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Autore: canfyy    01/05/2014    1 recensioni
Marta é una ragazza qualunque,che vive la sua vita e ha i suoi problemi. "E il sogno divenne realtà" é il racconto lento ed emozionante di come la sua vita cambia, fondendosi con ciò che aveva sempre desiderato. Qpuella di Marta é una storia reale in cui ci si può immedesimare, con cui c si emoziona, é una fanfiction speciale ke merita pazienza e amore, ma MERITA
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 1

~ L'inizio dell'attesa ~

Sabato mattina, sono le sei e la mia sveglia suona.

No dai, non ci credo, quel rumorino fastidioso è lievemente penetrato nei miei sogni, e piano piano, il ronzio di una zanzara si è trasformato nella sirena di un'ambulanza in corsa. "Che qualcuno la disintegri- penso- nessuno può interrompere le mie fantasie notturne, proprio no. E adesso? Spero di riaddormentarmi stanotte e ripartire da quell'istante, lì su quella grande cesta appesa al ramo di un albero, lì con lui".

Il tempo di piangermi addosso ha breve durata a quanto pare,devo sbrigarmi se non voglio fare tardi, così, decido di sgattaiolare per casa, nel buio e nel silenzio, mentre tutti gli altri dormono. Mi infilo i jeans con in bocca una brioches e mi trucco mentre assaporo il mio caffè; corro giù per le scale del condominio infilandomi le scarpe e allacciando i bottoni del mio maglione, arrivo al portone, e scopro che piove.

Non ho tempo per prendere l'ombrello, decido si mettermi la cartella sopra la testa e di correre sotto la pioggia.

Fradicia finalmente raggiungo l'edicola, lì c'è Alessia che mi aspetta:

"Possibile che sei sempre in ritardo?"

"Scusami ma stamattina è stato difficile alzarmi dal letto"

"Fammi indovinare interroga in Latino oggi"

"E non solo, ho pure la verifica d'Inglese"

"Dai tanto hai dei bei voti in inglese"

"No infatti non è per la verifica, è perché ce l'ho in terza ora, e tu sai cosa succede oggi alle 10"

"Sì lo so, lo so, ti ricordo che mia sorella è Directioner come te. Tranquilla, mia madre è un asso nel trovare i biglietti. Li avrai sicuramente"

"Lo spero"

Fuori piove eppure sul pullman c'è un caldo insopportabile, e schiacciata come una sardina tra questi giganti, realizzo che i ragazzi di quarta odiano farsi la doccia tanto da puzzare già di mattina.Ogni tanto mi capita di scorgere la testolina bionda di Alessia, che come me non brilla per la sua altezza, e quindi è sommersa dagli spilungoni che popolano la scuola.

Tra le ascelle maleodoranti dei ragazzi e l'aria che inizia a manacare, l'unica nota positiva, che non può mancare, è la musica: One Direction.

Non riesco neanche a canticchiare tra me e me talmente sono agitata, spero proprio di avere quei biglietti...

...

Non riesco ad ascoltarla mentre parla, chissà se l'ha capito che non me ne frega niente del Latino, chissà se l'ha capito che ho la testa da tutt'altra parte, chissà se Elisabetta è già davanti al computer aspettando che i biglietti vengano messi in vendita, chissà cosa sta facendo Niall adesso, chissà se non avrò i biglietti, e io come farò? Non posso non vederli, no non posso, sono la mia vita ne morirei, non riesco neanche a pensarci...

"Allora ragazzi iniziate a separare i banchi avete 50 minuti per finire la verifica"

...

La professoressa ha poca stima delle nostre capacità, sono passati venti minuti e ho già finito la verifica. Alzo la testa per controllare se sono l'unica ad aver finito, tutti scrivono, vedo facce spaventate, ragazzi che cercano di incrociare il mio sguardo per chiedermi suggerimenti.

Cerco di aiutarli mentre la prof compila il registro elettronico, ma ecco che un tremolio mi cattura la gamba portandomi al riso, e io rido, rido come se fossi a piedi nudi e mi stessero solleticando con delle piume.

"Qualche problema Marta? Ti divertono le verifiche o semplicemente vuoi farti un giro in presidenza?"

"Mi scusi prof"

Era IL messaggio, era lei, era Francesca:

"Non morirmi", 10:31. "Abbiamo i biglietti", 10:32

"Non predermi per il culo", 10:36

"Non scherzo sulla nostra vita", 10:38

"Allora, scusa, ma vado in bagno a piangere. Ciao :'(", 10:43

Gioia.

Emetto uno stridolo acuto che sembra rimbombare nella classe, mi copro il viso e scoppio in lacrime, mi alzo e senza dire niente consegno la verifica e vado in bagno per piangere, saltare e gridare in pace.

...

Non posso dire di aspettarmelo ma dentro di me so già che quell'esaurita della prof mi sbatterà fuori dall'aula: "Che ci fai ancora qui? Su forza vai in presidenza, sono sicura che il preside sarà ben contento di sentirsi raccontare storie tanto divertenti da farti ridere e tanto tristi da farti piangere".

Non faccio una piega, chiudo la porta e mi avvio, subito però riapro la porta e chiedo alla prof :

"Mi scusi, dov'è la presidenza?"

"Primo piano, salite le scale gira a destra, vai in fondo al corridoio e gira a sinistra, da lì devi andare sempre diritta, superi la sala stampa, appena vedi il tuo amico Caruso, sei arrivata"

Mi siedo in una delle tre sedie fuori dall'ufficio del preside, e accanto a me c'è lui, Eugenio, mio migliore amico. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Ecco che ci fanno entrare.

"Signor Caruso che piacere rivederla"

"Riccardo"

"Chiamami signore, che hai combinato stavolta"

"Senta non è come sembra, ci sono persone che possono testimoniare..."

"Non voglio saperne altro..."....

La loro conversazione va avanti circa 10 minuti, sembra che entrambi tentino di sfottere l'altro usando parole ironiche, io rido, ma poi nella stanza cade il silenzio e ancora una volta rimbomba il mio riso.

"E tu, mi sembri nuova, come ti chiami?"

"Marta"

"In che classe sei?"

" 1^A"

"Come mai tutta questa timidezza?"

"Riccardo -interviene Eugenio- lei è una primina è nuova qui"

"ah capisco, perciò credi che io adesso ti farò un discorso sulla responsabilità la compostezza e poi chiami i tuoi genitori?"

Annuisco timidamente. Ridono. Mi sento sollevata, allora posso stare tranquilla e continuare a pensare al concerto, oddio li vedrò che emozione. Piango.

"E che hai adesso?"

"Riccardo lo so io che ha- si rivolge a me- biglietti vero?"

Annuisco, il preside accenna ad un'espressione stupita e contrariata, so che dirà "E allora?", io lo precedo:

"Signor preside lei non può capire, loro sono la mia vita, il mio sorriso, il mio pianto, io li amo e sono troppo contenta, le loro voci solo la colonna sonora della mia vita"

"Ok ok ho capito, non mi serve altro, chi ti ha spedita qui?"

"La Pepe, ho riso e pianto durante la verifica. Prima ho riso perché mi è arrivato il messaggio e la vibrazione del cellulare mi ha fatto il solletico, poi ho pianto perché ho saputo di avere i biglietti"

"Mio Dio, guarda, io quella non so quando se ne va in pensione. Parlano di questa scuola come una scuola pressante, certamente non è merito mio, è colpa degli esauriti che insegnano qui; in quanto al cellulare, non ti dico di non usarlo perché tanto lo so che lo userai, ma sii furba. In quanto alle crisi di panico da adolescente isterica, ti concedo i cambi dell'ora e l'intervallo, ma non voglio rivederti qui".

Il preside ci liquida con un paio di battute e un sorriso, io ritorno in classe e mi chiudo in me stessa a fantasticare sul concerto.

Tornata a casa, subito dopo pranzo in lacrime, corro a casa di Francesca e lei mi viene in contro correndo giù dalle scale, ci abbracciamo:

"Ehi"

"Dimmi"

"Ce l'abbiamo fatta"

"Sì non ci posso credere, saremo lì!"

Inutile dire che il pomeriggio andò avanti tra pianti, grida, canti e danze sfrenate. Intanto lo spazio vuoto sullo schermo del mio cellulare venne occupato da un enorme conto alla rovescia:

"-9 MESI".

  
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