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Autore: Pretty_Liar    27/04/2014    8 recensioni
Darcy è una ragazza di venti anni.Ha il suo lavoro, le sue amiche... E un marito famoso che vuole a tutti i costi avere un bambino! E se lei non si sentisse pronta? Se avesse paura di diventare mamma? Tra litigi con il proprio marito, consigli, amiche pettegole e madri impiccione, Darcy si troverà ad affrontare la peggior gravidanza della sua vita!
*********
"Perché! Spiegami solo il cazzo di motivo per cui è 'NO'!"
"Perché NO, Harry! Non c'è un motivo preciso!", dissi piegando le maglie del riccio sparse per casa.
"Non ha significato la tua risposta!", urlò lui, facendo gonfiare le vene sul collo.
"Devo mettere in ordine il tuo casino! Non mi rompere!"
Accesi la luce nel salone, illuminando la stanza sotto sopra.
Ero stata via due giorni a causa di un'intervista e lui mi faceva trovare un porcile... Non una casa!
Lui mi seguì, sventolando per aria un paio di pantaloni puliti.
"Darcy... Quando fai così sei insopportabile!", sbraitò, infilando i jeans e rimanendo a torso nudo.
"Io?! Io sono insopportabile, Harry?! Per favore non ne parliamo!", dissi con arroganza, alzando una scatola di patatine dal pavimento.
"No, invece! Parliamone!", disse esasperato, allacciandosi con furia la cintura.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sistemai le varie carte sparse sulla scrivania nell'ultimo dei miei cassetti, sospirando sonoramente.
Feci scorrere il dito sulla mia lista delle cose da fare, vedendo se avevo dimenticato qualcosa.
"L'incontro con il direttore!", esclamai battendomi una mano sulla fronte.
Me ne ero totalmente dimenticata, facendo passare ciò che era più importante in secondo piano.
Mi diedi una sistemata ai capelli neri ed ondulati, raccogliendoli in una coda alta e disordinata come sempre.
Camminai a passo svelto per i corridoi, vedendo appesi alle pareti le varie copertine dei giornali appena usciti in commercio. Di tanto in tanto qualcuno alzava lo sguardo dal suo computer per salutarmi o semplicemente sorridermi.
"Darcy, sei arrivata finalmente!", esclamò il direttore facendomi entrare nel suo ufficio spazioso e pieno di libri sull'arte del giornalismo.
"Ho avuto qualche imprevisto", sussurrai imbarazzata, prendendo posto su una delle sedie in legno vicino la grande scrivania.
"Ho una buonissima notizia per te", sorrise, porgendomi una tazza di the che però rifiutai gentilmente.
"Davvero? Quale?", chiesi curiosa.
"Sai, ti avevo detto che saresti dovuta andare in America per intervistare quella modella", iniziò facendomi incupire. 
Odiavo allontanarmi dalla mia famiglia per una settimana, sentendoli solo per telefono. Candy era peggio del padre, odiava quando partivo ed insieme ad Harry si metteva a piangere, facendomi sentire ancora di più in colpa.
"Invece hanno dato l'incarico a Bree!"
"Davvero?!", esclamai felice alzandomi dalle sedia.
"Certo", annuì lui,"Ma tu in cambio devi fare la sua di intervista"
"Qualunque cosa! Qualunque!"
Un'ora dopo ero nel mio ufficio, con il registratore poggiato sul tavolino in legno e una tazza di the fra le mani, mentre aspettavo l'intervistato.
L'orologio segnava le cinque e lui era in ritardo di ben un'ora. Iniziai a battere un piede per terra, irritata. Odiavo i ritardatari.
Sentii qualcuno bussare, così cercai di ricompormi, sussurrando un flebile e gentile "avanti"
Spalancai la bocca, vedendo una massa di capelli ricci fare capolino dalla porta.
"Amore" sorrise Harry sedendosi di fronte a me.
Il suo profumo invase l'aria, facendomi arrossire e rabbrividire.
"Cosa diavolo ci fai qui! Ho un'intervista!", sussurrai brusca, alzandomi e camminando verso di lui.
"Lo so. È la mia intervista!", sorrise a trentadue denti, mentre io sgranavo sempre più gli occhi.
"C-c-cosa?!", chiesi con una nota acuta nella voce. Io mi imbarazzavo terribilmente a fare quelle domande stupide.
"Mmh", mugugnò lui, prendendo il registratore fra le mani.
"Non toccare", sbuffai levandogli l'oggetto di mano. Dio sembrava un bambino.
Lui n'è approfittò per gettarmi sul suo corpo, facendomi arrossire ancor di più.
"Ciao", sussurrò sulle mie labbra, facendo strofinare i nostri nasi accaldati.
"Harry smettila!", sussurrai bruscamente, alzandomi e sistemandomi la camicetta che lui mi aveva leggermente alzato.
Sospirai sonoramente, sedendomi composta sulla sedia di fronte a lui che, aveva le gambe accavallate e un sorrisetto impertinente stampato in faccia.
"La smetti?!", gli chiesi retorica, alzando un sopracciglio infastidita.
"Di fare cosa, amore?"
"Questo!", sbottai, indicandolo con un dito,"Mi irriti!"
Harry rise, scuotendo il capo e leccandosi le labbra, inumidendole della sua saliva.
"Bene... Allora, cominciamo con una domanda repentina", dissi schiarendomi la voce ed allineando le carte sul tavolo difronte a me. Poi, accesi il registratore, posandolo sulle mie cosce.
"Il nuovo album è stato un successo per la vostra band. Potete ritenervi, quindi, davvero soddisfatti?", chiesi arrossendo per la domanda stupida. Se era stato un successo, mi pareva logico che fossero soddisfatti!
Purtroppo, dovevo attenermi a quelle domande, così aspettai una sua risposta, poggiando già la penna sul foglio.
"Si... Anche di quello", sorrise, alzandosi e camminando verso la porta.
"Harry! Siediti!", sibilai incazzata, ma lui continuò ad avanzare, finché non arrivò vicino il legno e chiuse la porta a chiave, infilandosi quest'ultima nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Allora, amore...", sussurrò con tono malizioso, avvicinandosi lentamente a me.
"No! No, no, no, no!", dissi alzandomi velocemente dalla sedia e correndo verso la finestra.
"Dell'album sono molto soddisfatto, ma non posso dire la stessa cosa di questa giornata"
"Perché?", chiesi curiosa.
"Ho voglia di te e ancora non ti ho sfiorato. Devo rimediare", sorrise a trentadue denti, mettendo le mani sui miei fianchi e tirandomi verso di lui.
Poggiai le mani sul suo petto, cercando di allontanarlo.
"Se ci scoprono siamo fritti!", mormorai ad un centimetro dalle sue labbra morbide, che sfiorai subito dopo.
"Non lo faranno", rispose prima di fiondarsi sulla mia bocca e baciarmi avidamente.
Portai subito le mani fra i suoi ricci, tirandoli leggermente e facendolo gemere sulle mie labbra rosse e gonfie per i baci irruenti.
"Dobbiamo continuare l'intervista", gli dissi senza convinzione.
"Dopo... Adesso sono impegnato", mormorò lui fra un bacio ed un altro, poggiandomi sulla scrivania.
"Darcy..."
Un bussare alla porta mi fece aprire gli occhi di scatto.
Le braccia di Harry mi avvolgevano la vita nuda, mentre il suo fiato finiva sulla mia nuca scoperta.
Mi osservai intorno.
"Darcy. Tutto bene lì dentro? Avete finito?", chiese il direttore, continuando a bussare.
"Cazzo!", imprecai a denti stretti, scuotendo Harry per svegliarlo.
"Amore dai! Sta il mio capo fuori la porta!"
Lo sentii mugugnare qualcosa, mentre la presa intorno i miei fianchi si rafforzava sempre più.
"Darcy?!", continuò il direttore, tirando la maniglia della porta in legno.
"Sono qui! Adesso apro!", dissi con voce strozzata e acuta.
"Harry! Su svegliati!", lo scossi ancora, tirandogli leggermente i capelli finché i suoi occhi verdi non si scontrarono con i miei.
"Ciao...", mormorò con la voce impastata dal sonno, poggiando le labbra sulle mie e baciandomi con passione.
"No...", dissi a fatica nel bacio, cercando di scostarlo,"Dobbiamo vestirci!"
"Non mi va", si lagnò, baciandomi ora il collo, ora la guancia.
"C'è il mio direttore fuori! Scostati Harry!"
Stavo andando nel panico e tutto quello che lui faceva era mordermi il collo come fossimo due sedicenni con gli ormoni a mille.
"Amore è stata la cosa più eccitante di tutta la mia vita", sussurrò nel mio orecchio, mordendo il lobo e facendo scorrere una mano sulla mia gamba scoperta.
"Darcy! Sicura che va tutto bene?", chiese il direttore, iniziando a tirare nuovamente la maniglia. 
"Cer-certo!", urlai,"Non trovo la chiave!"
"Mmh... Certo", bisbigliò Harry salendo a cavalcioni su di me e tenendomi ferma al suolo.
"Harry sei impazzito? Dobbiamo vestirci prima che riesca ad...", ma fui bloccata dalla sua mano che si poggiò sulle mie labbra, mentre abbassava il viso verso il mio ventre che prese a baciare e mordere.
"Darcy se vuoi prendo una chiave di riserva", suggerì il direttore, facendomi andare ancora di più in panico.
Scostai con difficoltà la mano del riccio dalla mia bocca, dicendo al direttore che non era necessario.
E, mentre mio marito rideva, io cercavo di vestirmi, distratta dalle sue labbra che ogni secondo si poggiavano sul mio collo.
"Eccoci!", dissi sorridente mentre aprivo la porta.
"Buonasera signor Styles", asserrì il direttore, stringendo la mano di Harry che aveva fatto comparire ai lati della sua bocca le fossette.
"Come va con il nuovo album?"
"Alla grande, grazie", rispose Harry stringendomi la mano, ricordando il momento in cui anche io gli avevo fatto la stessa domanda.
Arrossii violentemente, mentre lui continuava a parlare con il mio capo che dimostrava una certa simpatia per lui.
"Sei insopportabile!", dissi mentre camminavo verso scuola di Candy con Harry che mi baciava la guancia ripetutamente.
"Anche io ti amo, amore", mi sorrise strafottente.
Avevamo le mani intrecciate e gli sguardi di tutti i genitori puntati su di noi. Ma poco ce ne fregava: eravamo due normali genitori.
E, quando la campanella suonò, fummo travolti da una marea di bambini che correvano verso le loro madri.
Poi, finalmente, vidi anche Candy che stringeva fra le mani un disegno e correva verso di noi con le scarpe slacciate.
"Candy! Quante volte ti ho detto di non correre per le scale!", la ammonì il padre prendendola in braccio.
"Papà guarda. L'ho fatto io!", sorrise lei gonfiando le guance per l'orgoglio e mostrandoci un disegno.
Vidi gli occhi del riccio inumidirsi e, così, cercai di parlare io per non far insospettire la bambina.
"È molto bello.... Chi sono?", dissi con voce incrinata.
"Noi. Questo è il papà. Ha le guance rosse perché quando si arrabbia fuma di gelosia. Questa sei tu. Bella come sempre. E poi ci sono io! Guarda: sono felice perché ho i genitori più meravigliosi del mondo!", disse battendo le manine e baciando la mia guancia.
Harry pianse, affondando la testa nel collo della bimba che continuava a tartassarlo di domande.
Vidi un paio di giornalisti appostati fuori la scuola, ma non davano affatto fastidio.
Perché, in quel momento, esistevamo solo noi tre. Niente intorno poteva distrarmi da quella visione paradisiaca: Harry Styles famoso cantate dei One Direction, che diventa un semplice padre che si commuove per le piccole cose.
E, mentre loro ridevano e parlavano della giornata di scuola di Candy, io pensavo a quanto fui fortunata quel giorno al bar quando, Harry, si sedette vicino a me.
Non ricordo esattamente perché entrai in quel locale. Era per ricconi ed io avevo solo pochi spiccioli, ma sentii come se lì dentro ci fosse stato il mio destino.
E non mi sbagliavo, perché adesso li vedo, e sono bellissimi.
"Dai mamma! Facciamo tardi al concerto di papà!", mi richiamò Candy, tirandomi per la mano verso la macchia nera di mio marito.
Ah, non mi sono presentata ancora...
Piacere, sono Darcy, Darcy Styles, una "Moglie Disperata".

 

Avviso: 

In teoria questo dovrebbe essere l'ultimo capitolo, ma mi sono così affezionata alla storia che non sono riuscita a finirla qui. Quindi, ho deciso di scriverne un altro, che penso posterò o stasera o domani pomeriggio dopo scuola, in cui a parlare sarà un nuovo personaggio... Penso che abbiate capito chi. Beh, adesso vi lascio alla storia. Buona lettura; spero che vi piaccia.

Pretty_Liar

 

Sistemai le varie carte sparse sulla scrivania nell'ultimo dei miei cassetti, sospirando sonoramente.Feci scorrere il dito sulla mia lista delle cose da fare, vedendo se avevo dimenticato qualcosa.

"L'incontro con il direttore!", esclamai battendomi una mano sulla fronte.

Me ne ero totalmente dimenticata, facendo passare ciò che era più importante in secondo piano.Mi diedi una sistemata ai capelli neri ed ondulati, raccogliendoli in una coda alta e disordinata come sempre.Camminai a passo svelto per i corridoi, vedendo appesi alle pareti le varie copertine dei giornali appena usciti in commercio. Di tanto in tanto qualcuno alzava lo sguardo dal suo computer per salutarmi o semplicemente sorridermi.

"Darcy, sei arrivata finalmente!", esclamò il direttore facendomi entrare nel suo ufficio spazioso e pieno di libri sull'arte del giornalismo.

"Ho avuto qualche imprevisto", sussurrai imbarazzata, prendendo posto su una delle sedie in legno vicino la grande scrivania.

"Ho una buonissima notizia per te", sorrise, porgendomi una tazza di the che però rifiutai gentilmente.

"Davvero? Quale?", chiesi curiosa.

"Sai, ti avevo detto che saresti dovuta andare in America per intervistare quella modella", iniziò facendomi incupire. Odiavo allontanarmi dalla mia famiglia per una settimana, sentendoli solo per telefono. Candy era peggio del padre, odiava quando partivo ed insieme ad Harry si metteva a piangere, facendomi sentire ancora di più in colpa.

"Invece hanno dato l'incarico a Bree!"

"Davvero?!", esclamai felice alzandomi dalle sedia.

"Certo", annuì lui,"Ma tu in cambio devi fare la sua di intervista"

"Qualunque cosa! Qualunque!"



Un'ora dopo ero nel mio ufficio, con il registratore poggiato sul tavolino in legno e una tazza di the fra le mani, mentre aspettavo l'intervistato.L'orologio segnava le cinque e lui era in ritardo di ben un'ora. Iniziai a battere un piede per terra, irritata. Odiavo i ritardatari.Sentii qualcuno bussare, così cercai di ricompormi, sussurrando un flebile e gentile "avanti".

Spalancai la bocca, vedendo una massa di capelli ricci fare capolino dalla porta.

"Amore" sorrise Harry sedendosi di fronte a me.

Il suo profumo invase l'aria, facendomi arrossire e rabbrividire.

"Cosa diavolo ci fai qui! Ho un'intervista!", sussurrai brusca, alzandomi e camminando verso di lui.

"Lo so. È la mia intervista!", sorrise a trentadue denti, mentre io sgranavo sempre più gli occhi.

"C-c-cosa?!", chiesi con una nota acuta nella voce.

Io mi imbarazzavo terribilmente a fare quelle domande stupide.

"Mmh", mugugnò lui, prendendo il registratore fra le mani.

"Non toccare", sbuffai levandogli l'oggetto di mano. Dio sembrava un bambino.Lui ne approfittò per gettarmi sul suo corpo, facendomi arrossire ancor di più.

"Ciao", sussurrò sulle mie labbra, facendo strofinare i nostri nasi accaldati.

"Harry smettila!", sussurrai bruscamente, alzandomi e sistemandomi la camicetta che lui mi aveva leggermente alzato.Sospirai sonoramente, sedendomi composta sulla sedia di fronte a lui che, aveva le gambe accavallate e un sorrisetto impertinente stampato in faccia.

"La smetti?!", gli chiesi retorica, alzando un sopracciglio infastidita.

"Di fare cosa, amore?"

"Questo!", sbottai, indicandolo con un dito,"Mi irriti!"

Harry rise, scuotendo il capo e leccandosi le labbra, inumidendole della sua saliva.

"Bene... Allora, cominciamo con una domanda repentina", dissi schiarendomi la voce ed allineando le carte sul tavolo difronte a me. Poi, accesi il registratore, posandolo sulle mie cosce.

"Il nuovo album è stato un successo per la vostra band. Potete ritenervi, quindi, davvero soddisfatti?", chiesi arrossendo per la domanda stupida. Se era stato un successo, mi pareva logico che fossero soddisfatti!Purtroppo, dovevo attenermi a quelle domande, così aspettai una sua risposta, poggiando già la penna sul foglio.

"Si... Anche di quello", sorrise, alzandosi e camminando verso la porta.

"Harry! Siediti!", sibilai incazzata, ma lui continuò ad avanzare, finché non arrivò vicino il legno e chiuse la porta a chiave, infilandosi quest'ultima nella tasca posteriore dei pantaloni.

"Allora, amore...", sussurrò con tono malizioso, avvicinandosi lentamente a me.

"No! No, no, no, no!", dissi alzandomi velocemente dalla sedia e correndo verso la finestra.

"Dell'album sono molto soddisfatto, ma non posso dire la stessa cosa di questa giornata"

"Perché?", chiesi curiosa.

"Ho voglia di te e ancora non ti ho sfiorato. Devo rimediare", sorrise a trentadue denti, mettendo le mani sui miei fianchi e tirandomi verso di lui.Poggiai le mani sul suo petto, cercando di allontanarlo.

"Se ci scoprono siamo fritti!", mormorai ad un centimetro dalle sue labbra morbide, che sfiorai subito dopo.

"Non lo faranno", rispose prima di fiondarsi sulla mia bocca e baciarmi avidamente.Portai subito le mani fra i suoi ricci, tirandoli leggermente e facendolo gemere sulle mie labbra rosse e gonfie per i baci irruenti.

"Dobbiamo continuare l'intervista", gli dissi senza convinzione.

"Dopo... Adesso sono impegnato", mormorò lui fra un bacio ed un altro, poggiandomi sulla scrivania.


"Darcy..."

Un bussare alla porta mi fece aprire gli occhi di scatto.Le braccia di Harry mi avvolgevano la vita nuda, mentre il suo fiato finiva sulla mia nuca scoperta.Mi osservai intorno

."Darcy. Tutto bene lì dentro? Avete finito?", chiese il direttore, continuando a bussare.

"Cazzo!", imprecai a denti stretti, scuotendo Harry per svegliarlo."Amore dai! Sta il mio capo fuori la porta!"

Lo sentii mugugnare qualcosa, mentre la presa intorno i miei fianchi si rafforzava sempre più."Darcy?!", continuò il direttore, tirando la maniglia della porta in legno.

"Sono qui! Adesso apro!", dissi con voce strozzata e acuta.

"Harry! Su svegliati!", lo scossi ancora, tirandogli leggermente i capelli finché i suoi occhi verdi non si scontrarono con i miei.

"Ciao...", mormorò con la voce impastata dal sonno, poggiando le labbra sulle mie e baciandomi con passione.

"No...", dissi a fatica nel bacio, cercando di scostarlo,"Dobbiamo vestirci!"

"Non mi va", si lagnò, baciandomi ora il collo, ora la guancia."C'è il mio direttore fuori! Scostati Harry!"

Stavo andando nel panico e tutto quello che lui faceva era mordermi il collo come fossimo due sedicenni con gli ormoni a mille.

"Amore è stata la cosa più eccitante di tutta la mia vita", sussurrò nel mio orecchio, mordendo il lobo e facendo scorrere una mano sulla mia gamba scoperta.

"Darcy! Sicura che va tutto bene?", chiese il direttore, iniziando a tirare nuovamente la maniglia. 

"Cer-certo!", urlai,"Non trovo la chiave!"

"Mmh... Certo", bisbigliò Harry salendo a cavalcioni su di me e tenendomi ferma al suolo.

"Harry sei impazzito? Dobbiamo vestirci prima che riesca ad...", ma fui bloccata dalla sua mano che si poggiò sulle mie labbra, mentre abbassava il viso verso il mio ventre che prese a baciare e mordere.

"Darcy se vuoi prendo una chiave di riserva", suggerì il direttore, facendomi andare ancora di più in panico.

Scostai con difficoltà la mano del riccio dalla mia bocca, dicendo al direttore che non era necessario.E, mentre mio marito rideva, io cercavo di vestirmi, distratta dalle sue labbra che ogni secondo si poggiavano sul mio collo.

"Eccoci!", dissi sorridente mentre aprivo la porta

."Buonasera signor Styles", asserrì il direttore, stringendo la mano di Harry che aveva fatto comparire ai lati della sua bocca le fossette.

"Come va con il nuovo album?"

"Alla grande, grazie", rispose Harry stringendomi la mano, ricordando il momento in cui anche io gli avevo fatto la stessa domanda.

Arrossii violentemente, mentre lui continuava a parlare con il mio capo che dimostrava una certa simpatia per lui.

 


"Sei insopportabile!", dissi mentre camminavo verso scuola di Candy con Harry che mi baciava la guancia ripetutamente.

"Anche io ti amo, amore", mi sorrise strafottente.

Avevamo le mani intrecciate e gli sguardi di tutti i genitori puntati su di noi. Ma poco ce ne fregava: eravamo due normali genitori.E, quando la campanella suonò, fummo travolti da una marea di bambini che correvano verso le loro madri.Poi, finalmente, vidi anche Candy che stringeva fra le mani un disegno e correva verso di noi con le scarpe slacciate.

"Candy! Quante volte ti ho detto di non correre per le scale!", la ammonì il padre prendendola in braccio.

"Papà guarda. L'ho fatto io!", sorrise lei gonfiando le guance per l'orgoglio e mostrandoci un disegno.Vidi gli occhi del riccio inumidirsi e, così, cercai di parlare io per non far insospettire la bambina.

"È molto bello.... Chi sono?", dissi con voce incrinata.

"Noi. Questo è il papà. Ha le guance rosse perché quando si arrabbia fuma di gelosia. Questa sei tu. Bella come sempre. E poi ci sono io! Guarda: sono felice perché ho i genitori più meravigliosi del mondo!", disse battendo le manine e baciando la mia guancia.

Harry pianse, affondando la testa nel collo della bimba che continuava a tartassarlo di domande.Vidi un paio di giornalisti appostati fuori la scuola, ma non davano affatto fastidio.Perché, in quel momento, esistevamo solo noi tre. Niente intorno poteva distrarmi da quella visione paradisiaca: Harry Styles famoso cantate dei One Direction, che diventa un semplice padre che si commuove per le piccole cose.E, mentre loro ridevano e parlavano della giornata di scuola di Candy, io pensavo a quanto fui fortunata quel giorno al bar quando, Harry, si sedette vicino a me.Non ricordo esattamente perché entrai in quel locale. Era per ricconi ed io avevo solo pochi spiccioli, ma sentii come se lì dentro ci fosse stato il mio destino.E non mi sbagliavo, perché adesso li vedo, e sono bellissimi.

"Dai mamma! Facciamo tardi al concerto di papà!", mi richiamò Candy, tirandomi per la mano verso la macchia nera di mio marito.

Ah, non mi sono presentata ancora...

Piacere, sono Darcy, Darcy Styles, una "Moglie Disperata".

 

  
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