Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ToscaSam    30/04/2014    2 recensioni
Dopo la caduta di Lord Voldemort, Draco ha intrapreso un lungo viaggio interiore alla riscoperta di quello che effettivamente voleva essere. Ma i suoi pregiudizi, così profondamente radicati in lui, hanno attanagliato la sua anima per troppo tempo. Solo una mano gentile e capace potrà estirpare le erbacce e dare nuova ai fiori desiderosi di sbocciare.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Non avevo mai conosciuto Draco malfoy, che sarei io'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Passavano i giorni a Hogwarts. Tutti sempre molto uguali: iniziavano con un brusio interrotto, con facce curiose che si facevano schive, con posti vuoti e sguardi taglienti. Draco si sentiva veramente male se non per il piacevole formicolio dettato dalla presenza di Astoria Greengrass. Ogni tanto lo faceva sedere accanto a lei, ma il più delle volte avevano orari diversi oppure lei rimaneva in Sala Comune o in biblioteca a studiare per i G.U.F.O. .
La scena che turbò Draco più di ogni altra, fu la sua prima lezione di Pozioni: il professor Lumacorno lo salutò piuttosto festoso (e ovviamente, curioso), ma ciò che fu irritante fu la fidanzata di Harry Potter. Ginny Weasley, una ragazza piuttosto piacente con capelli rosso fiamma e lentiggini spiritose, frequentava ora il settimo e ultimo anno di Hogwarts. Era una Grifondoro e condivideva con i Serpeverde le ore di Pozioni. Essendo Draco un ripetente, era in classe con lei.
Una mattina l’aveva fermato all’ingresso dicendogli con aria brusca: « Draco. Mi dipiace per quello che ha detto il Profeta. So che non è così. Harry sta facendo di tutto perché vengano smentite quelle cose orribili».
Draco aveva alzato appena lo sguardo, l’aveva osservata con sufficienza e risposto distrattamente: « Davvero carino, da parte sua».
Poi aveva continuato per la sua strada, sistemandosi ad un banco che era rimasto poi vuoto per tutta la lezione.
Non gli importava più che Potter facesse qualcosa per cambiare la situazione, perché ormai era scoppiato l’incendio. Si poteva provare a spegnerlo, ma le bruciature sarebbero comunque rimaste nere.
 
La professoressa McGranitt manifestava la sua solidarietà ignorando Draco, trattandolo come un qualsiasi studente. Draco aveva deciso che non la tollerava granché, quindi le lezioni di Trasfigurazione erano molto noiose.
Pozioni era vagamente interessante, se non che il programma era identico a quello dell’anno precedente. Sapeva già fare tutto o quasi e questo lo irritava: perché quella seccatura di tornare a Hogwarts? Quello stupido vecchietto dello speziale avrebbe potuto benissimo fargli fare una prova pratica e ora si sarebbe trovato a lavorare sodo per il Ministero. Non era nemmeno detto che una volta eseguiti i M.A.G.O. il Ministero cercasse ancora dei Pozionisti. E allora che avrebbe fatto?
Comunque, alla seconda settimana di lezione, il professor Lumacorno chiese loro di gareggiare per una boccetta di Amorfilia Temporalis, una pozioncina violetta e lucida che permetteva a chi la beveva che la persona da lui amata l’avrebbe reso felice per un giorno intero.
« Badate che non funziona come credete voi signorine» aveva detto Lumacorno in risposta ai risolini nauseanti delle ragazze presenti in classe: « La persona più amata può essere il vostro migliore amico, la vostra mamma, o chiunque altro si trovi nei paraggi. L’Amorfilia reagisce con le emanazioni emozionali, quindi deve essere qualcuno in un raggio piuttosto vicino. Se voi bevete l’Amorfilia …» e qui fece il gesto di bere da una boccetta invisibile:« … in un’isola deserta dove con voi ci sono solo due persone, quella reagirà soltanto con la persona che più amate fra loro. Quindi signorine, se il vostro fidanzato non è a Hogwarts, non crediate che vi si presenti alle porte con un mazzo di rose in sella ad un ippogrifo bianco!».
La pozione da preparare era talmente facile (fatta e rifatta l’anno precedente), che Draco vinse la boccetta. Questo anche perché Hermione Granger non era venuta a lezione e aveva lasciato la sua compagna di banco Ginny Weasley a cavarsela da sola.
Fu abbastanza ridicolo, ma almeno per un nanosecondo ogni ragazza presente nella stanza lo guardò con brama, pensando a cosa avrebbero potuto offrirgli in cambio dell’appena vinto trofeo. A Draco non interessava nulla né della stupida pozione vinta, né delle ragazzine che lo aspettarono fuori dall’aula cercando di attaccare bottone.
Sembrava che improvvisamente Draco Malfoy fosse per loro la persona ideale con cui stringere nuova amicizia.
Con quello sciame di cinguettanti donzelle al seguito, Draco si diresse in Sala Grande per la cena.
« Oh Draco, sai che credo di frequentare con te anche il corso di Antiche Rune? Tu frequenti Antiche Rune, vero?»
« No» rispose Draco stizzito: « E ora lasciatemi in pa…»
« Credi che userai quella bottiglia di Amorfilia? Perché guarda, io sto passando un periodo davvero pessimo, un po’ di amore mi farebbe proprio bene. Se vuoi ti posso dare una mano in qualsiasi altra lezione, in cambio …»
« I miei genitori non credono a quel che dice il Profeta. Dovrebbero vergognarsi. Ti andrebbe di vendermi l’Amorfilia? Ti do anche tre galeoni, davvero … ».
Senza riuscire a liberarsi delle petulanti ragazze in crisi ormonale, Draco si avvicinò di corsa alla porta della Sala Grande, sperando che tutte si sarebbero ritirate, temendo di farsi vedere sotto gli occhi di tutti insieme al tanto temuto figlio dei Mangiamorte.
Le ciance delle galline erano davvero irritanti, ma non si aspettava certo che una di loro tentasse un Incantesimo Rallegrante su di lui per metterlo di buon umore, allo scopo di fargli cedere la pozione vinta.
Sentì l’incantesimo colpirlo in pieno torace e dallo stomaco iniziarono a levarsi certe risatine incontrollabili. Sghignazzò entrando in Sala Grande e lo sciame di ragazzine gli sorrideva benevolmente, sperando di sottrargli il suo tesoro.
Un paio di occhi neri, seri, raggiunsero lo sguardo di Draco. Astoria stava in piedi, apparentemente in cerca di qualcosa che doveva arrivare dalla porta, vicina a due posti vuoti sulla panca dei Serpeverde. In un attimo lo sguardo di brace si abbassò, poi sparì uscendo a gran passi.
L’Incantesimo Rallegrante svanì tutto d’un colpo. L’umore nero di Draco si fece ancora più plumbeo.
Scacciò le ragazzine con un’espressione che avrebbe fatto paura anche a Voldemort e si sedette da solo in un angolo del lungo tavolo.
Hogwarts era davvero un luogo terribile.
 
Astoria pareva non avere mai più un momento con cui condividere la panca con lui. Era più scontrosa e quando una volta Draco la trovò in Sala Comune, illuminata dalla luce verde mentre ripassava Artimanzia, evitò persino di guardarlo.
A Draco non interessava: aveva ripreso il programma di odio nei confronti dell’impertinenza di Astoria. Che gli importava a lui se quella bambinetta esile lo guardava di sbieco, facendo fluttuare i suoi capelli in un’onda che annunciava il suo cambio di percorso? Che gli  importava se alla tavolata ogni tanto incrociava due carboni ardenti, molto lontani, che lo scrutavano?
Decisamente niente.
 
Molte cose cambiarono quando, a Dicembre, la preside McGranitt (che continuava ad insegnare Trasfigurazione ed era rimasta anche il responsabile della Casa di Grifondoro) chiese agli studenti di comunicare ai loro responsabili se avrebbero trascorso o meno le vacanze a Hogwarts.
Draco decise di dire a Lumacorno che se ne sarebbe tornato a casa. I suoi genitori non gli avevano mai mandato lettere e lui era preoccupato che sua madre soffrisse per quell’articolo di Rita Skeeter.
In tre mesi di silenzio, quella storia si era un poco affievolita, eppure era sempre un boccone succoso per chi non avesse nuovi pettegolezzi. Le occhiate furtive erano sempre lì, nascoste dietro gli angoli dei corridoi o nelle panchine del parco.
Draco ignorava chiunque non fosse lui medesimo, quindi non ne soffriva poi più di tanto. Eppure uno strano vuoto dentro di se gli diceva che era ancora alla ricerca di qualcosa, che stava sprecando le sue giornate a Hogwarts.
 
Un giorno, a lezione di Pozioni, il professor Lumacorno entrò con il suo gran pancione e la sua vestaglia scintillante:
« Buongiorno, buongiorno! Oggi preparerete per me un antidoto a questa pozione … andate a pagina quarantanove di Pozioni Avanzate, per cortesia! Oh e mi ero scordato di dirvi che lavorerete a coppie. Signor Malfoy, spostati qua vicino alla signorina Weasley, che siete gli unici due senza compagno. La signorina Granger ci ha purtroppo mollati. Troppe altre materie! Che peccato, che peccato …».
L’ordine arrivò dritto nello stomaco di Draco, che assunse l’aria di una statua di marmo. Come un automa raccolse le sue cose e si spostò di malavoglia nel posto vuoto della Granger. Odiò tutto di quel posto: primo,lì si era seduta Hermione Granger; secondo, doveva fare coppia con la fidanzata di Harry Potter; terzo, anche la vista della cattedra era peggiore.
Quando Lumaorno dette il via, la collaborazione con la Weasley fu molto diplomatica e formale. Parlavano come se fossero estranei. Lei aveva assunto un’aria dura e fiera. Lui non era da meno.
Alla fine la loro Pozione, agli occhi del professore, risultò essere solo l’unione dei componenti, molto disassemblata. Silenziosamente entrambi accettarono la versione come verità, perché altrettanto distaccato era stato il loro lavoro di squadra.
« Bene, ora vi saluto! Alla prossima lezione. Ah, signor Malfoy, signorina Weasley, vi potrei parlare un momento?»
Draco e Ginny si scambiarono un’occhiata furtiva.
E ora che altro doveva sorbirsi? Una ramanzina sul “devi collaborare con tutti” e “i pregiudizi sul disonore del sangue sono superati” e “Harry Potter è il salvatore dell’universo abbi rispetto per la sua dolce metà”?
Sentì le occhiaie farsi pesanti e il suo sguardo incupirsi. Non aveva granché voglia di una tale solfa.
La classe era ormai vuota.
Draco tentò il tutto per tutto, cercando di sviare discorso:
« Professor Lumacorno, signore … Volevo informarla che per le vacanze di Natale tornerò dalla mia famiglia».
Lumacorno assunse un’espressione accigliata, delusa: «Oh, no, ragazzo mio, no! Che peccato! Ma sei sicuro? Ripensaci! Vedi volevo proprio chiedere ad entrambi se avevate voglia di prendere parte alla mia Festa di Natale. Sinceramente avevo pensato a un ballo, un Lumadance. Volevo invitare gli eroi di Hogwarts che hanno partecipato alla battaglia dell’anno scorso. Intendo quelli che sono ancora studenti. Ho preso accordi con la Preside per organizzare una meravigliosa pista da ballo nella Sala Grande. Ovviamente ognuno di voi potrà portare una persona con cui ballare!».
Ginny Weasley cercò di guardare di sottecchi Draco senza farsi accorgere. Ovviamente lei pensava che Draco non fosse un eroe di Hogwarts.
“Non lo sono infatti”, disse la voce assopita nello spirito di Draco. Un moto di presa di coscienza della sua posizione gli fece accettare l’invito:
« Ne sarò onorato, allora, professore»
« Oho! Benone! E tu signorina Weasley? Tu ci delizierai della tua presenza? E, sottinteso, ci farai l’onore di riportare qui il nostro eroe Harry?». Lumacorno aveva la faccia arrossata dall’emozione.
Ginny Weasley borbottò qualcosa che somigliava a un si.
Congedati dal professore, entrambi uscirono dall’aula e senza salutarsi si separarono. Draco raggiunse la scala che conduceva al verde sotterraneo e quando aprì la porta del suo dormitorio non si aspettava certo di trovare i suoi vestiti buttati all’aria e i suoi cassetti aperti.
Nessuno dei suoi compagni di camerata era nei paraggi.
Non avevano rubato i suoi soldi, che erano rimasti ordinati ed intatti nel borsello chiuso in un cassetto. Non aveva altro a cui tenesse particolarmente o che fosse di particolare valore.
Poi un pensiero gli scintillò in testa.
Frugò nell’angolo di un cassetto dentro cui di solito teneva le cianfrusaglie e una mancanza consistente gli fece capire cosa era stato trafugato.
La Amorfilia Temporalis era sparita.
 
----- l’angolo dell’autrice--------
Ed eccomi di nuovo qui, cari e adorati lettori.
Come sempre mi trovo a chiedervi se questa storia manchi di qualcosa o se io stia scrivendo male. Mi piacerebbe avere una vostra conferma che quello che leggete vi piace. Spero di essere alla vostra altezza, perché quel che più desidero è regalarvi qualche minuto di piacevole lettura.
Spero dunque in una qualche recensione (ok, vi sto letteralmente implorando XD).
 
… Chi ha rubato l’Amorfilia? Chi inviterà Draco al Lumadance????
Spero di avervi incuriositi *O*
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ToscaSam