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Autore: Roose    27/04/2014    1 recensioni
Lei è testarda, lei ride ad alta voce per far capire a tutti che niente può smontare la sua felicità, lei è forte e fa diventare forte anche me, lei riesce a dire la sua senza poi pentirsene, lei è così folle da risultare normale, ed è per questo che mi piace, è per questo che ho deciso di pubblicare la sua storia, è per questo che io, Victoria, ho deciso di parlare di lei, Rose Joe.
Era passato un anno dall'ultima volta in cui io e Rose ci eravamo viste, il college era riuscito a dividere le nostre strade ma entrambe avevamo giurato, entrambe sapevamo già che nonostante tutto non sarebbe cambiato niente al nostro ritorno. Aveva giurato di essere sorelle fino alla fine e niente avrebbe potuto distruggerci, niente.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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era traumatico pensare a quanto sarebbe stato strano, tutto sarebbe cambiato nel giro di qualche ora e io potevo solo restare seduta, con le chiappe sprofondate in un sedile troppo grande che sembrava improvvisamente il posto più confortevole del mondo. Sarei stata pronta ad affrontare una nuova vita? Ero abbastanza grande per farcela sola? Il pullman mi avrebbe portata direttamente a Boston, è lì il college che frequenterò.

Infilai gli auricolari nelle orecchie e mi lascia andare contro il finestrino, partì ' Stardust – Mika ', sorrisi ripensando a quando ascoltai la prima volta quella canzone, ero con Victoria, la mia migliore amica. Non so bene come ho fatto ad avere una migliore amica così, è come un angelo custode che para tutte le botte che dovrei incassare, è come uno scudo per la depressione e per la tristezza, è il mio dono dal cielo.

Chiusi gli occhi e quando li riaprì mi ritrovai già davanti il cortile d'ingresso. Persi qualche battito e mi alzai dal mio posto, il pullman era già parzialmente vuoto, c'era solo qualche ragazzo intento a chiamare per dire a casa di essere già arrivato, l'autista che mangiucchiava un panino che puzzava di salame scaduto e il responsabile delle matricole che mi sorrise uscendo dopo di me.

Eravamo una quarantina di ragazzi, tutti con la stessa faccia spaventata e disorientata, tutti pronti per qualcosa che realmente non si conosceva, qualcuno provava a fingere di essere un gran duro, come Tommy, il ragazzo biondo che per tutto il viaggio non ha fatto altro che vantarsi con quattro ragazze di quanto era bravo nella sessione 'pesistica' in palestra.

Ho notato Kim, una ragazza dai capelli castani e gli occhi di un verde invidiabile, un corpo perfetto e un sorriso capace di farti venire la pelle d'oca. Lei sedeva accanto a Tommy, sentì un ragazzo dire 'quella è Kim, ragazzi ha una reputazione assurda, lei si è fatta si e no 4 calciatori, è assurda', la risposta venne dalla ragazza seduta accanto a me che si limitò a fare una faccia schifata accompagnato da un 'che zoccola'. Mi fece ridere.

Eravamo una quarantina e nessuno aveva idea di cosa significasse essere al college, nessuno aveva idea di cosa significasse stare lontani da casa per un semestre ( dopo, probabilmente, potevamo tornare a casa per il Natale ). eravamo una quarantina di ragazzi, tutti diversi, in piedi, con la valigia in mano, davanti al responsabile delle matricole.

Sorrise e poi prese il suo foglio dalla borsa; 'allora ragazzi, benvenuti' disse, senza smettere di sorridere, ' spero che vi troviate bene qui, io sono mister A, voi non saprete mai per cosa sta quella A' lo guardai meglio, era ben piazzato, con pochi capelli in testa e la barbetta lasciata volutamente lunga, aveva gli occhi azzurri e sembrava disponibile e alla mano, ma le notizie viaggiano più veloci delle persone e sapevamo tutti che in realtà si sforzava di sembrare gentile per non terrorizzarci tutti il primo giorno, per quanto ne sapevamo quella 'A' poteva tranquillamente stare per 'assassino' o 'annientatore' o 'astrattore di budella', anche se l'ultima cosa l'ho inventata sul momento io.

' allora, ragazzi miei, detto questo e fatte le presentazioni, adesso vi chiamerò per nome e darò ad ognuno di voi una cartina del campus, un foglio con su scritto il numero della vostra camera, i vostri dati, la copia del vostro documento, la tessera dello studente e, ovviamente, la chiave della vostra nuova casa. Iniziamo; e ….o ...uhm ecco, se dovreste avere problemi di ogni genere, potete benissimo venire a cercarmi, ci penso io alle matricole' sorrise, ma stavolta, fece sorridere teneramente anche noi.

In una manciata di minuti toccò a me. Presi tutto ciò che mi serviva e, dopo aver salutato mister astrattore, aprì la cartina. C'è un bar nel campus. Figo.

E anche una biblioteca, un'infermeria, campi da tennis, football, volley, i dormitori era quattro, due per le ragazze e due per i ragazzi. La scuola in se era situata al centro.

Il mio armadietto è il numero 116.

camminai velocemente con la valigia in una mano e la cartina dall'altra. Faceva caldo, il 4 settembre , le lezioni sarebbero iniziate il 6. portavo un paio di pantaloncini di jeans chiaro,una maglia nera con delle stampe floreali rosa e ai piedi le superga bianche, tenevo la borsa nera ben salda su una spalla e i capelli castani mossi fin sopra il sedere. Tenuti lontani dagli occhi dagli occhiali da sole. Ero messa comoda e mi congratulai mentalmente con me stessa per questo.

Percorsi qualche centinaia di metri, quando lessi finalmente 'dormitorio femminile A2', sul foglio c'era scritto :

' Rose Joe, matricola numero 1237, dormitorio A2 stanza numero 48, secondo piano'

sorrisi, finalmente a casa.

Entrai e fui invasa da un forte odore di vaniglia, salutai il guardiano del plesso e mi presentai, sapeva già dell'arrivo delle matricole previsto per oggi. Chiesi aiuto a lui, non avevo idea di cosa fare. Mi disse che dovevo semplicemente trovare la stanza, sistemare le mie cose e gironzolare allegramente nel campus per due giorni, hanno programmato prima il nostro arrivo per dare agli studenti la possibilità di non perdersi durante le lezioni per passare da un punto all'altro della scuola. Lo ringraziai con un sorriso e partì di nuovo.

Appena passai la sua zona arrivai davanti delle scale a dir poco imponenti che mi fecero una strana impressione, chissa quante persone avevano attraversato prima di me quel percorso, chissa quanti si sentivano persi quanto me prima di salire nelle loro camere.

Ci volle tutto il mio coraggio per salire il primo gradino, poi il secondo, il terzo e così via. Al primo piano c'erano già ragazze nel corridoio, avevamo tutte le nostre cose tra le mani, qualcuna telefonava davanti la porta, qualcun'altra provava a fare amicizia, scoprì presto che non eravamo solo matricole però, non c'era distinzione di anno in anno nei dormitori, pregai mentalmente il santo protettore del college di mettermi in camera con qualcuna della mia età, magari qualcuno di simpatico che non pensa ad andare a letto con mezzo campus, qualcuno di normale insomma, magari qualcuno come Vicky. Mi feci strada tra le ragazze del primo piano e mi trovai davanti ad un'atra rampa di scale, sospirai, iniziai a salire e quando mi trovai in cima alla rampa iniziai a cercare la mia stanza, quella davanti i miei occhi era la numero 23, andando a destra c'era la 24 mentre a sinistra la 22. girai a destra e camminai un po' facendomi spazio tra le altre matricole e qualche altra ragazza, già del campus che imprecava ogni volta che qualche novellina le pestava un piede con le rotelle della valigia.

Mi trovai davanti la stanza numero 48. presi le chiavi dalla borsa e aprì la stanza. Era in ordine, i muri erano di un giallo acceso, le tende erano bianche ma c'erano farfalle di ogni colore, c'erano due scrivanie di legno, due letti ( uno era già in ordine ) mentre l'altro era scoperto, con delle coperte ai piedi, c'erano due armadi, due comodini e un tappeto gigante al centro della stanza, dalla finestra si vedeva un albero gigante, era il giardino centrale, da lì potevo vedere il pullman che mi aveva lasciata al campus. Portai dentro la mia valigia e richiusi la porta. Poco dopo mi accorsi che, praticamente dentro l'armadio, c'era una ragazza. Bestemmiò per il poco spazio dentro l'armadio e poi, dopo essersi accorta di me, uscì.

' Hey, tu devi essere Rose, io sono Gabriella' sorrise, era una ragazza bellissima. Aveva i capelli lunghi quanto i miei, gli occhi molto grandi e di un verde molto scuro, le lentiggini sul volto e sulle spalle e il corpo magro, la pelle era quasi bianca, era chiarissima e per un secondo fui invidiosa di lei, mi sentivo meno di zero accanto a lei, i miei capelli castani e i miei occhi grigi in confronto a lei facevano ridere, io non avevo le lentiggini, avevo solo le labbra leggermente più grandi delle sue.

Sorrisi e le strinsi la mano

' piacere, sono contenta di non avere nessuno di puzzolente in camera, o peggio ancora, una poco di buono' continuò guardandomi, ' perchè tu non lo sei, vero??'

'mi lavo regolarmente e no, non sono una poco di buono' risposi mettendomi a ridere. Lei parve rassicurata da questa mia affermazione e sorrise ancora.

'oh ma sono una maleducata, fatti aiutare con la valigia' senza darmi il tempo di rispondere l'aveva già presa e messa sul letto.

' sei una matricola anche tu?' fu l'unica cosa che riuscì a dire

'no' disse lei guardandomi malinconica ' sono al secondo anno, la mia vecchia compagna di stanza è uscita dal college l'anno scorso, quindi hanno inserito te qui, spero non ti crei problemi stare in stanza con una un anno più anziana' rise ' posso farti vedere io il campus, presentarti qualcuno e, essere la tua prima amica, se ti va' .

Mi fece sorridere pensare alla sua spontaneità, mi piaceva Gabriella, sapevo che sarebbe stato bello vivere con lei per tutti gli anni del college, o almeno, fino all'ultimo anno visto che lei sarebbe uscita un anno prima. Mi limitai ad annuire e lei continuò

' perfetto, mi fa veramente piacere avere te in stanza, allora, ti ho lasciato il posto davanti alla finestra anche perchè l'anno scorso Broke, la mia ex compagna, si era messa lì e mi aveva lasciato questo letto, mi dispiaceva lasciarlo, spero non ti dispiaccia'

' nono anzi, mi piace stare davanti la finestra, hai pensato bene' sorrisi e lei continuò spedita, lei si illuminarono gli occhi ' benissimo, mi piaci già' rise ' adesso ti aiuto, magari mentre tu sistemi i vestiti dentro i cassetti e l'armadio io ti preparo il letto così poi andiamo in giro per il campus, ti presento qualcuno dei miei ex compagni di corso' annuì e la ringraziai.

Occupai tutto l'armadio e un cassetto per la biancheria, nonostante il fatto che entrambe potevamo occupare 3 cassetti ma lei, a quanto pareva, aveva più bisogno di spazio così fui felice di cederle i miei due cassetti rimanenti. Lei fece il letto con le coperte che fornivano al dormitorio ma mi informò che potevamo benissimo comprare e mettere le lenzuola che preferivamo, potevamo portare da casa anche i mobili, bastava chiedere al responsabile del plesso; decisi di uscire il giorno dopo per comprare qualcosa di decente. Le lenzuola bianche erano tristi, sembrava di essere in un ospedale.

Gabriella indossava un vestito giallo quando entrai in camera ma per gironzolare con me preferì cambiarsi, la pregai di mettere i pantaloncini, in modo da non sembrare io quella fuoriluogo, così mi accontentò senza troppe cerimonie. Infilò i suoi shorts, una canottiera verde acqua e le nike bianche, mosse i capelli con le mani per dare una forma e dopo aver preso la borsa mi prese a braccetto

' allora amica, porti tu le chiavi? Così le mie le lascio qui in camera' annuì e infilai le chiavi in borsa.  

Ciao a tutte ragazze, questa è la mia nuova storia, spero vi piaccia.
Da questo capitolo in poi sarà Rose a parlare, non più Victoria, spero sia abbastanza chiaro, se c'è qualcosa che non capite basta contattarmi, sarò felice di parlare della storia con tutte voi, comunque spero mi diciate cosa ne pensate attraverso una piccola recensione, o anche solo un messaggio privato, vi mando un bacione!!  

 
  
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