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Autore: Fairy21    30/04/2014    2 recensioni
Trama
Come si può passare dalle stalle alle stelle?
E poi di nuovo dalle stelle alle stalle?
Be questo è quello che è successo a me. Forse nelle stalle non si sta poi così male. Qui si conoscono persone importanti come lui, Derek, il ragazzo misterioso che mi ha fatto innamorare al primo sguardo, l’amore vero e puro, quello che ti fa toccare il cielo con un dito.
Ma se fossi più attratta dall’amore delle stelle?
Quello che mi ha fatto conoscere Luck, il ragazzo più bello della scuola che si da tante arie ma in fin dei conti può permetterselo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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Sarà il nostro segreto

<< Cosa ci fate qui? >> chiede mamma vedendoci bussare alla porta di casa.

<< Sorpresa! >> risponde Sam abbracciandola.

<< Sono felice di vederti >> dico facendo altrettanto.

<< Ma perché avete lasciato New York? >> chiede mamma.

<< Volevamo riunire la famiglia >> interviene papà.

Per fortuna, non avrei saputo casa rispondere.

<< Ne sono contenta allora >> risponde mamma.

L’ultima volta che ero in questa casa stavo con Luck ed ero arrabbiata con Derek. Adesso è tutto il contrario. Tutto è cambiato, forse anch’io.

Torno nella mia stanza e disfaccio i bagagli, anche se non vorrei farlo. Vorrei ripartire subito per New York ma non posso. Mi merito questa “punizione”.

La prima cosa che devo fare è andare da Alice e Cathy, non vedo l’ora di riabbracciarle e raccontarle tutto. Mi sono davvero mancate.

<< Vado da Alice >> dico aprendo la porta d’ingresso.

<< No Lila >> risponde papà avvicinandosi.

<< Perché? >> chiedo.

<< Perché siamo appena arrivati e dobbiamo restare in famiglia >> risponde.

<< Non è questo il vero motivo >> dico.

<< Se sai qual è il motivo allora non è il caso di ripetertelo >> risponde.

<< Non puoi impedirmi di vedere le mie amiche >> dico.

<< Non lo sto facendo, possono venire loro da te >> risponde.

<< Quando terminerà la mia reclusione? >> chiedo.

<< Chiamala come vuoi, lo faccio per il tuo bene >> risponde.

Non può segregarmi in casa, non sono una prigioniera. Ma in questo momento mi sembra di esserlo. Chiamo Alice avvisandola che sono tornata a Millville e che sono in punizione e non posso uscire da casa. Sarà lei a venire da me e anche Cathy.

<< Ehi, che bello rivederti >> dice Alice.

<< Anche per me >> rispondo abbracciandola.

<< Che cosa hai combinato stavolta >> dice scherzosa Cathy.

<< È una lunga storia >> rispondo.

<< Abbiamo tutto il giorno >> dice Alice.

Gli racconto tutta la storia, dal passato di Derek con i problemi con sua madre al viaggio, fino alla fine a casa della zia di Luck.

<< Sembra una telenovela >> dice Alice sarcastica.

<< Anche di più >> continua Cathy.

<< Già, sembra impossibile ma è così >> rispondo.

<< E Derek adesso dove sarà? >> chiede Alice.

<< Penso stia ritornando a New York con sua madre >> rispondo.

<< Sono felice che tutto sia andato per il meglio >> dice Cathy.

<< Beh, non proprio tutto >> rispondo.

<< Per tuo padre? >> chiede Alice.

<< Già, non so se mi perdonerà >> rispondo.

<< Certo che lo farà, l’ha sempre fatto >> dice Cathy.

<< Ma questa volta è diverso, io l’ho deluso >> rispondo.

<< Ti vuole troppo bene per tenerti il broncio a lungo, vedrai, gli passerà >> dice Alice.

<< Lo spero >> rispondo.

<< E Luck, l’hai più risentito? >> chiede Alice.

<< No, da quando ci siamo lasciati a Penn non ho più sue notizie >> rispondo.

<< Quel verme, se lo vedo io… >> dice Cathy.

<< Non lo rivedrai, tra poco comincerà il college >> rispondo.

<< A proposito >> dice Cathy.

<< Mi sono persa qualcosa? >> chiedo curiosa.

<< Volevo dirtelo di persona, è per questo che non te l’ho detto prima >> risponde Alice.

<< Riguardo alla NYU? >> chiedo.

<< Sì, si è liberato un posto e sono entrata, verrò con voi a New York >> risponde Alice esultando.

<< Davvero? Sono contentissima. Tutto dipende se potrò tornare a New York >> dico abbracciandola.

<< Certo che lo farai, tuo padre adesso è arrabbiato con te ma non ti farà perdere l’occasione di studiare alla Columbia >> dice Cathy.

<< E poi Derek, come faresti con lui? >> chiede Alice sarcastica.

<< Avete ragione, tornerò a New York e voi verrete con me >> rispondo felice.

Ci abbracciamo tutte e tre ansiose per la nuova vita che ci aspetta a New York.

<< E non è tutto >> dice Cathy.

<< Che cosa è successo ancora? >> chiedo sarcastica.

<< Aspetta, non ho capito nemmeno io >> risponde Alice scherzosa.

<< William… >> dice Cathy.

<< Ah sì Will… >> risponde Alice.

<< Will? Vedo che siete già in confidenza…> dico.

<< Ma cosa dici >> risponde Alice arrossendo.

<< Be diciamo di sì >> dice Cathy.

<< Possibile che sa più cose Cathy di te! >> dico scherzosa.

<< Non è successo niente, siamo usciti un paio di volte e… >> risponde Alice.

<< E… >> la interrompo.

<< E niente, poi sono dovuta ripartire per Millville e quindi… >> risponde Alice.

<< Adesso che tornerai a New York chissà cosa potrà succedere >> dico.

<< Chissà >> risponde Alice.

<< Chissà se è già successo >> dice Cathy scherzosa.

Scoppiamo a ridere tutte e tre, ci voleva un po’ di svago per alleviare la tensione di questi ultimi giorni.

<< Lila è pronto il pranzo >> urla mamma dalla cucina.

<< Noi andiamo >> dice Alice.

<< E non andartene senza salutarci, intesi? >> dice Cathy.

<< Certo che no >> rispondo.

Saluto le ragazze e mi dirigo verso la cucina.

Che buon profumo!

<< Cos’hai preparato? >> chiedo.

<< L’arrosto >> risponde mamma.

Il famoso arrosto della mamma, lo cucina solo per le occasioni speciali. E oggi è una di queste?

<< E come mai? >> chiedo scherzosa.

<< Siamo tutti insieme >> risponde.

Beh, in effetti, è da un po’ che non mangiamo tutti insieme, ma non pensavo che fosse un evento speciale.

<< Dai, aiutami a portare i piatti di là >> dice mamma.

Ci sediamo a tavola e pranziamo come ai vecchi tempi. Mi è mancato poterlo fare. Mamma sembra diversa oggi, più radiosa e… felice. Ecco l’aggettivo giusto, felice. Non lo è quasi mai.

 

E mentre Sam aiuta mamma a sparecchiare io vado a buttare fuori la spazzatura. Almeno potrò uscire nel vialetto!

Apro il bidone e prima di buttare dentro i sacchetti noto che è pieno di bottiglie. Sembra vino e birra. Ameno ché qui non ci sia stata una festa, mamma deve essere stata proprio male in questi giorni. Perché ha bevuto tutte queste bottiglie?

Torno dentro facendo finta di non aver visto niente. Non voglio dirgli che so che si è ubriacata in questi giorni, non voglio che si vergogni.

<< Vuoi una mano? >> chiedo.

<< Sì, tieni, asciuga le stoviglie >> risponde mamma porgendomi un panno.

<< Cos’è successo, perché sei così silenziosa? >> chiede.

<< Niente, sono solo pensierosa >> rispondo.

<< Ti conosco fin troppo bene affinché creda a una simile sciocchezza >> dice.

<< Le hai bevute tu tutte quelle bottiglie che sono nella pattumiera? >> chiedo.

Dovevo dirglielo, visto che ha insistito tanto. Mi sono tolta un pensiero di dosso, uno dei tanti.

<< Quali bottiglie? >> chiede indifferente.

<< Sai a quali mi riferisco, le ho viste poco fa >> rispondo.

<< Non puoi giudicarmi >> dice.

<< Non lo sto facendo, voglio solo capire il perché >> rispondo.

<< Non c’è un motivo per queste cose Lila >> dice.

<< È da quando siamo qui a Millville che fai così, ti manca New York? >> chiedo.

<< Che cosa centra New York? >> risponde.

Speravo che fosse quello il motivo delle sue pene, perché adesso è il mio.

<< Non lo so, per via dei nonni o del tuo vecchio lavoro >> dico.

<< Non dire sciocchezze >> risponde.

<< Allora perché mamma, come posso aiutarti? >> chiedo.

<< Nessuno può farlo >> risponde.

<< Sì invece, se ti lasci aiutare >> dico.

<< Siete voi >> risponde.

<< Noi? Siamo noi il motivo del tuo alcolismo? >> chiedo stupita e confusa.

<< Tu, Sam e tuo padre >> risponde.

<< Ma come… >> dico incredula.

<< La vostra mancanza >> m’interrompe.

<< Mamma ma Sam ed io siamo sempre rimaste qui con te e tu bevevi comunque >> rispondo.

<< Allora tuo padre >> dice correggendosi.

<< Vuoi dire che è per papà tu ti ubriachi? >> chiedo sorpresa.

<< Ogni volta che lui se ne va, dentro di me si crea un vuoto che solo l’alcool riesce a colmare >> risponde a occhi bassi.

<< L’alcool non lo colma, lo riempie e basta, poi si svuota di nuovo e stai peggio di prima >> dico.

<< Lo so, ma non vedo altra soluzione >> risponde.

<< C’è sempre un’alternativa, perché non me lo avevi mai detto? >> chiedo apprensiva.

<< E cosa avrei potuto dirvi, voi soffrivate tanto quanto me per la mancanza di vostro padre >> risponde.

<< Lui lo sa? >> chiedo.

<< Cosa, di essere la causa del mio alcolismo? Certo che no e non voglio che venga mai a saperlo, intesi? >> risponde.

<< Certo, io non gli dirò niente, sta tranquilla >> dico abbracciandola.

Devo aiutarla in qualche modo, ma come? Chi l’avrebbe mai detto che papà è la causa dei problemi della mamma con l’alcool? Adesso è rimasta sola, senza Sam, né me e né tantomeno papà e si è sfogata con l’alcool. Come ho fatto a non accorgermene da sola? Ero talmente chiusa nei suoi riguardi da non capire tutto questo? Non abbiamo mai avuto un buon rapporto madre-figlia, lei ai miei occhi e forse anche a quelli di tutti ha sempre preferito Sam. Ed io papà. È stato lui la mia spalla, era da lui che piangevo quando ne avevo bisogno, era lui quello con cui mi confidavo e condividevo tutto. E adesso ho perso tutto. Ho perso la sua fiducia, la sua stima, ho perso papà. A chi mi rivolgerò adesso quando avrò bisogno?

 

__________________________

 

 

Una settimana dopo.

Toc toc.

<< Avanti >> rispondo.

<< Hai due minuti? >> chiede papà aprendo la porta della mia stanza.

<< Certo, vieni pure >> rispondo.

<< Volevo salutarti prima di partire >> dice.

<< Cosa? Vai già via? >> chiedo sorpresa.

<< Il lavoro chiama ed io rispondo >> risponde scherzoso.

<< Il lavoro prima di tutto >> dico sarcastica.

<< Senti papà mi dispiace davvero per la storia di Pittsburgh e per non avertelo detto >> continuo dispiaciuta.

<< Lo so, è anche per questo che sono venuto, per chiarire tutto >> risponde.

<< Allora è tutto chiarito? >> chiedo speranzosa.

<< Certo tesoro >> risponde abbracciandomi.

<< Grazie di avermi perdonato e di non aver detto nulla alla mamma >> dico.

<< Non so se ho fatto bene, sono diventato un tuo complice >> risponde.

<< Mi hai coperta e mi hai fatto capire i miei sbagli >> dico.

<< Ne sono contento >> risponde.

<< Quindi sono di nuovo libera? Niente più punizione? >> chiedo.

<< Lo sei sempre stata, se avresti voluto saresti potuta sgaiottolare fuori di casa senza che me ne accorgessi >> risponde.

<< Penso che tornerò a New York adesso >> dico contenta.

<< No Lila, ci tornerai quando comincerà il college >> risponde duramente.

<< Perché non posso tornarci subito? >> chiedo sorpresa.

<< Perché non ne vedo il motivo >> risponde.

<< Sì invece, c’è ne è più di uno papà >> dico.

<< No Lila, tu resterai qui a Millville >> risponde secco.

<< No papà io torno a New York >> dico decisa.

<< Lila non mi provocare >> risponde.

<< Perché non resti tu qui? >> chiedo.

<< Sai il motivo >> risponde.

<< Il lavoro, è per questo che abbandoni sempre la mamma, vero? >> dico furiosa.

<< Che cosa centra tua madre? >> chiede.

Oh no, non dovevo lasciarmelo sfuggire. La mamma non me lo perdonerà mai.

<< Niente, dicevo così per dire >> rispondo.

<< No Lila, tu non dici mai le cose tanto per >> dice.

Non rispondo, non so cosa dire.

<< Dai, perché hai menzionato tua madre? >> insiste.

<< Non posso dirti nulla >> rispondo.

<< Sai che puoi dirmi qualsiasi cosa >> dice.

<< No davvero papà io… >> rispondo.

<< Non uscirai da questa stanza se prima non mi avrai detto di tua madre >> dice deciso.

<< Se io te lo dico tu mi devi giurare che non lo dirai mai alla mamma, rovineresti il nostro rapporto in maniera definita >> rispondo.

<< Sai che non lo farei mai >> dice.

<< Conosci il motivo per cui la mamma ha problemi con l’alcool? >> chiedo.

<< Per i vari problemi… >> risponde.

<< Quali “problemi” papà, otto anni di problemi? >> dico.

<< E allora qual è il motivo, tu lo sai? >> chiede.

Sono un po’ titubante sul dirglielo o no. Non so cosa fare. Ne soffrirebbe molto sapendo che è lui la causa dei “problemi” della mamma.

<< Lila… >> continua papà.

<< Sei tu >> rispondo sottovoce.

<< Io? E cosa ho potuto aver fatto di così grave per causare tutto questo dolore a tua madre? >> chiede sconvolto.

<< Ogni volta che tu te ne vai la lasci sola e tutto per il lavoro, mai una volta che hai rinunciato a un incarico per lei. E lei, sai a quante cose ha rinunciato per te? >> rispondo.

Resta in silenzio, come allibito.

<< Ha lascito New York, il suo lavoro, i suoi cari per te e tu come l’hai ricambiata? >> continuo.

<< Dici sul serio, ti ha detto lei che sono io la causa dei suoi problemi? >> chiede sbalordito.

<< Gliel’ho dovuto strappare di bocca, lei non voleva lo sapessi >> rispondo.

Si alza dal letto e fa per andarsene.

<< Papà, giurami che non glielo dirai >> dico.

<< Sarà il nostro segreto >> risponde.

Avrò fatto bene a raccontargli tutto? Ormai è andata, il mio rapporto con la mamma è nelle sue mani. Mi fido di lui, ma so che farà qualcosa dopo le mie parole.

Guardo fuori dalla finestra e lo vedo partire in auto. Una parte di me sperava non lo facesse dopo avergli raccontato tutto questo, ma forse è meglio così, deve metabolizzare il tutto. L’altra parte di me voleva vederlo soffrire almeno un quarto di quanto ha sofferto mamma in tutti questi anni. Sempre forte e decisa di giorno a prendersi cura di me e Sam e così fragile di notte da abbandonarsi all’alcool. Perché non l’ho capito prima? Come ho fatto a non accorgermene e lui, come può non averglielo mai chiesto?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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