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Autore: _BlueHeart    29/04/2014    4 recensioni
Era un dolore forte, più prepotente del mare d'inverno. Impossibile da mandar via ,e troppo faticoso da poterlo domare e restare a galla. Le onde erano alte e lei era tanto piccina. Così per non soffocare aveva imparato ad essere di pietra, come uno scoglio. E allora, il mare s'infrangeva prepotente contro di lei, bagnandola, ma senza annegarla. Almeno era ciò che credeva.
Aveva tutto in quel collegio più di quanto avesse prima.
Aveva tutto tranne la cosa più importante , la sua famiglia.
Era la sua gioia, come era giusto che fosse per una bambina di quell’età, ma non c’era più e non era colpa di nessuno.
E Brittany in pochi attimi l’aveva fatta ridere di cuore , mentre gli altri era già un anno che ci provassero, ma con scarsi risultati.
Si era spaventata.
Aveva letto qualcosa di simile a se in quegl’occhietti dolci e Santana si era spaventata a morte, sentendosi improvvisamente fragile.
E Brittany? Beh Brittany aveva soltanto una storia molto simile alla sua, troppo simile, ma questo Santana ancora non poteva saperlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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<Era un dolore forte, più prepotente del mare d'inverno.
Impossibile da mandar via e troppo faticoso da poterlo domare e restare a galla.
Le onde erano alte e lei era tanto piccina.
Così per non soffocare aveva imparato ad essere di pietra, come uno scoglio.
E allora, il mare s'infrangeva prepotente contro di lei, bagnandola, ma senza annegarla.
Almeno era ciò che credeva.>







Finalmente era passato anche il Natale.
Santana , Brittany e Carolinne(una ragazza più grande che frequentava il terzo anno di liceo) erano le uniche ragazze ad essere rimaste al Saint Luis, anche il 24 e il 25 Dicembre.
Per entrambi i giorni le tre non si erano rivolte la parola.
Carolinne, sembrava sparita nel nulla. Non c’era mai, da nessuna parte.
Santana, era rimasta in camera sua nel più totale silenzio.
E Brittany, lei beh, avrebbe voluto i suoi genitori come le altre due e piangeva, era il primo Natale senza la sua famiglia.

Era ormai sera e Santana sospirò alla finestra, provocando un alone caldo sul vetro di ghiaccio.
L’immensa distesa delle terre del Saint Luis era ricoperta di neve ormai da settimane e faceva così freddo che ci si paralizzava.
Era finito il giorno di festa, tutto poteva lentamente tornare alla normalità.
Guardò il pacco regalo che le era arrivato firmato Babbo Natale, ma in cuor suo Santana era già convinta nonostante avesse solo sette anni che quel pacco fosse spedito dallo zio Fred.
Non lo aprì.
Ripensò alle sue compagne.
 Cosa aveva fatto Quinn a casa in questi giorni? Avevano passato il Natale insieme come l’anno precedente lei e Rachel?
Cosa stava facendo Margaret? I suoi le avrebbero finalmente comprato quella bambola che tanto desiderava? E Maya? Era riuscita a riabbracciare il suo cane?
E i nomi e le domande si susseguirono veloci.
Christel? Maria?Frankie? Hanna? Lavinia? Emily? Nicol?
Tanti nomi e l’amarezza che l’assaliva al petto.
E Brittany? Brittany cosa stava facendo dall’altra parte del corridoio?
Si sentì in colpa per non essere andata da lei per quei due giorni. Ma non avrebbe saputo essere di compagnia né di conforto! Era quasi convinta che fosse il suo primo Natale senza la sua famiglia.
Cosa avrebbe dovuto dirle?
Non sapeva nemmeno cosa voleva che le persone dicessero a lei. Era per questo che si chiudeva in camera evitando il mondo.
Si disse che era ora di smetterla di fissare il vuoto alla finestra. Si spogliò e si infilò sotto le coperte accendendo la televisione sul primo film natalizio che capitava.
Scosse la testa non avrebbe trovato pace quella sera. Voleva la sua mamma o il suo papà o il suo fratellone che la faceva sempre ridere.
Prese il carillon da sopra il comodino e lo poggiò al petto come se fosse una bambola da coccolare ‘Abuelita, te extrano mucho.’ (Nonnina, mi manchi molto). E qualche lacrima scivolò via dal suo controllo.
La sua nonna era morta un po’ prima che la tragedia s’infrangesse sulla sua famiglia. Ammalata e sofferente aveva preso una piccola Santana, di soli cinque anni appena compiuti, fra le braccia e le aveva sussurrato all’orecchio. ‘Piccola princesa , quando ti mancherò accorda il carillon e canta la nostra ninna nanna’ e la bambina l’aveva stretta forte, prima che qualche giorno dopo venisse a mancare.
Cercò di addormentarsi, di trovare pace in qualche modo fra quelle lenzuola fredde che di scaldarsi quella sera non volevano saperne.
Passarono minuti , forse ore… poi un tuono la fece sobbalzare. Aprì di scatto gli occhi ritrovandosi alla finestra un temporale venuto fuori dal nulla. Scosse la testa , nascondendola sotto le coperte.
Il temporale era forte e prepotente, sembrava volesse squarciare il cielo.
I lampi erano flash che rischiaravano la quiete notturna.
E poi un bussare incessante alla porta la fece scrollare. Si chiese se Miss. Cunningham avesse un po’ di buon senso e riuscisse ad evitare almeno quella sera il giro di controllo, dato che erano solo in tre e da due giorni erano chiuse nelle loro camere senza dar fastidio.
Si alzò nervosa e aprì la porta.
No, quella non era Miss. Cunningham. ‘Brittany?’
Brittany aveva solo la camicia da notte e i calzini ai piedi sembrava infreddolita e tremava piangendo stringendo al petto un unicorno di peluche. ‘Stai bene?’ Aveva continuato poi osservandola.
La biondina scosse debolmente la testa ‘è colpa del temporale..’ Santana boccheggiò prima che un tuono fece sobbalzare entrambe e Brittany non riuscì a trattenere un singhiozzo forte ed acuto.
‘Vieni entra…’ la invitò Santana prendendola per un braccio e trascinandola dentro la camera.
‘Non aver paura è solo pioggia …’ ma l’altra sembrava paralizzata.
‘Brittany?’ La bionda fissava le finestra impaurita ‘ti prego San, chiudi le tende’ Santana fece viaggiare lo sguardo dall’amica alla finestra un paio di volte e poi si diresse a chiudere le tende velocemente, mentre l’altra tiro un sospiro di sollievo.
‘Non c’è da avere paura…’ le aveva detto mentre si infilava nel letto e la invitava a fare lo stesso.
‘Non mi sono mai piaciuti i temporali. I lampi e i tuoni mi fanno troppa paura’ aveva ammesso stendendosi affianco all’altra sul lato destro per poterla guardare. Santana cercò di asciugarle la lacrime , doveva trovare qualcosa per distrarla. ‘Non piangere..’ le disse voltandosi un attimo e prendendo il carillon che poco prima aveva riappoggiato sul comodino.
L’accordò velocemente ‘Che cos’è?’ Chiese Brittany con la voce rotta dagli spasmi. ‘Un carillon. Me l’ha dato mia nonna prima di morire,suona una ninna nanna spagnola’ Brittany sembrò interessata all’argomento ‘ E’ anche lei su in cielo con gli angeli?’ Santana sorrise ‘Credo di si, era molto buona’ la biondina sorrise fra le lacrime , mentre l’altra si fece forza e aprì il carillon . La musica partì e quando fu il momento di cantare Santana raccolse tutte le forze che aveva per non scoppiare. Non era mai riuscita a ricantarla ad alta voce. Si sollevò quel poco che le bastava e cominciò ad intonare le strofe .

A la nanita nana, nanita ella nanita ella . Mi nina tiene sueno, bendito sea, bendito sea.’
Brittany la guardava incantata mentre Santana faceva rimedio ad occhi chiusi a tutte le sue forza per non scoppiare a piangere. Poi riaprì gli occhi incontrando quelli della bionda e sorrise dolcemente ripetendo la strofa . ‘A la nanita nana, nanita ella nanita ella. Mi nina tiene sueno, bendito sea, bendito sea.’
Cantò alzando un tantino la voce e accarezzandole i capelli.
‘Fuentecita que corre clara y sonora.’ Sollevò la mano e percosse un sentiero immaginario del suo ruscello , ‘Ruisenor que en la selva cantando llora. Calla mientras  la cuna se balancea. A la nanita nana, nanita ella.’
Con occhi colmi di emozione e il cuore che traboccava , Santana finì di cantare e sorrise di rimando a Brittany che sembrava persa in un’altra dimensione . ‘Adoro la tua voce Sannie.. è ancora più bella quando canti in spagnolo’ la naturalezza e la dolcezza che accompagnarono le parole di Brittany , rilassarono Santana che riuscì a rispondere con un flebile ‘Grazie Britt’ .
La bionda si alzò un tantino anche lei poggiandosi allo schienale del letto ‘Cosa significa la ninna nanna?’
Santana sorrise ancora ‘Beh nulla di particolare in realtà , ma è molto dolce e rilassante… comunque dice Alla piccolina, lei piccina, lei piccina… la mia bambina ha sonno, benedetta sia, benedetta sia’ canticchiò leggermente, le picchiettò un ditino sul nasino e sorrise a Brittany che continuava a guardarla come se avesse visto una magia. ‘Un ruscello che scorre, chiaro e sonoro..’ rifece lo stesso gesto di prima che faceva sempre la sua nonna e che Brittany di riflesso cominciò a fare anche lei. ‘Un usignolo nella giungla, cantando piange. Calma mentre la culla fa l’altalena. Alla piccolina, lei è piccina’
‘è un immagine molto bella’ disse Brittany con occhi sognanti ‘immagino una mamma che vicino ad un ruscello chiede la benedizione per la sua bambina che si sta addormentando, e un usignolo che canta’
Santana sorrise , rendendosi conto che nonostante il temporale non abbia cessato un attimo di far tremare le finestre dell’istituto sembrava ben lontano dalla mente di Brittany. ‘Già, però l’usignolo piange..’ rispose Santana trovando immediatamente triste la cosa ‘Si, ma non dice che è disperato. Forse è commosso dalla scena.’ Brittany era così cercava sempre il bello nelle situazioni. Il buono che il mondo poteva offrirle.
Fin dalle piccole cose. E da quel giorno per Santana quell’usignolo sarebbe stato sempre commosso e mai disperato. E così ogni giorno si ritrovava ad amare sempre un po’ di più il modo che aveva la piccola biondina di guardare al mondo.
Scivolarono nuovamente sotto le coperte, Santana riposò il carillon e si avvicinò all’altra. ‘Mi nina tiene sueno bendito sea, bendito sea.’ Le sussurrò e Brittany sorrise sentendo come l’altra avesse utilizzato quella frase dedicandogliela. Poi le porse il mignolino e aspettò che l’altra lo stringesse contro il suo. Santana lo fece sorridendo e abbandonando le mani sul cuscino. ‘Dormi BritBritt..’ e la biondina chiuse i suoi occhietti chiari e si rilassò, lasciandosi cullare dalle lenzuola ormai calde e dal respiro regolare della sua amichetta che non la faceva sentire sola.

Finite le feste, ricominciarono le lezioni e con loro tornarono tutte le loro compagne.
Santana era in fondo al corridoio vicino all’atrio con la testa nel suo armadietto cercando fra le tante cose una penna rossa. ‘Ehy Santana..’ una biondina tutto pepe e con gli occhi più verdi della divisa che indossava le saltò letteralmente addosso ‘Io e Rachel vi abbiamo preso un regalino a te e Brittany’ in quei mesi, Brittany aveva legato anche con le altre due. Aveva descritto Quinn come una fata madrina e Rachel come il grillo parlante fastidioso, ma buono di Pinocchio. Già le voleva bene.
‘Quinn lasciami mi fai cadere’ cercò di scrollarsela di dosso l’ispanica che rischiava di perdere l’equilibrio. Quinn lasciò la presa ‘quanto sei acida Lopez’ poi le aveva sorriso e le aveva preso una mano trascinandola all’armadietto di Rachel ‘Ciao San, dov’è Brittany dobbiamo darvi una cosa’ Santana scosse la testa e cercò velocemente con lo sguardo la bionda , non trovandola. ‘Ragazze quante volte devo dirvi che non voglio regali a Natale?’ Le altre due sbuffarono all’unisono ‘ma non esiste che ti lasciamo senza un pensierino a Natale!’ Aveva esclamato Rachel. ‘Andiamo Hobbit cosa puoi avermi mai regalato di così importante da non poterne fare a meno con il gusto dell’orrido che ti ritrovi?’ Quinn spalancò la bocca e Rachel abbassò la testa ‘Santana!’ La richiamò la bionda ‘Sei cattiva Santana..’ aveva poi sussurrato triste Rachel.
Quinn poi aveva sgranato gli occhi e aveva intimato un ‘ssshh… ascoltate’ e le altre due placarono gli animi e tesero le orecchie.
Si sentivano delle urla e qualche lamento, ma non si riusciva a capire cosa dicessero con il vociare insistente delle loro compagne lungo i corridoi. ‘E’ da questa parte’ aveva poi intuito Rachel prendendo per mano prima Quinn e poi Santana che non si sottrasse, ma la seguì.
E le voci si fecero velocemente più chiare ‘Sei una stupida! Non ci saranno fate o angeli a proteggerti ’ era Lavinia, era odiosa. La voce proveniva da un aula in fondo al piano. ‘ Tu non capisci Lavinia, tu non puoi capire’ aveva detto una voce rotta dal pianto che fece tremare il cuore di Santana.
‘E’ Brittany?’ Aveva chiesto Quinn e Santana non rispose nemmeno, semplicemente corse velocemente trascinandosi le altre due. Brittany era appoggiata ad un banco della prima fila e Lavinia era di fronte a lei che la strattonava. ‘Lavinia, toglile le mani di dosso’ Lavinia sorrise nervosa ‘altrimenti che fai cara Lopez?’ Chiese girando la testa e incontrando il suo viso teso e duro. Santana si avvicinò velocemente e senza dargli il tempo di riflettere la spinse via dall’amica lasciandola indietreggiare e finire contro un altro banco. ‘Questa me la paghi Lopez, vedrai quando parlerò con Miss. Cunningham!’ Aveva esclamato furiosa l’altra.
Quinn e Rachel corsero da Brittany che si rifugiò nelle braccia della più piccoletta.
‘Ah si? E cosa hai intenzione di dirle che stavi aggredendo Brittany o cosa?’ Lavinia scosse la testa ‘non la stavo aggredendo, Brittany è una deficiente convinta che esistano fate ed orchi e convinta che i suoi genitori possano essere diventati angeli’ per Santana fu troppo. Si scaraventò letteralmente contro l’altra facendola finire per terra ‘non ti azzardare Lavinia! Non parlare di lei in questo modo!’ Aveva urlato con tutto il fiato che aveva , ma Lavinia approfittò che l’altra affannasse nervosa per invertire la posizione. ‘Altrimenti che fai Lopez? Mi mandi gli orchetti cattivi? O i tuoi genitori con gli angeli?’ E per Santana fu troppo . Senza rendersene neanche conto la sua mano si alzò e schiaffeggiò veloce la guancia dell’altra
‘Non ti permettere di nominarli e non ti permettere più di parlarci così. Riuscissi solo un tantino a vedere il mondo come lo vede Brittany , saresti una persona cento volte meglio!’ Detto ciò cercò di alzarsi , ma Lavinia sembrava fare pressione .
‘Ti prego Quinn fermale..’ aveva chiesto Brittany supplicando l’altra di intervenire e Quinn aveva racimolato tutte le sue forze per affrontare quelle due furie. ‘Adesso basta!’ Aveva urlato a pochi centimetri da loro ‘Smettetela!’ Poi aveva preso con forza Lavinia dalle spalle e l’aveva spinta lontana dalla sua amica.
Santana strinse gli occhi poi si alzò nervosa e senza voltare lo sguardo verso nessuno scappò fuori dall’aula.
Doveva piangere se non voleva impazzire e doveva farlo il prima possibile. Si rifugiò sotto le scale e si lasciò andare per qualche secondo, sperando che le lacrime si arrestassero presto, dato che le sue amiche erano corse a cercarla. Sentiva che la chiamavano e sentiva il ticchettio veloce delle ballerine sul marmo.
Così si fece forza e si asciugò più volte le lacrime velocemente per poi correre nel primo bagno a sciacquarsi il viso. Dopo poco una testina bionda entrò nel bagno, mentre Santana la osservava dallo specchio.
‘Santana..’ sussurrò dolcemente , mentre ancora affannata si avvicinò a lei.
‘Dove sono Rachel e Quinn?’ Aveva chiesto Santana preoccupata. ‘Oh, ti stanno cercando , aspetta che vado a chiamarle’ fece per voltarsi, ma Santana la bloccò ‘No, aspetta. Non chiamarle.’ Il suo tono le ricordò tanto una supplica. Brittany annuì non capendo bene perché di quella richiesta.
‘Hai pianto?’ Chiese mentre Santana si asciugava velocemente il viso ‘Non dirlo a Rachel e Quinn’ la biondina le accarezzò un braccio ‘Ok… Sannie?’ l’altra alzò lo sguardo ‘Si…?’
‘Grazie per avermi difeso, nessuno l’aveva mai fatto per me a parte la mia mamma e il mio papà.’ Santana sorrise dolcemente ‘so di essere strana a volte e che dico tante cose , forse anche troppe, ma…’
Brittany cominciò a parlare freneticamente e a gesticolare in modo buffo ‘Ehy, le pensavo davvero le cose che le ho detto. Non sei strana né stupida!’ Brittany sorrise dolcemente lusingata e commossa.
Poi le schioccò un bacio sulla guancia e le prese il mignolo. ‘Andiamo Quinn e Rachel vogliono darci qualcosa.’

‘Andiamo San, accetta il regalo.’ L’ispanica sbuffò per l’ennesima volta poi accettò il sacchettino bordò e si sedette insieme alle altre sul letto di Quinn . ‘Avanti aprite…’ le aveva incitate Quinn.
Quinn e Rachel erano figlie di due vecchi amici militari, entrambi sempre in viaggio. Si conoscevano fin dalla nascita. A Natale solitamente le famiglie delle due si riunivano anche se una era Ebrea e l’altra Cristiana.
Era semplicemente un modo per passare insieme il tempo e di viversi quando potevano un po’ di quello che era la loro famiglia.

Brittany e Santana aprirono contemporaneamente il sacchetto lasciando scivolare poi il contenuto sulla trapunta blu del letto. ‘E’ un braccialetto!’ Esclamò entusiasta Brittany. Poi lo prese fra le mani e l’osservò.
‘Si, è un braccialetto e questo ciondolo ci terrà unite per sempre…’ aveva risposto Rachel indicando uno charm a forma di tessera di puzzle che pendeva mentre Brittany teneva il braccialetto alle due estremità. Santana sorrise era carino. ‘Vedete…’ Quinn si tolse il braccialetto dal polso mostrando che l’aveva anche lei e lo stesso fece Rachel. Quinn prese tutti e quattro i braccialetti e unì i ciondoli che insieme formavano il quadrato di un puzzle. Su ogni charm c’era incisa l’iniziale del loro nome e dietro più piccole erano incise le lettere delle altre tre. Santana rimase a fissare il quadratino, sorridendo nel vedere le lettere vicine.
‘E’ bellissimo!’ Esclamò Brittany sorridendo felice ‘Si, ma non è finita! Se lo giri dietro ci sono le nostre iniziali.’ Disse per poi indicare se stessa e le due brune al suo fianco. Santana fece lo stesso gesto di Brittany e passò delicatamente il dito sull’argento scolpito.
‘Grazie..’ disse soltanto a sguardo basso e tremendamente imbarazzata.
‘Aspettate puoi ridirlo devo farti un video!’ Esclamò Rachel scherzando. ‘Andiamo Rach , per una volta che non fa la stronza vuoi farla incavolare?’ Aveva sbottato Quinn. ‘Stavo solo scherzando’ aveva risposto Rachel offesa ‘oh falla scherzare Fabray perché non so se lo potrà rifare ancora…’ sorrise alzando lo sguardo e poi le urlò scherzando ‘ una volta che l’avrò presa!’ Santana si portò a cavalcioni sull’altra che era ricaduta con la schiena sul materasso. Spaventata fece un urletto che soddisfò Santana facendola ridere divertita ‘Andiamo fate le brave…’ la voce di Brittany arrivò delicata alle altre due che si fermarono nel loro giochetto e la guardarono cambiando velocemente espressione, diventato improvvisamente dolci.
‘Al mio tre Brittany….1.2…3!’ Esclamò Quinn e Brittany urlò soddisfatta e felice ‘Guerra coi cuscini!’ e scaraventò un cuscino contro le sue amichette more.
‘Ahi Brittany!’ Esclamò nervosa Rachel. Ma Quinn e Brittany cominciarono a ridere di gusto e le altre due si lasciarono andare, ridacchiando sommessamente. ‘Ah… è così allora?’ Santana prese un cuscino e poi ne passò un altro a Rachel spostandosi dal suo corpo. Poi velocemente mentre le altre erano ancora prese dalle risate sferrò il primo colpo contro                 Quinn. La bionda si riscosse visibilmente scombussolata e poi ridendo cominciò a prenderla a cuscinate anche lei. La cosa non finì lì e la guerra coi cuscini ebbe fine solo dopo circa un quarto d’ora , quando tutt’e quattro le bambine erano sfinite e senza fiato.
‘Grazie ragazze, questo è stato il primo Natale senza i miei. Beh se non fosse stato per voi e soprattutto per te San…’ disse guardandola dolcemente mentre l’altra era stesa con la testa sulla pancia di Quinn ‘non so se ce l’avrei fatta. Probabilmente sarei impazzita o soltanto Dio sa cosa .’ Poi abbassò lo sguardo mentre lottava affinché gli occhi continuassero a contenere le lacrime. ‘Ma siamo qui Brittany e non ti lasceremo .’
Cercò di rassicurarla Rachel che si era messa seduta come lei e le stava accarezzando i capelli. Santana si alzò e si mise seduta al suo fianco la guardò dolcemente e le prese il mignolo che era abbandonato sul letto. E non c’era bisogno di parole. Brittany poggiò la testa sulla sua spalla e sorrise incrociando gli occhi con quelli di Quinn.
Faceva ancora tutto troppo male, ma almeno sapeva di non essere sola.

Quell’estate era stata sicuramente migliore della precedente pensò Santana.
Il collegio portava le ragazze che non tornavano a casa, in piscina almeno due volte a settimana.
A Santana piaceva nuotare e il fatto che potesse andarci con Brittany, Quinn e si anche con quella rompiscatole della Berry l’aveva fatta felice.
Era Luglio faceva caldo e la piscina distava solo altri dieci metri per fortuna, ma Brittany era stranamente silenziosa quel giorno. ‘Britt, c’è qualcosa che non va?’ Le aveva chiesto mentre mano nella mano , camminavano in fila per New York. La bionda scosse il capo e lei rassegnata continuò a camminare.
In estate la divisa era sostituita da un vestitino rigorosamente verde smeraldo lungo fin sopra il ginocchio e ballerine in tessuto bianche o nere.
Arrivate in piscina si spogliarono velocemente, mentre il sole cocente riscaldava la loro pelle. Poi furono travolte da Rachel che saltellava contenta come non mai.
‘Ci tuffiamo tutte insieme?’ Aveva chiesto alle altre tre che annuirono. Santana se ne accorse, Brittany sorrideva a stento e la cosa era sempre più strana. A quest’ora di solito saltellava irrequieta da una parte all’altra e l’ispanica si sarebbe aspettato un entusiasmo pazzesco alla domanda di Rachel.
Quinn prese la mano di Rachel e quella di Santana, mentre Santana prese la mano di Brittany stringendola forte. ‘Andiamo… al mio tre…1…2…3.’ Le quattro presero una breve rincorsa e si tuffarono in acqua.
‘Ragazze fate piano’ aveva esclamato Miss. Holiday! In estate Miss. Cunningham non si vedeva quasi mai.
Non le piaceva portarle in piscina e allora ci andava sempre Miss. Holiday che adorava vederle giocare felici e spensierate.
Santana e Quinn si spruzzavano l’acqua mentre Rachel diceva che dovevano stare attente che l’acqua non le finisse alla gola, il cloro avrebbe potuto danneggiarle le corde vocali. Allora Santana e Quinn sbuffarono nuovamente e cominciarono a sommergerla d’acqua.
Ma poi le risate di Santana finirono notando Brittany appiccicata al bordo della piscina che con sguardo basso si lasciava cullare dall’acqua. Si avvicinò lasciando Quinn ad affogare Rachel.
‘Ehy BritBritt è da questa mattina che stai così…’ Brittany alzò le spalle. ‘Non ti va di giocare?’ la bionda scosse il capo. ‘ Andiamo non mi diverto senza di te e poi se non ci sbrighiamo rischiamo di lasciare Rachel affogare per davvero’ disse girandosi verso le altre due che continuavano a scherzare. Brittany si voltò preoccupata verso le due amiche e sospirò di sollievo vedendo che giocavano soltanto, si rigirò ‘Non mi va San…’ Santana annuì ‘vuoi dirmi il perché?’ Chiese a bruciapelo… ma Brittany non si scompose per niente, scosse la testa ‘Non ci riesco…’ Santana sospirò. ‘Ok, non vuoi parlare, non vuoi giocare, ma posso restare qui con te?’ Brittany accennò un sorriso e annuì ‘ma non vuoi giocare?’ Le aveva chiesto meravigliata. ‘Non va nemmeno a me se tu sei qui sola e triste.’
Brittany le sorrise prendendole il mignolo e poi appoggiò la testa sul bordo, cercando di mandar via l’angoscia che le aveva preso d’assalto lo stomaco.
A Santana non piaceva quello sguardo triste e quel muso lungo che Brittany non aveva mai avuto per così tanto tempo. Era troppo triste e lei non sapeva che fare.
Passarono tanto tempo in quella posizione finché non arrivarono nuovamente Quinn e Rachel
‘Ragazze che fine avete fatto? Vi stiamo cercando da tanto…’ Quinn gesticolava tanto e l’acqua si alzava troppo per i gusti di Santana che aveva trovato un certo equilibrio di relax.
‘Io esco ragazze, voglio stendermi un po’.’ Brittany cominciò a nuotare e poi risalì le scalette della piscina ‘Brittany ti senti bene?’ Le aveva chiesto Rachel e lei semplicemente annuì.
‘Britt aspetta…’ l’aveva richiamata Santana , ma la bambina si era inginocchiata arrivandole con il viso ad un palmo dal naso. ‘Resta Sannie.. io mi sento un po’ … e grazie,per prima’ l’altra restò di sasso e la lasciò andare per poi zittire Rachel che aveva ripreso a parlare di Funny Girl con una spinta sott’acqua.
Non poteva sopportarla quando attaccava a parlare dei suoi musical preferiti.
Restò in acqua ancora un po’ , poi con una scusa uscì dalla piscina alla ricerca della sua amichetta bionda.
Brittany era seduta su un muretto in pietra che doveva scottare parecchio , con un’ asciugamano sotto il sedere e i piedi che dondolavano giù. ‘Brittany..’
‘Non dovresti essere in acqua a giocare?’ Santana si sedette accanto a lei sull’asciugamano ‘non volevo…’
Brittany annuì e poi in un soffiò le chiese dolcemente ‘ ti posso abbracciare?’ E l’altra spiazzata da una richiesta mai dovuta fare prima, semplicemente l’attirò a sé e la strinse forte.
E Brittany scoppiò a piangere scossa da mille singhiozzi trattenuti . ‘Va tutto bene BritBritt’ diceva Santana anche se non sapeva per cosa la stesse consolando.
‘E’ passato un anno. Oggi è già un anno che sono volati in cielo’ e Santana l’aveva stretta forte mentre gli occhi cominciarono a pizzicarle forte. Sapeva come ci si sentiva, sapeva quanto tutto il dolore accumulato volesse esplodere in quei giorni dove il pensiero era fisso a loro.
‘Dio Brittany… mi dispiace così tanto’ l’altra annuì mentre i singhiozzi non cessavano di farla tremare ‘lo so Sannie…’ Non seppero mai stabilire quanto tempo rimasero in quella posizione,l’una fra le braccia dell’altra. Santana dedusse che non fu sicuramente poco dato che quando si staccarono le girava la testa e le facevano male le braccia per quanto avesse stretto l’altra.


‘Ehy Brit…’ Brittany era nel parco del Saint Luis in ginocchio dietro un cespuglio ‘guarda Sannie, non è adorabile?’ Santana si sporse a guardare oltre la bionda . Un gattino era disteso fra le foglie mentre la bambina lo accarezzava ‘è carino..’ aveva risposta Santana molto meno entusiasta dell’altra. ‘Si chiama Lord Tubbighton!’ Santana rise ‘Lord che?’ Continuò ridendo ‘Lord Tubbighton!’ Esclamò l’altra. ‘Il punto è che deve essere nato da poco e mi sa che non riesce più a trovare la mamma..’ Santana le accarezzò i capelli in un gesto ormai automatico ‘benvenuto del club micetto…’ aveva detto sporgendosi in avanti e dandogli una carezza giocosa. Brittany rise e poi la guardò teneramente imbarazzata ‘mi dispiace per oggi in piscina.. non volevo rovinarti la giornata’ Santana scosse la testa, facendo ondeggiare la sua coda di cavallo ‘No, no Brittany cosa dici… va tutto bene, non pensare a scusarti neanche per scherzo.’Brittany sospirò e continuando ad accarezzare il gatto cercò di parlare dosando le parole ‘Meriti di sapere il perché almeno’ Santana fissò i suoi occhi in quelli chiari e limpidi dell’altra ‘credo di averlo già capito.. non devi sentirti in obbligo di dirmi niente.’ Brittany era rigida con lo sguardo sofferente. ‘Ma voglio farlo…’prese un lungo respiro e riprese a parlare a testa bassa ‘l’anno scorso a quest’ora c’era il temporale..un maledetto temporale estivo. Eravamo alla casa sulla spiaggia in Carolina.’ Poi guardò Santana ‘Al mattino eravamo stati in spiaggia con il signore e la signora Coleman, due nonnini che ritrovavamo sempre d’estate. Ma poi al ritorno a casa scoppiò il temporale e mio padre mi chiuse in camera, mentre lui e mia madre richiudevano tutte le finestre. Era pericoloso perché poteva esserci il pericolo di uragani o trombe d’aria.’ Santana la guardava sconcertata e preoccupata. Le si bloccò ancora il fiato alla gola e bruciava terribilmente. Capì perché quella notte tra il 25 e il 26 Dicembre, quella bambina dolce e allegra sembrasse così sconvolta . ‘Così io rimasi chiusa a guardare il mare dalla finestra che diventava sempre più alto. Li vidi uscire e mio padre urlava di non andare che era pericoloso e che sicuramente il Signore e la Signora Coleman non erano ancora in spiaggia.’ Brittany dovette farsi forza , respirò ancora a lungo ,mentre l’altra incapace di fare altro le si era semplicemente avvicinata un po’ di più e le aveva messo una mano tremante sulla gamba. ‘Mia madre urlava che non si sarebbe mai perdonata se fosse successo loro qualcosa. Mio padre diceva che era folle ed io urlavo da matti cercando di dirgli di venire a riprendermi e di non litigare lì fuori, mi faceva così paura.’ Alzò lo sguardo mentre le lacrime ormai avevano preso il sopravvento. Gli occhi di Brittany sembravano essere ancora più chiari ed intensi, seppur di un sentimento negativo, cominciò a singhiozzare e  con una forza che Santana pensò di non poter possedere mai riprese a parlare ‘ È stata una palma a crollare.. finì su entrambi ed io non so per quanto tempo ho urlato a quella finestra. Avevo capito cos’era successo, ma il mio cuore non voleva accettare. Così urlavo di non andare via, di non lasciarmi sola , che gli volevo bene.’
Brittany lasciò andare il gattino tirandosi le gambe al petto e affondando la testa fra le ginocchia.
L’ispanica si sentì così piccola ed insignificante in quel momento. L’abbracciò , la strinse forte contro di sé e trattenne per l’ennesima, le tante lacrime che rimanevano sempre imprigionate davanti alle sue iridi per poi essere ricacciate dentro. Alla stretta forte della mora, Brittany ne afferrò un braccio con la mano stringendolo forte come a volersi aggrappare a qualcosa pur di non precipitare.
Santana affondò il viso sulla nuca dell’altra ispirando profondamente quell’odore di fragola cercando di calmarsi. ‘Io ti capisco..’ aveva sussurrato quasi non volendo che l’altra sentisse, ma Brittany sentì.
Annuì ‘Io lo so..’ le rispose semplicemente , per poi sciogliere quella posizione e rigirarsi e abbracciarla anche lei. ‘Ti voglio bene’ e Santana giurò di aver sentito il cuore sussultare e la sua stretta diventare serrata intorno all’altra.


Un pomeriggio di metà Settembre.
Santana era stesa a pancia in giù , sull’erba fresca appena tagliata sotto un albero di mele del grande parco del Saint Luis. Era assorta, con lo sguardo concentrato sul libro aperto che teneva fra le mani.
Il peso sui gomiti e i capelli che scendevano dolcemente sulla spalla destra.
Le gambe piegate che cominciarono a dondolare, prima l’una e poi l’altra.
‘Sannie…’ Brittany era arrivata saltellando da un piede all’altro sull’erba, i capelli raccolti in una treccia sulla destra , con qualche ciuffo che fuoriusciva dall’acconciatura. ‘Ehy…’ aveva risposto sorridente la moretta alzando lo sguardo. ‘Che cosa leggi?’ Brittany strinse gli occhi cercando di leggere le parole sul libro, ma erano troppo piccole da lassù ‘Alice in Wonderland’ aveva poi risposto l’altra poggiando il libro sul terreno. La bionda sorrise entusiasta ‘Io adoro quella storia, mio padre mi ha letto tante volte il libro e conosco il film della Disney a memoria’ con un saltello scese giù e si sedette sull’erba ‘Leggeresti ad alta voce?’ Le aveva poi chiesto poggiando una mano sulla sua spalla. Santana sorrise dolcemente , abbassò lo sguardo e poi annuì. Brittany contenta di poter ascoltare una delle sue storie preferite, saltello sul posto e poi appoggiò la schiena alla corteccia dell’albero.
Santana scosse la testa ridendo e poi ricominciò a leggere da dove aveva lasciato.
Chi sa se un giorno avrebbe raccolto intorno a sé altre bambine, per fare che i loro occhi brillassero come stelle al racconto del suo (oramai tanto lontano) viaggio nel Paese delle Meraviglie.’
Paese delle Meraviglie’ aveva finito la frase con lei Brittany. ‘Lo conosci a memoria?’ La bionda alzò gli occhi al cielo evitando il suo sguardo ‘già… quasi tutto’ Santana si era incantata a guardarla cercando di capire quanti ricordi cominciassero a riaffiorare nella mente dell’altra. ‘Però continua.’ L’aveva poi riscossa la voce di Brittany.
Chissà se avrebbe saputo partecipare, ancora con lo stesso cuore ai piccoli dispiaceri e alle loro semplici gioie, nel ricordo della sua vita di bambina e dei suoi felici giorni d'estate.’ E qui fu Santana a fermarsi, sapeva che il suo cuore non era più lo stesso. I suoi ricordi delle felici estati con la sua famiglia erano così irraggiungibili che sarebbero stati vani tutti gli sforzi per poterli rivivere anche soltanto con il pensiero.
‘Non finisce così…’ aveva protestato la bionda per poi fissarla, mentre l’altra a sguardo basso e con le mani rigide non riusciva più a parlare. E allora si avvicinò lentamente intuendo i suoi pensieri. Le mise due dita sotto il mento facendogli alzare lo sguardo ormai colmo di lacrime non versate.
‘E’ proprio la prossima frase che dovresti leggere sai?
Lei era certa che Alice ne sarebbe stata capace.’ Fissò i suoi occhi in quelli scuri dell’amichetta e deglutì perchè anche per lei era difficile ‘Ed io sono convinta che tu ne sia capace’.
Santana si ritrovò a boccheggiare, sentendo l’aria divenire pesante improvvisamente.
Come faceva Brittany? Come riusciva a leggerla dentro?
Le girava le testa , il suo sguardo sembrava stralunato.
 
Trippin out  
Spinning around 
I'm underground ,
I fell down 
Yeah I fell down.


Fare un passo falso
girare vorticosamente
sono sotto terra,
Sono caduta
si, sono caduta.
Brittany le prese le mani che tremavano frenetiche stringendo ancora il libro.
C’era qualcosa che non andava. ‘Ehy, ehy… ti senti bene?’ Brittany cominciò ad allarmarsi, non aveva mai visto Santana cambiare espressione così velocemente. ‘Io non sono Alice, Brittany’ aveva detto in un sussurro talmente leggero che se la bionda fosse stata solo pochi centimetri più distante sicuramente non l’avrebbe sentita ‘No, che non sei Alice. Ma se si può essere convinti che possa farlo una stralunata come Alice, mi chiedo come faccio a non essere convinta che ce la possa fare tu.’
Brittany era davvero intelligente. Santana non capiva come potessero darle della stupida. Lei riusciva sempre a trovare una soluzione, una parola saggia, qualunque cosa potesse essere d’aiuto l’altro.
La biondina le tolse il libro dalle mani poggiandolo sull’erba, poi si avvicinò di più all’altra e le fece poggiare la testa sulle sue gambe. Santana non oppose resistenza, non riusciva ad imporsi a quell’uragano biondo che in meno di un anno le aveva stravolto il suo mondo cupo e scuro.
Brittany era luce. Una luce forte ed accecante.
Prese ad accarezzarle i boccoli scuri tenuti fermi solo da un nastrino verde.
 ‘Respira Sannie.’ Sussurrò spaventata. Doveva far qualcosa per distrarla. Prese a sfogliare velocemente il libro cercando una frase che somigliava più ad uno scioglilingua che ad una riflessione e che tanto la faceva ridere. ‘Ascolta questa e dimmi se questo libro non è folle…’ Santana annuì a corto di fiato mentre affondava il viso nelle gambe dell’altra.
Se viceversa così fosse, potrebbe essere; e se così non fosse, sarebbe; ma dato che non è, non si dà.’ Santana sorrise debolmente. Si                , quella bambina sapeva farci.
‘Sai… nel cartone Alice dice una cosa simile che mi fa tanto ridere .Dovrebbe esserci anche nel libro, ma non riesco a trovarlo.’ Disse sfogliando le pagine ‘ Fa le faccette buffe la bimba del cartone.’
Santana si rigirò , mettendosi a pancia all’aria ‘Cosa dice?’ Lo sguardo curioso , anche se le labbra tornarono ancora serrate. Brittany fu felice di essere riuscita a distrarla e così continuò a parlare , imitando la bambina bionda del cartone. ‘Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!’
Santana cominciò a ridere e Brittany fu così felice che quasi non saltò letteralmente dalla gioia.
‘ E se ce l’avessi tu questo mondo Britt? Che cosa non sarebbe ciò che è , e viceversa?’ Brittany ci pensò su un attimo e poi la guardò eccitata ‘ Se avessi un mondo come piace a me … Rachel parlerebbe di meno! Lord Tubbinghton parlerebbe la nostra lingua così che quando ci parlo le altre non mi direbbero che sono matta!’
‘Tu , non sei matta! E se io avessi un mondo come piace a me… anche nel mio Rachel parlerebbe meno!’ E poi rise ancora, mentre Brittany la spinse ad alzarsi e poi si alzò in piedi , le prese le mani e le fece fare lo stesso. ‘Se io avessi un mondo come piace a me, Miss. Cunningham sarebbe una donna dolce e simpatica e Maya non lascerebbe tutta la camera disordinata’ Brittany cominciò a girare tenendole ancora le mani e facendo un lento girotondo. ‘Se io avessi un mondo come piace a me , Quinn non riuscirebbe a tenermi testa e riuscirei a fare tre piroette a lezione di classico!’ Brittany strinse gli occhi pensandoci e poi cominciò a parlare girando un po’ più forte ‘E nel mondo come piace a me, si mangerebbe tutti i giorni zucchero filato e caramelle… una montagna di dolci da arrivare fino alle nuvole’ Santana abbassò la testa ricordando chi c’era sulle nuvole della loro fantasia ‘non fermarti San… avanti…’ l’aveva incitata l’altra , la mora prese un respiro ‘nel mondo che piacerebbe a me si potrebbe scalare quella montagna di dolci e arrivarci fin sopra le nuvole.’ Brittany annuì ‘già..’
I'm freaking out, where am I now? 
Upside down and I can't stop it now 
Can't stop me now, oh oh 
I, I'll get by 
I, I'll survive
 

Sto impazzendo, dove sono ora?
A testa in giù e non posso a fermarlo adesso.
Non riesco a fermarmi ora
Io , io me la caverò
Io, io sopravvivrò


Le mani di Santana erano di nuovo rigide e l’altra aveva così paura che decise di continuare con quel gioco , riprendendo a girare più forte ancora. ‘Nel mio mondo ci sarebbero unicorni per volare e uno film della Disney ogni settimana’ il sorriso di Santana ricomparve anche se debole  e soltanto accennato e la biondina sospirò di sollievo. ‘Se io avessi un mondo come piace a me… tutto sarebbe azzurro e giallo oro’ Brittany, rise. Sapeva il perché di quei colori e ne fu tremendamente felice. ‘E ci sarebbe musica a tutte le ore…’ aveva poi detto sgranando gli occhi azzurri.
‘si, a tutte le ore…’ aveva risposto Santana. ‘ Si andrebbe a lezione solo per due ore al giorno e si canterebbe tutto il giorno’  Brittany rise. Santana rise.  ‘E’ proprio un bel mondo sai San?’
‘Già, BritBritt . Bellissimo’ e poi Santana aveva accelerato quel giro troppo forte e dopo pochi secondi erano entrambe finite a terra l’una accanto a l’altra ridendo forte.
 
When the world's crashing down 
When I fall and hit the ground 
I will turn myself around 
Don't you try to stop me 
I, I won't cry 

Quando il mondo starà per crollare,
quando cadrò e sbatterò a terra
mi solleverò.
Non tentate di fermarmi.
Io, io non voglio piangere

Santana non rideva così da tempo. Faceva così male che si chiese per quanto tempo sarebbe riuscita a reggere quella dolce agonia. La gola pizzicava , gli occhi scuri bruciavano e il fiato era scomparso nuovamente. Le sembrava di soffocare. Ma spinse forte quelle risate impossibili da trattenere, così forte che poi penso di scoppiare.
‘Santana..’ Brittany la prese per le spalle. ‘Ehy guardami… respira’ Brittany sembrava in preda al panico, la scuoteva forte . Solo allora Santana si accorse che non stava più ridendo che i crampi allo stomaco erano aumentati e che probabilmente l’aria nei suoi polmoni si era congelata.
Alzò lo sguardo verso la bionda che era sull’orlo di una crisi di pianto ‘Vado a chiamare aiuto, torno subito’ le aveva detto incastrando i loro sguardi, ma Santana fu come riscossa da quelle parole ‘No. Ti prego, non andartene…’aveva soffiato debolmente che Brittany credette di averlo immaginato ‘ Ho paura’ aveva continuato la mora. Non si era mai sentita così, non che non fosse stata male così tante altre volte, ma era sempre riuscita a scappare e a piangere quanto voleva. Ma con Brittany di scappare non se ne parlava. Non riusciva a farlo, allontanarsi dalla bionda faceva doppiamente male. Non era mai successo di sentirsi così in sua presenza e non riuscire a controllarlo, ma adesso era come precipitare. Aveva paura e tremava. Tremava più forte delle foglie al vento.
Brittany era spaventata, aveva solo otto anni, che cosa avrebbe potuto fare?
‘Non aver paura… è un attacco di panico…’ Santana aveva cercato di rassicurarla dopo averla vista spaventata forse più di lei. La sua voce era poco più di un sussurro e il fiato era così corto che sembrava avesse l’asma.‘E cosa posso fare per aiutarti?’ Insisteva Brittany prendendole le mani cercando di fermarle. ‘Non lo so, forse niente. Mi succede perché non riesco a piangere…’ poi ispirò ancora ‘non davanti agli altri’ Brittany allora capì. Capì perché quella volta era fuggita , quando a lezione si parlava della famiglia. Capì perché tante volte le si spezzava il respiro improvvisamente e perché proprio quando lei si aspettava che l’altra scoppiasse in lacrime , questo non avveniva mai. ‘Sannie..’ pronunciò dolcemente avvicinandosi di più. Si mise al suo fianco e la spinse contro di lei facendola appoggiare sul suo petto.
‘Puoi piangere, io non ti giudicherò, non potrei farlo sono una frignona’ il respiro di Santana prese a rallentare . Brittany si sentì nuovamente sollevata ‘non aver paura di mostrarti debole, non con me. So ciò che significa, io ti starò solo accanto’. Le accarezzò i capelli fin quando il respiro dell’altra cominciò a regolarizzarsi pian piano ‘respira San, non tenerti tutto dentro, la mamma diceva che fa doppiamente male’.
E Santana scoppiò in un singhiozzo assordante che scosse entrambe.
Brittany la strinse forte, lasciando scivolare qualche lacrima per la tensione.
Il pianto disperato e rumoroso di Santana , spezzò il cuore alla povera biondina che si sentì ad un tratto più piccola di quanto già non fosse.
Santana prese a stringere la stoffa della camicetta di Brittany , come se potesse ricavarne la forza necessaria per non impazzire.
‘Sannie, va tutto bene… e non vado via’ Brittany si accorse della stretta possessiva dell’altra e di come sembrasse aver paura di lasciarla andare. ‘Non ti lascio sola’ aveva poi aggiunto, sapendo quanto l’altra come lei dovesse sentirsi male al pensiero che ormai aveva perso la sua famiglia.
E Santana piangeva, piangeva finalmente aggrappandosi a qualcuno con tutte le sue forze.
Se avesse potuto l’avrebbe tenuta così stretta al petto per sempre.
Poi lentamente, molto lentamente, dopo che passarono minuti che sembrarono eterni. I singhiozzi si placarono leggermente e l’ispanica si sentì in pace con se stessa, mentre la stretta intorno all’altra si allentava un pò e il vento di Settembre le accarezzava le guance bagnate.
Brittany sospirò ancora di sollievo e continuò ad accarezzare quei capelli che tanto le piacevano.
‘Stai meglio?’ Le sussurrò baciandole la testa e l’altra annuì semplicemente.
Poi Santana si fece forza e si allontanò da lei di qualche centimetro per guardarla negli occhi.
‘Grazie BritBritt…’ poi le lasciò un candido bacio sulla guancia e si alzò porgendole la mano. La biondina la strinse senza esitare e le sorrise. ‘Non ho fatto niente San, non ringraziarmi solo perché ti voglio bene.’
Santana sorrise, le voleva bene tanto anche lei. Ma non riuscì a dirglielo, non in quel momento almeno.
Allora le porse il mignolo e l’altra lo strinse contro il suo sorridendo.
‘Sai San… riguardo al gioco di prima… c’è ancora una cosa che vorrei nel mio mondo…’
Santana tirò sul col naso e si asciugò le ultime lacrime. ‘Sarebbe?’ Chiese con un mezzo sorriso
‘Beh, se io avessi un mondo come piace a me, tu saresti la bambina più felice del mondo perché mi piace tanto quando sorridi e sono felice anch’io.’
E a Santana quella frase fece scoppiare il cuore di gioia. Solo la sua mamma le ripeteva sempre che l’unica cosa che voleva era vederla felice e adesso Brittany sembrava intenzionata a volerle bene sul serio e lei giurò a se stessa che non le avrebbe fatto mai del male.
I found myself in Wonderland 
Get back on my feet, again 
Is this real? 
Is this pretend? 
I'll take a stand until the end.

When the world's crashing down 
When I fall and hit the ground 
I will turn myself around 
Don't you try to stop me 
I, and I won't cry.



Ho ritrovato me stessa nel Paese delle Meraviglie 
Mi sono rimessa in piedi, di nuovo.
è tutto reale?
è una finzione?
Prenderò una posizione fino alla fine.


Quando il mondo starà crollando, quando cadrò e
Sbatterò a terra
mi solleverò non tentate di fermarmi.
Io, io non voglio piangere.

***
Ed eccoci arrivati alla fine di questo secondo capitolo, spero tanto vi sia piaciuto.
Adesso che abbiamo percorso un pò di episodi del loro primo anno di amicizia le cose procederanno più velocemente per poi arrivare all'adolescenza :)
Ringrazio chi ha recensito rendendomi felice, chi ha aggiunto la storia fra le preferite, le seguite o le ricordate.
Spero che abbiate voglia di lasciare qualche recensione perchè fa sempre tanto piacere.
Ps. La ninna nanna è davvero una vecchia ninna nanna spagnola e la versione più bella per me è quella cantata dalle Cheetan girl, si intitola 'A la nanita nana'
La canzone inserita nell'ultimo episodio invece è 'Underground' di Avril Lavigne, colonna sonora del film 'Alice in Wonderland'. ;)
Un bacione grande a chiunque sia arrivato fin qui. <3 a presto!
  
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