Fior
di Maggio.
5
anni dopo.
Il
sole andava scomparendo, portando via con sé anche
un po’ della calura estiva della giornata.
Gli
striduli e acuti versi delle cicale riempivano le
orecchie, mentre un alito di vento caldo smuoveva appena le chiome
degli alti
alberi che decoravano il paesaggio di quel luogo magico.
Molti
rumori provenivano da quella ben curata
vegetazione, il tremulo canto degli uccelli, qualche calmo lamento di
cerbiatti, un lento sfrigolio delle foglie, ma non vi era alcun
particolare che
ne lasciasse intuire la provenienza precisa in tutto il vasto
paesaggio.
Tutti
gli animali che in primavera avevano popolato
quel rigoglioso terreno, ora provato dall’insolita afa estiva
che si era
abbattuta in quella regione inglese, erano al riparo nei vari boschetti
ai
lati; ma non erano i soli.
Anche
due ragazzi avevano trovato sollievo al grande
calore, rifugiandosi, nel tardo pomeriggio nel Bosco dei Delfini,
così chiamato
perché in quell’area ricorrevano statue avente
come soggetto proprio i delfini.
E
proprio loro si erano accomodati su una panca in
marmo bianco con ai lati due delfini ricurvi in pietra azzurra.
La
prima era davvero una graziosa ragazzina, dai
lunghi capelli corti, lo sguardo cristallino e un’espressione
cupa in volto
mentre l’altro aveva lisci fili d’oro per capelli,
né troppo lunghi né
troppo corti, occhi di puro argento e
quell’aria scherzosa da monello.
“Oh,
Lucius smettila di scherzare. Non è affatto
divertente”, ripeté lei per l’ennesima
volta, “Tanto so che non dici sul serio,
e che mi scriverai! Devi farlo! Come farò senza di te per un
anno intero!
Capisci? Un intero anno senza di te!
E non ci sono nemmeno le mie sorelle! Mi annoierò a morte!
Solo tu e le tue
lettere potrete salvarmi” piagnucolò lei,
inginocchiata sulla panca, con
entrambe le sue mani sul suo avambraccio.
“Narcissa,
attenta, o potrei credere che tu abbia una
cotta per me!” Scherzò ancora il giovane.
“Ma…
Ma cosa dici?!” Domandò indignata lei con le
guance arrossate, mentre Lucius Malfoy rideva divertito.
Narcissa
lasciò perdere il ragazzo, scese dalla panca
e, con le braccia incrociate sbuffando ripetutamente e sonoramente, si
incamminò per il bosco, così da ritornare nel
villino di famiglia.
Respirando
rumorosamente il ragazzo si unì a lei,
allontanandosi dalla frescura della panca pronto a seguirla
perché, nonostante
non volesse ammetterlo, lui in quei boschi non si sarebbe mai saputo
orientare.
“Puoi
anche restartene lì, se vuoi” lo
punzecchiò.
“No,
grazie” ringhiò a denti stretti Lucius.
“Inizia a
scendere l’umidità”.
“Paura
per i tuoi capelli?”chiese candidamente lei.
“Anche
se fosse?”
“Beh,
sarebbe un duro colpo per tuo padre scoprire che
a suo figlio interessi una cosa tanto frivola quanto prettamente
femminile,
come l’arricciarsi dei capelli. Sarebbe da sciocchi e da
mollaccioni!” commentò
maligna lei, sapendo i suoi tasti dolenti.
“Sciocca
insolente!” commentò piccato lui, affrettando
il passo superandola.
“Ehi
aspettami!” strillò raggiungendolo e fermandolo
per scoccargli un sonoro bacio sulla guancia, lasciando a lui il turno
di
arrossire lievemente. “Scusa” gli disse sorridendo,
contagiando anche lui.
“Finalmente
ti vedo sorridere, è tutto il pomeriggio
che ti comporti da brutta musona!”
“Non
è vero” obiettò lei. “E anche
se fosse vero, è
tutta colpa tua!” Aggiunse.
“ Parti per
Hogwarts e dici che non mi scriverai. Sei ingiusto! Io sarò
qui da sola. Tu
conoscerai altri amici e ti scorderai di me” finì
con l’ammettere lei, vicina
al pianto.
“Non
fare così piccola Cissy” disse prima
d’abbracciarla forte, mentre i singhiozzi della ragazzina
iniziarono a farsi
sentire. “Non potrei mai scordarmi di te. Sei la mia migliore
amica, e poi c’è
la nostra promessa, di amarci nonostante tutto”, disse
arrossendo in ricordo
della settimana prima, durante la quale le giurò di volerle
bene per sempre, e
suggellando quella promessa con un timido ed impacciato bacio sulle
labbra.
“Cissy,
ti scriverò ogni settimana”, promise, ma lei
emise un mugolio in risposta.
“Oh,
Cissy, non potrò scriverti ogni giorno! Avrò i
compiti da fare e le lezioni da seguire!” ribatté.
“E poi tornerò per le
vacanze di Natale, quelle di Pasqua, le estive… Vedrai
sembrerà che il tempo
non sia passato affatto”.
“E
va bene!” accettò lei.
“Ora
torniamo dentro, sta facendo buio” commentò lui,
prendendola timidamente per mano, tornando insieme al villino.
Si
salutarono per quel giorno, per poi rivedersi solo
a King’s Cross, quando ormai Lucius era già sul
treno che andava scomparendo,
muovendosi in direzione di Hogwarts.
***
Ecco
il secondo capitolo.
Ringrazio
per le recensioni,
Lady_2008 e poppi,
sperando che per voi questo capitolo sia stato più
interessante del precedente ^-^
*Piccola
nota, il Lucius Malfoy di questo capitolo non
è un OOC. Rinsavirà mooolto presto credetemi! ^_-
.taRtRuGa.