… - rispose Gabriel, sparendo un istante dopo.

Castiel tornò in camera , dove Dean stava ancora dormendo. Si sdraiò nuovamente sul letto, e lo osservò. Aveva il volto sereno. L’angelo aveva utilizzato i suoi poteri indeboliti per infondere a Dean un po’ di tranquillità durante il sonno.

Purtroppo, non poteva fare altrettanto nelle sue ore di veglia. Gli aspettavano altri giorni di dolore, rimpianti e rimorsi. Castiel si sentì stringere il cuore. Dean non meritava una vita del genere, non di nuovo.

Gli si avvicinò, e lo cinse a sé, affondando le labbra tra i suoi capelli.

- Cas? - mormorò Dean, svegliandosi.

- Scusa Dean, non avevo intenzione di svegliarti.

Dean si voltò, con un debole sorriso. - Non fa niente Cas. Piuttosto, dimmi che ieri non è successo niente e che ho avuto solo un incubo.

Castiel lo guardò tristemente.

- Ehi, Cas, lo so che non è così, purtroppo. Ma almeno ci sei tu, adesso. Sono contento di averti ritrovato, vecchio figlio di puttana.

Castiel rise, ed intrecciò la sua mano con quella di Dean. - Vado a preparare la colazione, va bene? - chiese, alzandosi poi dal letto.

Dean guardò l’ora. - Cas, sono solo le sei di mattina. - rispose, e batté una mano sul posto vuoto accanto a sé. - Ora rimettiamoci a dormire, vieni.

Castiel obbedì, e Dean si accoccolò nuovamente tra le sue braccia, in silenzio. Poi, poco prima di addormentarsi, sussurrò: - Grazie, Cas, per esserci sempre stato. Spero che non ti stancherai di farlo.

-Te l'ho già detto, Dean. Sarò sempre vicino a te, sempre. Non potrei mai stancarmi di te, lo sai bene. Ora riposa.


 

Dean si svegliò qualche ora dopo, verso le dieci e mezza. Appena si alzò, Castiel gli chiese: - Ora posso prepararti la colazione?

Dean rise, intenerito da tanta premura. - No, Cas, non ho fame, grazie. Mangia tu, se vuoi.

Castiel scosse la testa. - No, non ne ho bisogno. Ho perso tutto il gusto di farlo da quando sono tornato ad essere un angelo. Solo nel mio periodo da umano ho gustato appieno del cibo, ma adesso non riuscirei a farlo. Ne avverto ogni singola molecola, e non è una cosa particolarmente gustosa. *

- Immagino. Mi dispiace di non poter condividere la mia passione per la crostata con te. - rispose l'altro scherzosamente.

All'improvviso, davanti a loro si materializzarono Gabriel e Sam.

-Cristo! - esclamò Dean. - Cristo, ma non potreste bussare come le persone normali?

-Ciao anche a te, Dean. - disse Sam. Poi lo abbracciò. - Ne è passato di tempo. Comunque mi dispiace molto per la tua perdita...

Dean lo abbracciò di rimando. - Grazie, Sam. - poi guardò Gabriel, come se si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza. - Gabriel, ma tu non eri morto?

Gabriel sbuffò. - Ma che carino che sei, Dean. Non ci vediamo da più di un secolo ed è la prima cosa che mi dici?

Castiel esitò. - Gabriel, ma quindi gli hai detto..?

Sam lo interruppe. - Sì, Cas, mi ha raccontato tutto. È stato abbastanza scioccante, perché io, a differenza di Dean, non avevo il minimo ricordo delle nostre vecchie vite. In effetti ha dovuto “stimolare” i miei ricordi con i suoi poteri.

In ogni caso, sono contento di avervi ritrovato, davvero. Siamo di nuovo insieme.

- Certe volte sei proprio dolce, tesoro – scherzò Gabriel. - Ora, ragazzi, che ne dite di farci una bella colazione?

- Ma voi angeli non avvertite ogni molecola dei vari cibi? È quello che stava dicendo Cas poco fa.

- Naah, se ti ci impegni puoi gustarti tutto il cibo che ti pare. Cas, non ti impegni abbastanza.

Poi i quattro si diressero in cucina. Castiel stava per mettersi ai fornelli, ma Gabriel lo fermò.

-Ehi, Cassie, non c'è bisogno che cucini. A cosa serve avere un trickster come fratello, se no? -disse, facendo apparire sul tavolo numerosi dolci e leccornie con uno schiocco di dita.

-Wow, Sam. Sei fortunato - esclamò Dean divertito. - Hai visto, Cas? Impara da lui.

Castiel lo guardò offeso. Dean, per farsi perdonare, lo abbracciò da dietro le spalle.

-Ehi, non ti offendere, Cas. Non ti cambierei per nulla al mondo.

Gabriel alzò gli occhi al cielo, mentre Sam disse: - Cavoli, Dean, non ti ricordavo così sdolcinato.

- Sammy, stai diventando troppo simile al tuo ragazzo. Dovrei vietarti di vederlo?

Risero tutti; l'atmosfera era un po' più leggera. Si sedettero a tavola ed iniziarono a mangiare.

- Insomma, Sam – disse Dean, mentre prendeva una porzione di pancakes – Come ti va la vita?

- Beh, fino a ieri andava tutto per il meglio. Giocavo per una squadra importante, uscivo con gli amici, mi ero trovato un ragazzo (con cui sto ancora, ma che si è casualmente rivelato un angelo) e poi all'improvviso mi sono ritrovato qui, in questo vecchio bunker, da cui a quanto pare non posso uscire. - rispose Sam, fulminando Gabriel con lo sguardo.

- Lo sai che è per il tuo bene, idiota. E poi non lamentarti della mia “angelicità”; mi ha permesso di essere molto più fantasioso quando siamo da soli. - replicò l'arcangelo, lanciando a Sam uno sguardo bollente.

Sam tossicchiò imbarazzato, senza dire nulla. Dean scoppiò a ridere.

-Sei un po' esplicito, Gabriel. - intervenne Castiel.

Gabriel alzò gli occhi al cielo. - Lasciamo perdere questo discorso, visto che tu dopo un secolo ancora non sei riuscito a farti la tua principessina. - disse, guardando Dean eloquentemente.

Fu il suo turno ad essere imbarazzato. - Ehm, quindi cos'è questa storia di non poter uscire dal bunker? - chiese, cambiando discorso.

-Sì, Dean, è meglio così per adesso. I demoni li affrontiamo noi. - rispose Castiel tranquillamente.

-Ma... quei bastardi hanno sgozzato mia moglie e mio figlio davanti ai miei occhi – si scaldò Dean – non posso starmene così, con le mani in mano!

Castiel gli mise una mano sulla spalla, con affetto. - Mi dispiace, Dean. Devi starne fuori. Ti ho già perso una volta. Vi ho già perso una volta. Non posso permettermi di farvi uscire di qui, per il momento.

Dean scansò la mano di Castiel, irritato. L'angelo sembrò ferito.

-Ehi, piccioncini, smettetela di litigare, su. - si intromise Gabriel. - Pensate a cose belle. Per esempio oggi è una fantastica giornata; pensate al sole che non potete godervi.

Dean e Sam lo fulminarono con lo sguardo, all'unisono.

Gabriel fischiettava innocentemente. Poi fece un segno a Castiel. - Va bene, ragazzi, noi dovremmo sbrigare alcune faccende.

Poi schioccò le dita, e sparì.

-Senti Cas, prima che te ne vada anche tu – esordì Sam, - avete veramente intenzione di lasciarci qui rinchius...

Si fermò, perché Castiel era svanito proprio nel mezzo della frase.

Sam assunse un'espressione irritata. - Mi sono appena ricordato dell'abitudine del caro vecchio Cas di sparire nel bel mezzo della conversazione.

Dean fece una risata forzata, ancora scuro in volto. - Già, è abbastanza irritante.

-Sai, Dean, è tutto così strano. Prima che Gab mi raccontasse tutto, non ricordavo niente della mia vita, al contrario di te che la sognavi. Tuttavia, sebbene quella che ho vissuto finora la senta veramente mia, come in effetti è, mi sento ancora Sam Winchester, e non riesco a conciliare le due cose.

-È così anche per me, Sam, ed è strano. Mi sento malissimo per la morte di Elizabeth e di mio figlio, che era praticamente l'unica famiglia che mi era rimasta. Ma allo stesso tempo, mi mancano persone che tecnicamente non ho mai conosciuto. Ed è una mancanza che mi fa stare male, e che mi riporta in mente tanti sensi di colpa. Dio, non ci capisco più niente. - sospirò Dean, affondando il viso tra le mani.

Sam gli diede leggere pacche sulla schiena, come per consolarlo. - Ehi, Dean. So che questo è un momento terribile per te... quindi, per qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno, non esitare a chiedere.

Dean sollevò il volto, e gli sorrise stancamente. - Grazie, Sam. Lo apprezzo molto.






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*come ha detto Cas stesso in First Born


Allora, so che in questo capitolo non succede praticamente nulla. Spero che non vi abbia annoiato è.è

  
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