Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: AxXx    30/04/2014    2 recensioni
Dopo la battaglia di Manatthan Alex Dahl torna, con la sua orda, in Norvegia, dove, dopo tante fatiche, può riposare.
Ma un mezzosangue non può mai riposare. Infatti, quando Odino perde i suoi corvi messaggeri, non fidandosi di nessuno per ritrovare i suoi messaggeri personali, chiede aiuto al figlio che, per l'ennesima volta, è costretto ad abbandonare il suo campo per una missione che, ancora lui non lo sa, lo porterà ad incontrare qualcuno di molto speciale.
[Sangue del Nord Crossover Kane Chronicles]
(Ringrazio Lilium, mia compagna in questa piccola avventura laterale :3 )
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Spin-off Sangue del Nord'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                         Legato Come un Salame

 

 

 

Ero nella merda.

Si, direi che è il modo migliore per definire la situazione in cui mi trovavo.

Un tizio pazzo, armato di una spada che ricordava le mezzelune di Astrid era riuscito, in qualche modo a controllare, i corvi di Odino. Come se non bastasse era un esperto combattente e mi aveva legato come un salame insieme ad una ragazza bionda, con una ciocca viola che, per qualche ragione, aveva la mania di lanciarmi addosso strane bacchette di forma impossibile.

“Ehi, vecchio dai capelli orripilanti… mi dici chi sei!? Sei un servo di Hell!?” Feci, cercando di liberarmi dalle corde che mi imprigionavano. Inutile dire che fu tutto inutile: quelle corde mi tenevano stretto.

“Ah! Hell? Quella sciocca Dea? Mi occuperò di lei al momento opportuno, ora, se non vi dispiace, devo dare inizio all’incantesimo.” Rispose il fantasma, ghignando in modo orribile. Se fosse stato consistente, gli avrei tirato un bel calcione in faccia. “Voi due, uccellaccio del malaugurio… teneteli d’occhio.” Aggiunse, rivolto ad Hugin e Mugin.

I due corvi, per tutta risposta, iniziarono ad insultarlo con parole che non è il caso di ripetere qui, ma, per qualche ragione, non erano in grado di ribellarsi. Avrei voluto tentare di comunicare con loro, ma in questo momento avevo due mortali da tenere in vita e me stesso ed una strana tipa lancia-geroglifici da liberare.

Una cosa all’ordine del giorno.

“Ehi, ragazzina… sei ancora viva?” Chiesi, sottovoce, mentre il mago pazzo iniziava a disegnare con uno strano tipo di inchiostro, segni sul pavimento. Alcuni erano geroglifici, altri rune.

“Non chiamarmi ragazzina!” Sbottò subito, lei, indispettita (Mamma mia che caratterino). “Io ho un nome, Sadie Kane!”

“D’accordo, Sadie… ascolta, mi spieghi cosa sta succedendo?”

“Se non lo sai tu!? Due corvi hanno rapito le mie amiche e portata in questa trappola.” Sbuffò, cercando di liberarsi. Inutile dire che anche il suo tentativo si rivelò inutile.

“Senti, io sono qui solo per recuperare i corvi di mio padre, gli servono, non sono qui per affrontare fantomatici maghi non morti da strapazzo… ho già affrontato abbastanza non morti nella mia vita.” Borbottai, mentre cercavo di arrovellarmi in una soluzione: le corde erano strette. Se solo fossi riuscito a raggiungere Excalibur, lei avrebbe tagliato qualsiasi cosa. Peccato che mi era caduta a poca distanza.

“Assurdo… prima greci, mancavano solo questi surrogati di un fumetto della Marvel.” Ringhiò la bionda, contorcendosi come una pazza, tanto che per un attimo, pensai che le corde avrebbero ceduto.

“Aspetta… greci!?”

“Ah, a quanto pare non vi siete ancora incontrati, vero?” Domandò lei calmandosi, mentre il tipo che si chiamava Setne continuava a tracciare rune e geroglifici in fila, quasi seguendo uno schema geometrico (Cosa più che probabile, dato che voleva usare un incantesimo, anche se non capivo quale.)

“Incontrati, dici? Cavolo, se li ho incontrati. Diciamo solo che abbiamo più volte rischiato la vita, io, Annabeth, Percy, Nico.” Risposi, mentre una strana idea iniziava a frullarmi in testa, mentre osservavo i geroglifici che brillavano di rosso, sul petto di Hugin e Mugin.

“Tu conosci Annabeth?” Chiese, all’improvviso, dimenticandosi di essere legata.

“Sì, perché?”

“È una mia amica… mi ha aiutata con la faccenda di Serpide.” Spiegò velocemente, tornando a concentrarsi sulle corde.

“Ah…” Fu la mia intelligentissima risposta. “Dovrebbero smetterla di ritrovarsi in mitologie diverse dalle loro.”

“Senti, possiamo parlarne dopo?” sbottò irritata, dandomi un pizzicotto parecchio doloroso.

“Oh sì, giusto… ehm… hai un piano?” Chiesi, mentre ancora elaboravo il mio.

Per tutta risposta lei sbuffò esasperata, fissando la sua borsa poco distante.

“No e non ho mezzi per liberarmi.”

“Non potresti trasformarti di nuovo in un… un… in cosa ti eri trasformata, prima?” Proposi, dimostrando, di nuovo, la mia grande intelligenza in ogni campo.

“Un Nibbio e no, non posso. Non è mica facile trasformarsi in qualcosa!” Disse, alzando gli occhi al cielo. A quanto pare non le piaceva la mia ignoranza.

Certo, lo sospettavo, ma mica potevo saperlo. Se ci fosse stato Frank avrebbe sicuramente potuto trasformarsi in un drago o qualcos’altro, in modo da schiacciare quell’idiota che stava borbottando qualcosa sulla serie di Rune che aveva tracciato male.

“D’accordo… ascolta, Sadie, forse ho un piano.” Dissi piano, mentre l’idea prendeva nuovamente forma nella mia testa.

“Davvero? Posso sapere quanto è pericoloso?” Chiese, con un misto di speranza e… ammirazione? Forse, ma non c’era tempo di sentirsi fieri.

“Be’… per la pericolosità… direi che se non funziona rischiamo di far saltare in aria l’intera torre.” Risposi, semplicemente, iniziando a concentrarmi su Hugin e Mugin.

“Oh, bene. Tipico di me, fai pure, tanto rischio di finire disintegrata un giorno sì l’altro pure.” Borbottò Sadie, dandomi una leggera pacca sulla mano come per dire: “vai pure e spacca.”

Sperai che volesse dirmi proprio quello e non qualcosa tipo: se sbagli qualcosa ti uccido. Ormai, però, avevo una sola possibilità di successo, così mi concentrai al massimo, cercando di attirare l’attenzione di Hugin e Mugin, che gracchiavano rumorosamente, appollaiati su due finestre, una a destra, una a sinistra della porta che dava sul tetto. Sotto di loro due ragazze stranissime svenute. Una scena che aveva del surreale, a mio parere.

Forse potevano essere loro la nostra via di fuga.

Fu parecchio difficile concentrarsi, data la pressione che le corde esercitavano sulle mie braccia, inviandomi continue fitte al cervello, ma alla fine ci riuscii a mettermi in contatto con loro.

“MALE! MALE! LIBERACI! AIUTO! SOCCORSO! AIUTACI! DOLORE! GRAVE! MALE! LIBERACI!”

L’ondata di pensieri dolorosi che mi avvolse fu tale che per poco non persi il collegamento con le loro menti. Ma non avevo altra scelto: dovevo assolutamente mettermi in contatto con loro.

“Hugin! Mugin! Sono io, Alex… calmatevi.” Provai a dire, riuscendo a ricevere, in risposta, solo qualche gemito confuso.

Ci vollero un paio di minuti prima che i due corvi fossero abbastanza calmi da permettermi di comunicare in modo corretto. Per fortuna, oserei dire, dato che iniziavo a dubitare della loro sanità mentale già prima che venissero sottomessi da quel mago pazzo.

“Alex! Devi fermarlo! Quel mago vuole tornare in vita, userà il tuo sangue come sacrificio vitale per rianimare il suo nuovo corpo. Appena avrà da voi ciò che vuole, ci costringerà ad eliminarvi!” Mi avvisò Hugin, arruffando le piume.

“Ma va’!? Non l’avrei mai detto.” Ironizzai. “Voi due come state?”

“Per essere due corvi che sono stati catturati, sballottati e costretti a rapire due ragazzine mortali, direi che stiamo bene… ma mi piacerebbe che ci liberassi.” Grugni Mugin indispettito. A quanto pare non gli piaceva il fatto che temporeggiassi.

“D’accordo, d’accordo… però devo chiedervelo: Sapete come funziona l’incantesimo che vi lega al suo volere?”

“È un antico incantesimo Egizio. Veniva usato dagli stregoni per trattenere per poco tempo gli Dei minori.” Spiegò Mugin, alzando un po’ il petto per mostrare il geroglifico. Rappresentava un… uccello? Con un leone accanto… o era una sfinge? Ad ogni modo, non avevo idea di cosa potesse essere.

“Come fate a sapere tutto questo? Non mi direte che mio padre sapeva degli Dei Egizi!?” Esclamai nella mente, furibondo. Mio padre mi aveva nascosto troppe cose, nella vita. Certo, lo diceva per mettermi al sicuro, ma, guarda caso, ogni volta, finivo nei guai, a causa dei suoi segreti.

“Certo che lo sapeva!”Mi rimbrottò Mugin. “Altrimenti noi a che serviremmo? Siamo stati mandati spesso in Egitto a monitorare le attività di questi maghi.”

“Avete finito con le lezioni di storia!?” Ci richiamò il fratello, furioso. “Liberaci!”

“Molto volentieri, ma come funziona!?” Sbottai, anche io arrabbiato, cercando di rimanere fisicamente calmo. Dovevo, assolutamente evitare che il mago pazzo mi beccasse.

“L’incantesimo è piuttosto semplice… non può trattenerci a lungo, ma fino a domani mattina non possiamo metterci contro questo mago da strapazzo. Lui ci ha incatenati alla sua volontà usando un legame invisibile, che ci impone di rimanere legati fisicamente ad una creatura vivente tramite questi geroglifici.” Spiegarono, mostrando, ancora una volta, il petto illuminato di rosso.

“Quindi… lui ha addosso un altro geroglifico uguale al vostro che vi lega a lui?”

“Non esattamente… essendo un fantasma non può legarci a lui. Per bloccarci ha dovuto usare un altro essere vivente.” Chiarì subito Hugin, sbattendo le ali. “Noi siamo legati alla sua volontà, ma il legame fisico di vicinanza ce l’abbiamo con un essere vivente di questa torre, dato che non possiamo allontanarci da essa.”

Tornai in me, notando che, ormai, metà del cerchio magico era stato completato. Avevo perso tempo, ma ne era valsa la pena. A faticai mi voltai verso Sadie che si stava ancora dimenando nelle corde. Ora che la vedevo bene era carina. Aveva i capelli biondi, con una ciocca bordeaux sul davanti. Gli occhi erano azzurri, luminosi come quelli di Talia o Jason e aveva i lineamenti delicati. Indossava solo un paio di jeans una camicia bianca ed un giacchetto marrone. Doveva avere sui quattordici anni, non di più.

“Ok, credo di avere un piano.” Sussurrai, concentrandomi sul suo viso.

Lei, stranamente, quando vide che la stavi guardando, ammutolì e mi squadrò, forse un po’ scettica, ma alla fine, annuì. “Dimmi.”

Mi ci volle poco per spiegare a lei, e allo stesso tempo, ai corvi, cos’avevo in mente, ma fondamentalmente, giocavo molto sulla sorte: Hugin e Mugin avrebbero fatto alzare in volo tutti i corvi della torre, in modo casuale. Io e Sadie saremmo stati buoni, così Setne non ci avrebbe disturbato, ma in realtà, saremmo stati attenti a cercare qualsiasi segno di rosso in quella miriade nera. A quel che avevo visto, il geroglifico rosso era parecchio visibile.

Certo, forse Setne si sarebbe insospettito nel vedere i corvi alzarsi in volo, ma, considerata la facoltà mentale di Hugin e Mugin, sperai pensasse fosse un effetto collaterale del suo stesso incantesimo.

“Una volta liberi, Hugin e Mugin ci aiuteranno, ma avrò bisogno di tempo per riuscire ad imprigionarlo.” Conclusi, alla fine, mentre, ormai, notavo che il cerchio di rune e geroglifici era quasi completato.

“Imprigionarlo? E come? Non sei un mago, o no?” Chiese la bionda, squadrandomi con aria critica.

“Non proprio… ma nel mio zaino c’è un pezzo di Gleipnir, è una corda potentissima. Ha tenuto imprigionato un Dio, per tre millenni, riuscirà a trattenere un spirito idiota per qualche ora, no?” Feci notare. Il problema era arrivare al mio zaino, caduto pochi metri a destra, eppure così lontano.

“D’accordo… solo una cosa? Quale sarebbe la parte ‘Far saltare in aria la torre’?” Domandò, di nuovo Sadie.

“La gleipnir è un manufatto potentissimo… se venisse in qualche modo danneggiata mentre ce l’ho in mano, rischiamo di far saltare tutta la torre, con noi sopra, ovviamente.

“Fantastico, mi piacciono i pieni esplosivi, anche se il tuo è un po’… come dire, fragile.” Mi fece notare.

“Hai un’idea migliore!?”

“No… quindi, credo tocchi a te, appena sarò libera ti fornirò la distrazione necessaria.” Mi assicurò, già pronta, osservando il bastone che era caduto a terra, a meno di un metro.

Appena detti il via, i corvi intorno a noi, iniziarono ad alzarsi in volo, librandosi in aria, intorno a noi, creando una cupola nera anche abbastanza inquietante, ma anche suggestiva. Come previsto Setne non badò agli uccellacci, tanto era concentrato sul cerchio magico che stava tracciando, anche se, ormai, mancavano solo le ultime parti, pochi attimi e avrebbe finito.

Con lui che tracciava i magici segni, noi legati e i corvi che volavano intorno a noi sembrava la scena di un film horror con contorno di negromanzia che Einar amava vedere. Peccato che in quel momento non avevo tempo per godermi lo spettacolino ed iniziai a setacciare la massa nera in cerca del simbolo rosso che indicava il corvo aguzzino.

Nulla…

Mi voltai di nuovo a guardare Setne: il cerchio era quasi completo.

Sedie cercava ed io con lei, ma ancora nulla.

Mancava poco…

“Forza, fatti vedere, corvo…” Pregai, mentre seguivo con gli occhi la massa di alcuni corvi.

Ancora nulla…

Due soli simboli e quello stregone da strapazzo avrebbe usato il mio sangue per tornare in vita.

Una botta alla spalla attirò la mia attenzione e la ragazza accanto a me iniziò ad agitarsi, guardando in alto.

Seguii il suo sguardo…

“Eccolo…” Sussurrai, individuando il corvo con il simbolo rosso sul petto.

“Ottimo! Noi non possiamo ordinargli di avvicinarsi ai prigionieri… ma tu puoi, Alex! Portalo qui! Cancellate il geroglifico!” Ci incitò Mugin, agitando le ali nervosamente. Probabilmente sentiva vicina la libertà.

 Annuii.

“Preparati Sadie… appena saremo liberi, ho la sensazione che avremo poco tempo per agire.” Le ricordai, iniziando ad espandere un filamento di pensiero verso il corvo prescelto.

“Oh, grazie, come se non lo sapessi…” Borbottò la ragazza, pensierosa.

Appena riuscii a mettermi in contatto mentale con il corvo lui mi riconobbe e gracchiò una risposta educata. Iniziò a scendere veloce, avvicinandosi a noi, mentre il resto dei suo compagni se ne ritornava nei nidi.

Fu allora che il piano prese una brutta piega.

“Perfetto… ho finito.” Sentenziò Setne, alzandosi.

Si voltò appena in tempo per vedere il corvo che teneva incatenati Hugin e Mugin atterrare davanti a Sadie.

Fu un secondo in cui tutto si fermò, quasi il tempo si fosse fermato per enfatizzare l’importanza del momento.

Poi il tempo tornò a scorrere.

“Cancello il geroglifico!” Urlai, sgranando gli occhi.  

Sadie non se lo fece ripetere e, nonostante le sue mani fossero bloccate, riuscì, con un solo movimento, a cancellare una parte del simbolo magico, annullandone gli effetti proprio nell’istante in cui dalla mano del mago non morto usciva una fiammata diretta contro di noi.

Rotolai, evitando il fuoco, ma la mia nuova amica non fu abbastanza veloce e venne sbalzata dall’esplosione, sbattendo contro i merli della torre.

Hugin e Mugin si gettarono uno su Setne uno su di me, così da liberarmi e fu un sollievo quando, finalmente, il sangue tornò a scorrermi nelle braccia e nelle gambe. Intanto, i due servi di Odino si avventavano sul fantasma che, pur essendo già morto, sembrava risentire parecchio delle artigliate.

“Sedie!” La chiamai, avvicinandomi a lei, notando il fianco della maglietta bruciato. Sotto la carne era nera e assumeva una colorazione violacea, mano mano che ci si allontanava dal centro d’impatto.  Si era presa una bella botta e rischiava, se non la curavo subito. Teneva gli occhi serrati e aveva un espressione dolorante e, non appena sfiorai la bruciatura, cacciò un grido agonizzante.

“Aspetta… ho quello che ci vuole.”

Non persi tempo.

Gettai un occhio verso Hugin e Mugin che stavano ancora graffiando e beccando, furiosi il volto del mago che si ritrovò attaccato dai suoi stessi alleati. Ne approfittai e mi lanciai verso il mio zaino, ringraziando di essermi portato dietro il mio equipaggiamento, in caso di attacco.

Presi una boccetta contenente un liquido violaceo e lo spalmai con cura sulla bruciatura.

“Ahi! Ahi, fa male!” Si lamentò Sadie, cercando di fermarmi.

“Come tutte le medicine… stai calma e il dolore passerà… insieme alla bruciatura.” La rassicurai, mentre ricoprivo tutta la ferita, notando subito i bordi risanarsi.

Dopo un attimo gli occhi luminosi della ragazza si aprirono e sospirò.

“Cavolo… grazie, credo che mi hai appena salvato.” Disse, toccandosi ciò che rimaneva della lesione subita.

Stavo per aggiungere qualcosa di intelligentissimo, quando un urlo agonizzante attirò la mia attenzione e mi voltai. Il mago egiziano si era liberato, finalmente di Hugin e Mugin che si erano ritirati sul tetto della torre, con le ali ferite che colavano icore divino. Il nostro avversario aveva impugnato nuovamente quelle strane lame ricurve simili a falcetti.

“Estrarrò il tuo sangue dal tuo cadavere!” Minacciò furioso, squadrandomi con rabbia.

“Lo vedremo.” Minacciai, mentre alzavo una barriera magica contro il fulmine che mi scagliò contro.

“Prepariamoci, questa volta non sarà così facile.” Sbuffò Sadie, afferrando il suo bastone e la bacchetta.

Sapevo che avrei avuto bisogno della Gleipnir per legarlo, dato che era un morto, ma in quel momento, mi resi stupidamente conto che non l’avevo presa dallo zaino e che avevo pensato solo a curare la mia compagna.

Dovevo rimediare.

“Trova la gleipnir nel mio zaino… e usala.” Dissi a Sadie, mentre le rune iniziavano a circondare il mio corpo, elevando una barriera di fuoco ed energia magica. “Io lo trattengo.”

Lei sembrò volermi dire qualcosa (Forse augurarmi buona fortuna), ma non ne ebbe il tempo, perché, senza esitazione, mi lanciai contro il Mago egizio, deciso a fargli assaggiare l’acciaio Asgardiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

----------------------------------------------------------------------------------------------
[Angolo dell’autore pazzo e dell’autrice sclerata]

Hola ragazzi, ci siamo ancora, e so che non ci sopportate, ma intendo andare in fondo. Come cavolo fa a non piacervi, questa storia? (Come se non lo sapessi.)
A me piace e poi, cavolo, Odino è un gran bel figo di Odino. :3
Nessuno, nemmeno Walt, può competere con un figo, nordico, mago, guerriero, veterano, sfregiato e che sa cucinare.
Ma nooooooooon preoccupatevi, Alrid forever ;)
Quindi… vi orego, lasciate una piccolissima recensione.
Ringrazio Poseidonson e Ema_Joey che, ancora, hanno recensito.

Spero rimaniate con noi fino alla fine.

Saluti da Lilium, che ringrazia e chiede recensioni, fatela felice :)

AxXx

 

 

 

        

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AxXx