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Autore: BluRei    22/07/2008    9 recensioni
"La mia mamma, dice che mai nome fu più azzeccato del mio, Ame. Mentre mi spazzola i capelli, l'unico suo vero momento di lucidità, mi racconta di quando ero piccola. Dice sempre che quando pioveva, io volevo stare vicino alla finestra e che mi addormentavo con il suono delle gocce che battevano sui vetri...................Mio padre aveva deciso! Così...mi ritrovai a casa dei Sawa...L'ombra della morte si era insinuata in quelle vite." Spero di avervi incuriosita abbastanza, buona lettura...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Asobi no Ame

-Capter 2-



Arrivai a casa dei Sawa nel primo pomeriggio. E subito iniziò la danza degli inchini. Gli diedi il regalo che i miei genitori si erano raccomandati tanto di non rovinare durante il viaggio e poi risposi a tutte le loro curiosità. Perché non volevo andare più a scuola, come mi sentivo a prendermi cura di mia madre da sola, ecc…Tutte domande alle quali non avevo alcuna voglia di rispondere. Avevo deciso di vivere quella costrizione come una vacanza, ma i signori Sawa non avevano la stessa intenzione. Volevano psicanalizzarmi!

Se non fosse stato per Uki avrei girato le spalle e sarei scappata nel bosco, ma per fortuna non ce ne fu bisogno, il figlio minore di quella famiglia perfetta mi si avvicinò e, con un gran sorriso, per cambiare discorso, cominciò a parlarmi. Si, mi parlava senza tenere conto di quello che i suoi genitori volevano scoprire. “Tuo padre ha ragione! L’autunno ti rende più carina.” Adesso ditemi voi: dovevo restare seria e continuare a rispondere a quelle domande insidiose dei Sawa, oppure sorridere e prendere la palla al balzo per cambiare discorso? Beh, io optai per cambiare discorso e comincia a parlare con lui. “Mi ricordo di te. Sei stato gentile a passare così tanto tempo con me al mare.” I suoi genitori capirono, perché smisero di fare domande e ci invitarono a fare una passeggiata nel bosco.

Osservai tutto con l’appetito di chi non mangiava ormai da giorni. Abitavamo vicino al mare da due anni perché l’aria salmastra sembrava fare bene alla mamma, ma io soffrivo. Il mare in tempesta è bello da vedere, ma non c’è paragone con il verde dei boschi e l’odore della pioggia che bagna la terra e la vegetazione. In quel posto aveva piovuto da poco, lo sentivo dall’odore e chiedendolo ad Uki ebbi la conferma. Mi guardava come se fossi un’aliena, perché io correvo in ogni dove, saltavo ed odoravo ogni albero e ciuffo d’erba. Guardavo tutto rapita, come in un sogno. Il verde era così verde ed il cielo era così, così cielo. Azzurro come l’acqua, azzurro come i miei occhi!

Blateravo ormai da ore quando mi resi conto che c’era qualcosa che non andava. Avevo fatto il mio dovere, presentazione, inchini ed avevo dato anche il regalo, ma qualcosa mi sfuggiva. Cosa? Lui sicuramente, guardandomi, capì. Capì che avevo qualche incertezza e mi parlò.

Immagino che ti stia chiedendo dove sia mio fratello?” Si, me lo stavo chiedendo e questo faceva di me una persona orribile! Lui era così gentile con me. Ed io invece non vedevo l’ora di poterlo rivedere. Del resto avevo accettato di fare quel viaggio proprio con l’obiettivo di rivederlo. Di rivedere Shun, il suo sorriso ed i suoi modi gentili. Gentili e indifferenti. Indifferenti a me ed a tutte le ragazzine della mia età. I ragazzi cercano sempre quelle più grandi, è una realtà ben conosciuta!

Non avrei dovuto essere così curiosa. Sarebbe stato meglio non sapere la realtà! Man mano che sentivo le parole uscire dalla bocca di Uki cercavo di estraniarmi sempre più. Perché non pioveva? Perché l’acqua non poteva cadere dal cielo per cancellare tutta quella tristezza! La storia che mi
raccontò era triste e incomprensibile. Perché tanta ingiustizia? Dopo essere tornati da casa mia, Shun e Tayoo, il suo migliore amico, continuarono le loro vacanze frequentando discoteche e locali notturni. Come tutti i ragazzi della loro età erano a caccia di emozioni forti e di ragazze. Ma una di quelle sere fu fatale. Incontrarono due ragazze e passarono la sera in discoteca con loro. Verso le quattro del mattino, le ragazze decisero di tornare a casa. Tayoo voleva restare a ballare ma Seya decise che sarebbe stato più opportuno accompagnare le ragazze a casa. Pioveva, forse avevano bevuto troppo, fatto sta che la macchina finì fuori strada e Tayoo e le due ragazze morirono sul colpo. Shun, lui, per sua sfortuna, furono queste le parole che usò suo fratello, rimase vivo. Si rupe gambe e un braccio ma gli fu risparmiata la vita. ormai dovreste conoscermi e sapere che non avrei non potuto fare quella domanda. “Perché, per sua sfortuna?”. Chiesi con grande naturalezza.

Ossessione fu la parola che descrisse perfettamente la condizione di Shun. Non usciva più dalla sua stanza. Non era rimasto più nulla di quel ragazzo solare e spensierato che avevo conosciuto. Non si faceva più la barba e si lavava poco, inoltre non mangiava e non parlava più con nessuno. Se lui avesse dato retta all’amico e fossero rimasti a ballare, non sarebbe successo nulla. Era questo pensiero che lo torturava giorno e notte. “Ogni tanto io lo vedo, affacciato alla finestra, ci spia con le lacrime agli occhi”. Quelle parole mi toccarono l’anima. Perché un ragazzo così giovane era costretto a spiare la vita attraverso un vetro? Perché doveva spiare la gioia attraverso un vetro? Dovevo tornare a casa! Volevo rivedere il suo sorriso! Dovevo aiutarlo. Avrebbe sbirciato anche me da quella finestra? Dovevo saperlo!

Appena tornammo a casa ebbi la possibilità di restare sola in casa. La famiglia andò a fare compere. Mi invitarono ad andare con loro, ma io ormai avevo ben altro di cui occuparmi. Dovevo salvare Shun. L’altro lato di me, il mio opposto. Lui il sole ed io la pioggia! “Ame, tesoro, è giusto che noi ti avvertiamo, perché potresti metterti paura” mi dissero prima di uscire, “…vedi, quando piove, Shun comincia a fare come un pazzo. Urla e lancia degli oggetti. Oh, non esce dalla sua camera, quindi non può farti niente, ma è giusto che tu lo sappia”. Ringraziai con un inchino, per me quella notizia non era un problema, io sono abituata alle persone che cambiano il loro umore repentinamente. La mamma lo fa spesso. Lei però, quando piove è felice. Perché si ricorda di me!

Mentre li salutavo, in cortile, guardai verso l’alto per vedere il cielo. Quello era il periodo delle piogge, ed io aspettavo l’acqua come un pesce rosso nella sua vaschetta. Guardai il cielo, ma vidi lui. Shun osservava la sua famiglia con occhi infinitamente tristi. Anche la mamma, a volte, sta immobile, senza parlare e con gli occhi lucidi. Ma basta che io abbia bisogno del suo aiuto per farla risvegliare dal torpore che la pervade. Forse, se anche Shun si fosse sentito indispensabile per qualcuno sarebbe tornato a vivere. Presi il coraggio a due mani, come si suol dire, e bussai alla sua porta. Uki aveva ragione. Se lo avessi incontrato per strada, non avrei riconosciuto in quella larva umana il mio bellissimo Shun. Il ragazzo dagli occhi gentili ed il viso sorridente. Sempre elegante e profumato. Mi feci forza e lo invitai a passeggiare con me, la scusa fu, che avevo paura di perdermi nel bosco. Forse, anzi, sicuramente lui vide lo stupore e l’amarezza dipinti nei miei occhi e sentì la pietà nelle mie parole così mi rispose a tono. Con la voce più fredda e crudele che avessi mai sentito mi intimò di uscire dalla sua stanza. Cominciai a tremare ma obbedii al suo comando. Mi voltai di scatto ed uscii dalla sua stanza. Corsi in giardino, non avevo paura, volevo solo che piovesse. Un po’ di pioggia per pulire ogni cosa. Un pò di pioggia per pulire il mio cuore.

Plin, plin, plin, plin, plin

E piovve! Piovve a dirotto. Cominciai a piangere perché nessuno avrebbe potuto vedere le mie lacrime, la mia adorata compagna le avrebbe nascoste. E poi, poi cominciai a giocare. Gioco spesso sotto la pioggia. Danzo e parlo con lei. Mia madre me lo ha insegnato. “Parla con lei, Ame. Gioca con la pioggia. Lei non ti spintona, non vuole i tuoi giocattoli più belli, lei non ti tradisce, lei non disillude le tue aspettative, perché è solo pioggia!”. Si, aveva nascosto le mie lacrime la mia amica pioggia, ma a chi le aveva nascoste? Forse a me, ma non a lui. Non a Shun.

Shun, che dalla sua finestra osserva il mondo e vive la vita! Improvvisamente sentii aprire il portone, ormai ero fradicia, come al solito il mio ombrello giaceva inutilizzato per terra, ed il gelo si stava impossessando del mio corpo. Mi voltai lentamente e lui era li. “Ame, torna a casa. Oramai è buio e la temperatura si sta abbassando. Se non ti asciughi prenderai un malanno. E poi, tra poco torneranno i miei genitori e se ti vedono in quelle condizioni penseranno che sei un po’ pazza. Come me.”

Ho ancora il suo sorriso stampato davanti agli occhi. Mi guardava dalla sua finestra, e quando si era reso conto che avevo bisogno di lui era venuto ad aiutarmi. Quando finii di fare la doccia, scesi in cucina, avevo voglia di qualcosa di caldo e, e lui era li. Era in cucina e mi aveva preparato una tazza di cioccolato caldo.

Una volta che avevo fatto il primo passo, non potevo certo tirarmi indietro, così feci un altro passo. Osai! “Anche secondo te sono strana? Si, perché gioco con la pioggia!”, sapete cosa mi rispose? Anch’io fui sorpresa, “Con un nome come il tuo non puoi fare altrimenti! E non fare caso a chi pensa, o dice che sei strana. Al mondo siamo tutti diversi, ed è proprio questo il bello del fare nuove amicizie. Poter incontrare sempre persone che hanno qualcosa da insegnarci.” Avevo voglia di piangere, ma non lo feci. Non volevo che lui pensasse di aver sbagliato nel dirmi quelle cose. Anche perché non lo aveva fatto! Mi limitai a sorridere e a ringraziarlo perché le sue parole mi avevano rincuorato. “Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano¹”.

Non disse altro, ma per me fu chiarissimo. Nessuno può confortare un dolore che non ha provato come nessuno può confortare se stesso. C’è sempre bisogno di un amico accanto che ci tolga dal cuore la tristezza e che ci aiuti a vivere malgrado la vita! Fino all’ora di cena restai in camera mia. Pensando a lui ed alle sue parole mi addormentai. Fu verso le nove che qualcuno bussò alla mia porta. Era Uki, mi urlò di alzarmi e di scendere in cucina. Shun aveva preparato la cena ed era seduto a tavola con tutta la famiglia. Scesi di corsa. Non so cosa lo avesse spinto, ma era li, e questo mi bastava. I suoi genitori non dicevano nulla, ma la signora Yumiko aveva gli occhi pieni di lacrime ed io li osservavo. Forse avrei potuto rivedere il sorriso su quegli occhi di ebano.


______________________________BluRei estate…

nota:
1: questa frase è di William Shakespeare
Grazie per le tante letture, non me le aspettavo. Ed ora un ringraziamento particolare a chi a recensito:

Celestellina: no, non scherzavo affatto. E' un vecchissimo lavoro ed avevo paura che non sarebbe piaciuto...sai gli amici ti fanno i complimenti ma tu come fai a sapere se piacerai ad altri? Mi fa molto piacere averti trovato presente anche in questa storia...non eri ancora arrivata e già mi spronavi a continuare...grazie! Ho cambiato solo stile di questa storia...c'erano dei dialoghi che ho trasformato sotto forma di narrazione per fare qualcosa di diverso...al tuo occhi di lince non sfugge niente. Grazissimo per averla messa tra i preferiti...

Sheila: Spero di aver sedato la tua curiosità...la storia continua ad essere triste...se ti va seguila ma non ti deprimere...mi raccomando...Per quanto riguarda il seguito di Idol devi aspettare dopo l'estate...io ho bisogno di climi temperati per creare...devi dire grazie che ho scritto tanto fino a pochi mesi fa, altrimenti adesso non leggeresti neanche "Cuori di cristallo"...abbi pazienza...sei sempre la solita! (Io ho aspettato invano la tua recensione al capitolo otto? Adesso aspetta tu!) ihihihihihih!

Lametta: Paragonarmi a Banana Yoshimoto è troppo...però è vero l'atmosfera un pò ricorda le sue opere...anche se io mi sono ispirata all'atmosfera dell'OAV di Oniisama e...di Riyoko Ikeda...Grazie per i complimenti e per aver recensito così velocemente io proprio non ci credevo. Quando ho visto il nome di una nuova lettrice mi è preso un colpo. Se il seguito ti piace continua a leggere e fammi sapere...fammi sapere anche se c'è qualcosa che non va....

Lar185: Grazie per i complimenti, sono contenta che anche tu abbia usato un pò del tuo tempo per leggere e recensire una mia storia...lo ritengo importante e prezioso...fammi sapere...

Kaoru: lo sapevo che non ce l'avresti fatta ad aspettare...sei sempre la solita...però vedo che stavolta ti è sfuggito qualcosa...aiaiaiai stai invecchiando...grazie per aver fatto una recensione doppia e per aver incitato gli altri a recensire...Vuoi forse formare un fanclub? So che tu conosci già questa storia quindi ti ringrazio per averla comunque letta ed accolta con tanto entusiasmo...A quando una tua originale?

BabyzQueeny: Adori il mio modo di scrivere? Tu mivuoi uccidere...questo è un complimento che lascia senza fiato. Io, da parte mia, me lo prendo tutto e continuo a scrivere cercando di non deludervi...grazie...

E un grazie a sasamy che in silenzio, perché? Perché? mi segue sempre.

p.s.
Ho un indizio per tutte voi: nei paragrafi trovate nascosto il titolo di ogni capitolo…nelle vostre recensioni provate a rispondere………………
Come si intitolano il 1° ed il 2° capitolo?

p.s. 2°
Siccome ho un dubbio vorrei chiedere a voi che leggete se vi appare il titolo dell'opera in grande con una decorazione di foglie in toni blu, accanto. Qualcuno mi ha detto che nel suo computer non compare e siccome l'ultimo capitolo conterrà una illustrazione devo sapere se ne vale la pena. Cioè se voi la vedrete...Grazie!!!
   
 
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