Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: La Gomma    19/07/2008    0 recensioni
Questa storia parte da un’altalena. Non ci sono protagonisti.. c’è solo l’altalena. Avete presente le altalene tutte colorate nei parchi pieni di bambini che ridono? Ecco, non è quel genere di altalena. L’altalena di questa storia è vecchia, era stata costruita anni prima da chissà chi. Le assi che la sorreggono sono di legno spesso, pieno di tarli e scritte che hanno visto passare generazioni. È un’altalena con due posti, i sellini di gomma un po’ deformati sono sorretti da catene arrugginite ricoperte da uno strato di plastica. Le uniche due persone che utilizzano ancora questa altalena non si conoscono, non si sono mai incontrate e soprattutto sono totalmente differenti tra loro. La prima è una ragazza che ha sempre vissuto in periferia, ha i capelli biondi con le ciocche rosse, gli occhi verdi sempre allegri e sorridenti. Suona la chitarra acustica e ascolta musica rock. Non è proprio una ragazza per bene, le piace la birra e a scuola non è una delle più brave ma se la cava. L’altra è tutto l’opposto. Ha vissuto in centro città per molto tempo. Ha i capelli castani e gli occhi azzurri e la sua più grande passione è la danza classica. Ascolta Vasco e musica leggera. È sempre educata e composta, suona il pianoforte ed è una delle ragazze con i voti più alti della classe. Certo, due così non hanno nulla in comune. Nulla. Tranne un’altalena.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era pomeriggio inoltrato, il cielo stava diventando di quel tipico colore rossastro che preannuncia una serata tranquilla. Anna  come al solito stava accoccolata sulla robusta altalena e si dondolava senza fretta, intanto canticchiava un motivetto a lei sconosciuto, ma che da qualche giorno a questa parte era entrato nella sua testa e non ne voleva sapere di abbandonarla.

I suoi pensieri erano ben lontani dal luogo in cui si trovava, tanto che non si rese conto che una presenza alle sue spalle la fissava incuriosita.

Aveva una borsa per chitarre sulla spalla sinistra, mentre nella mano destra stringeva un pacchetto di Lucky Strike e un accendino rosso con la faccia del Che disegnata in nero.

Stava in piedi, immobile, dietro all’altalena, dubbiosa sul da farsi.

Ad un tratto, senza sapere come, inciampò nel laccio di una delle sue All Star, e si ritrovò per terra, con un pacchètto di sigarette in meno e un dolore atroce al fondo schiena.

Charlie imprecò contro vari ed eventuali santi, mentre Anna, che nel frattempo era uscita da suo stato di catalessi, la fissava quasi spaventata.

“Salve” disse Charlie cercando di proporre un sorriso, che ben presto si trasformò in una smorfia di dolore.

“Ti sei fatta male?” chiese Anna per un attimo preoccupata, poi il suo sguardo venne catturato dalla profondità magnetica del verde di quegli occhi così sconosciuti e belli.

“Figurati” Charlie si era rialzata e ora esaminava i pantaloni sporchi “Ho le ossa dure io”

Poi diede un’occhiata veloce per terra, esaminando i danni del pacchetto “Porca troia, e ora dove le trovo altre sigarette? Oggi è domenica è chiuso tutto…vaffanculo…”

“Fumare fa male” Anna fece un passo avanti, ma rimase sempre dietro l’altalena “Il fumo di sigaretta è considerato causa di gravi danni alla salute e fattore favorente l'insorgere di patologie a carico del sistema respiratorio, sistema cardio-vascolare e lo sviluppo di malattie di natura tumorale.”

Charlie la fissò per qualche secondo. Poi sorrise e abbassò lo sguardo concentrandosi sulla sua scorta di nicotina “Che fortuna, ho incontrato l’enciclopedia moderna della salute in persona eh?”

“Dico solo le cose come stanno, se vuoi morire di cancro ai polmoni fai come ti pare”

“Se anche morissi domani” rispose Charlie con tono ironico “saresti una di quelle persone che piangerebbe sulla mia lapide pur conoscendomi solo da un giorno”

Anna spalancò la bocca. Charlie sollevò lo sguardo con un sorriso stampato in faccia “Sbaglio forse?” Anna scosse la testa.

Charlie si mise seduta, con le gambe incrociate, poggiando la schiena contro uno dei tanti alberi che circondavano il piccolo spiazzo.

Tirò fuori la chitarra e si mise ad accordarla.

Anna era ancora ferma dietro l’altalena, ma non voleva fare la figura della sciocca, quindi, scostando le vecchie catene arrugginite che sorreggevano il sellino, si portò ad un paio di metri dalla ragazza sconosciuta.

“A dire il vero questo posto è sempre stato mio, e comunque ero arrivata prima di te” si sedette nuovamente sull’altalena senza staccare gli occhi di dosso dalla chitarra, che aveva catturato tutta la sua attenzione.

Quando Charlie finì di accordare  la sua adorata compagna di avventure, poggiò delicatamente una mano sulle corde, alzò lo sguardo e fece un respiro chiudendo gli occhi “A dire il vero io questa altalena l’ho vista nascere, è da quando ho tre anni che vengo qui per starmene tranquilla e comunque” aprì gli occhi e sollevò un sopracciglio “c’è abbastanza posto per tutte e due no?”

Sul volto di Anna si fece largo un grande sorriso, per quanto volesse credere di non averne bisogno, aveva una gran voglia di avere un’amica.

Anna sollevò il braccio, porgendolo delicatamente verso Charlie.

“Piacere io mi chiamo Anna Virginia Rivoli, mi sono trasferita da poco qui e… e basta.”

Charlie ora la guardava sorridendo “che tipo che sei… io mi chiamo Charlie”

“Charlie è un nome da cane”

“lo so”

Anna scoppio a ridere. Certo se le avessero detto che il suo era un nome da cani non l’avrebbe presa così bene, invece Charlie sorrideva e stringeva la mano di Anna con decisione.

“Anna è un nome da tartaruga, avevo una tartaruga che si chiamava Anna, poi è morta, ho dimenticato di darle da mangiare per quasi due settimane”

“Non è una bella cosa da dire in giro” Anna saltò giù dall’altalena divertita, e si appoggiò anche lei ad un tronco d’albero, non poco distante da Charlie.

Per qualche secondo calò un silenzio imbarazzante, poi Charlie cominciò a suonare una canzone ben nota ad entrambe:

 

“A lovestruck Romeo sings a streetsus serenade
Laying everybody low with me a lovesong that he made
Finds a convenient streetlight steps out of the shade
Says something like you and me babe how about it?

Juliet says hey it’s Romeo you nearly gimme a heart attack
He’s underneath the window she’s singing hey la my boyfriend’s back
You shouldn’t come around here singing up at people like that
Anyway what you gonna do about it?”

 

Cantarono entrambe tutta la sera, finché il sole non sparì definitivamente e il cielo divenne nero come la pece, perchè quella sera anche le stele erano coperte dalle nuvole

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: La Gomma