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Autore: Pazza xD    28/04/2014    3 recensioni
Cerco di immaginarmi cosa successe quando Finnick, all'epoca solo un ragazzino, andò agli Hunger Games la sua priva volta. A come ha lasciato la sua famiglia, e con questa anche Annie Cresta e i suoi amici. La sua avventura più oscura, che giace ancora nel più profondo del suo cuore.
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Annie Cresta, Finnick Odair, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1.

 
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Devo dirvi una cosa importante, scusate se vi rompo ancora prima di leggere xD
* Nel testo troverete che Finnick ha una sorella di nome Savannah: QUESTO E’ DEL TUTTO INVENTATO DA ME, NON CREDO CHE FINNICK ABBIA AVUTO UNA SORELLA. E’ UN’IDEA COMPLETAMENTE MIA, VENUTA DAL PIU’ PROFONDO DEL MIO CERVELLO PAZZO *
Beh… buona lettura! Ci vediamo nell’angolo autrice :)


 

Il giorno della Mietitura Finnick si alzò molto presto, alle cinque del mattino. Non sapeva come occupare il tempo, se non pensando. Cosa sarebbe successo? Era arrivato il giorno cruciale dell’anno, quello in cui si sarebbe saputo che avrebbe dovuto andare agli Hunger Games. Tutti gli anni sentiva lo stomaco fermentare, la preoccupazione salire. Di giorno in giorno si ripeteva se non vado agli Hunger Games giuro che mi farò chiamare “asino” per tutto il resto della mia vita.
Gli scorsi anni però non rispettò mai la promessa. Voleva solo tranquillizzarsi in qualche modo, oltre a pregare tutte le sere.
Finnick si recò in cucina e si sedette sul divano davanti alla piccola televisione malconcia. La accese, magari per vedere qualcosa di interessante, invece la spense subito, poiché parlavano solo della Mietitura in tutti i Distretti.
“Finnick, perché sei già sveglio?” chiese una voce sulla porta della cucina. Lui si girò e vide sua sorella minore, di nome Savannah.* Aveva sette anni.
Lui la prese in braccio e le diede un bacio sulla fronte.
“Che ci fai tu sveglia a quest’ora, non io” sussurrò il ragazzo.
La piccola non rispose, ma si limitò ad appoggiare il capo sulla spalla del fratello e pian piano riaddormentarsi. Finnick non fece altro che riportarla a letto.
Oltre alla preoccupazione di andare agli Hunger Games e morire, aveva paura di come l’avrebbero presa i suoi genitori e sua sorella. E Annie.
Annie Cresta.
Cos’avrebbe fatto senza di lui?
All’improvviso qualcuno bussò alla porta e Finnick corse ad aprirla. Era Annie, bianca come un lenzuolo.
“La Mietitura l’hanno spostata tra un’ora, non tra due.” Disse tutto d’un fiato.
“Vado a dirlo ai miei” rispose il ragazzo triste, facendo entrare in casa sua Annie, che lo aspettò in cucina.
“Li hai avvertiti?” chiese lei quando Finnick tornò da lei.
“Sì, si preparano adesso. Andiamo, io sono già pronto.”
Prima di uscire di casa Finnick prese un pezzo di pane e bevve un sorso d’acqua, la sua solita colazione quotidiana.
Camminarono fino alla spiaggia, per rilassarsi un po’ prima di andare in Piazza. Seduti sulla morbida sabbia, si sentirono già meglio, nel sentire la sua familiare morbidezza.
“Ehi, Finn. Ti ricordi quando abbiamo giurato che, qualunque cosa fosse successa, noi saremmo sempre rimasti uniti, anche a distanza?” domandò Annie, giocherellando con le conchiglie pungenti e colorate.
“Come potrei dimenticarlo? Ma perché me lo chiedi?”
“Per sapere se te lo ricordavi.” Mentì lei, scrollando le spalle. Invece non lo chiedeva affatto per questo motivo, ma per sapere se il cuore di Finnick gli apparteneva. Non si erano praticamente mai detti l’amore che l’uno provava per l’altra. Eppure Finnick non era per niente timido.
“Un motivo in particolare?” insisté lui.
Annie scosse il capo, rabbrividendo al richiamo dei Pacificatori. Quando era ora della Mietitura, suonavano sempre un corno per far capire che era ora di cominciare.
Lentamente i due si alzarono e si avviarono in Piazza, già gremita di gente. Si separarono per andare nella propria postazione. Finnick in quella dei maschi e Annie in quella delle femmine.
Amber, la presentatrice, fece mandare in onda il filmato di Capitol City e lo recitò sottovoce a memoria. Poi, dopo il nauseante discorso iniziale andò verso l’ampolla femminile.
Girava e rigirava la mano dentro, come a fare ipnotizzare le persone.
Annie pensava che il cuore potesse esploderle e Finnick uguale.
Scelto il bigliettino, Amber tornò al microfono e lesse, scandendo bene le lettere in modo di farsi sentire perfettamente.
“Jenny Pietrel!” annunciò quasi urlando.
Mormorii tra la gente. Sguardi impauriti e sollevati, in cerca del tributo femmina.
Una bambina di dodici anni, con le lacrime agli occhi, le gambe tremanti, i capelli biondi svolazzanti, camminò al rallentatore sul palco.
Finnick e Annie si scambiarono uno sguardo  un po’ più tranquillo, ma non del tutto. Ora toccava al tributo maschio.
“Non piangere cara, non ti disperare” cercò di tranquillizzarla Amber. Jenny la ignorò. “E ora il giovane uomo che rappresenterà il Distretto 4!”
Camminò traballante verso la boccia contenente tutti i bigliettini dei ragazzi. Non fece tanto cerimonie con le dita e corse di nuovo al microfono.
Silenzio immane. Bastava che i suoi occhi sfiorassero il nome che si poteva scatenare un putiferio di cuori spezzati.
Lo stava leggendo.
Lo stava per dire.
Ancora un attimo e…
“Finnick Odair.”



Ciaoooo!! Ecco a voi l'attesissimo capitolo 1!!Secondo voi com'è? Penoso? Schifoso? Corto? Corto può essere...ehm...già.. Caro Finnick! Cara Annie! Cara piccola e minuscola Jenny! Come proseguirà? La famiglia in lacrime, Annie Cresta con la faccia più bianca di uno straccio pulito! Mi raccomando, straccio pulito, immacolato!
Spero vi sia piaciuto,

avete sempre l'opzione di mandare pomodori virtuali tramite recensione, ma senza colpire i miei capelli perché sono appena andata dalla parrucchiera, grazie!
Un bacio a tutti i lettori,
Giulia<3
  
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