Capitolo
6 - La svolta
*Qualche
settimana
prima (flashback)*
L’uomo
apparve a pochi
metri di distanza dal viottolo illuminato dalla luna. Il lungo mantello
nero
svolazzava attorno alle sue caviglie secche. Una goccia di sudore scese
lungo
la sua guancia. Sudore non sicuramente causato dal caldo torrido di
fine
estate. Sudore che ricordava tanto il rimpianto, il più
grande della sua vita. Aveva
commesso un errore imperdonabile due giorni prima, sapeva cosa lo
aspettava. In
realtà però sperava di poter fare qualcosa, anche
se le possibilità erano molto
vane, questo lo sapeva anche. Il signore oscuro probabilmente aveva
già
indagato, forse aveva già progettato tutto; probabilmente
aveva già trovato il
bambino. Ma avrebbe provato comunque a fare qualcosa, a dissuaderlo
dalla
missione. L’avrebbe fatto per lei. Alzò la
bacchetta.
«Purosangue»
Una
non umile dimora
apparse davanti a lui. Si udiva in lontananza una fontana da qualche
parte
nell’ampio giardino. La ghiaia scricchiolava mentre
l’uomo si dirigeva verso
l’ampio portone d’ingresso, che improvvisamente si
spalancò davanti a lui.
«Giusto
in tempo per il dessert, mio prezioso amico»
disse una voce proveniente da un volto brillante quanto serpentesco,
seduto a
capotavola.
«Alla
mia destra, siediti.»
«Mio
signore…Dove sono gli altri?»
«Vedi…
Questa sera ho deciso che dovevamo essere solo io e te. Devo parlarti
di una
questione irrisolta molto importante. Ho bisogno del seguace
più geniale e
fedele che ho.» Sorrise, allacciando i suoi occhi a quelli
del suo interlocutore
quasi ustionandolo con il solo sguardo. Quest’ultimo
però seppe tenere testa
all’esame del signore oscuro e sorrise compiaciuto di
rimando, nascondendo bene
la tensione che covava dentro di lui.
«Quella
profezia di cui mi hai parlato… Forse so
l’identità del bambino. Sono indeciso,
in realtà, tra due bambini nati alla fine di luglio. Uno
è il figlio dei
Paciock, l’altro dei Potter. Penso che sarebbe più
sicuro ucciderli tutti e
due, per evitare il pericolo.»
L’uomo dal
naso adunco emise un gemito, ma il suo signore non lo udì,
troppo perso nei
suoi pensieri.
«Ma vorrei
comunque capire chi dei due potrebbe con più
probabilità essere quello giusto.»
Il signore
oscuro attendeva una risposta alla domanda che in realtà non
aveva posto al suo
interlocutore, che fino ad allora non aveva espresso la sua opinione;
questo lo
infastidiva non poco. Cominciava a pensare che era stata una cattiva
idea
parlarne con lui. Forse non era così geniale come credeva.
«Signore,
mi permetta di dire che io credo si tratti del figlio dei Paciock.
E’ un
purosangue, mentre il figlio dei Potter è un mezzosangue
e…Non potrebbe mai
competere con voi. Non crede?»
«I Potter,
entrambi, si sono dimostrati dei maghi molto abili. Specie la madre del
bambino; ha dimostrato di essere molto abile negli scontri che abbiamo
avuto in
passato. Certo, credo si sia trattato di fortuna, non dimentichiamo che
è
comunque una nata babbana»
«Con tutto
il rispetto, Mio Signore, io credo al contrario che sia molto scarsa
nei
duelli…»
«Suvvia,
Severus! Se non ricordo male durante l’ultimo attacco ti ha
disarmato quasi
subito! Lo dici forse per ripicca? Sei un mago abile e sappiamo anche
che lei
lo è almeno quanto te, forse di più. Mi sarebbe
piaciuto averla tra le nostre
fila. Peccato…»
«Dopo aver
ucciso il figlio dei Paciock potrebbe provare a convincere i Potter a
passare
dalla nostra parte. Anzi, mi permetta di farlo, ci
riuscirò.» Il suo tono
sembrava quasi una supplica e subito dopo sospirò, senza
rendersene conto. Il
signore oscuro alzò subito gli occhi, intrecciandoli a
quelli neri del suo
seguace.
«Stai
forse provando a dissuadermi dalle mie convinzioni, Severus? Tu? E
perché mai?
Perché stai tentando di convincermi ad uccidere solo uno dei
due bambini,
quando sai benissimo che dovrei ucciderli entrambi per mettermi al
sicuro? Stai
forse provando a contrastare i piani del grande Signore
Oscuro?» Il suo tono fu
un crescendo.
«No, mio
Signore! Mai! Io le sarò fedele fino alla morte!»
«Cosa ti
turba allora? Ti ordino di parlare!»
«Vede… Io…
Conosco i Potter da molto tempo ormai, specie lei. La madre del
bambino. Vorrei
chiederle, Mio Signore, di risparmiarla. Per me. Ovviamente se questo
non
intralcia i suoi piani, sia chiaro.»
Rise con
disprezzo, quasi come si stesse facendo beffe della richiesta.
«Severus,
è una sporca mezzosangue. Tu meriti di meglio. Esistono
donne più degne.»
Severus
sbarrò poco dopo gli occhi, come se si fosse reso conto
improvvisamente della
veridicità delle parole del Signore Oscuro.
«Oh, di
questo ne sono consapevole! Infatti il mio è solo un
interesse sessuale, niente
di più. Solamente
questo. Se è
possibile…»
Voldemort
sventolò la mano davanti agli occhi di Severus e si
tirò indietro sulla
poltrona, annoiato e offeso per la richiesta.
«Vedremo.
Non ti assicuro nulla, potrei anche ucciderla, nel caso in cui dovesse
annoiarmi. Basta un attimo, un gesto rapido della bacchetta, lo sai
bene.»
Severus potè quasi vedere l’idea del suo Signore
che sopraggiunse subito dopo
nella sua mente, tanto il suo viso si illuminò.
«Ma
pensandoci bene una cosa posso farla, per ridurre
l’attesa…»
Quasi
balbettando, incerto, chiese «Posso chiederle cosa, Mio
Signore..?»
Il volto
serpentesco brillò nel buio. Sembrava parecchio divertito
dalla domanda del suo
seguace.
«I Potter
saranno i primi ad essere attaccati, anche se non so dove si trovano.
Ma ho una
soluzione a questo problema! Un loro amico è passato dalla
nostra parte. E’ uno
sciocco, si mostra titubante alle mie richieste ma gli
estorcerò le
informazioni necessarie senza difficoltà, quando
arriverà il momento. Non
voglio essere precipitoso ma credo che succederà tutto molto
presto. Li
troverò.»
«Potrei…Potrei
sapere di chi si tratta?»
«Non lo
ritengo affatto necessario. Puoi andare adesso.»
Severus aveva
fallito, tutto quanto.
Ma poteva
ancora tentare la sua ultima possibilità.
“Sirius…
Sirius, svegliati! Su, svegliati, stupido cane! Possibile
che è sempre la stessa storia? Non posso
crederci… Non cambierai mai!”
La
voce di Remus arrivava ovattata alle sue orecchie, dato lo
strato di coperte che lo avvolgeva. Lo infastidiva non poco ma riusciva
a
dormire comunque quindi, chissenefrega?
“Sirius.
Alzati!”
“Ah,
dai! Ancora cinque minuti Lunastorta! Tanto Lumacorno è
sempre in ritardo a lezione…”
“E
va bene, vorrà dire che… AGUAMENTI!”
Alla pronuncia
dell’incantesimo Sirius cadde sul pavimento gelido, zuppo,
rotolando tra le
coperte bagnate fradicie che lo avvolgevano mentre dormiva sul divano
del
salotto di Mary.
“AAAAAAAAAHHHH!
Ma dico, sei matto?”
“Ahahahahahah!
Amico mio, guardati attorno! Non siamo nella torre
di Grifondoro, vedi? Era un mio dovere dirti la
verità…”
“Stupido
essere di un lupastro ingrato! Come osi?”
Remus
si sedette sulla poltrona non molto distante da Sirius, che
stava ancora a terra, e gli rivolse uno sguardo malandrino che ora
cercava di
farsi serio.
“Regulus
si è svegliato, chiede di te.” Alla pronuncia di
queste
parole Sirius si fece serio e cercò di alzarsi, ma non si
era reso conto
dell’intreccio che si era creato tra lui e le coperte e
così, mentre tentava di
alzarsi, inciampò e cadde in avanti, ai piedi di Remus.
Quest’ultimo si
trattenne dal ridere a crepapelle ma il suo tentativo durò
poco. Scoppiò in una
risata fragorosa, che infastidì Sirius. Egli, infatti, dopo
esser riuscito ad
alzarsi, diede uno scappellotto in testa a Remus, che, imperterrito e
per
niente intimorito dal gesto dell’amico, rise ancora
più forte. Sirius, con il
broncio che arrivava fino ai suoi piedi dato il dolce risveglio
arricchito
dalle risate del suo amico, si diresse verso la stanza di Regulus.
Sentiva
ancora le risate di Remus provenire dall’altra stanza
quando bussò alla porta.
“Avanti.”
Sirius entrò e subito fissò il fratello che
parlò per
primo.
“Vi
stavate proprio divertendo voi due eh… Che hai
combinato?”
“Oh,
si… Prima vorrei chiederti come stai…”
“Bene,
molto bene grazie. La tua amica è molto brava, potrebbe
fare la guaritrice. Ha talento.”
“Lo
è. E’ già una brillante guaritrice,
lavora al San Mungo.”
“Già,
avrei dovuto immaginarlo… Adesso veniamo al dunque
però.
Perché mi hai trascinato qui?”
“Sai
che fine avresti fatto. Non saresti vivo se non ti avessi
portato qui.”
“Probabilmente.
Ma da quando ti importa della mia vita?”
“Da
quanto hai salvato la mia… Anche se probabilmente il tuo
è
stato un gesto dettato dall’impulso, ma sai che non puoi
più tornare da loro.
Gli altri potrebbero capire ma Bellatrix ti ucciderà, lo
sai…”
Il
più piccolo dei fratelli si mise su, sedendosi sul lettino
su
cui aveva dormito per diversi giorni non con poca fatica.
Guardò il fratello
negli occhi e disse “Vero. Ma non ho intenzione di unirmi a
voi, anche se da
tempo ho smesso di essere fedele al Signore Oscuro e a dire il vero
cercavo un
pretesto per andarmene. Ho degli affari da sbrigare. Da solo.”
“Di
che si tratta? Vuoi diventare il nuovo mago cattivo, forse?”
Sirius sbuffò, dopo rise amaramente.
“No.
Voglio contrastare quello che è in circolazione.”
“Ecco,
Vedi? Allora siamo dalla stessa parte! Devi venire con me,
dobbiamo parlare con Silente” Sirius si sedette accanto al
fratello, stando
attento a non sfiorarlo, era tutto bendato e dolorante anche se non lo
lasciava
intendere... Tuttavia Sirius Aspettava il momento giusto per poter
formulare la
sua richiesta. Non aveva dimenticato i suoi piani.
“Sirius,
non è facile come credi. Silente non può
aiutarmi, non
potrà accogliermi nell’Ordine! Nessuno dei membri
mi vorrà.”
“Ma
cosa dici? Certo che ti vorranno! Tutti noi vogliamo uccidere
quel mostro e finalmente anche tu! Abbiamo uno scopo comune! E poi
potresti
aiutarci con le tue informazioni… Potremmo aiutare molta
gente a mettersi in
salvo…”
Regulus
sbatté il pugno sul cuscino, e ribatté
“Ma certo! Tu vuoi
usarmi per salvare tuo fratello James,
vero? Così, quando sarete dinuovo tutti felici e contenti,
mi butterai dinuovo
in un angolo, tanto avrai riavuto quello che volevi, no?”
“No,
Regulus, non è come credi. E poi non puoi dare la colpa a me
dei tuoi errori! Se tu non avessi ascoltato la cara mammina, saresti
sempre
stato con me!”
“Non
potevo agire come te ed essere come te! Riponevano tutta la
loro fiducia in me, l’unico figlio rimasto!”
“Ah,
certo, l’unico Black degno di questo nome, subito pronto ad
eseguire gli ordini di mammina…”
“Io…Io
ero geloso, va bene? Quando eravamo piccoli loro non mi
guardavano neanche, eri tu il figlio prediletto, sei sempre stato
migliore di
me! Poi a scuola sei stato smistato in Grifondoro e hanno iniziato a
degnarmi
di qualche sguardo!”
“Potevi
essere smistato anche tu in Grifondoro, se solo l’avessi
chiesto... “
“A
cosa sarebbe servito? E poi anche se ero in Serpeverde volevo
cambiare, volevo tornare da te. Ma poi tu sei scappato di casa, sei
andato da
quel Potter! Mi hai lasciato lì, da solo… Cosa
avrei potuto fare? Dove potevo
andare? Non ho mai avuto nessuno, a differenza
tua…”
“Reg,
mi dispiace. Abbiamo commesso entrambi degli errori ma
adesso possiamo riparare. Abbiamo la possibilità di
riparare, capisci? Possiamo
combattere spalla a spalla, insieme! Io questa volta lo
giuro… Non ti lascerò
più solo.” Gli strinse la spalla con una mano.
Regulus
sorrise debolmente alle parole del fratello “Non voglio
comunque far parte dell’Ordine, i mangiamorte lo saprebbero
immediatamente…”
“Oh
so cosa stai cercando di dirmi… Sappiamo che
c’è una spia
nell’Ordine, purtroppo non sappiamo chi
è…Ma tu potresti…”
Regulus
guardò Sirius con tanto dispiacere per quello che stava
per dire “Purtroppo nemmeno io. Il signore Oscuro non ci ha
detto niente a
riguardo, non ce l’ha presentato. Sospetta di avere delle
spie.”
Regulus
non poteva dargli notizia peggiore. Non poteva aiutarlo, o
forse si? Subito un’idea gli balenò in testa:
poteva farlo eccome.
“Non
per forza dovremo dire all’Ordine chi sei…
Potrebbe saperlo
solo Silente.”
“A
che scopo?”
“Vedrai.”
Sul
volto del maggiore dei Black si distinse un sorriso sincero
quanto malandrino, che si rifletté sul minore.
Regulus
adesso non era da solo. Aveva dinuovo un fratello, come
quando aveva cinque anni.
Una
fenice si posò sulla finestra, portava un messaggio.
“Venerdì
23, stamberga strillante ore 16. Avverti il signor Lupin e la signorina
MacDonald.
Ci sono novità.”
Due
giorni. Mancavano due giorni alla riunione dell’Ordine.
Rispose al messaggio.
“Ci
saremo. Anch’io ho delle novità ma vorrei parlarne
in privato con lei. Mi dica
dove e quando, ci sarò.”
Giunse
poco dopo un altro messaggio. “Stanza
delle necessità, stanotte. Portalo pure con te.”
Non poté evitare di sbarrare gli occhi per lo stupore quando lesse l’ultima frase. Forse quel vecchio non era tanto bacucco. Rise.
Ciao a tutti voi, che avete messo tra le preferite, ricordate, seguite e anche a voi che leggete silenziosamente. Sono felice che molti di voi abbiano iniziato a leggere la mia storia, mi piacerebbe ricevere una recensione una volta tanto, se non vi dispiace. Attendo con ansia qualsiasi commento, negativo o positivo che sia, o anche dei suggerimenti, perché no. :) Ho bisogno di voi per continuare a scrivere. Grazie per l'attenzione. -marauder11