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Autore: Vis    27/04/2014    6 recensioni
-Bene, signori, sappiamo bene tutti perché ci siamo riuniti qui oggi.- Satch guardò uno ad uno i volti dei suoi amici: Vista, impassibile e attento, Jaws, che si chiedeva ancora come fosse finito lì, Ace, che cercava di non sbadigliare, e Sabo, che si era unito di sua spontanea volontà.
Purtroppo, con suo grande rammarico, non era riuscito a includere anche Marco nella sua schiera, ma un ananas piuttosto stressata gli aveva urlato addosso che non aveva tempo “per tali scemenze”.
Si schiarì la voce, pronto a spiegare come avrebbe proceduto, ma la risata di Ace ruppe il silenzio.
Satch scoccò un’occhiataccia al moro che si era piegato sul tavolo e continuava a ridere:-Soldato Portgas, spiegami perché diamine stai ridendo. Non stiamo giocando qui!-
Dopo qualche attimo, Ace si asciugò una lacrima all’angolo dell’occhio dovuta alle troppe risa e spiegò:-Scusa Satch, è che tu e la serietà appartenete a due universi paralleli e il tuo cercare di sembrare serio mi fa veramente morire.-
~I parenti di Marco: la macedonia!
~Happy Halloween Satch!
~Ah, sono uno spogliarellista
~Friend Zone...?
~Stalking Izou
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Izou, Marco, Portuguese D. Ace, Sabo, Satch
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stalking Izou
 
 
 
-Bene, signori, sappiamo bene tutti perché ci siamo riuniti qui oggi.- guardò uno ad uno i volti dei suoi amici: Vista, impassibile e attento, Jaws, che si chiedeva ancora come fosse finito lì, Ace, che cercava di non sbadigliare, e Sabo, che si era unito di sua spontanea volontà.
Purtroppo, con suo grande rammarico, non era riuscito a includere anche Marco nella sua schiera, ma un ananas piuttosto stressata gli aveva urlato addosso che non aveva tempo “per tali scemenze”.
Si schiarì la voce, pronto a spiegare come avrebbe proceduto, ma la risata di Ace ruppe il silenzio.
Satch scoccò un’occhiataccia al moro che si era piegato sul tavolo e continuava a ridere:-Soldato Portgas, spiegami perché diamine stai ridendo. Non stiamo giocando qui!-
Dopo qualche attimo, Ace si asciugò una lacrima all’angolo dell’occhio dovuta alle troppe risa e spiegò:-Scusa Satch, è che tu e la serietà appartenete a due universi paralleli e il tuo cercare di sembrare serio mi fa veramente morire.-
Satch alzò gli occhi a cielo, insultando l’amico e imponendosi di mantenere la calma:-Come ho già detto, prima che il soldato Portgas mi interrompesse, sapete qual è il nostro obiettivo: scoprire dove diavolo scappa Izou quasi tutti i giorni.-
I quattro annuirono, seri, e Satch pareggiando dei fogli, iniziò a spiegare come avrebbero proceduto:-Soldato Vista, soldato Jaws, voi dovrete cercare di ottenere delle informazioni dal nostro Soggetto, poiché risultereste meno sospetti di me o il soldato Portgas.-
-Ehi, ma perché mi chiami Portgas? Anche io ho un nome, sai?- si intromise Ace.
L’altro ignorò il suo intervento e continuò:-Soldato Portgas, tu dovrai riuscire a entrare nell’appartamento del Soggetto. Potrai usare i metodi che ti sembreranno più consoni, ma è preferibile che tu convinca lo stesso Soggetto a farti entrare per non destare sospetti.-
-Bello, e tu che farai?- chiese Ace.
-Ci sto per arrivare, soldato Portgas. Non mettermi fretta. Soldato Sabo, tu dovrai pedinare il soggetto. Fra i cinque sei quello che attira di meno l’attenzione e sono certo che saprai come passare inosservato. Ace, te l’ho già detto, non mettermi fretta.- aggiunse quando vide il moro muoversi irrequieto sulla sedia.
-Sono proprio curioso di vedere cosa farai tu, Satch!- esclamò quello, aggrottando le sopracciglia.
-Io- iniziò Satch -anche se dovrei cercare di conquistare la fiducia dei genitori di Erika, aiuterò Sabo a pedinare il Soggetto. Dai luoghi che frequenta e ciò che troveremo nel suo appartamento, riusciremo a capire cosa ci nasconde. Tutto chiaro, soldati?-
Jaws, Vista, Ace e Sabo, serissimi, annuirono.
 
Izou si alzò con calma, quel giorno. Aveva il turno pomeridiano al locale e per quella mattina non aveva preso impegni di alcun tipo.
Alzò le braccia sopra la testa e socchiudendo gli occhi si sgranchì le ossa. Restò steso per qualche istante ancora nel letto, giocando con le lenzuola bianche e facendo una scaletta mentale della giornata. Si distrasse solo quando il cellulare trillò, segno che gli era arrivato un messaggio. Prese il cellulare, poggiato sul comodino, e socchiudendo appena gli occhi, infastidito dalla luce del display, lesse il mittente: Alex.
Gli chiedeva se gli andasse di vedersi quella mattina. Sorrise, Izou, quando lesse che si ricordava dei suoi impegni al lavoro.
Canticchiando a bocca chiusa rispose al messaggio, chiedendo l’ora e il luogo dell’appuntamento.
Nemmeno due minuti dopo gli arrivò la risposta entusiasta di Alex.
Dopo aver lasciato il telefono sul letto, il moro si diresse verso il bagno, per farsi una doccia. Quando uscì dal box si pettinò i capelli corvini e guardandosi allo specchio constatò che da lì a poco avrebbe dovuto tagliarli: ormai le punte arrivavano quasi alle scapole. Li asciugò con cura e con ancora l’accappatoio addosso tornò in camera, per prendere i vestiti. Optò per qualcosa di sobrio per i suoi standard, scegliendo una camicia lilla con sopra un gilet grigio e dei pantaloni del medesimo colore.
Per Alex voleva essere diverso dal solito, al massimo. Dopo essersi vestito, tornò in bagno, da cui il vapore dell’acqua era uscito, e si chiese se truccarsi o meno. Il solito rossetto rosso che indossava e la pesante matita nera con cui amava contornarsi gli occhi avrebbero certamente stonato con l’abbigliamento elegante che aveva scelto. Ma la matita nera, poggiata sul bordo del lavandino vicino alla sua trousse, lo guardava invitandolo silenziosamente a usarla.
-Solo un po’.- si disse mentre sfilava il tappo di essa e se la portava agli occhi.
 
-Ho capito, Satch, non sono stupido!- Ace fulminò con lo sguardo l’amico, prendendo in mano il cellulare.
-Mi raccomando- ripetè di nuovo Satch, fissandolo con gli occhi sgranati -devi risultare assolutamente credibile!-
-Sabo, ti prego- Ace si voltò verso il biondo accanto a lui -o lo fai stare zitto tu oppure lo metto a tacere io. Per sempre.-
I tre erano accovacciati a terra in un vicoletto, distanti solo qualche strada dal palazzo in cui Izou abitava.
Satch alzò gli occhi al cielo di fronte alla minaccia di morte del moro e disse:-Su, non perdiamo altro tempo.-
Ace annuì e mentre Sabo e Satch trattenevano il respiro, evitando di muovere un solo muscolo per paura di fare rumore, si portò il cellulare all’orecchio.
-Izou!- esclamò, dopo che l’altro dall’altra parte gli aveva risposto.
-Che c’è, Ace?- chiese quello -Sono piuttosto occupato, ora.-
-Che devi fare?- chiese istintivamente Ace, il tono sinceramente incuriosito, mentre i suoi occhi neri correvano a quelli di Satch.
-Devo uscire, ho un impegno.- fu la risposta evasiva di Izou -Di cosa hai bisogno?-
-Il Babbo mi ha chiesto di fare una ricerca su Internet.- iniziò Ace, sperando con tutto il cuore che il moro gli credesse -e ho bisogno del tuo computer.-
-Ma non hai il tuo a casa?-
-L’ha rotto Rufy l’altra sera.- spiegò Ace, fingendo un tono infastidito e arrabbiato -ci ha fatto cadere sopra un’intera tazza di cioccolata calda. L’avrei ucciso se non ci fosse stato anche Sabo.-
Satch e Sabo gli fecero segno che stava andando alla grande, che “eri scorbutico come sempre” disse dopo Satch.
-Sto per uscire, Ace, te l’ho già detto. Se riesci ad arrivare a casa mia entro un quarto d’ora il computer è tutto tuo.-
“Il tuo appartamento sarà tutto mio.”  Pensò Ace mentre rassicurava Izou dicendo che sarebbe stato lì in un batter d’occhio.
Quando chiuse la chiamata, Satch entusiasta batté le mani e guardando Sabo esclamò:-È anche il nostro turno, Sabo! Non era previsto nel piano, ma capita a fagiolo! Per cui- spostò lo sguardo da Ace al biondo e vice versa -mentre Ace si farà un po’ gli affari di Izou a casa sua, cercando di non lasciare tracce, io e Sabo lo seguiremo.-
-Senza farvi scoprire.- aggiunse Ace, sbattendo le palpebre con fare innocente, imitando il tono di Satch di poco prima ed evidenziando le parole.
-Per chi mi hai preso, eh? Come mi faccio io gli affari degli altri non se li fa nessuno!- esclamò Satch, gonfiando il petto.
Ace sospirò e si tirò su:-Se fossi in te non ne andrei tanto fiero, sai?-
 
-Lo vedi?- Sabo spiò dietro un angolo, mentre Satch gli poggiava le mani sulle spalle e cercava di sbirciare senza sporgersi troppo.
-Sì, sta attraversando la strada.-
-Ah, sì! Diavolo, ma come si è conciato!?-
I due uscirono da dietro l’angolo dietro il quale si erano acquattati e iniziarono a camminare a passo lento, cercando di mantenere una distanza di sicurezza fra loro e il moro. Avevano lasciato Ace a casa di Izou nemmeno mezz’ora prima e si erano messi alle calcagna del moro che tutt’allegro era uscito di casa raccomando ad Ace di non svuotargli il frigo come l’ultima volta che era andato a casa sua.
-Credi davvero che Ace troverà qualcosa a casa di Izou?- chiese Sabo, affondando le mani nella giacca verde acido che indossava.
-Nah, Izou è un tipo parecchio ordinato e discreto. Non lascia troppe tracce in giro di quello che fa, anche a casa sua. Fidati, ho abitato con lui per un periodo.-
-E allora perché hai mandato Ace a controllare?- chiese Sabo, inarcando le sopracciglia bionde.
-Beh, innanzitutto per trovargli qualcosa da fare. Pedinare Izou con Ace sarebbe stato alquanto difficile, viste le sue manie di esibizionismo e l’assenza di discrezione. Probabilmente avremmo bisticciato tutto il tempo e addio pedinamento.- rispose Satch, facendo spallucce.
Sabo annuì, rendendosi conto di quanto Satch fosse intelligente rispetto a quanto dimostrasse tutti i giorni con tutte le battute e gli atteggiamenti infantili.
Continuavano a camminare come se niente fosse, gli occhi puntati su Izou.
-Come pensi se la stia cavando Ace?- chiese Satch.
-Probabilmente sarà andato in cucina. Mi spiace per Izou, ma al più presto dovrà fare la spesa. Probabilmente starà girovagando per casa, dando un’occhiata generale e decidendo da dove partire.-
-Già, probabilmente. Ace se vuole sa usare il sale in zucca che ha.-
 
-E questo cosa diamine è? Uno strumento di tortura?- portandoselo vicino al viso per studiarlo meglio, Ace studiò inorridito il piega ciglia che aveva trovato, azionandolo più volte per capirne la funzione.
Rabbrividendo lo poggiò dove l’aveva trovato e continuò la rassegna che stava facendo nel bagno di Izou.
Qualsiasi superficie piatta in quelle stanza era ricoperta di boccette colorate contenenti profumi, deodoranti, creme e tutte quelle schifezze per la pelle che pubblicizzavano sempre in tv. Per non parlare della quantità di trucchi presenti: si chiese a che ora Izou si dovesse alzare per truccarsi tutte le mattine.
Sopraffatto dall’ignoranza e dallo schifo, Ace uscì dal bagno, per poi tornare nel salone dell’appartamento: non era molto grande, per chi viveva da solo andava più che bene. Si sedette sul divano bianco del salone, il portatile di Izou sulle ginocchia e lo accese. Nelle varie stanze non aveva trovato niente che non fosse nell’ordinario o che facesse notare la presenza di qualcun altro nella casa. Ace sperava vivamente di trovare qualcosa.
 
-Sabo, ho visto bene? Izou è veramente entrato in quel luogo?- Satch guardò di sbieco il biondo accanto a sé, cercando conferma.
Sabo annuì e deglutì chiedendo:-Posto… Ehm… Colorato.-
-Colorato? Quel posto è un tripudio di fiori e colori. Anche per Izou è troppo.- disse Satch, guardando la caffetteria dalle tende rosa in cui il moro era entrato. Non aveva mai visto un posto così… Rosa. Ipotizzò che se l’amico era entrato lì dentro dovevano fare un caffè ottimo e dei dolci da leccarsi i baffi.
Si sedettero sul muretto dietro cui erano nascosti e dopo qualche attimo di silenzio Sabo chiese:-Ora che si fa?-
-Chiamiamo Ace e vediamo a che punto è.- disse Satch, tirando fuori dalla tasca della giacca il cellulare.
-Ace, scoperto qualcosa?- chiese quando l’amico rispose.
-Nah, niente. Sai com’è Izou, non lascia niente in giro. A voi come sta andando?-
-Bene, lo stiamo ancora tenendo d’occhio.- disse Satch voltandosi appena verso il caffè -Ora è dentro una caffetteria.-
-E che ci fa là dentro?-
-Beh, se non ci mette troppo potrebbe solo prendere qualcosa da bere o da mangiare.-
-Uhm, giusto. Altrimenti?-
-Non penso che lavori da qualche altra parte, non ne vedo il motivo.-
-Nah, infatti.-
-Beh, ti facciamo sapere dopo. Se tu hai finito puoi anche andartene.-
-Perfetto, anche perché Izou non aveva niente in frigo e sto morendo di fame.-
 
-Colleghi e amici, so cosa ci nasconde Izou!-
Tutti si voltarono a guardare Satch, sulla soglia del locale.
Jaws, una scopa fra le mani, Vista, delle tovaglie in mano, Ace, appoggiato sul bancone e Sabo accanto a lui lo guardarono e all’unisono chiesero:-Eh?-
Satch entrò, sfilandosi la borsa a tracolla che indossava e la giacca:-Ho scoperto cosa ci nasconde!- ripeté, come se dirlo di nuovo chiarisse tutto.
-E cosa?- chiese Vista.
Erano tutti incuriositi e sbalorditi visto che né Ace, né Jaws e Vista avevano ottenuto qualcosa. Izou era stato sbrigativo, furbo ed evasivo nelle sue risposte e cercare qualche indizio nel suo appartamento era stato un flop.
Solo Sabo e Satch avevano ottenuto qualcosa seguendolo, ma niente che potesse portare ad una pista concreta.
-Che aspetti a dircelo?!- Ace, che fino a quel momento si era lamentato di quanto fosse stanco e assonnato, di colpo era sveglio.
-Signori, il nostro Izou ha una rubrica in una rivista femminile!- esclamò fiero e convinto Satch, guardandoli entusiasta negli occhi.
Di nuovo, i quattro se ne uscirono all’unisono con un sonoro e deluso:-Eh?!-
-Ma sì, ragazzi, pensateci- Satch si sedette su un tavolo rimasto senza tovaglia e iniziò a spiegare, gesticolando animatamente -dà ottimi consigli a tutti. Le rubriche sulle riviste danno consigli, no? Dà consigli su come rendere speciale un appuntamento, come vestirsi nel modo corretto, come comportarsi! Izou è la persona perfetta per questo tipo di cose, per cui… Ha una rubrica, fidatevi di me.-
Erano scettici, eccome se lo erano.
-Bene- Ace si tirò su dal bancone e disse -allora quando Izou arriverà glielo chiederemo.-
-Chiedermi cosa?-
I presenti si voltarono all’unisono verso la soglia, dove un Izou curioso e sospettoso al tempo stesso li fissava.
Satch si schiarì la gola e dopo aver scoccato un’occhiata eloquente ai complici disse:-Izou, abbiamo scoperto il tuo segreto.-
Quello, con sorpresa di tutti, sbiancò. Iniziò a tormentare con le mani il manico della borsa a tracolla che teneva sulla spalla e spostando lo sguardo sui tavoli, le finestre, le sedie disse:-N-non so a cosa ti riferisca, Satch.-
-Lo sai benissimo, invece!- inveì l’altro, puntandogli un dito accusatore addosso -al fatto che hai una rubrica in una rivista femminile!-
-Eh?- Izou sgranò gli occhi e inarcò le sopracciglia, esterrefatto.
Minuti di silenzio passarono prima che il moro parlasse di nuovo:-Ma di che stai parlando?-
Ace guardò Satch con un sorriso soddisfatto sul viso e disse:-Che ti avevo detto?-
Quest’ultimo, a bocca aperta, fissava Izou, incapace di proferire parola. Ad un tratto, poi esclamò:-Ma sì, invece! D-deve essere così, è l’unica spiegazione logica…-
-Satch, credo tu abbia viaggiato troppo con la fantasia.- Izou si passò una mano sul viso, fra l’esasperato ed il divertito -non volevo dirvelo subito, caso mai le cose non fossero funzionate fra noi due… Ma… Chiamo Alex.-
Non diede il tempo di dire niente che uscì dal locale, il cellulare all’orecchio.
-Alex?- i cinque si scambiarono occhiate interrogative e Jaws chiese:-Che tipo piace ad Izou?-
-Uhm… Penso qualcuna molto femminile… Con tutti quei vestiti pieni di fronzoli e pizzi e perline…- Ace li guardò dubbiosi. In effetti, non sapevano proprio che aspettarsi: Izou raramente aveva presentato loro chi frequentava, non volendo smuovere le acque per niente, caso mai le cose non fossero durate. Era un tipo parecchio prudente, ecco tutto.
 
Le mascelle di loro cinque sfioravano il pavimento quando arrivò alla caffetteria la fantomatica Alex.
Oh meglio, il fantomatico Alex.
E non era neanche un tipo femminile o tutto pizzi come aveva pensato Ace: Alex era un tipo alto e magro, non particolarmente muscoloso. Indossava una giacca nera con sotto una maglietta con il logo di una band, sotto dei jeans parecchio strappati; dalla scollatura della maglietta spuntava una parte di un complesso tatuaggio che probabilmente occupava gran parte del petto e sul viso, dai lineamenti marcati, aveva una barba non troppo folta. Sul sopracciglio sinistro un anellino e gli occhi sottili, di un chiarissimo verde unito all’azzurro, li fissavano tetri.
I capelli neri erano portati lunghi, fino alle spalle e i ciuffi frontali, per evitare che infastidissero in alcun modo il ragazzo erano stati raccolti in un codino sulla nuca. Le orecchie, lasciate scoperte dai capelli, erano adornate da diversi anellini argentati, come quello al sopracciglio.
Izou era più basso del ragazzo e ora li guardava, imbarazzato.
-Alex- guardò con gli occhi scuri il ragazzo e con un gesto della mano gli presentò gli amici -loro sono Ace, Sabo, Satch, Jaws e Vista. Avrei voluto che fosse presente anche Marco, ma avremo un altro momento per farvi conoscere.-
Gli altri avevano salutato il nuovo arrivato con un gesto del capo e della mano.
-Ragazzi- Izou tornò a guardali -lui è Alex.- arrossì leggermente.
Sabo guardò gli amici, che sembravano incapaci di parlare, soprattutto Satch, e per frantumare il silenzio imbarazzato che si era creato chiese, accennando ad un sorriso:-Tè per tutti?-
 
Quando il tè fu pronto e tutti furono seduti ad un tavolo tondo, con la propria tazzina fumante davanti, Satch e gli altri si sentirono pronti per sostenere una conversazione.
-Allora… Come vi siete conosciuti?- chiese Vista, vedendo che nessuno proferiva parola.
Fu Izou ad iniziare:-Qualche settimana fa volevo comprare qualche nuovo cd, avevo voglia di ascoltare musica nuova- iniziò mentre con l’indice percorreva il bordo della tazzina -non sapevo dove andare, a dir la verità, non volevo andare in uno di quei grandi negozi di musica che ci sono al centro e prendere un cd a caso. Volevo che qualcuno mi consigliasse qualcosa, volevo andare in uno di quei piccoli negozi di cd che si trovano nelle stradine.-
-Ma come siamo romantici.- scherzò Ace e con quella prima battuta la tensione iniziò a sciogliersi.
Izou dopo un sorriso e uno scambio di sguardi con Alex, riprese a raccontare:-E così, mentre vagavo per il centro, incappai nel suo negozio. Ammetto che è stato difficile farlo aprire, sapete? È un tipo di poche parole!- e con un sorriso gli diede una spallata scherzosa, come ad incitarlo a parlare.
Alex ridacchiò: aveva una voce rauca, ma melodiosa.
Guardando la tovaglia, imbarazzato, spiegò:-Sono solo timido, tutto qui.-
Izou gli strinse una mano, per nulla imbarazzato di scambiarsi effusioni con il ragazzo di fronte agli amici ma non osò nulla di più, sapendo quanto il corvino fosse un tipo riservato.
-E poi? Come è andata?- ‘sta volta fu Ace a parlare, guardando negli occhi Alex: voleva metterlo a suo agio.
Quello accennò ad un sorriso e disse, giocherellando con qualche ciocca di capelli:-Izou non aveva una cultura musicale, sapete? Quando mi chiese un consiglio, dovetti partire da zero con lui.- si interruppe e alzò gli occhi al cielo, avendo sentito un “esagerato!” bisbigliato dal ragazzo.
-E sapete qual è il bello?- Izou guardò sorridendo prima Alex poi gli amici:-Ho dovuto ascoltare non so quanti cd prima che questo musone qui mi ritenesse degno di uscire con lui!-
Risero tutti, nettamente più rilassati e a proprio agio e bevendo il tè che Sabo aveva proposto iniziarono a conoscere Alex.
 
Alex poté trattenersi alla caffetteria per appena un’ora poi disse che “la gente ha bisogno di un po’ di sano punk rock” e se ne andò per andare ad aprire il proprio negozio di musica.
Quando stava per andarsene, Izou lo accompagnò fuori e Satch ed Ace, impiccioni come vecchietti, spiarono dalla soglia le poche parole che si scambiarono e il bacio dolce che si diedero: Izou dovette mettersi sulle punte ed Alex gli mise la mani sui fianchi, dolcemente. Non fu molto lungo, benché Izou scherzosamente avesse cercato di trattenere l’altro ancora un po’, e prima di andarsene definitivamente, Alex si abbassò di nuovo a sfiorare le labbra rosee del corvino, mordendogliele scherzosamente.
-Rivista, femminile, eh?- disse sarcasticamente Ace, guardando Satch che alzò gli occhi al cielo e borbottò un “Anche i migliori sbagliano!” mentre tornava all’interno del caffè.
 
 
 
Nota della super ritardataria:
Ancora un paio di mesi e l’ultimo aggiornamento sarebbe risalito a un anno fa. *gulp*
Sono una cattiva persona, I know, ma meglio tardi che mai, no?
Devo ammettere che questo aggiornamento è arrivato così in ritardo -così come quelli delle altre fanfiction ancora in corso- perché per parecchi mesi, fino a gennaio credo, non scrivevo più. Ma proprio zero. Nada de nada. Temevo che queste fanfics sarebbero rimaste incomplete per l’eternità.
Poi, oggi, invece, mi sono messa al pc e mi sono detta “scriviamolo!” le idee mi ero tornate, per cui, avendo anche tempo, mi sono messa a scrivere. E non so, lo sto pubblicando a quest’orario indecente perché volevo pubblicare entro oggi. Avevo deciso così e così è stato.
Questo capitolo lo dedico alla dolcissima Bibi e alla simpaticissima Revy che mi hanno incitata a scrivere.
E naturalmente a Shane , ormai la considero la fan numero uno di Izou! Aspettava con ansia (?) (see, domani) questo capitolo! Spero apprezziate il capitolo e che non sia venuto una schifezza! E che non ci siano errori grammaticali e di battitura, ew.
Oggi ho anche fatto una scaletta di quanti capitoli, a grandi linee, mancano alla fine di questa fanfiction: ne ho contati più o meno tre.
Bene, con questo mi congedo. Spero di tornare presto e cercherò di farlo, giuro! ;u;
So, spero non siate morte, care lettrici!
Baci
   
 
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