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Autore: MerasaviaAnderson    01/05/2014    3 recensioni
A volte le cose vanno in modo diverso da quel che ci aspettiamo, tutti crediamo che la storia sia sempre la stessa, ma accadrà qualcosa di inaspettato: le sorti del destino cambieranno e i ruoli si invertiranno.
A volte il destino, gioca davvero strani scherzi.
_
«Gale?» lo chiamo con tono serio e leggermente preoccupato.
«Si?»
«Tu non hai paura?»
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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CAPITOLO 1:

Pochi Minuti.
 
 
 
Ogni anno stessa procedura: ragazzi da una parte e ragazze dall’altra.
Guardo la folla dei bambini e un’onda ti terrore mi pervade tutto il corpo quando vedo Prim tra loro, tutto il corpo mi trema, ma … no, non può uscire il suo nome, lei ha solo un biglietto.
Anche Gale è preoccupato come me perché quest’anno anche suo fratello Rory dovrà partecipare alla Mietitura.
Come Prim, anche lui ha solo una nomina e so per certo che Gale non permetterà mai che i suoi fratelli prendano le tessere. Preferisce tenersi quarantadue nomine lui, che darne cinque in più a suo fratello.
Ad un certo punto vedo salire sul palco il Sindaco Undersee, il padre di Madge, seguito da Haymitch, il vecchio vincitore alcolista che vinse la Seconda Edizione della Memoria. Barcolla e non si regge in equilibrio, infatti, appena Effie Trinket si avvicina al microfono, lui cade dal palco, guadagnandosi l’attenzione di tutti.
Nel frattempo Effie Trinket dà due colpetti al microfono e inizia a parlare con il tipico accento Capitolino che tanto detesto, scrutando i nostri volti spaventati con un sorriso smagliante.
«Benvenuti! Benvenuti! Benvenuti!» esordisce, per poi far iniziare al nostro sindaco un discorso sui Giorni Bui. Come ogni anno siamo costretti a ricordare il vero motivo per cui siamo qui, in attesa di essere mandati al macello dentro un’Arena.
Dopo che il padre di Madge finisce il discorso, Effie Trinket si avvicina al contenitore alla sua sinistra, per estrarre il nome di chi dovrà andare incontro alla morte.
«Prima le signore!» esclama estraendo un foglietto.
Guardando quel bigliettino, il mio cuore inizia a battere come un matto, come se volesse uscire dal petto e privarmi della vita; vengo assalita dal terrore che lì dentro ci sia il nome di Prim, o il mio.
La donna Capitolina apre il biglietto con un sorriso così orrendo e controverso da far venire il vomito, e poi recita a voce alta il nome del Tributo femmina di quest’anno.
«Delly Cartwright!»
Tiro un piccolo sospiro di sollievo: Prim è salva. Io sono salva.
Conosco un po’ Delly Cartwright, è una ragazza da i capelli biondi che vive in città, la vedo spesso a scuola e sta sempre appiccicata al figlio del fornaio del villaggio, credo che si piacciano.
La vedo salire sul palco tremante di paura, con gli occhi persi e pieni di lacrime. Effie Trinket sorride disgustosamente, mentre infila la mano nel contenitore che contiene i nomi dei ragazzi.
Fa che non sia Gale.
Fa che non sia Gale.
Fa che non sia Gale.
Dopo aver estratto il biglietto, Effie lo apre e lo legge con voce disgustosamente soddisfatta, come se la persona che corrisponde a quel nome riceverà un grosso privilegio.
«Rory Hawthorne!»
Il mio cuore perde un colpo, non posso crederci: Rory aveva solo una nomina, è ancora piccolo e … non può essere vero! Com’è possibile che tra tutti quei biglietti, la mano della Capitolina abbia preso proprio l’unico che apparteneva a Rory?
Mi giro verso Gale e vedo il suo volto irrigidirsi, chiude gli occhi per non far scendere le lacrime che probabilmente premono per uscire dagli occhi, guarda il suo fratellino salire spaventato sul palco, consapevole del destino che lo attende.
Mi volto a guardare anche io mentre il piccolo Rory si posiziona vicino Delly, ma proprio nel momento in cui meno me lo aspetto un urlo squarcia il silenzio.
«mi offro volontario! mio offro come tributo volontario!»
Riconoscerei ovunque quella voce, così carica di rabbia, di odio, di dolore … La voce che appartiene al mio migliore amico, colui che pochi istanti prima aveva chiuso gli occhi per non piangere mentre vedeva suo fratello salire sul palco per essere mandato nell’Arena.
Il piccolo Rory inizia a piangere e con lui anche io, ogni tentativo di resistenza è stato inutile davanti all’immagine di Gale che sale sul palco scortato da due Pacificatori e abbraccia il suo fratellino.
Non può essere vero, Gale non può andar via così.
Devo salutarlo, devo dirgli addio anche per l’ultima volta, ma se non dovesse farcela … io non so cosa farei, non avrei più nessuno su cui contare; mia madre è quella che è e Prim è ancora troppo piccola. Se Gale dovesse morire, perderei la mia unica roccia sicura. Non posso perderlo, non voglio.
Appena finisce la Mietitura, portano i Tributi al Palazzo di Giustizia per dare la possibilità ai loro familiari di salutarli, così dico a Prim di tornare a casa con nostra madre e mi unisco a Hazelle, Rory, Vick e Posy davanti all’edificio.
Guardo Hazelle piangere disperata e non riesco ad immaginare neanche lontanamente il dolore che sta provando … quattro anni fa, quell’esplosione in miniera si portò via anche suo marito e Gale era l’unica persona sulla quale potesse fare riferimento, ma adesso perderà anche lui.
Le lacrime continuano a rigarmi il volto, mentre lancio uno sguardo a Rory, che tiene Posy per mano e a Vick che si aggrappa ad Hazelle spaventato.
Io non so che fare, se non stare a guardare, vorrei provare a dire qualche parola di conforto, ma so che sarebbe inutile, così mi limito a fissare il cielo e a piangere.
Dopo qualche minuto (che a me è sembrato un’eternità) un Pacificatore ci fa entrare dentro al Palazzo e scorta Hazelle e i suoi figli nella stanza dove hanno portato Gale. Io li seguo silenziosamente, asciugandomi le lacrime che ancora mi scendono dagli occhi.
Hazelle e i bambini entrano e mentre io aspetto fuori vedo uscire dalla stanza accanto a quella di Gale i signori Cartwright tristi e amareggiati, noto che un ragazzo biondo con due splendenti occhi azzurri si ferma per abbracciare la signora e poi stringe la mano a suo marito. Quegli occhi azzurri, quell’espressione triste e dolce al tempo stesso mi fanno ricordare chi è veramente quel ragazzo: è Peeta Mellark, il figlio del fornaio, il ragazzino che quattro anni fa mi lanciò del pane quando stavo morendo di fame. Ho ancora un debito con lui … e non l’ho mai ringraziato. Dopo aver congedato i Cartwright il ragazzo entra nella stanza di Delly e chiude la porta.
Dopo pochi minuti, Hazelle e i bambini escono, sembrano essersi rassegnati all’idea che Gale non tornerà più … ma c’è qualcosa che mi colpisce nello sguardo di Rory, lui non è rassegnato, lui è sicuro, sembra quasi convinto che suo fratello tornerà vincitore al distretto, ma io so che non sarà così.
Prima di entrare, poso una mano sulla spalla di Hazelle che mi rivolge un sorriso triste, anche lei sa che Gale ha scarse probabilità di vittoria … Benché sia forte ed esperto di sopravvivenza ci sono persone molto più forti di lui, quelli dei Distretti favoriti – l’1, il 2 e il 4 – sono spietati, vincono quasi ogni anno.
Varco la porta di quella stanza e vedo Gale seduto sul divanetto di velluto rosso, si tiene la testa tra le mani, disperato. Forse sa che non riuscirà a tornare.
«Gale?» mormoro avvicinandomi a lui. Vedo che non risponde, così insisto. «Gale, ti prego … »
Senza proferir parola, si alza dal divano, venendomi incontro per abbracciarmi. Mi perdo nella stretta delle sue braccia forti e sento nuove lacrime rigarmi il viso. E’ il mio migliore amico, una delle persone più importanti che ho. Non voglio perderlo.
Restiamo così per un tempo che mi sembra interminabile, con lui mi accarezza i capelli ed io che piango silenziosamente stretta a lui. Più di una volta ho sentito qualcosa bagnarmi la spalla. Erano lacrime, le sue lacrime.
Piange.
«Gale … » mormoro.
«No, Catnip.» mi blocca. «Non dire nulla.»
«Vincerai.» gli dico in tono poco convinto.
«Questo non lo so.» mi risponde, come se gli avessi posto una domanda.
«Gale, non era una domanda.» mi stacco da lui per poterlo guardare negli occhi, dove regna perennemente quella tempesta di nuvole grigie.«Tu vincerai.»
Il mio tono è poco convinto, la mia voce è spezzata dalle lacrime che non vogliono smettere di uscirmi dagli occhi, nonostante mi stia imponendo di non piangere.
«Catnip» mormora Gale, mentre mi accarezza una guancia, asciugandomi le lacrime «Non piangere. Tu sei forte, va bene?»
«Vinci, ti prego.»
È quasi una supplica, un’implorazione. Non riesco a far a meno di tornare ad abbracciarlo, voglio godermi questi ultimi momenti con lui.
«Ci proverò, te lo giuro.» sussurra al mio orecchio, quasi impercettibilmente.
Sento il rumore della porta che si apre e la mano forte di un uomo mi sta staccando via da Gale e trascinando via. Non lo rivedrò mai più, posso solo cogliere il ricordo dei suoi occhi terrorizzati.
Mi stanno strappando via anche le ultime persone che mi vogliono veramente bene.
«prenditi cura della mia famiglia, katniss!» urla, mentre mi portano via da lui «ti prego, non farli morire di fame!»
E poi la porta si chiude, portandomi via l’unico vero amico che abbia mai avuto, imponendo questa grande distanza tra noi.
Non riesco neanche a pensare che tra pochi giorni Gale sarà nell’Arena, costretto ad uccidere bambini innocenti e forse non tornerà mai più a casa, perché qualcun altro ucciderà lui. Ed Hazelle, Rory, Vick e Posy perderanno tutto, anche l’ultima speranza di vivere una vita un po’ serena andrà distrutta.
Improvvisamente sento di avere il peso di un’altra famiglia sulle spalle.
Camminando verso l’uscita del Palazzo di Giustizia, scortata da due pacificatori, il mio pensiero va a quei pochi minuti. Quei pochi minuti che ci sono stati concessi per salutarci un’ultima volta, quei pochi minuti  che avrei voluto che non finissero mai.
Appena uscita dal Palazzo di Giustizia trovo la mia paperella che mi aspetta, anche se le avevo detto di tornare a casa, ma adesso non importa. Non è il momento di rimproveri.
Abbraccio forte Prim, che stringe le sue braccine deboli intorno alla mia vita.
«Andrà tutto bene, Paperella.» mormoro «Proverà a vincere. Me l’ha promesso.»
Anche io voglio promettere una cosa a me stessa, voglio farlo per Gale. Se dovesse morire, farò tutto quello che avrebbe dovuto fare lui, insegnerò a Rory a cacciare, cercherò anche di aiutare Hazelle e … a mio discapito, prenderò anche delle tessere al posto suo. Credo che si possa fare.
Gli devo tanto ed e se dovesse succedere … se dovesse morire, io lo farò. Ormai l’ho promesso a me stessa e giuro che lo farò.


 
Angolo della scrittrice:
*Si nasconde dietro Peeta* Bene, voglio essere chiara,
questa volta non troverò scuse, perché sì, non ho avuto a disposizione 
tutto il tempo del mondo, ma è anche vero che mi annoiavo a ricopiare il
capitolo su word. hahahah 
Sì, sono pigrissima! :3
Vi prego di perdonarmi.
In compenso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto;) 
Mi raccomando, recensite in tanti! Ricordo che anche le 
critiche sono ben gradite!;)
Adesso scappo!♥
Un bacio a tutti voi, tributes!♥
-Meras9100

P.s. Anche questo banner è opera mia:)

 
   
 
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