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Autore: oceanodiperle    30/04/2014    1 recensioni
- “C-cosa vuoi da me?”
Alzo lo sguardo e fisso i suoi splendidi occhi interrogativi, impazienti di ricevere una risposta.
- “Cosa voglio?”
Annuisce.
Mi fiondo su di lui e il mio peso lo costringe a stendersi sul pavimento, i suoi occhi si spalancano, mostrando sempre di più il verde intenso dei suoi occhi, racchiudo in una mano i suoi polsi e li poggio sul pavimento vicino la sua testa. Poggio le mie labbra sulle sue e lascio un lento bacio a stampo, mentre io muovo le labbra, lui sta immobile con gli occhi spalancati non aspettandosi una cosa del genere.
Lentamente mi stacco e lo fisso negli occhi.
- “Voglio te, Harry.”
Per una decina di secondi mi fissa rimanendo in silenzio ancora colto di sorpresa dal mio gesto, poi dice:
- “C-come ti chiami?”
Libero i suoi polsi e il suo corpo da sotto il mio.
- “Louis.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre.

Harry’s POV

Avevo appena finito i compiti, erano molti e stanco, stavo andando a stendermi sul divano a guardare la tv, aspettando l’ora di cena, ma appena chiudo i libri, il mio cellulare fa un suono che mi avvisa che mi è arrivato un messaggio. Lo prendo e lo sblocco, sullo schermo mi appare un numero che non ho memorizzato, clicco su “apri” e mi si apre il messaggio, c’è scritto: ”Harry, sono Louis, stasera pretendo che tu ti faccia trovare in piazza alle 23.00, passerò a prenderti.” Quando i miei occhi hanno letto “Louis” si sono spalancati e mi venne un colpo al cuore. Sono felice, ma allo stesso tempo terrorizzato, perché non ho la più pallida idea di come abbia fatto ad avere il mio numero, io non gliel’ho mai dato e lui non me l’ha mai chiesto. Faccio un respiro profondo e comincio a digitare:
“Come hai fatto ad avere il mio numero?”
“Dovresti fare più attenzione al tuo telefono, mentre eri distratto sono riuscito a mandare un messaggio sul mio telefono. ;) Sii puntuale per stasera xx”

“Tu sei tutto pazzo.”

“Hahah x) a stasera.”


Gli sembrerà strano che ho accettato il suo invito visto il modo in cui mi sono comportato ieri. Devo ammettere che sono eccitato. Devo dirlo subito a Tom.
Vado nella rubrica, cerco il numero di Tom e avvio la chiamata, dopo un po’ di squilli risponde:
- “Pronto?”
- “Non sai cosa mi è successo!”
- “Dimmi.”
- “Louis mi ha invitato ad uscire.”
- “Cosa? Come ha fatto a rintracciarti?”
- “Si! Aveva inviato un messaggio dal mio telefono sul suo in un momento che io ero distratto!”
- “Uscirai con lui?”
- “Si…ovviamente.”
- “Ma…ti piace?”
- “No! Ma cosa dici? La conosco da un giorno! Come fa a piacermi?”
- “E perché sei così eccitato?”
- “Oh, Tom. Taci.”

Si mette a ridere e anche a me viene strappato un sorriso.
- “Buona fortuna fratello.”
Attacco.

                                                                                          ***
Louis’POV
E’ stato più facile di quanto pensassi, non ho dovuto nemmeno minacciarlo per farsi presentare stasera, cosa che ero sicuro avrei fatto al cento per cento.
Ho fatto venire la domestica per fare le pulizie, mi sono assicurato che non ci sia un solo oggetto fuori posto, deve essere tutto perfetto quando lo porterò qui, non mi sono mai preoccupato della casa quando ci portavo un ragazzo, anzi, sono molto disordinato, ma vorrei far credere ad Harry di essere un bravo ragazzo, cosa che non sono del tutto.

                                                                                           ***

Harry’s POV
Ho indossato una t-shirt a maniche corte verde, dei jeans e le converse, mentre davanti lo specchio mi aggiusto i capelli penso: Mi piace il suo modo di fare, ma a volte mi viene voglia di prenderlo a calci in culo! Si fa il fighetto del cazzo, il ragazzo tanto forte che ottiene ciò che vuole! Questo fatto mi irrita.

                                                                                            ***
Nella piazza a quest’ora non c’è nessuno e io mi ritrovo tutto solo su una panchina ad aspettare Louis. Sono agitato, il mio cuore fa “boom”, quando vedo la macchina di Louis fermarsi davanti a me. Mi alzo dalla panchina e tirandomi i capelli all’indietro, cammino, avvicinandomi sempre di più alla macchina di Louis.
Apro lo sportello ed e mi posiziono sul sedile della macchina accanto a Louis, prima di partire mi squadra dalla testa ai piedi.
- “Sei sexy.” Dice sorridendomi. Sono contento che abbia apprezzato il modo in cui mi sono preparato. Comunque lo ignoro guardando avanti. “Ti sei reso sexy per me?”  Porto lo sguardo su di lui in modo confuso e mi sorride maliziosamente. “
- “Che ne dici se fai partire questa macchina?” Volevo evitare di rispondergli visto che la risposta alla sua domanda è un “si.”
- “Io ti faccio arrabbiare così tanto?” Chiede sorridendo maliziosamente. “Quando fai l’arrogante…ti salterei addosso e ti stuprerei…”
- “Non provare a mettermi le mani addosso.”
- “Te l’ho già spiegato ieri, anche se mi dici che non devo toccarti, posso sempre dominare sul tuo corpo. Ma…una domanda…perché ti comporti così con me?”
- “Così come?”
- “Arrogante, freddo…come se io fossi un tipo noioso e non hai voglia di uscire con me.”
- “No! Non è questo. Mi ha irritato il tuo comportamento di ieri, hai fatto cose contro la mia volontà.”
- “Era l’unico modo per conquistarti, all’inizio te l’avevo chiesto con le buone, tu hai fatto il testardo e ho ottenuto ciò che voglio con le cattive.”
- “Così non mi conquisti.”
- “Non ne sarei così sicuro.”
- “Sai una cosa?”
- “Dimmi.”
- “Quando fai così mi viene voglia di prenderti a calci in culo.” Si mette a ridere.
- “Nessuno mi aveva detto una cosa del genere, cioè…gli altri si lasciavano andare…subito..”
- “Io non sono “gli altri”.”
- “Questo è davvero un peccato.” Mi sorride, strizzando l’occhio sinistro.
Porta lo sguardo avanti e finalmente decide di far partire la macchina.

                                                                                          ***
Dopo aver parcheggiato la macchina, mi prende per mano e mi fa strada al posto in cui siamo diretti, che non ho idea di cosa sia, gliel’ho chiesto mentre eravamo in macchina più volte, ma mi ha risposto sempre “vedrai”.
I miei occhi si spalancano, quando davanti a me, si presenta un locale con l’insegna, la quale c’è scritto “The world of gays”. E’ il locale più famoso della città e possono entrare solo le persone che possiedono un biglietto “vip” che ti consente di portare anche un amico, deve essere pagato una volta all’anno con una cifra piuttosto alta e potrai favorire del locale gratuitamente. Si dice che a questo locale non manchi niente, ha un bar, molti bagni, la discoteca e addirittura numerose camere da letto.
- “Santo cielo Louis.” Dico osservando ancora incredulo l’edificio.
- “Sei sorpreso?” Mi chiede sorridendo e lasciandomi libera la mano che un attimo fa stringeva nella sua.
- “Abbastanza. Tu… tu hai il biglietto vip?”
- “No.”
- “E come entriamo?” Chiedo in modo confuso distogliendo lo sguardo dal locale e portandolo su di lui. Mi prende nuovamente la mano e ci porta davanti un  uomo dal corpo muscoloso che controlla se le persone che sono nella numerosa fila, possiedono il biglietto vip e le fa entrare.
- “Steve!” Esclama all’uomo.
- “Oh mio dio Louis! Sei proprio tu?! Fatti abbracciare!” Lascia la mia mano, per poter abbracciare l’uomo, Louis lo conosce! Probabilmente ci farà entrare anche non avendo il biglietto vip.
- “Eh già, sono io.” Sorride.
- “E’ tanto tempo che non ti vedo e sei cresciuto tantissimo, come stai?”
- “Abbastanza bene, tu?”


- “Questo è il tuo ragazzo?” Gli chiede ignorando la sua domanda.
- “Si.” Che cosa? Che cazzo dice?! Io non sono il suo ragazzo! Senza farmi notare gli do un pizzicotto al sedere per fargliela pagare.
- “E’ davvero carino, complimenti!”
- “Eh già!” Dice mentre stringe i denti per il dolore del mio gesto, mentre mi blocca subito la mano cercando di non far capire niente all’uomo.
- “Phin!” grida l’uomo, affacciandosi all’interno del locale. “Phin!” Esce un altro uomo.
- “C’è qualche problema?” Dice.
- “No, tieni per due minuti sotto controllo questa fila, arrivo subito.”

                                                                                                 ***
L’uomo ci fece entrare da una specie di entrata segreta, in modo che non ci potesse vedere nessuno.
Quando ci lasciò soli, chiesi a Louis: ”Chi è quell’uomo?”
- “Un amico. Mi fa male ancora il culo, la pagherai.” Mi metto a ridere.

Osservo con gli occhi che brillano il locale, sono davvero impressionato. Avevo visto solo qualche foto su internet, ma quello che raffiguravano non era niente rispetto a quello che sto vedendo adesso, sembra molto più bello. E’ già pieno di gente e si riempie velocemente.
- “Ti piace?” Domanda Louis.
- “Si, tantissimo. Grazie per avermi portato qui.” Sorride soddisfatto.
- “Prendiamo qualcosa da bere, vieni.”
                                                                                           ***
Sono quasi le tre, a mia madre avevo detto prima di uscire che avrei fatto tardi, gli avevo detto che uscivo con un nuovo amico.
Io e Louis siamo al bancone a bere della vodka, la musica è ad altissimo volume, c’è chi balla, chi si scambia baci appassionati seduti su dei divanetti, chi favorisce delle camere da letto al piano di sopra e chi sta al bancone del bar per bere.  Appena Louis  finisce la vodka che era nel suo bicchiere, poggia il drink sul bancone e si avvicina a me, posa una mano sulla mia guancia e cerca di avvicinare il mio viso al suo, quando le nostre labbra sono di due centimetri di distanza…
- “Louis!” … un ragazzo lo interrompe esclamando il sul nome facendolo allontanare di scatto da me.
- “Ehi! Justin! Come andiamo?” Dice sorridendo. Parlano entrambi a voce alta per farsi sentire, visto che la musica è al massimo del volume.
- “Bene! E tu? Manchi da tanto in questo locale!”
- “Bene, già ho provato altri locali.”
- “Lui chi è?” Domanda guardandomi.
- “Il mio ragazzo.” Dice bloccandomi la mano più vicino al suo corpo, si sarebbe aspettato un altro pizzicotto, o qualcosa di simile.
- “Piacere, Justin.” Dice porgendomi la mano.
- “Piacere, Harry.” Dico accettando la sua mano.
- “E’ davvero un bel ragazzo.” Dice portando i suoi occhi su Louis. “Bella scelta.” Gli fa un occhiolino e sparisce tra la folla di gente.

- “Perché continui a dire che sono il tuo ragazzo?”
- “Non conosci Justin. Ci prova con tutti, se non gli avessi detto così ci avrebbe provato con te e l’avrei fatto a pezzi, anche se è un mio caro amico.”
- “Sei geloso?” Mi cattura i polsi con le mani e mi tira a se, porta la bocca al mio orecchio e dice:
- “Secondo te?” Sposta lo sguardo sulle mie labbra e preme con le sue.

                                                                                                   ***
Stiamo stando per tutto il tempo al bancone, sono molto timido e non mi va di mischiarmi nella folla che si diverte a ballare o a sedermi in uno dei tanti divanetti e conoscere altra gente. Louis mi ha aveva chiesto se volevo fare queste cose, ma io mi rifiutai e sono rimasto incollato al bancone del bar a bere in continuazione alcolici. Louis a volte saluta dei suoi amici che passano per caso davanti a noi e a volte mi lascia qualche bacio umido sul collo.

                                                                                                   ***
Louis’POV
Harry stava esagerando con gli alcolici, ho dovuto frenarlo. Si, è vero che le mie intenzioni erano quelle di farlo ubriacare per poi portarlo a casa e scopare, ma lui è un ragazzo diverso dagli altri e voglio andarci con calma con lui, in questo caso, il suo pene è l’ultima cosa che mi interessa, non avrei mai pensato di arrivare a dire questo. Non sono mai stato innamorato di nessuno, nonostante l’età che possiedo mi sento ancora un adolescente e quello di cui mi è sempre importato è solo il sesso, mai l’amore. Forse ancora non ho compreso il vero significato dell’amore, perché non l’ho mai provato. Questa volta, il mio interesse non è rivolto verso il suo pene ma anche al possedimento del suo cuore.

Sono quasi le quattro del mattino, Harry è stanchissimo lo si vede dai suoi occhi verdi come la famosa pietra, che ora, al buio sono più scuri e stanchi.
- “Harry, andiamo a casa.”
- “No dai, un altro po’”
- “No, tra poco non ti reggi più in piedi.”
- “Fammi bere almeno un altro alcolico.”
- “Non se ne parla, sei già mezzo ubriaco.”
Lo prendo dal polso e lo trascino fuori dal locale, andremo a casa mia, il piano sta funzionando alla grande. Anche se volessi riportarlo a casa non potrei, è poco lucido, chissà dove ci farà ritrovare se gli chiedo le indicazioni per arrivare a casa sua.

Harry ha dormito per tutto il viaggio, ho appena parcheggiato davanti il mio appartamento e lui dorme ancora.  Mi dispiace svegliarlo e quindi il mio piano andrà in fumo, perché anche se lo svegliassi sarebbe troppo stanco per aver voglia di sesso, si rifiuterebbe e non mi va di costringerlo, ci tengo davvero molto ad ottenere la sua fiducia e che pensi che io sia un bravo ragazzo. Infondo, come ho già precisato prima, non voglio solo scoparlo, vorrei che illuminasse i giorni che mi restano da vivere. Lascio Harry per qualche minuto in macchina, lo chiudo dentro in modo che non possa scappare e nel frattempo vado ad aprire la porta di casa per avere via libera, senza ostali per portarlo all’interno del mio appartamento imbraccio.

Ho anche aperto il lenzuolo stato messo in ordine dalla signora delle pulizie oggi, dove poggerò Harry, purtroppo con tutti i vestiti, gli presterei un mio pigiama, ma non voglio svegliarlo, se sveglierà quando saremo in casa glielo darò.
 Apro lo sportello del lato in cui è seduto e lo prendo imbraccio stile sposa, indietreggio di qualche centimetro per far prendere forza al piede che spingerà lo sportello per chiuderlo.

Entro in casa  con Harry tra le braccia e mi faccio strada al buio, per far si che la luce, non colpisca le sue palpebre e lo spinge a svegliarsi, spero di non farlo sbattere da qualche parte, non credo succederà, perché conosco il mio appartamento come le mie tasche, se non ne fossi così sicuro e che quindi ci sarebbe il rischio che possa sbattere la testa su qualche mobile, l’avrei svegliato, non farei una figura di merda e non penserebbe che sono un coglione. Lo poggio sul letto, il lato in cui avevo aperto le lenzuola ed ora, devo togliergli le scarpe, cosa complicatissima perché lui porta le converse, io non le ho mai usate, ma dai miei allievi della squadra di calcio che alleno, ho saputo che hanno lacci molto lunghi e poi se li aggiustano a modo loro all’interno della scarpa, io con questo buio non vedo un cazzo e mi viene difficile slacciargli le scarpe, ma fortunatamente, un velo di luce penetra dalla finestra, un velo perché è abbassata la tapparella quasi fino a terra, mi lamento sempre con la signora Lisa, la signora delle pulizie, perché le abbassa sempre non fino alla fine,  è un lavoro che fa all’ultimo momento di fretta ed essendo impegnata a fare le pulizie in altri appartamenti, le capita di non abbassarla tutta qualcuno e io gli ricordo sempre gentilmente di abbassarle fino alla fine, ma questa volta dovrei ringraziarla, riuscirò facilmente a slacciare quei cazzo di nodi e togliere le scarpe ad Harry.

                                                                                                   ***
Sono riuscito a togliergli quelle fottute scarpe, adesso lo ricopro con il lenzuolo e mi chino per dargli un bacio sulla fronte, è davvero bellissimo. Raggiungo l’altro lato del letto e mi stendo senza indossare il pigiama, farei rumore e sveglierei Harry e tutto il lavoraccio che ho fatto per far si che non accadesse ciò non servirà a nulla.

                                                                                                  ***
Harry’s POV
Mi strizzo gli occhi, stranamente la sveglia stamattina non è suonata e nessuno della mia famiglia è venuto a svegliarmi per dirmi la solita frase “E’ tardi! Alzati che devi andare scuola” spero non si sia fatto molto tardi. Non che abbia voglia di andare a scuola, anzi l’ho sempre detestata, ma quest’anno ho gli esami di maturità e devo fare meno assenze possibili.
Apro lentamente gli occhi e guardando l’armadio, la prima cosa che mi si presenta agli occhi, deduco che non mi trovo in casa mia. Dove cazzo sono? Mi guardo intorno, quando porto lo sguardo in basso alla mia destra, riconosco il corpo di Louis, ancora che dorme. Mi porto una mano sulla fronte e penso: “Oddio, non ricordo un cazzo, mi sarò ubriacato dal far schifo.” Mi accorgo che entrambi abbiamo dormito con i vestiti, forse ieri notte, non avevamo la forza necessaria per indossare il pigiama e ci siamo buttati nel letto così. Il suo portafogli è aperto sul materasso, deve essergli scivolato dalla tasca mentre dormiva. La sua patente, nel portafogli è conservata in bella vista, inserita in una tasca di plastica, riesco a leggere in lontananza “Louis Tomlinson” e mi stiracchio, poi realizzo “Tomlinson?!” No, devo aver letto male, prendo in mano velocemente la sua patente e rileggo il suo nome tre volte incredulo con gli occhi spalancati sulla sua patente.

Spazio autrice:
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