Fanfic su artisti musicali > The Vamps
Segui la storia  |       
Autore: _Wild_Heart    29/04/2014    3 recensioni
*Emily non si fidava di quel ragazzo e aveva temuto un'aggressione alla quale aveva risposto con l'unica tattica di difesa che era in grado di attuare.*
*Amanda provava una specie di odio generale per il genere maschile. Non poteva definirsi esattamente odio, solamente non era affatto a suo agio con i ragazzi e il fatto che quella sera si sarebbe dovuta ritrovare nella stessa casa di lui le faceva saltare i nervi.*
*La scia di studenti continuava a camminare oltre le sue spalle. Nella sua visuale apparve Heather, l’unica ragazza che lì dentro non passava mai inosservata.*
*Si fissarono negli occhi un po' più del dovuto. Appena furono di nuovo in sala James diede una pacca sulla schiena dell'amico. “Cosa ti prende?” sbraitò Con.*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo.

Pomeriggio inoltrato, cielo coperto di nuvole. Il clima autunnale rende il paesaggio meraviglioso. Guardando al di là della scogliera a strapiombo sulla costa, verso l'interno si vede la foresta tramutata in una distesa rossa e arancione, accesa come il fuoco, ma fredda come il ghiaccio. La spiaggia è deserta. Qua e là sono sparsi ricordi di giornate estive ormai lontane. Qualche secchiello, un paio di ombrelloni e una tavola da surf scrostata dal sole e dal sale. È lì che James è sdraiato avvolto in una coperta di lana ruvida. Era passato moltissimo tempo da quando era stato lì l'ultima volta e troppe cose erano cambiate. Non era più il ragazzo che aveva lasciato casa per inseguire un sogno. Non riusciva neanche a ricordare come si sentisse all'epoca. Tutto quello che importava era che adesso era felice. Giungere a quel traguardo gli era costato molto. Spesso si era lasciato abbattere dalle piccole difficoltà, ma come sempre i suoi amici lo avevano aiutato a rialzarsi. Dire che la sua carriera fosse ormai avviata era esagerato. Lui continuava a lavorare per vivere e come se non bastasse aveva anche ripreso gli studi. Ma nonostante tutto era soddisfatto. Se c'era una cosa in cui aveva imparato a credere, quella era il destino. Non ci aveva mai dato conto prima di quel periodo della sua vita. Poi il caso aveva voluto che Connor gli trovasse quel lavoro al Black Crown. Ecco quello era stato il punto di partenza per un nuovo inizio. Ripensava con nostalgia ai primi giorni di lavoro, ma con dispiacere ricordava solo la sua ansia. Aveva dimenticato quello che aveva provato la prima sera sul palco. Rimpiangeva di non aver tenuto un diario o di non essersi confidato con qualcuno. Eppure erano passati solo due anni. Però ricordava come se gli fosse stato impresso a fuoco nella mente il momento in cui si era ritrovato su quella spiaggia prima di lasciare casa. Ennesimo scherzo del destino che gli sarebbe per sempre servito da monito. Non avrebbe mai più dovuto provare quel senso di impotenza. Non sarebbe scappato più. Un mugolio lo riportò alla realtà. Il peso sul suo addome si spostò leggermente. Le cose erano cambiate. Adesso c'era qualcuno con lui su quella spiaggia. Quel qualcuno si era appena destato da un sonno poco profondo e cercava di attirare la sua attenzione. James sentì una mano sfiorargli la nuca e tracciare circoli all'attaccatura dei capelli. Sussultò al contatto con quella mano fredda e senza esitazione la prese tra la sua mano destra così grande al confronto. In risposta quel qualcuno sbuffò e riportò la mano tra i suoi capelli. James odiava quando qualcuno gli toccava i capelli. Ma doveva rassegnarsi a quella piacevole tortura, perché non si trattava di un “qualcuno” qualunque... quel qualcuno era Anne.

 

Stava fissando il menù da almeno dieci minuti, nonostante lo conoscesse meglio del suo codice fiscale. Le pioggia continuava incessante da giorni. Avrebbe ricordato quel periodo come le vacanze più piovose di sempre. Ma tornare a casa era stato indispensabile. Ogni volta che lasciava il college avrebbe voluto gridare di gioia. Non era felice per il fatto di essere in vacanza, ma per il fatto di poter tornare a casa. Teneva il conto di quanti giorni dovesse aspettare prima di riabbracciare le persone che amava. Non riusciva ancora a gestire la lontananza nonostante fossero passati due anni. Certo esistevano i telefoni, internet, Skype...ma non si potevano abbracciare i propri amici o baciare la propria ragazza attraverso uno schermo. I minuti continuavano a passare e lui era ancora seduto solo a quel tavolo. Il prima possibile, magari quella sera stessa, avrebbe rivisto i ragazzi. Ma ora moriva dalla voglia di vedere un'altra persona. Cominciò a picchiettare con le dita sul tavolo, e quando aveva ormai iniziato a spazientirsi, la campanella della porta del locale suonò. I loro sguardi impiegarono un istante a trovarsi. Connor si impose di non alzarsi e di non correre verso la porta. La figura stava impiegando un tempo infinito per avvicinarsi. Se c'era una cosa che mancava a Connor, quella era la pazienza. Era stanco di aspettare. La figura sembrò notare la sua agitazione perciò si affrettò facendosi strada tra i tavoli affollati. Annullò le distanze tra loro piegandosi sul tavolo. Quando si trovarono a pochi centimetri gli gettò le braccia al collo e per la spinta rischiarono quasi di cadere a terra, su quel pavimento che avevano calpestato così tante volte, in quanto quello era il suo locale preferito. Dopo qualche secondo Connor fu liberato dall'abbraccio e delle labbra calde si posarono sulle sue. Connor sperava che quel bacio facesse comprendere alla ragazza quanto gli fosse mancata e quanto avesse sognato quelle labbra nell'ultimo mese. Sperava che non fosse l'ennesimo sogno. Poi la ragazza si staccò  e si tolse il cappotto bagnato. Dopo essersi seduta sulla sedia di fronte,  cercò le mani di Connor poggiate sul tavolo e le strinse nelle sue.
“Scusami per il ritardo. Ho avuto dei problemi nel dare da mangiare a Tris.”


Marjory uscì dall'aula con il volto in fiamme e la testa che le girava a causa dell'ultima ora di lezione che aveva passato a scrivere numeri su un foglio. Si portò una mano alla fronte, scostando la frangetta che le ricadeva sugli occhi. Si avviò all'istante al suo armadietto. L'ateneo dell'università quel giorno era deserto e camminare per quei corridoi vuoti riempiva Marjory di uno strano senso di inquietudine. Non era passato molto tempo dall'ultima volta che l'aveva visto, ma non passava minuto in cui Marjory non pensasse a quel sorriso, a quegli occhi castani o a quei capelli biondi. Quando raggiunse il suo armadietto ci si appoggiò contro affranta. Tristan le mancava più di ogni altra cosa. Sarebbe stata più che felice di passare un pomeriggio insieme a lui, davanti al caminetto di casa sua, con una cioccolata calda fra le mani ed un buon film in tivù. Estrasse alla svelta il cellulare dalla borsa e controllò la casella dei messaggi e quella della segreteria. Entrambe vuote. Non c'era da stupirsi: il suo ragazzo le aveva assicurato che si sarebbero visti il pomeriggio stesso e Tristan non era mai stato uno di quei fidanzati pressanti che chiamano le proprie ragazze ogni secondo. Marjory gettò nuovamente il telefono nella borsa di stoffa, senza curarsi se questo sarebbe andato a finire fra i suoi libri o meno. Sospirò e ripose i libri nel suo armadietto, chiudendo l'anta con un tonfo che risuonò lungo tutto il corridoio vuoto. Soltanto una ragazza le era passata alle spalle e Marjory era riuscita a riconoscerla. Stranamente aveva sempre associato quella ragazza a Heather, l'ochetta del suo liceo. Chiuse gli occhi nuovamente, cercando di reprimere il forte dolore alla testa che si portava dietro da quando si era svegliata e sua madre le aveva fatto la predica su come dovesse vestirsi quella sera alla sua festa di beneficenza. Un senso di nausea la assalì quando ripensò a cosa avrebbe fatto quella sera; se non poteva portare Tristan alla festa di sua madre, allora non avrebbe avuto alcuna ragione di andarci. Ma, fortunatamente, il suo ragazzo era stato molto comprensivo e non aveva fatto storie quando Marjory gli aveva detto che sarebbe stato meglio se lui non avesse partecipato a quella festa di gala. Marjory sospirò e si voltò circospetta, cercando di non cadere rovinosamente a terra appena un giramento di testa la colpiva. Si trovò confusa appena si voltò. Il suo corpo era intrappolato tra l’armadietto e la figura alta e statuaria di Tristan. La sua improvvisa presenza aveva spaventato Marjory a tal punto da farla sobbalzare facendo schiacciare la sua schiena contro l’armadietto. Le braccia del ragazzo si spostarono immediatamente, fino ad appoggiare delicatamente i palmi delle mani contro la superficie di ferro.  Prima che Marjory potesse dire o fare qualcosa, però, si ritrovò in una situazione con la quale aveva imparato a convivere negli ultimi tempi. Non ci impiegò molto a capire cosa stesse succedendo: le labbra di Tristan erano premute contro le sue. La ragazza incrociò le braccia dietro la nuca di Tristan, attirando il volto del ragazzo verso di se'. Le erano mancate così tanto quelle labbra durante il weekend nel quale non si erano potuti vedere. Marjory sorrise con le labbra ancora su quelle del suo ragazzo; i loro respiri si fondevano e Tristan poteva, finalmente, bearsi di nuovo del profumo dolce ed elegante di Marjory.
“Mi sei mancata.” le disse all'orecchio.


La cucina di casa Simpson era molto graziosa, con una penisola in marmo e mobili scuri. Amanda si mise subito alla ricerca degli ingredienti necessari per permetterle di preparare due sandwich. Tutto ciò che le serviva era del pane e sapeva che in casa di Brad non lo avrebbe trovato facilmente. Lo trovò in uno sportello della dispensa, ma notò con dispiacere che la busta era sull’ultimo ripiano. Purtroppo però, Amanda non era mai stata molto alta e la sua poca altezza non le permetteva di arrivare a prendere ciò che le serviva. Brad entrò in cucina, trovando Amanda che si impegnava per raggiungere l’ultima mensola della dispensa. Il grande maglione che indossava si sollevava ogni volta che lei stendeva il braccio eccessivamente. Tutto ciò non serviva a molto, dato che Amanda non sarebbe riuscita ad arrivare al suo scopo. Sollevandosi ancora, brontolò qualcosa di incomprensibile; poi si arrese, sbuffò e si voltò appoggiandosi afflitta al piano di marmo. Il suo sguardo trovò subito quello di Brad che, appoggiato allo stipite della porta la osservava con un’aria divertita. Amanda si ricompose appena si accorse della sua presenza; anche se ormai vedeva Brad praticamente tutti i giorni, non si era ancora abituata completamente al fatto che ormai stessero insieme; erano una coppia.
“Serve una mano?” la voce profonda di Brad ancora intorpidita dal sonno la ridestò dai suoi pensieri. Amanda sorrise ed annuì, dormire in pieno inverno con Brad, sul divano, era ormai diventata una delle sue attività preferite. Nonostante Brad non fosse mai stato un primato in altezza, Amanda era ancora più bassa di lui e quella era una delle tante cose che a Brad piacevano. Brad si voltò in direzione della dispensa e sollevò un braccio per arrivare a prendere il pane. Quando il suo corpo si avvicinò pericolosamente a quello di Amanda, lei fu in grado sentire il profumo di Brad al quale si era tanto affezionata. Lei sorrise involontariamente, un secondo prima di ritrovare Brad accanto a se’.
“Grazie.” sussurrò. Amanda prese il pacco di pane che aveva tanto atteso e tornò a preparare i sandwich. Brad la osservava; gli piaceva catturare i minimi particolari di ogni movimento di Amanda. Sorrise mentre guardava i suoi occhi attenti e i piccoli ciuffi di capelli rossi che le ricadevano davanti al viso un secondo dopo che Amanda li sistemava dietro le orecchie. Brad si posizionò dietro ad Amanda, cingendole i fianchi con le mani ed appoggiando il mento sulla sua spalla. Iniziò subito a strofinare il suo naso sul collo di Amanda, assaporando a pieno il suo profumo per evitare di dimenticarlo qualunque cosa sarebbe accaduta. Amanda si voltò, improvvisamente colta da un'irrefrenabile voglia di baciare il suo ragazzo. Quando i loro sguardi si incrociarono Amanda sorrise e Brad si perse a guardarla per alcuni secondi. Le labbra del ragazzo si posarono su quelle di Amanda sfociando in un bacio dolce ed appassionato. Amanda strinse nella sua minuscola mano la felpa di Brad, come a non voler dimenticare mai quel momento; per un istante le tornò in mente la prima volta in cui si erano baciata alla festa di Natale, due anni prima. Quando Amanda si staccò da Brad, questo la guardò negli occhi sorridendole come un bambino.
“Ti amo.” le disse semplicemente. Amanda trattenne il respiro; sebbene avesse sentito quelle parole già un paio di volte prima, le facevano comunque uno strano effetto. Ormai stava insieme a Brad da due anni e in tutto quel tempo non aveva ancora preso confidenza con il fatto che dovesse dormire con lui, ogni tanto; con il fatto che spesso dovesse presentarsi a cena con i genitori di lui; con il fatto che spesso sua madre trattava Brad come fosse suo figlio. Amanda sorrise pensando a quanto fosse felice in quell'esatto momento.
“Anch'io.” disse sincera, prima che le sue labbra si posassero nuovamente su quelle di Brad.

 

Fanfiction terminata alle 02.08 del 2 febbraio 2014.


Note delle autrici:
eccoci qua! La fine è arrivata! Volevamo ringraziare infinitamente tutti quelli che hanno letto / recensito perché senza di voi non ci sarebbe stata nessuna FF.
Speriamo che la storia vi sia piaciuta e che siate dispiaciute almeno quanto noi che sia finita! :( Per quanto riguarda noi sentiremo la mancanza di ogni singolo personaggio, visto che ci siamo affezionate a loro come se fossero stati reali. Speriamo che anche l'epilogo vi sia piaciuto e vi abbia emozionato. Noi lo amiamo e ogni volta che lo rileggiamo, fa sempre lo stesso effetto!
Un ringraziamento particolare a tutte quelle che ci hanno fatto sapere cosa ne pensavano, poiché grazie ai vostri consigli siamo riuscite a migliorare e ci farebbe molto piacere leggere che a qualcuno piace ancora la storia.
Se vi va passate a leggere anche le altre nostre fanfictions. :)
Arrivederci, Irene ed Eleonora. :)

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Vamps / Vai alla pagina dell'autore: _Wild_Heart