Capitolo 12
In lontananza vedevo l’isola. Rouge Town era il primo porto. E avrei lasciato questa strampalata ciurma. Sospirai, mi ero affezionata: il fare materno di Halta, la gentilezza delle infermiere, la simpatia di Satch e Vista, Il mio nuovo fratello Ace, il silenzio di Jaws e perfino la voce arrogante dell’ ananas. Il vento mi scompigliava i capelli e il sole mi baciava il viso. L’ estate era arrivata, giugno era arrivato, e con esso il mio compleanno. Quindi: tanti auguri a me!
Mi scostai dal parapetto e tornai in coperta; mi aggiravo in tutti i corridoi possibili e immaginabili, non avevo pensieri, la valigia era pronta mi dovevo solo cambiare: se lasciavo la protezione di Barbabianca, dovevo attrezzarmi a dovere.
Per ingannare il tempo andai in cabina e mi cambiai: i jeans e la maglietta a maniche corte furono sostituiti da una maglia senza maniche nera e aderente (in cui risaltava bene la mia collana rosa, ultimo regalo di Natale da parte di David) e da un paio di short neri. la gamba sinistra ha sul polpaccio un piccolo contenitore in pelle in cui è contenuto il coltellino a serramanico di mio nonno. La cintura con i pugnali, anche se entrambi neri, risaltano sui pantaloni. Chignon come acconciatura e valigia in mano, uscii dalla stanza, mia solo per due settimane.
Quando arrivai sul ponte Satch e Ace ed erano lì: uno con un pacchettino in mano, l’ altro scuro in viso
- Hey ragazzi - mormoro con poco entusiasmo
Silenzio assoluto per cinque interminabili minuti.
- Perché non rimani qui?! Saresti al sicuro, avresti una famiglia su cui contare!! - Ace me lo urla così, senza peli sulla lingua. Lo guardo con aria afflitta
- Smettila Ace, se lei vuole andarsene, lo farà. Non è di proprietà di nessuno da quanto abbiamo imparato in queste due settimane. - Satch mi sorride debolmente e mi porge il pacchetto – tieni, questo è da parte dei comandanti, per aver salvato la nostra amata nave –
Sono stupita dal loro regalo e anche se non lo faccio vedere sono molto commossa: è una semplice cornice arancione e nera con all’ interno una foto di Barbabianca e tutti i comandanti che mi sorridono. come una vera famiglia. Alzo gli occhi e una minuscola lacrima scende sul volto ma me la asciugo in fretta, senza farmi vedere. Li abbraccio entrambi, senza dire nulla. Loro hanno capito.
Mezz’ora più tardi la Moby Dick è attraccata al porto: ho salutato tutti, chi più calorosamente chi meno ma tutti.
- Edward-kun –
Sono arrivata davanti al Capitano: lo fisso negli occhi e un lieve sorriso gli increspa le labbra. Mi porto l’ indice e il medio della mano destra sulla fronte e lo saluto: è il mio saluto speciale. Busto leggermente inclinato avanti, le dita sulla fronte e saluto militare ma con il palmo rivolto verso l'alto combinati insieme. Lo vedo sorridere e mi volto. Percorro velocemente il tragitto e scendo dalla nave: mi rigiro ma non saluto più, mi farei del male solamente. Lascio alle spalle quella che forse poteva essere definita per me casa. Tristezza e dolore albergano nel mio fragile cuore. Tento di non pensare a loro. Ora sono il passato.
Dopo vari giri per la città trovo la mia meta: un vecchissimo negozietto, con i vetri polverosi e qualche ragnatela in giro. Entrando, una campanella annuncia al proprietario il mio arrivo: un vecchietto arriva di corsa e, salendo su dei gradini, riesce a raggiungere il bancone. Mi scorge e sorride calorosamente
- Signorina… ma… ma.. da quanto tempo!! Come sta signorina? Oh, lo sa che è sempre bellissima, anche se io ormai sono un povero vecchio –
- Arthur ma che piacere! Sto benissimo, grazie. E invece Satesuki? Ho anche saputo che sei diventato nonno da due anni! –
- Oh signorina sono così felice! La mia nipotina è così dolce e premurosa. E tutta la mia felicità è stata possibile solo grazie a lei, signorina. Sono e sarò sempre in debito con lei! –
- Oh Arthur smettila, mi fai arrossire così! Sono felice che Satesuki sia diventata quello che è. A proposito ti è arrivato il mio biglietto? –
- Sì, signorina, è tutto pronto. Ora glielo vado a prendere. –
E scendendo dai gradini se ne va e mi porta un album di fotografie.
Restai lì e chiacchierai ancora un po’ sull' infanzia della nipotina e sulle loro vite dopo la mia entrata in quella di Satesuki.
Dopo due ore (o forse di più) uscii dal negozietto: ormai si era fatta sera e il mio stomaco brontolava per la fame dovevo quindi trovare una locanda anche per affittare una camera. All’ improvviso scorsi un plotone della Marina e mi nascosi immediatamente dietro una casa: a capitanarli c’era un tizio che fumava non uno ma ben tre sigari!! Correva come un forsennato e riuscii a capire solo: “ approdati…porto”.
Un pensiero inquietante mi attraversò la testa: e se Barbabianca e la sua ciurma non avessero abbandonato la città??
ANGOLO AUTRICE
La pioggia oggi mi ha dato ispirazione per il prossimo capitolo che probabilmente vi posto domani :) ormai siete diventati tanti che avete messo la storia tra le preferite o le seguite e molti di voi mi hanno recensito i capitoli scorsi! GRAZIEEEE!!! e grazie anche a chi legge soltanto
un bacione