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Autore: EllaYaYa    22/07/2008    6 recensioni
Edward Cullen non si aspettava più niente.
Niente. Solo Bella era la sua ragione di vita.
Ma Bella non c'era più. Bella aveva fatto la sua scelta.
Bella sarebbe cresciuta. Con Jacob.
Lui sarebbe rimasto diciassettene in eterno. Solo.
Così pensava. Ma forse, le cose stavano per cambiare.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo Capitolo

Aprii gli occhi. Il mio sguardo andò subito alla sveglia, poggiata sul comodino.
Le 7.40.
“Oh cavolo!” mi alzai dal letto con un salto e corsi verso il bagno.
Di nuovo in ritardo.
Possibile che non riuscissi, per una mattina, a svegliarmi in orario?
Grugnii, mentre, dopo aver fatto la doccia, tornavo in camera mia per vestirmi. Aprii l’armadio, cercando qualcosa di decente da mettere. Presi le prime cose che trovai: un jeans scuro e una T-Shirt a strisce fucsia e bianche, a maniche corte. In fretta, mi legai i lunghi capelli biondo cenere in una coda di cavallo, e mi passai un filo di lucidalabbra.
Scesi poi di corsa le scale, diretta verso la cucina.
Mia madre, Emily, era già seduta a tavola. Notò il mio nervosismo. “Oh bene, sei di ottimo umore stamattina eh?”
In risposta, sbuffai. Mi lasciai cadere su una sedia “Non potevi svegliarmi vero?”
“Alla tua età dovresti pensarci da sola.” Ribatté lei, severa.
Non risposi. Aveva ragione, in fondo avevo diciassette anni ormai.
Sbuffai ancora e mi rimisi in piedi. “Vado a scuola” annunciai.
“Vado?” ripeté mia madre, scettica.
“Ok, corro!” Sorrisi e corsi verso la porta.
Non presi la macchina. Non la prendevo mai, perché fortunatamente la scuola era praticamente accanto a casa mia.
Dovetti fare una corsa pazzesca per arrivare prima che chiudessero i cancelli.

***


Quando giunsi in classe, la campanella era suonata da circa cinque minuti.
“Signorina Foster... che piacere vederla a quest’ora.” Disse il signor Smith, il professore di algebra, ovviamente alludendo al fatto che di solito arrivavo molto più tardi.
“Si prof, anche per me è un piacere.” Risposi, sarcastica.
Lui mi guardò in cagnesco, mentre i miei compagni si scambiavano dei risolini. “Vada a sedere, Miss Foster.”
“Oh, certo.” Feci, e senza sorridere mi avviai verso l’unico posto libero, in fondo alla classe. A dire il vero non era l’unico posto libero. Ce n’era un altro accanto a Jimmy, un ragazzo che mi veniva dietro da un anno a quella parte.
E infatti, Jimmy mi salutò con la mano, indicandomi il posto vicino a lui.
Feci finta di non vederlo.
La mia migliore amica, Chloe, mi lanciò uno sguardo dispiaciuto. Come al solito, temendo che non sarei venuta, si era seduta accanto a qualcun altro. Quindi rimasi sola, ma per me non era un problema. Quella mattina ero troppo nervosa per ascoltare le sue chiacchiere. Scossi la testa, cercando di suggerirle che andava tutto bene, e mi accomodai.
Poggiai la mia borsa a tracolla sul pavimento, proprio accanto al banco.
Nel frattempo, sentii che il professore aveva iniziato a cianciare qualcosa su un prossimo compito in classe. Non ci feci molto caso. Ero abbastanza brava in algebra, e non avevo mai avuto particolari problemi con i test.
Alzai lo sguardo verso Jimmy, che ancora si stava sbracciando per far sì che lo notassi. Quando si rese conto che lo guardavo, mi indicò sorridente il posto vuoto accanto a lui. Io feci spallucce, come per dirgli “Ormai è tardi … magari la prossima volta”. Lui capì e mi riservò uno sguardo deluso.
Io, irritata, spostai le iridi sugli altri compagni. Vidi che anche un’altra mia compagna, Vivian, una ragazza con splendenti occhi verdi e capelli lunghi e neri, stava cercando di attirare la mia attenzione.
La moretta passò un bigliettino al ragazzo dietro di lei, che lo passò a me.
Lo lessi:

Hey Sol! Quando ci sono gli allenamenti delle cheerleaders questa settimana?

Sospirai. Come se non lo sapesse.
“Venerdì” mormorai, verso di lei.
Lei mi fece un segno di assenso con la testa.
Ero il capitano della squadra delle ragazze pon pon della scuola. Mi piaceva stare al comando (adoravo essere la leader, in qualunque situazione), ma ogni tanto quel compito si rivelava snervante. Soprattutto a causa di alcune compagne di squadra: delle frivole ochette dedite solo alle unghie e ai ragazzi.
Sbuffai tra me e me, e cercai di seguire il prof.
In quel momento, la porta si spalancò. Entrarono due ragazzi, un maschio e una femmina.
Probabilmente i due ragazzi più belli che avessero mai varcato quella soglia.
Il ragazzo aveva i capelli bronzei e spettinati, e degli occhi color oro. La ragazza era più bassa, i capelli erano neri e corti, gli occhi dorati. Non avevo mai visto un essere umano con degli occhi di un colore come quello.
Dovevano essere i nuovi arrivati. Se ne parlava molto, in quei giorni.
“Oh … salve.” Disse il signor Smith, evidentemente sconcertato dal fascino dei due ragazzi.
“Buongiorno!” dissero i due, quasi in coro. Avevano una voce strana: affascinante, melodiosa. Ne fui colpita.
“Voi dovete essere …” cominciò il prof, prendendo il registro e sbirciando tra i vari nomi. “… Edward e Alice Cullen, giusto?”
“Giusto.” Rispose la ragazza, Alice, sorridendo. Il ragazzo di nome Edward, invece, si limitò ad annuire.
“Molto bene. Beh, benvenuti!” fece poi il prof, aprendosi in un piccolo sorriso. “Prendete pure posto dove volete.”
Tsk. Dove volete. C’erano solo due posti liberi in classe. Edward si accomodò accanto a Jimmy, mentre Alice, con passi veloci e aggraziati, raggiunse il mio banco. Le sorrisi, spostandomi un po’ più a destra per farle spazio, e lei ricambiò. Aveva un’aria allegra, socievole. Ma in quel momento notai l’eccessivo pallore del suo volto. Aveva la pelle bianca come il gesso. Strano. Mi chiesi da dove venisse.
“Ciao!” mi salutò, sottovoce. Ancora una volta fui affascinata dalla strana voce, piacevole e melodiosa. “Piacere, Alice” Mi porse la mano.
Io la strinsi, sorridente. Aveva la pelle fredda. Ne fui sorpresa: quel giorno, anche se il cielo era coperto, faceva piuttosto caldo. “Piacere, io sono Sol.”
Ma la ragazza non diede segno di avermi sentito. Appena le nostre mani si erano toccate, aveva assunto un’espressione strana: aveva lo sguardo vitreo.
“Tutto a posto?” chiesi, inclinando leggermente il capo.
Lei tornò in sé “Oh, certo.” Mi guardò in modo strano … sembrava stupefatta. Stupefatta e felice. Poi guardò allo stesso modo suo fratello, seduto qualche banco più avanti. Decisi di non farci caso, e abbassai lo sguardo sul mio libro.
“Allora … da dove vieni?” chiesi, curiosa, sfogliando le pagine del libro.
“Oh, ho vissuto in un sacco di posti.” Rispose lei, se possibile con voce ancor più melodiosa di prima. Alzai lo sguardo verso di lei: era entusiasta. Non riuscii a capire da dove venisse quell’improvvisa gioia.
“L’ultimo trasferimento è stato dal Texas.” Continuò.
“Texas? Io sono nata in una cittadina del Texas.” Sorrisi.
“Che coincidenza!” fece lei, ricambiando il sorriso. Era simpatica.
Probabilmente saremmo diventate amiche senza troppe difficoltà.
Gettai un’occhiata al resto della classe. Tutti i miei compagni erano incantati: osservavano insistentemente i due nuovi arrivati. Notai subito che Vivian guardava maliziosa il fratello di Alice, Edward. Alzai gli occhi al cielo, ridacchiando tra me e me. Lei ci provava con qualunque ragazzo carino. Perciò figurarsi se non ci avrebbe provato con quella specie di dio greco! Era solo questione di tempo.
Scossi il capo e tornai al mio libro.
L’ora finì in fretta. Quando la campanella suonò, il professore uscì immediatamente dall’aula. Forse aveva fretta, chissà.
Io, invece, ero tutt’altro che impaziente di uscire da quella classe: la mia prossima lezione era chimica, materia tutt’altro che appassionante, almeno per me.
Rimisi il libro nella borsa e guardai Alice. “Allora, qual è la tua prossima lezione?” chiesi, più per gentilezza che per vera curiosità. Ovviamente ero tenuta a scortarla, se non volevo fare la figura della maleducata.
“Educazione Fisica.” Rispose subito. Beata lei. “E tu?”
“Chimica. Ma ti accompagno in palestra, se vuoi.”
“Oh penso di riuscire a trovarla da sola, grazie lo stesso.” Sorrise.
“Beh, d’accordo. Comunque c’è un tratto che dobbiamo fare insieme. Su, andiamo.” Alice sorrise di nuovo e annuì. Ci avviammo verso l’uscita, ma lei si fermò. “Che succede?” domandai.
Mi indicò suo fratello Edward, circondato da quattro ragazze che lo osservavano sognanti e non facevano che ridacchiare: tra queste c’era Vivian.
“Oh” feci, portandomi una mano in testa. “Se vuoi vado a salvarlo” proposi.
Lei si voltò verso di me, stranita. Sembrava che l’avessi presa in contropiede. “Beh … se vuoi”
Sorrisi e mi avviai verso il gruppetto. “Uhm, ragazze?” le chiamai.
Le quattro si voltarono, anche se a malincuore.
“Forse sarebbe meglio lasciar respirare il nuovo arrivato, non trovate?” dissi, amichevolmente. Loro annuirono e si allontanarono.
Non sapevo perché, ma mi davano sempre retta. Chloe diceva che era merito del mio carisma. Bah.
Tre ragazze uscirono subito dalla classe. Vivian, invece, si allontanò solo di pochi passi, poi si girò verso Edward “Allora … ci vediamo, Edward” disse, con un tono che forse voleva suonare seducente. Poi uscì a sua volta.
Io trattenni le risate. Intanto Alice si era avvicinata a noi.
“Oh, Edward, questa è Sol; Sol, questo è Edward.” Ci presentò.
Sorrisi e allungai la mano “Piacere.”
Lo guardai negli occhi. Aveva uno sguardo affascinante … ammaliatore. Ma io non mi lasciavo incantare da nessuno.
Mi strinse la mano, ma la lasciò dopo un secondo “Piacere …” disse, a bassa voce e con tono riluttante.
Arricciai il naso. A quanto pare non gli piacevo più di tanto.
Lui e Alice si guardarono male. Non capii il perché.
Alzai le spalle e dissi “Forza, faremo tardi.”
“Certo” rispose Alice, di nuovo euforica. “Comunque anche Edward adesso ha chimica. Andate insieme. Io vado in palestra. A presto Sol.”
Non feci in tempo a dire nulla, che la ragazza era uscita dalla classe.
Mi voltai verso Edward, un po’ confusa “Beh … andiamo?”
Lui fece spallucce e si avviò verso l’uscita. Sorpresa, lo seguii. Sembrava avesse fretta. Quasi non riuscivo a tenere il suo passo, quindi lui era davanti a me.
“Hey …” cercai di velocizzarmi “… Dovrei essere io a guidarti.”
Lui alzò di nuovo le spalle. Non rallentava. “Non mi serve una guida” Il suo tono rasentava la maleducazione.
Aggrottai la fronte, e accelerai ancora. Finalmente mi ritrovai accanto a lui e riuscii a guardarlo in faccia. Aveva un’aria seccata.
Mi risentii “Che ti ho fatto?” Ero sempre piuttosto diretta.
“Nulla” rispose, indifferente.
Lo osservai per un attimo. Sembrava sincero, ma non mi fidavo. “Bene” dissi, secca.
Non mi piaceva molto, quel ragazzo. Dava l’impressione di sentirsi superiore a chiunque altro.
Volsi lo sguardo davanti a me. In quel momento lui smise di camminare. Sorrise, improvvisamente euforico. In un attimo si ricompose.“Non mi sento superiore agli altri.” Disse, tranquillo. Io lo guardai, sorpresa. Mi aveva letto nel pensiero?
“Io credo di si” Non potevo fare a meno di dire sempre ciò che pensavo. “Credo di averti già perfettamente inquadrato.”
“Ah si?” Accennò un sorrisetto.
“Si.” Feci. “Sei il tipico bello e impossibile che crede di avere il mondo ai suoi piedi, a cui piace stare su un piedistallo e farsi desiderare. Sbaglio?”
Mi guardò. Non sembrava irritato o stizzito: solo sorpreso. “Si, sbagli. Io credo invece di aver inquadrato te.”
“Sentiamo” incrociai le braccia.
“Sei esattamente come tu hai descritto me.” Disse. “Una ragazza a cui piace stare al centro dell’attenzione, essere sempre la protagonista e che non si fa nessuno scrupolo a dire sempre quello che pensa, anche se può far male. Sbaglio?”
Ci riflettei un attimo. In effetti mi aveva inquadrato. In parte. “No, non sbagli.” Conclusi. “Ma sinceramente non credo di aver sbagliato su di te. Di solito sono brava a giudicare le persone.”
“Non ti hanno mai detto che non si giudica un libro dalla copertina?”
“Si, e mi hanno detto anche che dovrei tener sempre la bocca chiusa, ma non per questo io lo faccio.”
“Beh, ogni tanto faresti bene a seguire certi consigli.”
Feci una smorfia. Voleva forse dire che parlavo troppo?
Riprese a camminare, veloce “Siamo in ritardo.”
Lo seguii “Tanto c’è chimica. E adoro chimica quasi quanto adoro te in questo momento.” Dissi, alzando un sopracciglio.
Quel ragazzo si era già guadagnato la mia antipatia.
Sorrise “Sei sempre così sarcastica?”
“Il sarcasmo è il mio pane quotidiano.”
Eravamo arrivati davanti alla porta della classe. Ovviamente la campanella era già suonata … ma per me non era una novità. Sospirai ed entrai per prima.
La professoressa Prestley mi guardò con aria fintamente sorpresa “Oh, Miss Foster. E’ in ritardo … che novità!”
Arricciai il naso. Cercava di fare dell’ironia? “Beh prof, cerchi di capire …” Indicai Edward “… Ho dovuto scortare il nuovo arrivato.”
La donna guardò prima me, poi Edward “Bene, per questa volta chiuderò un occhio. Vada a sedere.”
Sorrisi “Grazie tante” Quindi mi diressi verso il banco di Chloe e mi sedetti accanto a lei. Nel farlo, notai che la maggior parte delle ragazze della classe si erano imbambolate a guardare Edward. Scossi la testa.
“Allora … che te ne pare del nuovo arrivato?” mormorò Chloe. Anche lei lo fissava.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai “E’ un gran pallone gonfiato.”
“Dici?” fece Chloe “Però è bellissimo.”
Lo guardai. Si era seduto accanto a Vivian, che “casualmente” quel giorno non aveva un compagno.
“E’ carino, si … ma è insopportabile, davvero.” Conclusi.
“Beh, allora non ti dispiace se mi faccio avanti io vero?” mi chiese, sorridendo.
“A me no” dissi “Ma penso che dispiacerà a tutte le altre ragazze della scuola.” Ridacchiammo, sottovoce.
Non potei fare a meno di gettare un’altra occhiata a Edward.
Vivian lo fissava insistentemente, sbattendo le ciglia e arricciandosi delle ciocche di capelli con le dita.
Ma Edward non dava segno di averla notata: stava guardando me. Aveva un’espressione strana … frustrata, direi. Gli feci un sorrisetto. Lui, sghignazzando, scosse la testa e si voltò a guardare la prof, che aveva cominciato la lezione.
Abbassai lo sguardo sul mio libro.
Per tutta la lezione, non guardai più il nuovo arrivato. Non mi piaceva, e non volevo averci troppo a che fare.

***


Finalmente la campanella suonò. Era ora di pranzo. Impaziente di andare a mangiare, misi in fretta la mia roba a posto.
Chloe bussò sulla mia spalla “Io vado prima a cercare Liz. Ci vediamo dopo in mensa.” Liz era una nostra amica. Annuii e la guardai uscire dalla classe. Notai che Alice era appoggiata alla porta. Mi diressi verso di lei “Ciao Alice!”
“Oh, ciao Sol!” disse, allegra. Strano che ricordasse il mio nome. Probabilmente ne aveva sentiti tanti altri, fino a quel momento.
Sorrisi “Com’è andata in palestra?”
“Oh bene” rispose “Direi che me la cavo con la pallavolo”.
Edward ci raggiunse “Ciao Alice. Andiamo?”
“Certo.” Disse lei. Poi mi guardò “E com’è andata con la chimica?”
Sorrisi “Abbastanza male, ma sono sopravvissuta.”
A quel punto la mia avversione per la chimica era palese.
Edward mi guardò, sorpreso. Anzi, non era davvero sorpreso. Mi stava solo prendendo in giro. “Io non ho avuto problemi con la lezione. Era piuttosto semplice”.
Feci una smorfia. “Buon per te, genio.”
Alice scoppiò a ridere. Mi voltai verso di lei, sorridendo “Alice, ti va di stare con me e i miei amici a pranzo?”
Lei fece spallucce “Perché no?”
Edward la guardò male. Poi guardò me, con un sorrisetto strafottente che non mi piacque affatto. Ero io a far quel sorriso agli altri, non gli altri a me. “Ovviamente io non sono invitato, giusto?”
Ricambiai il sorrisetto “Giusto. Bye.”
Presi sotto braccio Alice e mi avviai insieme a lei, mentre rideva per la mia sfacciataggine.
Eravamo poco lontane dalla mensa, che lei mi chiese “Che ti ha fatto mio fratello?” Aveva un’espressione divertita.
Feci spallucce “Nulla. Ma non mi sopporta, anche se non ho ancora capito perché. Per questo non mi piace: non può non sopportarmi se non sa ancora nulla di me.”
Lei sorrise “Beh, lui è abbastanza bravo a capire le persone. Anche al primo incontro.”
“Io non sono una che si capisce facilmente” dissi, annuendo.
“In effetti hai ragione” rispose, seria. La guardai. Sembrava che volesse intendere molto più di ciò che io avevo capito.
“In che senso?” domandai, curiosa.
“Mi sembri una ragazza … un po’ fuori dagli schemi.”
Annuii. Me lo dicevano sempre tutti. “Lo so. Sono strana vero?”
Alice rise “No, non penso che tu sia strana. Solo ... diversa.”
Diversa. Diversa perchè dicevo sempre quello che pensavo, perchè non contavo fino a 10 prima di dire o fare qualcosa. Si, l’avevo già sentita. Ma non avevo ancora capito se essere diversa fosse un pregio o un difetto.
Entrai in mensa, e di corsa andai a prendere da mangiare. Mi era venuta improvvisamente fame. Riempii il vassoio, poi guardai Alice. Non aveva ancora preso nulla. “Non hai fame?” le chiesi.
“Uhm, no” rispose. Feci spallucce e le indicai il tavolo al centro della stanza. Il “mio” tavolo, in un certo senso. Sedevo sempre lì, insieme ai miei amici.
Mentre mi avvicinavo, guardai le varie persone già sedute. C'era Vivian, Mildred, un'altra cheerleader, Anthony, il suo ragazzo, e Jimmy. Gli altri, a quanto pareva, non erano ancora arrivati.
Mi accomodai “Ciao ragazzi”. Feci cenno ad Alice di sedersi accanto a me “Lei è Alice.” La presentai.
I ragazzi la salutarono, anche se non sembravano molto entusiasti. Non gli piacevano le novità.
Vivian addentò una mela, poi chiese “E, Alice...dove hai lasciato tuo fratello?”
Alzai gli occhi al cielo. Quella ragazza non si smentiva mai.
“L'ho perso davanti all'aula di chimica. Credo sia qui intorno” rispose Alice, alzando le spalle.
Vivian, ovviamente, cominciò subito a guardare in giro, cercando il ragazzo. E lo trovò. Seguii il suo sguardo. Edward era seduto ad un tavolo poco lontano dal nostro, insieme a due ragazzi e una ragazza. Nessuno di loro mangiava. Avevano quattro vassoi vuoti davanti. I due ragazzi erano molto diversi. Il primo era ... beh, era semplicemente enorme. Sembrava un orso. Il secondo era meno grosso, e aveva i capelli biondi. Ma non riuscii a vedere altro, perché era di spalle. La femmina, invece, era alta e bionda, con un fisico da modella. Bellissima.
Tutti e quattro, come anche Alice, erano accomunati dall'insolito colore degli occhi. Color miele: strani ma affascinanti.
La voce di Vivian mi risvegliò dai miei pensieri “Alice, chi sono quelli insieme a Edward?”
Alice non si voltò nemmeno a guardare di chi parlava. Evidentemente lo sapeva già. “Sono i miei fratelli, Emmett e Rosalie, e il mio ragazzo, Jasper.”
Vivian sembrava piuttosto interessata “Non sono del nostro anno vero?”
“No, sono all'ultimo”.
Vivian non sembrava intenzionata a desistere. Ma non fece in tempo a parlare che arrivarono Chloe e Liz. “Ciao!” dissero in coro.
“Ciao ragazze!” le salutai, sorridente. Ero sempre contenta di vederle: ne avevo tanti, di amici, ma loro erano le mie amiche più care. “Oh, conoscete Alice?”
Chloe le sorrise “Si, ci siamo viste a lezione no? Ciao Alice.”
“Noi invece non ci siamo mai viste” disse Liz “Piacere, Elizabeth, ma puoi chiamarmi Liz”.
Alice salutò Chloe e strinse la mano a Liz.
Mi guardai intorno. La mensa si stava svuotando. Era ora di andare. “Faremo meglio a sbrigarci...” dissi, guardando l'orologio.
Alice scattò in piedi. “Io vado da mio fratello. Ci vediamo dopo.” sorrise, e si avviò verso il tavolo dei suoi fratelli.
Feci spallucce e mi rivolsi a Chloe e Liz “Andiamo?”
“Certo” fece Chloe. Tutte e tre ci alzammo.
“A dopo ragazzi” salutai gli altri e loro risposero con un cenno della mano.
Mi diressi con le mie amiche verso l'uscita, ma sentii delle voci conosciute alle mie spalle.
“Oh andiamo! Sol è carina e simpatica. Non capisco che hai contro di lei.” stava dicendo Alice.
“E' presuntuosa. Non mi piace.” rispose Edward.
Chissà se si era accorto che io ero a tre passi da lui. “Senti chi parla” dissi, a voce alta, senza voltarmi.
Mentre uscivo dalla mensa, lo sentii ridere.


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Nota dell'autrice
Alor, per prima cosa, grazie a chi ha commentato il prologo… sono contenta che non mi abbiate uccisa per l’assenza di Bella xD Comunque sono sicura che anche Sol potrà piacervi … credo … beh, a me piace, ma una come lei o la si ama o la si odia … non c’è scampo xD E si noterà meglio nei prossimi capitoli. ^^ E per chi adora sempre e solo Bella… tranquilli, più in là ci saranno parecchi colpi di scena U.U Ma non voglio dirvi altro xD Spero che continuerete a seguire ^^ Kiss.
  
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