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Autore: MyDreamOned    30/04/2014    1 recensioni
Charlotte Browand.
16 anni.
Nata a Manchester.
Era decisa a cambiare anche se cambiare è sempre dannatamente difficile, soprattutto se si ha l'impressione di essere soli contro il mondo, ma lei non aveva paura, sapeva che quel posto ormai era solo fonte di dolore, era stato un anno veramente complicato.
Sapeva cosa lasciava ma non ciò che avrebbe trovato.
Dopo la tempesta arriva davvero l'arcobaleno?
Sarà abbastanza forte per dare ascolto al suo cuore che la stava costringendo ad amare di nuovo?
....
'Io posso amarti davvero' mi disse lui con quegli occhi che parevano sinceri.
'Non credo nel lieto fine Zayn, non più'
'Quella sottospecie di uomo ti ha fatta soffrire e allora? Vuoi davvero morire sola perché quando avevi
sedici anni un cretino ti ha lasciata? No, tu tornerai ad amare, tornerai a credere ai tuoi sentimenti, e quel giorno è oggi, dammi l'okay e tra qualche mese non ricorderai più neanche il suo nome'.
Forse aveva ragione, ma il mio cuore mi aveva già fottuto una volta.
Toccava solo a me decidere se credere a quella vocina che da settimane mi ripeteva 'tu lo ami, dalla prima volta in cui l'hai visto'.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ed in poco tempo mi trovai li, tra tanta gente pronta come noi ad andare via, chi per lavoro, chi per amore, chi per vacanza, e chi, come me, per ricominciare. Mi trovavo all'aeroporto di Manchester, appena fatto il Check-In, mi trovai davanti a quel lungo labirinto che mi avrebbe portato all'imbarco, mi girai ed ecco li, la mia famiglia, mi sarebbero mancati, eccome. Infondo se in quel momento ebbi la forza di prendere quell'aereo era grazie a loro, a ciò che mi diedero per tutta la mia infanzia fino a farmi diventare una donna. In quel momento pensai di dovergli davvero tutto. Abbracciai prima mia mamma, che si limito a sussurrarmi all'orecchio. 'Mi sembra ieri il giorno in cui dottore mi disse che sarebbe stata per la terza volta una femmina' Quelle parole in altre circostanze mi sarebbero sembrate sdolcinate, o almeno troppo per i miei gusti, ma in quella circostanza non potei che stringerla ancora di più. Salutai mio padre, nonostante non ci fosse un grande rapporto tra di noi, il suo fare distaccato mi aiutò sin da piccola ad essere forte, a dovermi guadagnare l'apprezzamento degli altri. Non disse niente, infondo ci stava male, o almeno in quel momento sperai fosse cosí. Subito dopo salutai quelle due sexy spilungone delle mie sorelle, quelle a cui -mi trovai a ricordare- ho scroccato vestiti e trucchi per sedici anni, le sorelle più belle del mondo, quando si trattava di loro, la frase 'sorelle per caso, amiche per scelta' occupava la mia testa, erano delle ottime amiche, e si, anche se sono sempre stata quella 'dura e meno sentimentale' devo ammettere che qualche lacrime scese anche a me.. ci separavano solo tre ore è vero, ma ero sicura che non le avrei viste spesso, tra un set fotografico e l'altro non avrebbero avuto tanto tempo per la loro sorellina, ma sapevo che sarei mancata ad entrambe, almeno quanto sarebbero mancate a me. Mi girai e trovai Serena e il suo dolce sorriso puntati verso di me come in segno che si fosse fatta l'ora di andare, salutai anche i suoi genitori, e dopo aver superato il labirinto infernale - tanto non capirò mai dove comincia - ci dirigemmo all'imbarco. Passato il metal detector, ci trovammo pronte ad attraversare il corridoi che ci avrebbe portato alla nostra nuova vita. Il viaggio fu tranquillo, misi semplicemente le mie cuffiette e non ascoltai niente e nessuno. Era ora di scendere dall'aereo, e fui più che contenta in quel momento, sentivo di essere pronta, non me ne sarei pentita. Vidimo subito Zia Vitt una volta uscite dall'aereoporto, ci aspettava con il suo solito sorriso impresso sulle labbra. Ero contenta di rivederla finalmente, zia Vitt si trasferì a Londra all'età di 18 anni, voleva inseguire i suoi sogni, e ci era riuscita. Ormai era manager di grande successo, che viaggiava oltre i confini dell'oceano alla scopera di paesi e culture diverse. Mi rivedevo in lei, stesso sorriso e stessi occhi, occhi di chi vuole sempre qualcosa di più. Era un grande esempio. 'Zia, non ci vediamo da troppo tempo' l'abbracciai. 'Piccola, quanto sei diventata grande e bella' - tipica frase da parente che non ti vede da tempo- 'Zia lei è Serena' 'Salve è un piacere e la vorrei ringraziare davvero per l'ospitalità' rispose educatamente la mia amica, l'avrei mandata a quel paese volto volentieri, voleva fare la brava ragazza? Questa città cambia davvero la gente? 'Non darmi del lei e non ringraziarmi mai più ' sorrise mia zia e l'abbracciò. 'Ok Vitt, allora ritiro il mio grazie ' scherzò lei abbastanza spiazzata da quel caloroso abbraccio ricevuto. Zia Vitt prese le nostre valige, e con un 'Su, Andiamo' ci spronò a raggiungere la sua macchina. L'aereoporto distava circa dieci minuti da casa 'nostra', arrivammo subito e dopo aver preso le valige scendemmo. 'Benvenute a casa' disse a modo Fester Addams mia zia. Scostai la testa in segno di disapprovazione e dopo essermi lasciata scappare un sorriso entrai. La casa era molto accogliente, una tipo da casa londinese, di una super manager piena di soldi che non avendo avuto figli e relazioni stabili, e avendo dedicato tutta la vita al lavoro si trovava ad avere ben poco, oltre alla casa e alla sua professione. Ci mostrò le nostre camere e ci fece riposare un po. Mi addormentai, erano ormai le nove di sera e la voglia di mangiare aveva deciso di snobbarmi - sta zoccola - così rimasi a letto e decisi di dormire ancora un pò, consapevole che mi sarei svegliata il mattino dopo, consapevole che proprio quel mattino tutto sarebbe cambiato, ci saremmo iscritte alla nuova scuola, e avremmo visitato per la prima volta la nostra nuova città. Mi girai nel letto e pensando - ovviamente di notte uno che fa? dorme subito? no prima pensa e ripensa alla sua vita per ore e poi forse chiude gli occhi - mi addormentai.
  
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