Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Readme    29/04/2014    4 recensioni
"Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perchè a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perchè tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena".
Taylor lascia il mondo della musica dopo lo SNT. Non è la ragazza forte che tutti si aspettavano. Non dopo averle fatto sanguinare il cuore fino ad ucciderla.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Quattordicesimo capitolo.







 

I think— I think when it’s all over, it just comes back in flashes, you know?
It’s like a kaleidoscope of memories, but it just all comes back.

But he never does. I think part of me knew the second I saw him that this would happen.
It’s not really anything he said, or anything he did. It was the feeling that came along with it.
And.. crazy thing is, I don’t know
if I’m ever gonna feel that way again. But I don’t know if I should.
I knew his world moved
too fast and burned too bright.
But I just thought, how can the devil be pulling you towards someone who looks. so much like an angel when he smiles at you?
Maybe
he knew that, when he saw me. I guess I just lost my balance.

- I knew you were trouble - Monologue. 

 


Non ricordavo bene come fosse successo, un sorriso riaffora spontaneo sulle labbra, ma è impossibile vederlo. Troppo impegnate ad affogare in labbra altrui che ne orientano i movimenti, troppo impegnate a lasciarsi andare. Ma mentre la pelle freme, le rotelle della testa ruotano a velocità assurde. Gli uomini sono corpi accesi da una fiamma, scatole vuote colme di un qualcosa che impartisce loro vita – li puoi osservare mentre si muovono, ridono,, mentre sono vivi. Ma è solo un inganno. Una semplice illusione dettata da un organo così sottovalutato e al quale si danno significati e forme diverse. Gli uomini funzionano come macchine. Tocca, apri, prendi e colma. Sospiri rubati e ripresi con la forza, senza domandarsene il motivo. Un istinto che esplode nel petto e ravviva ogni capillare fino a ricucire quei due corpi divisi per puro egoismo dallo stesso Zeus. 

Alla ricerca di un'anima gemella descritta solo in leggende di cui si sono perse anche le ovvie origini. Buio che illumina il mistero ed avvolge il desiderio di comprendere, o meglio, di avere stringere ciò che si desidera, a qualsiasi costo.

Gli uomini sono corpi accesi da una fiamma, la stessa con la quale si bruciano ogni volta. Non imparano – imparo – mai.


 

-“Non posso crederci Selena, è una cosa che mi riempie di gratificazione. Sono così lusingata!” - Mi aggiusto la gonna bianca mentre guardo Selena sorridere e imitare la mia risata. - “Lo sai che te lo meriti!” - ed a volte non davo per scontato che avesse ragione, ma quel premio di certo poteva benissimo potuto riceverlo altre persone. - “Non abbastanza?” - mi suggerisce la voce di Selena, dando voce ai miei pensieri. Ma la conversazione è interrotta dal vociare interrotto di più persone contemporaneamente. Sia io che Selena ci voltammo per dare attenzione a ci stava facendo tutto quel baccano, finché Selena non indicò qualcuno per poi sorridere nell'averlo riconosciuto. - “Ma è Zayn! Il tizio che fa parte degli... One Direction, ecco, non ricordavo bene il nome” - si morse le labbra e cominciò a ridere. Io la seguii a ruota, ma mi ricomposi immediatamente. Conoscevo gli One Direction. O meglio, avevo sentito parlare di loro e sicuramente li avevo adocchiati durante un episodio di x-Factor, senza però dar loro una determinata importanza. Coordinati dalla testa i piedi, i cinque ragazzi si presentavano come dei bambini che facevano i primi passi in un nuovo mondo. In effetti, era proprio così. Ricordavo dei miei sedici anni, del lavoro sempre più faticoso ed infine della realizzazione del mio primo album con la sorpresa di tutti, me compresa. Questo è un mondo che accoglie tutti, non fa differenza, ma riesce anche ad abbagliarti, finché non riesci a perdere la retta vita. - “Taylor Swift!” - esclamò qualcuno, seguito a ruota dal nome di Selena. Tesi il braccio per stringere la mano al ragazzo, ma quest'ultimo non mi notò, troppo impegnato a fissare un suo compagno per poi cominciare a ridere. Fissai il protagonista che si era meritato gli sguardi del resto della band. I ricci incorniciavano un viso dai tratti decisi ma ancora in via di sviluppo. Il viso rivolgeva lo sguardo verso il basso; gli occhi – verdi? - erano coperti da lunge ciglia e le guance, quasi scarlatte mentre tratteneva con le labbra sottili un sorriso. Compresi immediatamente che era un mio fan, perciò gli tesi la mano. Lui mi fissò di rimando e me la strinse - “Sono Harry Styles! E' un piacere conoscerti Taylor” - le fossette spuntarono immediatamente accanto al sorriso del ragazzo e non poti non ricambiarlo.


 

Sento di starmi scottando, ma fingo di non pensare, di lasciare ogni dubbio al dopo. Pensare non era legittimo, non poteva esserlo, non in quel momento. Avevo bisogno solo di trattenermi a lui, solo per questa volta, non sarebbe potuto capitare una seconda volta. Riesco a sentire ogni singola sensazione, la pelle che soffre per il contatto con il muro freddo, i capelli che si infilano tra le loro bocche in quei pochi secondi in cui si separano per poter respirare e poi si riappacificano, come a duellare per cause conosciute solo da loro. Se solo potessi cacciare via dal mio petto ogni fiotto di aria che minaccia di soffocarmi. Un desiderio sbagliato, un fine che non era stato programmato, voluto, aspettato. Ma ora che l'uno colmava l'altro, come potevo continuare a girare le spalle a me stessa? Lo voglio. Avrei potuto rimpiangere così tante e troppe cose ma sapevo per certo, che se avessi potuto ricominciare dall'inizio, lo avrei rifatto. Ancora.


 

Mi fermo un secondo, assaporando l'aria a pieni polmoni. Il fiato corto e le labbra secche, la voce che ormai fuoriesce senza alcun ritegno e scambio uno sguardo con Selena, aspettando che ricominci. Vedo Harry avvicinarsi al pubblico, la base più lenta e gli occhi impegnati a incastrarsi con quelli di chiunque, anche con i miei. So che guarda nella mia direzione, ma nascondo lo sconforto nel riconoscere la presenza di milioni di altre ragazze accanto e dietro di me. - “Baby you light up my world like nobody else, the way that you flip your hair gets me overwhelmed. But when you smile at the ground it ain't hard to tell. You don't know... You don't know you're beautiful!” - le luci riprendono a vibrare in spazi diversi, mancano poci secondi alla fine della canzone. Muovo l gambe, le mani impigliate nella gonna bianca per farla muovere. Le guance rosse. I capelli ormai fuoriusciti dalla coda. Assurdo come potessi essere indispettita per il suo comportamento. Era un cantante, era un performer eccellente ed era ovvio che con una canzone così lusinghiera, puntasse all'attenzione delle donne. Il fatto è che non mi aspetto di dargli la mia attenzione.


 

Mani che tremano, tese sui fianchi, uno coperto solo dal tessuto nero, l'altro avvolto in una sua mano. Le sue gambe che separano le mie e la dolcezza con la quale accarezza il mio volto. Accelera e ritorna nella mia mente ogni sua occhiata, ogni bacio, sempre fresco e nuovo. L'iniziazione che avevo superato già tante volte prima di ricadere nel baratro.


 

Aspetto Justin e Selena, impacciata, sola e con accanto due tavole da surf arancioni. In realtà la solitudine dovrebbe essere un gratificante premio, ma per quanto possa detestare essere morbosamente seguita dai paparazzi, non mi piace rimanere sola. Troppo tempo dato ai propri pensieri e se a volte ciò portava alla creazione di una nuova canzone, ora portava solo confusione nella mia testa. Sospirai entusiasta nell'udire voci avvicinarsi, pronta a scherzare sul tempo impiegato da Selena e Justin nel raggiungermi. - “Taylor” - ma non era certo la voce che volevo sentire. Rabbrividii un secondo, un leggero vento soffiava sulla schiena nuda, una scusa affidabile. Mi voltai sicura di risultare antipatica agli occhi di Harry, ma il sorriso spuntò genuino nel vederlo correre affannato nella mia direzione, solo. Ora avrei preferito essere sola, non sola con lui. - “Speravo di trovarti!” - tossì un secondo, poi riprese fiato mentre io arrossii davanti alle sue fossette. - “Non lo so come funziona” - aveva borbottato. Poi con mia enorme sorpresa, aveva preso una penna da un taschino della giacca. Si avvicinò a una delle tavole da surf, mi aiutò a reggerne una e ci scrisse sopra qualcosa. - “Sai, se hai troppi pensieri per la testa e non sai cosa fare. Non lo so. Se ti annoi o vuoi semplicemente ridere o anche se hai bisogno di silenzio, di essere ascoltata” - baciò con dolcezza e ingenuità una mia guancia per poi tornare indietro con passo accelerato. Lo fissai finché non si voltò da lontano, quando sembrava alto la metà di me. Non fece nulla, mi fissò. Lo stesso sguardo che aveva fatto prima in direzione del pubblico. Nella mia direzione. Lo ricambiai, poi guardai la tavola, il suo numero di telefono era visibile nero su arancione con dei baci vicini. Ora dovevo capire se stava solo interpretando una parte.


 

I sensi che avvolgono ogni piccolo spiraglio di lucidità e il consapevole desiderio che il mio corpo aveva nel rimanere lì, in balia di quel sentimento, vulnerabile a nessuno, se non a lui. Finalmente ricambio con la sua stessa forza, muovo le braccia fino ad allora rigide. Lo faccio indietreggiare. Mani pallide che scorrono sui bottoni di una camicia bianca, singhiozzi sussurrati da parte di entrambi, ma sembra che nessuno li stia ascoltando. Un 'prendimi' intrappolato nella testa un 'non lasciarmi' che il mio cuore dichiara al vuoto.


 

-“Non mi hai mai amato” - dice fermando il flusso delle mie parole. Altri secondi di silenzio. Troppo impegnata a capire come abbia potuto distruggere tutto, come abbia potuto lasciare che lui mi distruggesse. Pareti di una vita che non mi appartiene più (forse non mi è mai appartenuta) che cadono ed io sotto le macerie. - “Per questo hai preferito lei invece di tornare da me?” - cito la promessa che mi aveva fatto, trattenni le lacrime che avevano taciuto per tutto quel tempo, rendendo irreale quella situazione. - “Si” -. Attaccai il telefono ed urlai per poi spingere un pugno dentro la bocca e soffocare. Sono rimasta sola, brava Taylor, non riesci mai a tenerti nulla. - “Hai finto per tutto questo tempo!” - grugnii alla cornetta del telefono ormai spento. Mille lacrime salate. Troppi battiti ogni secondo. Trenta sospiri. Tredici unghie spezzate. Cinque minuti alla mezzanotte. Un cuore infranto.

 


-“No” - sussurrai ma pensai in realtà di non averlo fatto. Le bocca impastata e la vista offuscata mi rendevano il compito difficile. - “No” - ricalcai la sillaba mentre allontanavo le mani dalla camicia metà sbottonata. Non sapevo se stesse fingendo di non sentirmi o ancora, era la mia testa a parlare. Quando la sua mano si infilò nuovamente vicino al mio viso, lo scansai. Il contatto bruciò, ma rimasi scottata dalla sensazione di privazione che stavo provando. Avevo troppi pochi vestiti a coprire la mia pelle, le sue mani non mi coprivano più e l'assenza era asfissiante. Lo stanzino cominciava a mostrarsi piccolo come lo era sempre stato e la claustrofobia fu l'unica cosa a riportarmi a terra. - “NO” - Uscii via da quella stanza, in una qualsiasi direzione, mentre il silenzio accordato dall'assenza della sua voce, si mescolava al suono dei tacchi e sospiri che mascheravano le nuove lacrime.

 

 

I think that the worst part of it all wasn’t losing him, it was losing me

I don’t know if you know who you are until you lose who you are.

- I knew you were trouble - Monologue -


















 



Angolo dell'autrice.

Sono in ritardo di quasi otto mesi o sbaglio? Ahahaha. In realtà avrei dovuto cancellarla, ma mi dispiaceva. Comunque, oggi sono presa da un attacco di pura filosofia, troppo studio. Spero questo capitolo vi piaccia. Si contrappongono alla scena del bacio, vecchi ricordi del passato tra Taylor ed Harry - il primo incontro e il giorno della rottura -. Chissà se ci sarà ancora qualcuno (!!!)
Alla fine, manca un capitolo e l'epilogo. Soffritemi.
Comunque, alla prossima e spero di aggiornare in tempo minore rispetto all'ultima volta ahahah.

 

  
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