Sarà
il nostro
segreto
<<
Cosa ci fate
qui? >> chiede mamma vedendoci bussare alla porta di casa.
<<
Sorpresa!
>> risponde Sam abbracciandola.
<<
Sono felice di
vederti >> dico facendo altrettanto.
<<
Ma perché avete
lasciato New York? >> chiede mamma.
<<
Volevamo
riunire la famiglia >> interviene papà.
Per
fortuna, non avrei
saputo casa rispondere.
<<
Ne sono
contenta allora >> risponde mamma.
L’ultima
volta che ero
in questa casa stavo con Luck ed ero arrabbiata con Derek. Adesso
è tutto il
contrario. Tutto è cambiato, forse anch’io.
Torno
nella mia stanza e
disfaccio i bagagli, anche se non vorrei farlo. Vorrei ripartire subito
per New
York ma non posso. Mi merito questa “punizione”.
La
prima cosa che devo
fare è andare da Alice e Cathy, non vedo l’ora di
riabbracciarle e raccontarle
tutto. Mi sono davvero mancate.
<<
Vado da Alice
>> dico aprendo la porta d’ingresso.
<<
No Lila
>> risponde papà avvicinandosi.
<<
Perché?
>> chiedo.
<<
Perché siamo
appena arrivati e dobbiamo restare in famiglia >>
risponde.
<<
Non è questo il
vero motivo >> dico.
<<
Se sai qual è
il motivo allora non è il caso di ripetertelo
>> risponde.
<<
Non puoi
impedirmi di vedere le mie amiche >> dico.
<<
Non lo sto
facendo, possono venire loro da te >> risponde.
<<
Quando
terminerà la mia reclusione? >> chiedo.
<<
Chiamala come
vuoi, lo faccio per il tuo bene >> risponde.
Non
può segregarmi in
casa, non sono una prigioniera. Ma in questo momento mi sembra di
esserlo.
Chiamo Alice avvisandola che sono tornata a Millville e che sono in
punizione e
non posso uscire da casa. Sarà lei a venire da me e anche
Cathy.
<<
Ehi, che bello
rivederti >> dice Alice.
<<
Anche per me
>> rispondo abbracciandola.
<<
Che cosa hai
combinato stavolta >> dice scherzosa Cathy.
<<
È una lunga
storia >> rispondo.
<<
Abbiamo tutto
il giorno >> dice Alice.
Gli
racconto tutta la
storia, dal passato di Derek con i problemi con sua madre al viaggio,
fino alla
fine a casa della zia di Luck.
<<
Sembra una
telenovela >> dice Alice sarcastica.
<<
Anche di più
>> continua Cathy.
<<
Già, sembra
impossibile ma è così >> rispondo.
<<
E Derek adesso
dove sarà? >> chiede Alice.
<<
Penso stia
ritornando a New York con sua madre >> rispondo.
<<
Sono felice che
tutto sia andato per il meglio >> dice Cathy.
<<
Beh, non proprio
tutto >> rispondo.
<<
Per tuo padre?
>> chiede Alice.
<<
Già, non so se
mi perdonerà >> rispondo.
<<
Certo che lo
farà, l’ha sempre fatto >> dice
Cathy.
<<
Ma questa volta
è diverso, io l’ho deluso >>
rispondo.
<<
Ti vuole troppo
bene per tenerti il broncio a lungo, vedrai, gli passerà
>> dice Alice.
<<
Lo spero
>> rispondo.
<<
E Luck, l’hai
più risentito? >> chiede Alice.
<<
No, da quando
ci siamo lasciati a Penn non ho più sue notizie
>> rispondo.
<<
Quel verme, se
lo vedo io… >> dice Cathy.
<<
Non lo
rivedrai, tra poco comincerà il college >>
rispondo.
<<
A proposito
>> dice Cathy.
<<
Mi sono persa
qualcosa? >> chiedo curiosa.
<<
Volevo dirtelo
di persona, è per questo che non te l’ho detto
prima >> risponde Alice.
<<
Riguardo alla
NYU? >> chiedo.
<<
Sì, si è
liberato un posto e sono entrata, verrò con voi a New York
>> risponde
Alice esultando.
<<
Davvero? Sono
contentissima. Tutto dipende se potrò tornare a New York
>> dico
abbracciandola.
<<
Certo che lo
farai, tuo padre adesso è arrabbiato con te ma non ti
farà perdere l’occasione
di studiare alla Columbia >> dice Cathy.
<<
E poi Derek,
come faresti con lui? >> chiede Alice sarcastica.
<<
Avete ragione,
tornerò a New York e voi verrete con me >>
rispondo felice.
Ci
abbracciamo tutte e
tre ansiose per la nuova vita che ci aspetta a New York.
<<
E non è tutto
>> dice Cathy.
<<
Che cosa è
successo ancora? >> chiedo sarcastica.
<<
Aspetta, non ho
capito nemmeno io >> risponde Alice scherzosa.
<< William…
>> dice Cathy.
<< Ah sì
Will… >> risponde Alice.
<< Will? Vedo
che siete già in
confidenza…> dico.
<<
Ma cosa dici
>> risponde Alice arrossendo.
<<
Be diciamo di
sì >> dice Cathy.
<<
Possibile che
sa più cose Cathy di te! >> dico scherzosa.
<<
Non è successo
niente, siamo usciti un paio di volte e… >>
risponde Alice.
<<
E… >> la
interrompo.
<<
E niente, poi
sono dovuta ripartire per Millville e quindi…
>> risponde Alice.
<<
Adesso che
tornerai a New York chissà cosa potrà succedere
>> dico.
<<
Chissà >>
risponde Alice.
<<
Chissà se è già
successo >> dice Cathy scherzosa.
Scoppiamo
a ridere tutte
e tre, ci voleva un po’ di svago per alleviare la tensione di
questi ultimi
giorni.
<<
Lila è pronto
il pranzo >> urla mamma dalla cucina.
<<
Noi andiamo
>> dice Alice.
<<
E non andartene
senza salutarci, intesi? >> dice Cathy.
<<
Certo che no
>> rispondo.
Saluto
le ragazze e mi
dirigo verso la cucina.
Che
buon profumo!
<<
Cos’hai
preparato? >> chiedo.
<<
L’arrosto
>> risponde mamma.
Il
famoso arrosto della
mamma, lo cucina solo per le occasioni speciali. E oggi è
una di queste?
<<
E come mai?
>> chiedo scherzosa.
<<
Siamo tutti
insieme >> risponde.
Beh,
in effetti, è da un
po’ che non mangiamo tutti insieme, ma non pensavo che fosse
un evento
speciale.
<<
Dai, aiutami a
portare i piatti di là >> dice mamma.
Ci
sediamo a tavola e
pranziamo come ai vecchi tempi. Mi è mancato poterlo fare.
Mamma sembra diversa
oggi, più radiosa e… felice. Ecco
l’aggettivo giusto, felice. Non lo è quasi
mai.
E
mentre Sam aiuta mamma
a sparecchiare io vado a buttare fuori la spazzatura. Almeno
potrò uscire nel
vialetto!
Apro
il bidone e prima
di buttare dentro i sacchetti noto che è pieno di bottiglie.
Sembra vino e
birra. Ameno ché qui non ci sia stata una festa, mamma deve
essere stata
proprio male in questi giorni. Perché ha bevuto tutte queste
bottiglie?
Torno
dentro facendo
finta di non aver visto niente. Non voglio dirgli che so che si
è ubriacata in
questi giorni, non voglio che si vergogni.
<<
Vuoi una mano?
>> chiedo.
<<
Sì, tieni,
asciuga le stoviglie >> risponde mamma porgendomi un
panno.
<<
Cos’è successo,
perché sei così silenziosa? >>
chiede.
<<
Niente, sono
solo pensierosa >> rispondo.
<<
Ti conosco fin
troppo bene affinché creda a una simile sciocchezza
>> dice.
<<
Le hai bevute
tu tutte quelle bottiglie che sono nella pattumiera? >>
chiedo.
Dovevo
dirglielo, visto
che ha insistito tanto. Mi sono tolta un pensiero di dosso, uno dei
tanti.
<<
Quali
bottiglie? >> chiede indifferente.
<<
Sai a quali mi
riferisco, le ho viste poco fa >> rispondo.
<<
Non puoi
giudicarmi >> dice.
<<
Non lo sto
facendo, voglio solo capire il perché >>
rispondo.
<<
Non c’è un
motivo per queste cose Lila >> dice.
<<
È da quando
siamo qui a Millville che fai così, ti manca New York?
>> chiedo.
<<
Che cosa centra
New York? >> risponde.
Speravo
che fosse quello
il motivo delle sue pene, perché adesso è il mio.
<<
Non lo so, per
via dei nonni o del tuo vecchio lavoro >> dico.
<<
Non dire
sciocchezze >> risponde.
<<
Allora perché
mamma, come posso aiutarti? >> chiedo.
<<
Nessuno può
farlo >> risponde.
<<
Sì invece, se
ti lasci aiutare >> dico.
<<
Siete voi
>> risponde.
<<
Noi? Siamo noi
il motivo del tuo alcolismo? >> chiedo stupita e confusa.
<<
Tu, Sam e tuo
padre >> risponde.
<<
Ma come…
>> dico incredula.
<<
La vostra
mancanza >> m’interrompe.
<<
Mamma ma Sam ed
io siamo sempre rimaste qui con te e tu bevevi comunque
>> rispondo.
<<
Allora tuo
padre >> dice correggendosi.
<<
Vuoi dire che è
per papà tu ti ubriachi? >> chiedo sorpresa.
<<
Ogni volta che
lui se ne va, dentro di me si crea un vuoto che solo l’alcool
riesce a colmare
>> risponde a occhi bassi.
<<
L’alcool non lo
colma, lo riempie e basta, poi si svuota di nuovo e stai peggio di
prima
>> dico.
<<
Lo so, ma non
vedo altra soluzione >> risponde.
<<
C’è sempre
un’alternativa, perché non me lo avevi mai detto?
>> chiedo apprensiva.
<<
E cosa avrei
potuto dirvi, voi soffrivate tanto quanto me per la mancanza di vostro
padre
>> risponde.
<<
Lui lo sa?
>> chiedo.
<<
Cosa, di essere
la causa del mio alcolismo? Certo che no e non voglio che venga mai a
saperlo,
intesi? >> risponde.
<<
Certo, io non
gli dirò niente, sta tranquilla >> dico
abbracciandola.
Devo
aiutarla in qualche
modo, ma come? Chi l’avrebbe mai detto che papà
è la causa dei problemi della
mamma con l’alcool? Adesso è rimasta sola, senza
Sam, né me e né tantomeno papà
e si è sfogata con l’alcool. Come ho fatto a non
accorgermene da sola? Ero
talmente chiusa nei suoi riguardi da non capire tutto questo? Non
abbiamo mai
avuto un buon rapporto madre-figlia, lei ai miei occhi e forse anche a
quelli
di tutti ha sempre preferito Sam. Ed io papà. È
stato lui la mia spalla, era da
lui che piangevo quando ne avevo bisogno, era lui quello con cui mi
confidavo e
condividevo tutto. E adesso ho perso tutto. Ho perso la sua fiducia, la
sua
stima, ho perso papà. A chi mi rivolgerò adesso
quando avrò bisogno?
__________________________
Una
settimana dopo.
Toc
toc.
<<
Avanti >>
rispondo.
<<
Hai due minuti?
>> chiede papà aprendo la porta della mia
stanza.
<<
Certo, vieni
pure >> rispondo.
<<
Volevo salutarti
prima di partire >> dice.
<<
Cosa? Vai già
via? >> chiedo sorpresa.
<<
Il lavoro
chiama ed io rispondo >> risponde scherzoso.
<<
Il lavoro prima
di tutto >> dico sarcastica.
<<
Senti papà mi
dispiace davvero per la storia di Pittsburgh e per non avertelo detto
>>
continuo dispiaciuta.
<<
Lo so, è anche
per questo che sono venuto, per chiarire tutto >>
risponde.
<<
Allora è tutto
chiarito? >> chiedo speranzosa.
<<
Certo tesoro
>> risponde abbracciandomi.
<<
Grazie di
avermi perdonato e di non aver detto nulla alla mamma >>
dico.
<<
Non so se ho
fatto bene, sono diventato un tuo complice >> risponde.
<<
Mi hai coperta
e mi hai fatto capire i miei sbagli >> dico.
<<
Ne sono
contento >> risponde.
<<
Quindi sono di
nuovo libera? Niente più punizione? >> chiedo.
<<
Lo sei sempre
stata, se avresti voluto saresti potuta sgaiottolare fuori di casa
senza che me
ne accorgessi >> risponde.
<<
Penso che
tornerò a New York adesso >> dico contenta.
<<
No Lila, ci
tornerai quando comincerà il college >>
risponde duramente.
<<
Perché non
posso tornarci subito? >> chiedo sorpresa.
<<
Perché non ne
vedo il motivo >> risponde.
<<
Sì invece, c’è
ne è più di uno papà >>
dico.
<<
No Lila, tu
resterai qui a Millville >> risponde secco.
<<
No papà io
torno a New York >> dico decisa.
<<
Lila non mi
provocare >> risponde.
<<
Perché non
resti tu qui? >> chiedo.
<<
Sai il motivo
>> risponde.
<<
Il lavoro, è
per questo che abbandoni sempre la mamma, vero? >> dico
furiosa.
<<
Che cosa centra
tua madre? >> chiede.
Oh
no, non dovevo
lasciarmelo sfuggire. La mamma non me lo perdonerà mai.
<<
Niente, dicevo
così per dire >> rispondo.
<<
No Lila, tu non
dici mai le cose tanto per >> dice.
Non
rispondo, non so
cosa dire.
<<
Dai, perché hai
menzionato tua madre? >> insiste.
<<
Non posso dirti
nulla >> rispondo.
<<
Sai che puoi
dirmi qualsiasi cosa >> dice.
<<
No davvero papà
io… >> rispondo.
<<
Non uscirai da
questa stanza se prima non mi avrai detto di tua madre >>
dice deciso.
<<
Se io te lo
dico tu mi devi giurare che non lo dirai mai alla mamma, rovineresti il
nostro
rapporto in maniera definita >> rispondo.
<<
Sai che non lo
farei mai >> dice.
<<
Conosci il
motivo per cui la mamma ha problemi con l’alcool?
>> chiedo.
<<
Per i vari
problemi… >> risponde.
<<
Quali
“problemi” papà, otto anni di problemi?
>> dico.
<<
E allora qual è
il motivo, tu lo sai? >> chiede.
Sono
un po’ titubante
sul dirglielo o no. Non so cosa fare. Ne soffrirebbe molto sapendo che
è lui la
causa dei “problemi” della mamma.
<<
Lila… >>
continua papà.
<<
Sei tu >>
rispondo sottovoce.
<<
Io? E cosa ho potuto
aver fatto di così grave per causare tutto questo dolore a
tua madre? >>
chiede sconvolto.
<<
Ogni volta che
tu te ne vai la lasci sola e tutto per il lavoro, mai una volta che hai
rinunciato a un incarico per lei. E lei, sai a quante cose ha
rinunciato per
te? >> rispondo.
Resta
in silenzio, come
allibito.
<<
Ha lascito New
York, il suo lavoro, i suoi cari per te e tu come l’hai
ricambiata? >>
continuo.
<<
Dici sul serio,
ti ha detto lei che sono io la causa dei suoi problemi?
>> chiede
sbalordito.
<<
Gliel’ho dovuto
strappare di bocca, lei non voleva lo sapessi >> rispondo.
Si
alza dal letto e fa
per andarsene.
<<
Papà, giurami
che non glielo dirai >> dico.
<<
Sarà il nostro
segreto >> risponde.
Avrò
fatto bene a
raccontargli tutto? Ormai è andata, il mio rapporto con la
mamma è nelle sue
mani. Mi fido di lui, ma so che farà qualcosa dopo le mie
parole.
Guardo
fuori dalla
finestra e lo vedo partire in auto. Una parte di me sperava non lo
facesse dopo
avergli raccontato tutto questo, ma forse è meglio
così, deve metabolizzare il
tutto. L’altra parte di me voleva vederlo soffrire almeno un
quarto di quanto
ha sofferto mamma in tutti questi anni. Sempre forte e decisa di giorno
a
prendersi cura di me e Sam e così fragile di notte da
abbandonarsi all’alcool.
Perché non l’ho capito prima? Come ho fatto a non
accorgermene e lui, come può
non averglielo mai chiesto?