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Autore: Jay_Myler    30/04/2014    3 recensioni
La Principessa Gommarosa sta lavorando ad un progetto per una macchina del tempo, per la seconda volta, ma questa volta pensa di aver trovato u n metodo più sicuro per poter viaggiare nel tempo; ma come per la prima volta, sarà scatenato un tremendo guaio che fa tremare tutta la terra di OOO. In tre onde d’urto temporali i vari protagonisti vengono scambiati di linea temporale con i protagonisti della fan fiction di re ghiaccio, che in realtà esistono in un’altra linea temporale. Gommarosa riuscirà a ristabilire il giusto flusso del tempo e riportare ogni abitante nel proprio mondo?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fionna, Gommorosa/Gumball, Marceline, Marshall Lee
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Adventure time... portami via!'
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«Brucia, brucia, bruciaaaaa.» ripeteva il ragazzo cantilenando, mentre tra le mani aveva un enorme vassoio pieno di biscotti e dolci vari appena sfornati dal suo Antico Forno Incantato; saltellando fino al tavolo lì vicino, posò la teglia e si sfrego le mani calde ed appiccicose, che per un quarto aveva lasciato attaccate dentro i guanti da forno.
«Avrei potuto portarlo io, non credi Principe?»
«Non avercela con me, Principe Fiamma, ma la tua natura rovente - e di conseguenza anche le tue mani - avrebbe fatto stracuocere i miei adorati biscotti nel tragitto fino al tavolo.»
Il ragazzo che gli aveva rivolto la parola, di un colore arancione sgargiante, fatto completamente di fuoco vivo ed ardente, gli fece spallucce, ritornando a fissare con curiosità quello strano personaggio. Non lo conosceva da molto, però da quando era stato ritrovato quel forno enorme, lui era incaricato di dare calore con la sua fiamma e riscaldarlo; non che gli dispiacesse, ma la loro amicizia era nata da una necessità d’occasione. Un principe tutto rosa, fatto interamente di gomma, al quale non si poteva avvicinare troppo, per non rischiare di farlo sciogliere; uno strano principe, che girava in grembiule e cucinava dolcetti in quell’enorme forno; gli aveva spiegato che quei dolcetti non erano dei comuni sollazzi dolciari dei quali cibarsi, ma a lui queste cose magiche non interessavano molto.
Dal fondo della sala, Gumball sentì un sibilo stridente, proveniente forse dalla stanza attigua e precedente a quella dove si trovavano ora.
Hiiiissss…  
«Principe Fiamma, hai sentito anche tu?»
Il principe Gumball balzò sull’attenti, guanti da forno infilati e con in mano un mattarello a mo’ di arma di difesa; il principe fiammeggiante si limitò a guardarlo così come si guardano i pazzi in preda ad un delirio.
«Resta qui, vado a vedere e torno.» disse il principe di Dolcelandia.
La sua spavalderia si era mostrata per solo un’istante, ed aveva sperato per un momento che l’altro avesse insistito per accompagnarlo, invece si ritrovò a dover andare da solo nella stanza antecedente per vedere cosa aveva provocato quel rumore sordo e sibilante, mentre il principe del regno di fuoco si limitava a cercare di mangiare qualche biscotto, con l’infausto risultato di bruciarli appena presi tra le dita.
Si costrinse quindi ad andare ad investigare, come la sua parte temeraria aveva suggerito di voler fare.
Hiiiisss…
«C-c-chi c’è?» La gomma del suo corpo tremava in modo ripetitivo e repentino, sotto la fifa blu che lo attanagliava dalla cima dei capelli, fino alla punta dei piedi.
«Sarà del vento… solo del vento…»
Hiiiiissss…
«Vento… insistente.» sibilò in mezzo ai denti.
Un urlo spezzò il silenzio di quella notte; il principe Fiamma scattò in piedi, pronto all’azione, per vedere cosa avesse provocato quell’urlo così disperato da parte del sovrano di Dolcelandia.
«Perché?» singhiozzava in modo ripetitivo Gumball, seduto a terra, con la faccia tra le mani.
Per un attimo Fiamma rimase immobile e fissare quella scena alquanto… infantile, per non definirla pietosa.
Gumball continuava a frignare, prendendosela con l’oscurità che lo circondava, proprio come un bambino fa quando si sveglia impaurito nel cuore della notte.
«Ehm…» tossì il principe infuocato.
Il principe Gumball saltò letteralmente da terra, ricomponendosi ed asciugandosi gli occhi, con il cuore che ancora però gli batteva a mille.
«T-t-tutto bene, caro amico… va tutto bene!» gli disse agitando una mano in segno di saluto.
Due occhi sanguigni apparvero dietro l’incauto Gumball, che ignaro di tutto continuava a sorridere ed a sventolare la mano come una banderuola al vento.
«Principe, attento, dietro di te!»
La rosea faccia del principe perse ogni traccia di colore e girandosi d’un botto tornò a cacciare il medesimo urlò che pochi minuti prima aveva riempito le stesse pareti di roccia; un mostro enorme, del colore della notte, era calato sul suo viso, fissandolo con due occhi che emanavano una luce rossa come il sangue.
«AAARGH… ‘Cidenti, smettila Marshall Lee!» urlò il ragazzo tornando del suo colore naturale, facendo dei piccoli saltelli sul posto per rilassare i muscoli che poco prima si erano contratti dal terrore.
Una grassa risata riempì l’intera stanza.
«Due volte di seguito… oh per la Nottesfera, non ce la posso fare…» continuava ad intermezzare ogni frase con i residui della piena risata di pancia che aveva appena concluso.
«Grande Fiammifero, senza volerlo mi hai fatto da spalla, dammi il cinque!» disse un ragazzo, mentre si avvicinava al Principe Fiamma con la mano alzata, protesa in alto nell’attesa di poter scendere dopo un sonoro battimano, che, anche se dato perplessamente, non si fece attendere molto.
«Marshall, devi smetterla, io sono il principe di Dolcelandia e…»
«Ed anche un gran fifone! Mi diverte troppo spaventarlo, che ci posso fare?» disse Marshall Lee, il re dei vampiri e della Nottesfera, mentre si guardava la mano ustionata dal contatto con il ragazzo infuocato, rimarginarsi sotto i suoi occhi.
Il Principe Fiamma squadrò il ragazzo tutto d’un pezzo: jeans strappati, scarpe da tennis nere, camicia a quadrettoni e da sotto una canotta grigia, una stranissima carnagione ultraterrena, due grossi canini sporgevano vistosi e due buchini rossi, gli adornavano il collo… lo aveva conosciuto, o almeno lo aveva già visto, molto tempo prima, quando era tornato ad essere un piccolo Fiamma leone per colpa della Regina Ghiaccio.
«Certo che sei cresciutello eh, piccolo fiammiferino…» la sua mano si bloccò a mezzaria sulla sua testa, convinto di volergli dare un paio di pacche su di essa, ma ricordandosi la mano mezza carbonizzata per un high five, rinunciò all’idea.
«Fiamma, mi chiamo Fiamma, Principe Fiamma.»
«Fiamma, fiammifero, che vuoi che importi, sempre un tipo scottante rimani.»
I tre ragazzi tornarono nella stanza dell’Antico Forno Incantato.
«Marshall, che sei venuto a fare qui?» gli chiese Fiamma.
«Serata tra ragazzi!» esclamò pieno di vita il ragazzo – di appena mille anni.
«Serata tra ragazzi?» chiese incuriosito.
«Serata tra ragazzi.» confermarono in coro Marshall e Gumball.
«Ogni tanto facciamo serate solo tra di noi, così per passare più tempo assieme e rinforzare la nostra amicizia!» disse sorridente il principe gommoso.
«Come se non ci sopportassimo già abbastanza noi due eh?» ridacchiò Marshall dando una sonora pacca sulla spalla del ragazzo rosa.
«A proposito di questa serata… Fionna non viene?» gli chiese Gumball, con un velo di spocchia, ricordando come tra i due fosse nata un’intesa particolare che pensava di avere lui con la ragazza; ma poteva solo biasimare sé stesso se l’aveva persa da sotto il naso.
«Fionna!» esultò il principe infuocato, ricordandosi la sua salvatrice.
«Fionna non è un ragazzo…» asserì Marshall, svolazzando lontano dal gruppetto.
«Ma partecipa sempre alle nostre serate, anche se non è un ragazzo noi la vogliamo bene come una sorella e cosa c’è di male se una sorella partecipa ad unna nottata con i suoi fratelli, considerando che noi la vediamo solo come una…»
«Abbiamo litigato, va bene?! Ora smettila di dire assurdità solo per farmi sputare il rospo!»
Gumball si avvicinò al Re dei vampiri, mettendogli una mano sulla spalla.
«Passerà vedrai, ormai fate sempre quello in questo periodo, litigate e poi fate pace, litigate di nuovo e poi fate pace di nuovo… e così via.»
«Non capisci» scosse la testa in senso di diniego, togliendosi dalla portata dell’altro. «Il problema è proprio questo… litighiamo sempre in questo periodo… io… ho paura di perderla Gommino bello.» disse atterrando sul pavimento e mettendosi a sedere su una sedia tutta rosa accanto al tavolo.
Nessuno aveva la più pallida idea di cosa dire, chiunque conoscesse Marshall Lee poteva asserire di non averlo mai visto preoccupato, o tanto meno desideroso di parlare dei suoi sentimenti e questa cosa spiazzava un po’ tutti, Principe Fiamma compreso, che si sentiva a disagio, considerando che vedeva Fionna non esattamente come una sorella.
«Tu e Fionna…?» riuscì solo a dire, in un confuso tentavo di chiarire la situazione.
«Sì, Principe Fiamma» iniziò a chiarirgli Gumball «Loro è già da un po’ che si… frequentano
«Beh sì, all’inizio diciamo era solo per sbatterm…» Gumball gli tappò la bocca, impedendogli di finire la frase.
«Quello che Lee vuole dire, è che la loro era cominciata come una storia… leggera, ma a quanto parte il demone ha perso la testa.»
«Non la metterei propriamente così…» esordì Marshall liberatosi dalla morsa della mano di Gumball, dalla quale aveva cominciato a succhiare il colore rosa.
«Quindi ora state… insieme?»
Marshall Lee guardò torvo quel principe incandescente; faceva troppe domande sulla sua Fionna per i suoi gusti.
«Già, quindi toglici il pensiero, fiammiferino.»
Il principe del regno di Fuoco, si limitò a non rispondergli, tornando a concentrarsi sui biscotti che non riusciva a far in tempo a mangiare, prima che il calore delle sue mani li tramutassero in cenere.
 
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