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Autore: moondance    21/07/2008    2 recensioni
Breaking Dawn, dal punto di vista di Jacob Black.
"Ero terribilmente assetato. Quando avevo deciso di vivere sotto forma di lupo non avevo pensato agli svantaggi. Niente più sofferenza umana, questo era stato il mio unico pensiero."
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 5 The Truth Beneath


Mi sudavano le mani. Per un attimo temetti che il ricevitore si potesse sciogliere nel mio pugno. Inspirai profondamente e deglutii a fatica.

Bella”, iniziai ma fui interrotto.

Non è qui ma sta bene”, mi rassicurò all'orecchio la voce di Carlisle.

Stava bene. Certo. Stava per mandare all'aria tutta la sua vita, sempre che non l'avesse già fatto. Io e il vampiro avevamo due concezioni molto diverse dello “stare bene”.

Lei è...”, cercai di dire la parola “vampiro” ma mi morì sulle labbra.

No, non ancora. Lei ed Edward hanno deciso di aspettare dopo il matrimonio”. Il matrimonio, già. Me ne ero dimenticato. Mi sembrava una cosa così futile davanti alla prospettiva che Bella diventasse una vampira.

Quando si terrà?”, chiesi. Volevo sapere quanto tempo le restava.

Il due di agosto”, mi rispose Carlisle, mortificato. Tra una settimana esatta. Non c'era più tempo oramai.

Ah”, dissi, afflitto.

Credimi, Jacob, mi dispiace...” aveva iniziato Carlisle, ma lo interruppi velocemente. Detestavo, odiavo che si provasse compassione per me. Soprattutto se questa veniva da un vampiro. Soprattutto se era uno dei Cullen.

Non importa, addio”, e interruppi la telefonata. Alzai il viso per affrontare gli sguardi che, lo sapevo, stavano studiando la mia espressione cercando di capire cosa Carlisle mi avesse rivelato per telefono.

La prima a parlare fu Tanya, che si avvicinò e calma mi chiese:

Dunque la compagna di Edward è già una vampira?”.

Cercai di rilassarmi, misi tutta la mia concentrazione al servizio di ogni singolo muscolo del mio corpo per scioglierlo dalla tensione. Ci riuscii, per lo meno ero meno rigido di prima. Ancora una volta ponderai se era il caso di mentire o meno, ma non ne vedevo alcun motivo, perciò dissi la verità. Quando menzionai del matrimonio vidi un’ombra passare sul viso di Tanya. Non riuscii a capire quale sentimento l’avesse scatenata e non vedevo nemmeno perché dovesse importarmene. La vampira dall’aspetto latino disse:

Si, il matrimonio, se non sbaglio l’invito diceva che si sarebbe svolto il due agosto. Tra una sola settimana”. Tacque e mi osservò con quei suoi grandi occhi. Mi limitai ad annuire. A quel punto Eleazar abbandonò la sua postura statuaria e si animò, rompendo quell’immobilità che oramai lo teneva inchiodato al divano. Si alzò ed iniziò a camminare nella sala.

Tra l’altro dobbiamo ancora decidere se andare o meno”, disse. Mi innervosii all’istante, ma cercai di non dare nell’occhio. L’idea che altri cinque vampiri si addentrassero nei confini di Forks non mi piaceva per niente. Forse Bella sarebbe stata al sicuro, ma tutti gli altri? Il mio branco avrebbe potuto farcela contro i Cullen, ma non se questi avevano degli alleati. Se fosse scoppiata una guerra avrebbero avuto bisogno di me. Se davvero questa famiglia era intenzionata ad andare al matrimonio allora sarei dovuto andare con loro, dopotutto dovevo proteggere la mia gente.

Certo forse queste erano tutte scuse, forse cercavo solo un misero ed insignificante pretesto per andare a quel maledetto matrimonio. Probabile, ma dopotutto cosa importava? La conclusione sarebbe stata la stessa: sarei andato con loro.

Eleazar sorrise alla succhiasangue che prima era seduta a fianco a lui, quella che mi aveva chiesto del matrimonio, e le disse:

Certo sono sicuro che tu non ti perderesti questo matrimonio per nulla al mondo, vero Carmen?”. Carmen, cercai di registrare il suo nome. E da come si comportavano avrei scommesso che fosse in una particolare relazione con Eleazar. La vampira lo trafisse con i suoi occhi magnetici e gli rispose:

Come se a te non piacessero i matrimonio, ti ricordo che mi hai costretto a vestire in abito da sposa almeno una dozzina di volte”.

Appunto, ci avevo visto giusto. Erano una coppia, loro. Gli occhi di Eleazar arsero, forse per ira, forse per desiderio.

Forse solo per poter ammazzare il tempo, i secoli iniziano a sembrare infinitamente lunghi dopo un po’”.

Carmen incrociò le braccia sul petto e con fare risentito lo liquidò con un ‘cafone’ che non fece altro che far aumentare il ghigno sul volto del vampiro. Mi sentivo di troppo lì dentro. Non era un posto adatto a me, non avevo nulla a che fare con loro. Distolsi lo sguardo e cercai di focalizzarmi su qualsiasi altra cosa nella casa. Proprio in quel momento Tanya gli interruppe:

Smettetela voi due, per il matrimonio decideremo. Bisogna prima sistemare alcune cose. Intanto pensiamo alle priorità”, e così dicendo si voltò verso di me, che stavo ammirando una serie di sopramobili dall’aspetto antichissimo, “dunque Jacob, suppongo che tu voglia rinfrescarti e quant’ altro dopo i giorni che hai passato”.

Ci pensai a fondo e, scartata brevemente l’opzione della fuga perché sapevo che Tanya non mi avrebbe lasciato andare così facilmente, un bagno caldo e del buon cibo era proprio quello di cui avevo bisogno. Perciò annuii.

Bene, seguimi”, disse prima di voltarsi verso le scale che portavano al piano superiore. Ignorò lo sguardo incredulo che avevano gli altri vampiri e così feci io, incamminandomi dietro di lei. Constatai che anche il primo piano della casa era spazioso. Vi era un ampio corridoio che portava a diverse porte. Ignorammo le prime finché non giungemmo all’ultima porta. Tanya l’aprì e davanti a me si stagliò l’immagine di un bagno immenso, sui toni del bianco e di un pallido azzurro.

Entra, vado a prenderti asciugamani e vestiti”, così dicendo se ne andò senza darmi il tempo di replicare. In effetti avevo davvero bisogno di un bagno, ma soprattutto avevo bisogno di veri vestiti. In un secondo fu di ritorno con tra le braccia una serie di cose. Appoggiò gli asciugamani vicino alla grande vasca ovale, mentre depose gli abiti su una mensola, nella parete opposta. Mi indicò velocemente dove trovare bagnoschiuma e shampoo e fece per andarsene, ma istintivamente l’afferrai per il polso.

Mi guardò dritto negli occhi, spaventata. Il mio sguardo era un riflesso del suo. Ci osservammo pietrificati, mentre la leggera scossa elettrica fluiva tra la mia mano e il suo polso. Cercai la mia voce e quando finalmente la trovai le disse semplicemente grazie. Lei non si mosse, come se non mi avesse nemmeno sentito. Le lasciai andare piano il polso. Forse mi avrebbe attaccato, forse non avrebbe fatto proprio nulla.

Lentamente il suo corpo riprese vita e si mosse, non più la statua che era diventata. Riuscì a distogliere gli occhi dai miei e se ne andò, lasciando dietro di sé solo la scia del suo intenso odore.

Scossi la testa, cercando di non restare impalato sulla porta come un perfetto idiota e la chiusi. Cercai di dimenticarmi che ero un licantropo in una casa piena di vampiri e mi godetti al meglio il bagno.

Ci volle un’eternità per poter portare l’acqua ad una temperatura più calda di quella del mio corpo, ma ne valse la pena. Riuscii a rilassarmi del tutto, a svuotarmi la mente. In quel momento per me non vi erano problemi. Scivolai sottacqua cercando di annebbiare ancora di più la mia mente. Era una fortuna che questi vampiri avessero abbastanza soldi da potersi permettere una vasca di quelle dimensioni. Avrebbe potuto contenere tranquillamente tre persone. Per una volta qualcosa in cui stessi largo.

Quando l’acqua iniziò a raffreddarsi decisi di uscire e vestirmi. Non so dove quella vampira avesse trovato degli abiti della mia misura. Certo i pantaloni erano un po’ stretti, ma sicuramente era meglio di quel foulard appeso alla vita.

Uscii dalla porta del bagno, incerto sul da farsi. Dovevo scendere e dire, cordialmente, che li ringraziavo molto della loro ospitalità ma che avevo deciso di tornare a Forks? Oppure dovevo scappare immediatamente?

Non volevo andarmene da lì, non senza di loro. Non mi fidavo. Probabilmente in realtà stavo solo impazzendo. Le ragioni delle mie decisioni non importavano, gli effetti si. Scesi in salotto dove trovai soltanto Tanya intenta a mettere qualcosa in un piatto.

Bene, hai finito. Ora mangia questo”, mi disse porgendomi il piatto bianco che teneva in mano. Era del pesce, dell’ottimo pesce, mi corressi mentalmente dopo averlo assaggiato. Lo divorai ancora prima di essermene reso conto. Avevo davvero tanta fame. Una risata mi distrasse dal piatto e mi costrinse ad alzare lo sguardo.

Quasi mi accecò col sole che le illuminava da dietro i capelli rossi e la pelle bianca. Non so perché ma il suo sorriso lentamente si spense e mi disse:

Ma mangiate sempre così tanto voi?”.

E questo è niente. Spero tu abbia ancora di questa roba”, le risposi.

Si girò ed andò verso il frigorifero. Che cosa diamine se ne facevano dei vampiri di un frigorifero? Quando lo aprì il mio stupore fu palese, perché sobbalzai sulla sedia. Era pieno di cibo. Cibo umano. C’era persino del tè alla pesca.

Che cavolo ve ne fate voi di questo?”, chiesi quasi inorridito.

Ci serve come copertura. Che razza di famiglia saremmo se avessimo un frigorifero vuoto? Cosa pensi che ne direbbero i vicini se venissero a farci visita?”.

Vicini”, apostrofai, aspro, “come se qui ci fosse qualcuno”.

Anche solo chi si aggira per boschi, Jacob. E’ sempre meglio essere pronti ad ogni evenienza”, mi disse. Ci ragionai un attimo ed in effetti aveva senso. Se dovevano fingere di essere umani non potevano permettersi di non avere nessuna sorta di cibo in casa. Beh meglio per me in questo caso. Non mangiavo roba così buona da settimane.

Mi ingozzai ancora ed ancora, mentre Tanya continuava a cucinare, finché non fui pieno. Il frigorifero era mezzo vuoto ora. Sorrisi, beato, mentre mi stiracchiavo sulla sedia. Tanya, intenta a riordinare il piano cottura, mi disse:

Purtroppo, però, devo informarti che non abbiamo stanze da letto disponibili. Eleazar ti ha preparato qualcosa nel sott’interrato”.

Mi alzai. Era arrivato il momento di decidere. Andarmene o no? Scappare o restare?

Se avessi tentato la fuga e fossi morto, chi avrebbe aiutato gli altri a Forks, durante il matrimonio? No, dovevo restare qui con loro, studiarne i punti deboli in modo da poterli eliminare più facilmente con l’aiuto del branco. Non avevo scelta, come sempre. Ciò che ero dettava il destino della mia intera vita. Mi aveva privato della donna che amavo. Mi obbligava a stare in compagnia di chi odiavo.

Vieni, ti faccio vedere”, limpida come il cielo, la voce di Tanya spezzò i miei tetri pensieri. La seguii al piano inferiore. Era tutto buio pesto e c’era un fortissimo odore di spezie varie. Mi dava alla testa. Cercai di non inspirare troppa aria, non volevo svenire. Man mano che scendevo i gradini il buio aumentava, così come l’odore.

Perché non c’è una luce qui? E che diamine è questo odore?”, chiesi allarmato. Che fosse una trappola?

No, l’interruttore è giù. Sai non abbiamo bisogno di luci per vedere al buio”, mi ammiccò. Nemmeno io avevo bisogno della luce. Ma tutto quel buio era insolito. Ero stato giorni e giorni all’aria aperta, nel mezzo di foreste luminose e fresche. Qui mi sentivo al chiuso, forse soffrivo di claustrofobia.

E l’odore?”, insistetti petulante.

Come per il frigorifero. Qui conserviamo gli altri cibi umani”. Certo, logico. Forse però avevano esagerato con le quantità, quelle spezie erano talmente forti da coprire l’odore della vampira che mi stava accanto.

Eccoci qua”, mi disse quando giungemmo alla fine delle scale. Davanti a me c’era un letto spoglio. Il resto della stanza era pieno di spezie varie e di scatoloni imballati in pile che giungevano al soffitto. Più che un sott’interrato quella sembrava una vera e proprio cantina. Poco importava dove fossi, stavo morendo di sonno. Lo stress della giornata ora mi gravava sulle spalle. Mi diressi verso il letto. Era posizionato accanto ad una parete che era stata appositamente liberata dagli scatoloni. Mi distesi e dissi:

Grazie, va bene così. Ora se non ti dispiace vorrei riposarmi”.

Si, certo”, mi rispose Tanya. Aveva uno sguardo strano, era ansiosa. Forse voleva dirmi qualcosa. Magari Carlisle le aveva detto al telefono qualcosa che non voleva che io sapessi. E se mi avesse mentito riguardo a Bella? Se… il peggiore dei pensieri mi frantumò la mente.

Se fosse morta?

Accadde tutto in un secondo. Udii prima il rumore metallico che mi distrasse dal mio incubo. Poi tre colpi, secchi, ed infine il buio si chiuse su di me.

  
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