Capitolo
7 –
Di erba fresca appena tagliata, di gigli e di legno di manico di scopa
Hogsmeade.
Si era
appena smaterializzato ad Hogsmeade e scorgeva l’imponente
castello da dietro
la collina. Era solo, almeno così sembrava agli occhi degli
altri. Remus lo
aveva aiutato a disilludere Regulus; non poteva certo farsi vedere in
giro e
soprattutto con Sirius, dopo quello che era successo.
Sorrise e
involontariamente si voltò verso destra, cercando James. Per
quale motivo?
Semplice, ogni
volta che era tornato ad Hogwarts c’era sempre stato lui al
suo fianco, così
gli venne d’istinto voltarsi e sorridere per essere tornato a
casa, l’unica
casa che l’aveva sempre accolto, prima di rendersi conto che
al suo fianco
aveva un altro fratello. Regulus.
Ma Regulus aveva
visto il suo sorriso che poi era diventato triste. Aveva accolto quel
sorriso,
intuendo che quel gesto fosse proprio destinato a lui, ma
così non era; lui
però non lo sapeva. Però Sirius, comprendendo
l’errore e vedendo il fratello
sorridergli di rimando, sorrise ancora. Questo sorriso era tutto per
Reg. Dopotutto,
aveva ritrovato un fratello e di questo ne sarebbe sempre stato felice,
ma non
avrebbe mai permesso che in cambio qualcuno gli portasse via James.
Era tutto
molto silenzioso lì attorno, piuttosto comprensibile. Erano
le 03:15 del
mattino.
Passarono
lungo la via che ospitava il locale I Tre Manici di Scopa e, proprio
nel
momento in cui superarono la porta di ingresso del pub, la porta
d’ingresso
cigolò e si aprì. Ne uscì Madama
Rosmerta, che aveva sempre avuto un debole per
Sirius come lui per lei. Lui inizialmente fu spaventato dalla nuova
presenza,
ma poi la sua espressione divenne divertita, in memoria dei vecchi
ricordi. Così,
dopo parecchio tempo dall’ultima volta, uscì fuori
il Black playboy che tutti
conoscevano ai tempi di Hogwarts.
“Ciao
bellezza, che coincidenza! Vedi? I nostri cammini continuano a
incrociarsi…Che
bel cielo stellato, non trovi?” Disse lui, estasiandola quasi
per un attimo,
con il suo solito sorriso mozzafiato. Regulus alzò gli occhi
al cielo. Non
sarebbe mai cambiato.
“Caro,
sono
felice anch’io di vederti ma questa non è affatto
una coincidenza. Ti stavo
aspettando… Silente mi ha avvertito del tuo
arrivo.” Squittì lei
“Ohh,
il
caro Albus! Lo ringrazierò per la piacevole accoglienza che
mi ha riservato.
Più tardi, magari… Adesso andiamo
dentro?”
Rosmerta
sghignazzò “Il caro Albus,
come lo
definisci tu, non si sbaglia mai… Mi ha detto di dirti di
non perdere tempo a
fare il playboy, il mio compito è solo consegnarti
questo…”
Spinse
tra le braccia di Sirius un pacchetto
di carta non molto grande. Sembrava contenere qualcosa di morbido, era
legato
da uno spago e avvolto da carta pesta marrone. Decise di aprirlo dopo
essersi
congedato da Rosmerta con un bacio sulla guancia.
Si
allontanò
dal pub con Regulus alle calcagna, e quando quest’ultimo
parlò Sirius sussultò,
si era dimenticato di lui per un momento.
Al pacchetto
era affibbiato un biglietto.
Sai
cosa farne.
Lo
aprì e
rimase interdetto per un attimo. Era il mantello di James. Ma certo!
Come
avrebbe potuto raggiungere la stanza delle necessità senza
farsi vedere? Con
Regulus al suo fianco, tra l’altro. Era comunque
più sicuro dell’incantesimo di
disillusione, che ti lasciava sempre un po’ visibile, solo a
pochi maghi
riusciva perfettamente. Quel mantello odorava di erba fresca appena
tagliata,
di gigli e di legno di manico di scopa.
Oltre ad
essere un ottimo mantello dell’invisibilità, molto
raro tra l’altro, aveva
anche il potere di racchiudere l’essenza del proprietario.
Questo infatti odorava
di James.
“Vieni
Reg, sbrighiamoci. Hogwarts ci
aspetta.”
“Sirius,
sono felice di vederti. Vieni, caro ragazzo. Come stai? Ah, signor
Black,
Regulus giusto? Si accomodi anche lei.”
Silente
evocò due poltroncine di chintz e le sistemò
proprio davanti a sé. La stanza
delle necessità somigliava ad un pub molto accogliente,
aveva persino un bar
con parecchie cose da bere su uno scaffale. Si sentiva anche della
musica,
molto allegra e buffa a dire il vero. Hawaiiana, e del tutto
inopportuna alla
situazione. Tutta opera del preside.
“Preside…
Suppongo che lei pretenda delle spiegazioni riguardo alla presenza del
mio fratello
qui presente e…”
“Oh,
no. Mi
permetta di interromperla ma non lo ritengo affatto necessario. Il
signor Lupin
mi ha raccontato tutto l’accaduto, giusto l’altro
giorno...” disse con
disinvoltura.
“Remus
è
stato qui? Quando?”
“Oh,
due
giorni fa. Aveva bisogno di stare alla stamberga,
sai…”
Regulus
aggrottò la fronte.
“Ah,
giusto…
Beh professore, dato che sa già tutto… Che cosa
ha intenzione di fare?” disse
Sirius, cercando di cambiare discorso. Aveva visto
l’espressione di suo
fratello.
“Domanda
opportuna, ma non deve rivolgerla a me. Giusto signor Black?”
i suoi occhi
luccicarono di divertimento per un attimo e subito dopo rivolse a
Regulus con
il suo sguardo penetrante.
“Giusto
signore. Sono rammaricato per tutti i problemi che le ho causato in
passato,
adesso ho capito, mi creda. Ho capito da che parte stare.”
“Si,
le
credo. Mi fido di lei adesso signor Black e proprio per questo ritengo
opportuno che lei debba unirsi alla causa. Siamo dalla stessa parte
adesso,
no?”
“Senz’altro,
signore. Ma purtroppo io ho degli affari da sbrigare per conto mio e
poi non
credo di poter essere utile alla causa nel modo che lei
intende”. Silente lo
scrutava dietro gli occhiali a mezzaluna, con un sorrisetto che era
tutto dire “Inoltre
non credo che potrò esserle d’aiuto, non so chi
sia colui che cercate, il
signore oscuro non ci ha menzionato il suo nome e non
l’abbiamo mai visto,
purtroppo...”
“Oh,
di
questo ne sono ahimè consapevole… Oltre a lei, un
altro mangiamorte si è
convertito e mi ha passato delle preziose informazioni, ma non posso
dirvi chi
è. Purtroppo nemmeno a lui è stato rivelato il
nome dell’impostore…”
“Signore,
perché non può dirci chi è?”
disse Sirius, sentendosi offeso.
“Lo
riterrei
pericoloso. Vedi, Sirius, sta agendo in segreto per
l’Ordine.”
“Ma…
un
attimo! Chi potrebbe mai convertirsi e rischiare così tanto
per l’Ordine? Beh,
si, Regulus l’ha fatto ma è stato quasi
costretto… l’ha fatto per salvarmi.”
Silente rise
e ancora una volta un luccichio illuminò i suoi vivaci occhi
azzurri appostati
dietro gli occhiali a mezzaluna. Annuì in direzione di
Sirius.
“Sei
un uomo
molto intelligente, Sirius. C’è un buon motivo
dietro questa conversione, hai
ragione. In fondo lo stesso motivo che ha spinto Regulus nella
direzione giusta.
”
“Cioè?”
“Di
questo
ne parleremo un’altra volta…Adesso devo purtroppo
darti delle cattive notizie…”
Sirius si
alzò di scatto “James? Lily? Harry? Stanno
bene?”
“Si
Sirius,
i Potter stanno bene, ma ahimè, sono in grave pericolo.
Questa spia che lavora
per me mi ha riferito che il signore Oscuro è a conoscenza
della profezia
riguardo all’unico in grado di sconfiggere l’Oscuro
signore…”
Sirius
assunse un espressione triste e dura allo stesso tempo, non
parlò.
“Tu
ne sei a conoscenza Sirius, il signor
Regulus no, immagino.
In breve,
come ho già detto, c’è una profezia che
parla appunto dell’unico in grado di
sconfiggere l’Oscuro Signore. Si tratta di un bambino, nato
all’estinguersi del
settimo mese…”
“Harry…”
disse in un sussurro Sirius, terrorizzato. “Per questo lei
non ci permette di
vedere i Potter? Sapeva quasi con certezza che Voldemort ne fosse a
conoscenza,
no??”
“Esatto…
Non
è certo una notizia che va sbandierata e dobbiamo fare di
tutto pur di non
destare sospetti a Godric’s Hollow. Tantissimi mangiamorte
sono di pattuglia
ultimamente e conoscono ogni membro dell’Ordine, se vedessero
qualcuno di noi
da quelle parti regolarmente, capirebbero subito che è
lì che si nascondono!
Stiamo proteggendo anche i Paciock ma sembra che Voldemort abbia preso
di mira
Harry, anche se è pronto a colpire entrambi. Abbiamo
tuttavia un punto a
favore. Il signore oscuro non sa dove si nascondono le due famiglie,
non ancora
almeno, e non sa nemmeno che noi siamo a conoscenza dei suoi
piani… Ma suppongo
che abbiamo poco tempo comunque per agire”
“Di
questo
voleva parlarci alla riunione di venerdì, signore?”
“Oh
Sirius,
certo che no! E’ rischioso…”
“Esatto,
signor Regulus. Vorrebbe venire alla riunione di venerdì e
osservare per me i
membri? Non mi guardi così, muteremo il suo aspetto! Lei
deve solo tenerli
sotto stretto controllo da ora in poi, e designare delle persone che
secondo
lei potrebbero essere sospettabili. Conosce i membri
dell’Ordine, vero?”
“Si,
signore,
ma potrei sbagliarmi.”
“Confido
nel
suo intuito, signor Black. Sono sicuro che capirà di chi si
tratta. Quando lo
avrà fatto, venga da me. Adesso potete andare. Ci vediamo
presto!”
Regulus
pensò a lungo alle parole del suo ex preside.
Durante il
tragitto verso casa di Mary, mentre era già a letto e
durante la colazione, il
pranzo e la cena del giorno dopo. Come faceva Silente a sapere che
qualcosa lo
tormentava e mancavano pochi pezzi del puzzle per arrivare alla
conclusione?
Ovviamente non lo aveva rivelato a Sirius, i suoi erano solo dei
sospetti e non
voleva allarmarlo o portarlo verso una pista sbagliata.
Continuò a pensare
tutto il giorno ad un fatto, di qualche settimana prima.
*FLASHBACK*
Malfoy
Manor. Notte fonda. Non
riusciva a chiudere occhio. La notte il suo istinto si faceva
più prepotente,
le sue idee radicate da tempo nella sua mente si facevano
più lontane, la
notte. Aveva sbagliato tutto, ma adesso non sapeva come uscirne. Si
girava e
rigirava tra le coperte; quella
notte
Morfeo aveva deciso di non avvolgerlo tra le sue braccia.
Improvvisamente
udì dei passi
strascicati da una stanza non lontana dalla sua. Sentì il
cigolio di una
finestra che si apriva. Probabilmente lo udì
perché si affacciava proprio sul
prato da cui si affacciava la sua di finestra. Si udì un
tonfo. Qualcuno era
caduto dalla finestra e aveva imprecato sottovoce.
Regulus
sghignazzò, sperava fosse
caduto Lucius, poi tacque.
“Codaliscia,
non combinare altri
disastri… Sparisci adesso.”
“Si,
mio signore.”
Codaliscia.
Codaliscia.
Codaliscia.
Aveva
già sentito quel nome, ma dove?
E quella voce. No, pensandoci quella voce proprio non la conosceva.
Come
poteva? Era tra l’altro ridotta ad un sussurro ma…
Codaliscia.
Gli
ricordava qualcosa. Continuava a
ripetersi quel nome a mente cercando di ricordare.
Nel
frattempo si era alzato presto
dal letto per affacciarsi dalla finestra, stando attento a non farsi
vedere,
nascondendosi dietro il drappo verde che pendeva dalla sua tenda. Ma
dalla
finestra non scorse altro che un ratto, che correva per il giardino e
si
dirigeva verso il cancello.
Un
normalissimo ratto, solo un ratto.
Nessun uomo. Tutte le luci erano spente a Malfoy Manor. Aveva molto
sonno,
adesso che era in piedi se ne era improvvisamente reso conto.
Probabilmente
aveva sognato tutto,
si. Ma quel nome…