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Autore: nefastia    01/05/2014    11 recensioni
Harry aveva capito tutto fin dalla prima volta che Hermione aveva chiamato per nome Draco Malfoy, per loro Malfoy o Malferret, per tacere delle centinaia di appellativi e nomignoli poco cortesi. Mai, assolutamente mai, Draco.
Quindi quando a Hermione, in un attimo di distrazione usci dalle labbra quel nome, Harry capì al volo.
«Herm, scusa se mi intrometto, c’è qualcosa tra te e Malfoy?»
«Non … non direi che ci sia qualcosa … non proprio.»
«Vorrei … mi piacerebbe – le parole non sono mai state la specialità di Harry – Insomma, non voglio impicciarmi in cose che non mi riguardano, ma … Malfoy non è pericoloso, non più come prima, almeno. Sappiamo che la sua famiglia ha seguito la corrente, come al solito e tra qualche mese giureranno di non aver mai conosciuto Voldemort. Non può torturarti e ucciderti, forse, ma penso che sia lo stesso pericoloso per te. In un altro modo.»
«Che vuoi dire?»
«Hermione, lui è un egoista. Tu la persona più generosa e altruista che conosca. Non c’è molto da dire, basta fare due più due. Si approfitterà di te in modo vergognoso.»
«È probabile, in effetti. Sai, Harry, sapere di dover morire non è un buon motivo per suicidarsi. Lui adesso mi fa felice»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Harry Potter, Lucius Malfoy, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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34- Magicland

 

Nessuno dei figli di Hermione dimenticherà mai la prima visita alla Tana.

Hermione aveva mandato un gufo a Harry e a Molly, annunciando la propria visita a  entrambi. Harry le aveva risposto, sorpreso che lei si trovasse a Londra, che la aspettavano tutti alla Tana per pranzo e che sì, poteva portare il Furetto e DOVEVA portare i bambini.

Al limitare del giardino la prima sconvolgente sorpresa.

«Ma come si regge?» chiede Eltanin guardando a bocca aperta la strabiliante costruzione.

«Beh, non è tanto semplice da spiegare. Sostanzialmente la tiene su la magia», spiega Draco. «Mi domando se Arthur e Molly abbiano considerato che alla loro morte potrebbe crollare tutto.»

«Sono sicura di sì», risponde Hermione tranquilla. «In fondo le protezioni del tuo castello non si sgretolano alla morte di ogni vecchio Malfoy.»

«Quella è magia molto antica e non credo che i rossi possano…»

«Qualcuno dovrà pur averla iniziata, ti pare?»

«In effetti… Regulus! Lascia stare quel nano se non vuoi che ti morda!»

Hermione ride, Regulus, o Rodrigo, che dir si voglia, non si gira nemmeno.

«Ti sti allenando a chiamarlo con il nome che ti piace di più?» domanda Hermione. Draco risponde con un sorriso da ragazzino pestifero.

«Come l’hai chiamato? Ah, la faccenda dei nomi inglesi», dice Eltanin.

«Regulus era il nome di un mio zio, uno in gamba», le fa sapere Draco.

«Stai dicendo che mamma ci ha messo i nomi dei tuoi parenti?»

«Stai dicendo che non sai da cosa viene il tuo nome?»

Eltanin stringe gli occhi e guarda diffidente ora uno ora l’altro genitore. Prende una posa di sfida, con le braccia incrociate sul petto e si accinge a scoprire uno degli, evidentemente infiniti, misteri della sua famiglia. O quello che è.

«E da che verrebbe il mio nome?»

Draco si china accanto a lei e la guarda negli occhi.

«Draco, il mio nome, è anche il nome latino della costellazione del Dragone, o del serpente.»

«Mai sentita nominare.» Brusca e diffidente. Tutta la mamma.

«Non è visibile nell’emisfero australe, è molto grande, è visibile in tutto il nord, ed Eltanin è la stella più brillante della sua testa. È chiamata anche “l’occhio del Drago”. Questo sei tu, la luce dei miei occhi.»

Lei spalanca gli occhi e la bocca, le labbra le tremano  e si getta tra le braccia di Draco.

«Papà!» Troppo sentimentale. Tutta la mamma.

«Amore mio, ti voglio bene.»

«Anch’io.»

«Allora fammi un sorriso.»

Lei sorride, un po’ incerta. Meravigliosa, come la mamma.

«Papà, siamo sicuri di questo posto?» dice gettando un’occhiata inquieta alla casa.

«Tranquilla. Loro sono stati un po’ la seconda famiglia di mamma, le vogliono molto bene e lei tiene a loro. Amano un po’ meno me, ma spero che mi accettino per amor suo.»

«Perché non ti amano?»

«Perché non sono mai stato amabile verso di loro. È colpa mia.»

«Ma com’è possibile?» altri misteri.

«Avremo tempo di raccontarci tutto. Non mi sono comportato bene, da ragazzo. Adesso fidati di mamma. E sbrighiamoci, stanno aspettando noi per bussare.»

Draco getta un’occhiata a Hermione che scalpita davanti alla porta d’ingresso della Tana, guardando verso di loro.

Il secondo shock sono le grida di quella signora grassa: ha lanciato in aria le braccia, ha urlato “HERMIONEPICCOLAMIA!!!” e poi ha stretto mamma così forte che Rodrigo dopo un po’ è andato lì e ha cercato di separarle, con il risultato di attirare l’attenzione di quella draghessa che l’ha preso in braccio, baciato, sempre strillando, e bagnato tutto di lacrime e chissà che altro.

Non appena a terra si è ripulito la faccia lanciando occhiate offese alla donna.

Remedios, vista l’esperienza del fratello, si defila saggiamente, nascondendosi dietro alle gambe di Draco.

La casa dentro è ancora più strana: a parte le pentole che si girano da sole, gli oggetti strampalati, tra cui un orologio con una quantità inverosimile di lancette, sembra davvero impossibile che quella casa possa contenere una tale quantità di persone. Tutti si avvicinano, abbracciano mamma, stringono la mano a papà, quasi tutti, gridano, piangono, ridono, chiacchierano tutti insieme. Alla fine i piccoli Granger si siedono su un vecchio divano e guardano tutto come se fosse uno spettacolo, tentando di sembrare disinvolti e domandandosi quante stranezze ancora riserverà loro il mondo magico. Per una miracolosa mezz’ora riescono a far dimenticare la loro presenza mentre gli adulti fanno un baccano indicibile.

Poi arrivano gli altri.

Così si scopre che quelli erano i signori Weasley, Molly e Arthur, e solo tre dei loro sei figli (pare che ce ne fosse anche un settimo, nominato più volte ma mai visto), le loro fidanzate o mogli, che, aggiunti a mamma e papà, facevano ben dieci persone in una sola stanza. I nuovi arrivati sono altri figli sposati e con prole dei Weasley: Bill, con la moglie Fleur e le bambine, Victoria e Dominique, George e Angelina, con i loro gemelli dell’età di Remedios e Rodrigo, e Ginevra, con il marito Harry e i figli James e Albus. Eltanin si ricorda di aver già conosciuto Harry e Ginevra, sono venuti a Salvador a trovarli, anni prima, invece non si ricorda di Ron, anche lui dice di essere stato a casa loro ma lei non si ricorda proprio. Di sicuro non c’è andato con la sua moglie sfregiata, di lei si sarebbe ricordata sicuramemente. E siamo a diciotto.

Arriva anche Andromeda, che pare sia la zia di papà, con il suo nipotino Teddy, tre anni più di Eltanin. Viene fuori anche che il nome inglese di Remedios, Ninfadora (“Dora”, corregge inutilmente Draco), è quello della figlia morta di Andromeda e questa cosa la fa piangere parecchio.

Come faranno a pranzare tutti insieme?

A conti fatti, di brutto c’è che questo battesimo inglese, per i bambini di Hermione e Draco, è stato piuttosto sconvolgente.

Di bello c’è che dopo un paio d’ore avevano fatto amicizia con i piccoli Weasley, i Potter e Teddy, pur senza riuscire a ricordare i nomi di tutti e meno che mai ad attribuire a ciascuno i genitori giusti, e incominciavano a trovare divertente quella famiglia, gli scherzi di George, poi, li hanno definitivamente conquistati.

Di strano c’è che non sono riusciti a capire come hanno fatto a mangiare tutti a tavola quando sembrava del tutto impossibile, date le dimensioni della tavola e il numero delle persone. Erano un milione e tutti stavano comodi.

Di buono c’è il pranzo di mamma Molly. Nessuno di loro aveva mai mangiato così tanto né così bene. Alla fine, anche se hanno in testa una gran confusione, riguardo ai nomi e alle parentele, promettono di tornare con grande entusiasmo.

Come al solito, la sera, a letto, Hermione e Draco fanno il bilancio della giornata.

«È  andata bene, no?» dice Hermione, piuttosto assonnata.

«Più che bene. È andata a meraviglia.»

«Dì la verità, l’hai fatto apposta a domandare proprio a Molly di una baby-sitter fidata, lo sapevi che si sarebbe offerta.»

«Un po’ ci contavo. Tu non ti saresti fidata di nessuno.»

«Potremmo sempre portarli con noi», propone Hermione tutt’altro che convinta.

«No, Herm, facciamo le cose con calma. Sai che incontreremo molti esponenti della società purosangue, se a qualcuno venisse in mente di essere un po’ sgarbato preferisco che i piccoli non siano presenti. Un po’ alla volta, va bene?»

«Che ti capita, Furetto? Ti preoccupi per loro?»

«Sono il padre, Hermione, che altro dovrei fare?»

«Hai ragione.» Un attimo di silenzio. «Se qualcuno fosse sgarbato io saprei difendermi, ma loro no.» Hermione rabbrividisce leggermente. È quello che teme più di ogni altra cosa, l’unica cosa peggiore sarebbe che ad essere sgarbato sia il loro padre.

Di nuovo apprezza lo sforzo di Draco per proteggere i figli e per non imporre il proprio mondo, le proprie abitudini, il suo essere un privilegiato appartenente alla classe più elevata del mondo magico. L’ha visto anche mentre facevano gli acquisti: i suoi occhi erano attratti dai negozi più esclusivi, dagli abiti più eleganti e costosi ma ha accettato di buon grado, non senza sforzo, però, di seguire il gusto dei piccoli e il senso pratico di Hermione.

A casa Weasley ha sopportato stoicamente le battute, non sempre di buon gusto e ha risposto in modo spiritoso. A un certo punto ha anche ammesso che  l’opinione che aveva un tempo nei confronti della famiglia Weasley era dovuta al punto di vista di suo padre, che era stato anche il suo per troppo tempo, e che adesso era cambiata, “come tutto il resto, nella sua vita”.

Sa anche che in realtà non è “cambiato tutto nella sua vita”, come dice lui. Lui non è cambiato. Sono cambiate le sue priorità, i suoi progetti, non lui. Lui è ancora quello per cui la correttezza è un optional, da sfoderare se conviene, ancora è disposto a percorrere ogni strada, lecita o meno, per ottenere quello che vuole, non accetterà rifiuti né rispetterà la volontà di altri che non siano Draco Malfoy. E ADESSO vuole loro.

Ci si può fidare di un serpente?

No. Solo sperare che i suoi interessi coincidano con i tuoi.

 

*****

 

Due giorni prima del matrimonio, Hermione ha conosciuto Myra, invitata a cena con il fidanzato nella casa, finalmente arredata, ed è stata d’accordo con Blaise: è una creatura deliziosa, molto innamorata di quello zingaro gabellato per purosangue.

Dopo le presentazioni, i bambini, che hanno mangiato prima, vengono accompagnati a letto da Mimi. Una cena con Zabini difficilmente sarà adatta ad orecchie innocenti.

Tra lei e Zabini, infatti, sono ricominciate alla svelta le battute e le prese in giro scherzose.

È cresciuto anche lui. È un uomo innamorato, attento verso la sua donna, sarà un buon padre, un giorno.

Glielo dice.

«Hai detto bene, un giorno. Non ho intenzione di fare come qualcuno che si è riprodotto in abbondanza prima ancora di decidere di fidanzarsi con madre dei suoi figli!»

«Blaise! Non essere antipatico», lo riprende Myra, poi le viene da ridere. «Come mai avete così tanti figli?»

«Semplice!» interviene Draco. «La mia signora ha il vizio di fare gemelli.»

«Beh, probabilmente nella sua famiglia ci sono gemelli. È una tendenza ereditaria.»

«Ci sono gemelli nella tua famiglia?»

«Mia nonna era parte di una coppia di gemelle e io avevo una gemella. È morta alla nascita, purtroppo.»

«Quindi abbiamo rischiato di avere DUE streghe secchione e insopportabili a Hogwarts?»

«Che stronzo che sei, Zabini!» lo gratifica Hermione.

«Te la sei cercata», rincara Myra. «Che dici, Hermione, ti andrebbe di essere una delle mie damigelle?»

«Sei molto gentile ma non ti devi preoccupare, ci conosciamo appena. E poi dubito che un abito da damigella possa ben figurare addosso a me!» risponde Hermione indicandosi la pancia con un sorriso.

«Beh, ho pensato che siccome Draco sarà il testimone...»

«Credo che me la caverò per una mezz’ora senza di lui.»

«Ne sei sicura?»

Zabini scoppia a ridere.

«Che hai da ridere?» chiede la sua fidanzata.

«Non si sono visti per quattro anni! E lei crede di cavarsela per una mezz’ora!»

«Oh… era una battuta.»

Ride anche lei, non del tutto convinta.

«Myra, non ti agitare», Hermione cerca di arginare l’ansia della sposa. «Andrà tutto benissimo.»

«Ah, non lo so. È il mio matrimonio, capisci? Non voglio che qualcuno lo ricordi come una brutta giornata, voglio che siano tutti felici. Mi sento responsabile.»

«Calma. Prenditi un infuso di valeriana prima di dormire e pensa positivo. Andrà tutto bene, credimi.

Uno dei più bei ricordi che io abbia è il matrimonio di Harry e Ginny. Lei era incinta e non faceva che vomitare, lui è stato chiamato durante la notte per un’emergenza, è arrivato all’ultimo momento, quando lei credeva già di essere stata abbandonata all’altare, non ha avuto nemmeno il tempo di fare una doccia quindi ha infilato lo smoking sopra le macchie di sangue e fumo. Aveva uno strano odore, i capelli bruciacchiati e quando Ginevra ha tentato di infilargli l’anello ha scoperto che la sua mano era così gonfia che non era proprio possibile. Il testimone di Harry si è ubriacato troppo presto ed è caduto con la faccia dentro la torta», conta sulle dita, «la figlia di Bill, che aveva due anni, si è mangiata uova di doxy ed è stata portata d’urgenza a San Mungo, il rospo di Neville è affogato nella sangria.»

Myra la guarda inorridita.

«Merlino! Sei una sadica perversa, come fai a dire che è uno dei ricordi più belli?»

«Lo è anche per loro e per tutti quelli che c’erano; ogni volta che ci si incontra ci facciamo quattro risate con il ricordo di quel giorno. Non c’è niente che possa rovinare la felicità di chi si ama. Non conta la perfezione degli abiti, o gli imprevisti che possono capitare. A meno che non muoia qualcuno, dopo poche settimane ogni incidente diventa un ricordo divertente. Oserei dire che un matrimonio senza imprevisti sarebbe noioso.»

«Io spero che il mio allora sia noioso!»

«Te lo auguro, se è questo che vuoi.»

 

*****

 

Lucius ritiene di essersela cavata piuttosto bene. In fondo Astoria gli ha portato il muso solo per due settimane e adesso è perfino tornata a fare sesso con lui. 

È probabile che abbia tentato di propinargli ancora qualche strana pozione. Per fortuna lui non assaggia più niente per primo e lei non ha potuto farci niente. Si è arresa.

E lui, ormai da parecchi giorni si gode il suo splendido corpo. È sempre stata una ragazza calda! Fare l’amore con lei è estremamente soddisfacente, senza contare la sua età. La freschezza della sua splendida pelle, le sue tette sode e il suo… Ehm.

È davvero una meraviglia.

Domani andranno insieme al matrimonio di Zabini, sarà la prima uscita ufficiale insieme. Sarà ben fiero di avere al fianco questa splendida fanciulla, avrà l’invidia di tutti i maschi della sua generazione.

Dopo una più che soddisfacente sessione di ottimo sesso, Astoria si solleva dal cuscino.

«Ti dispiacerebbe tanto se andassi a dormire in camera mia?»

«Come vuoi, cara. Ti do fastidio mentre dormi?»

«Tesoro, che dici? È solo che la pancia incomincia e diventare ingombrante e io mi giro parecchio, durante la notte. Mi indolenzisco facilmente e mi sveglio tante volte, soffro il caldo e devo cambiare posizione di frequente. Temo che ti terrei sveglio e poi un letto libero mi permette maggior libertà di movimento.»

«Ma certo, cara, vai pure. Capisco che il bambino sia diventato fastidioso, a questo punto. Dormi bene, amore! Oh, fa caldo, ti dispiace aprire la finestra?»

«Ma certo, tesoro.»

Astoria esce dalla stanza e corre in quella che un tempo era di Draco. Si spoglia a gran velocità, brucia nel camino camicia da notte e vestaglia e si fionda sotto la doccia, si lava accuratamente, ripassando per due volte il bagnoschiuma su tutto il corpo e la faccia e strofinando ogni centimetro di pelle. Infine, soddisfatta, indossa una nuova camicia da notte, si sdraia nel letto e si addormenta subito.

 

*****

 

Il giardino di Zabini Manor è splendido, quella mattina, enormi teli bianchi ombreggiano il luogo previsto per la cerimonia, i sessanta tavoli per il pranzo sono disseminati sul prato, ombreggiati anch’essi, disposti attorno a una pedana per il ballo.

Hermione, un po’ imbarazzata nel suo abito lungo, fin troppo elegante, getta in giro occhiate ansiose, al braccio di Draco, mentre lui se la ride delle sue preoccupazioni. In molti infatti li fermano, fanno loro gli auguri, salutano Hermione esprimendo felicità per la sua decisione di tornare a Londra e la speranza che questa sia definitiva, ponendo domande indiscrete sulle loro intenzioni matrimoniali.

Draco risponde a questo tipo di domande sereno e compiaciuto, senza dare alcuna data ma ribadendo l’intenzione.

«Li hai pagati?» domanda Hermione sottovoce.

«No. Credo siano sinceri. Sei un personaggio amato e ammirato.»

«Ma va’!» borbotta lei. «Piuttosto, non doveva esserci anche Harry?»

«Certo, come si fa a trovarsi tra tutta questa gente? Lo vedrai dopo, quando tutti si sistemeranno, spero.»

Hermione è piuttosto tesa. Aveva immaginato che nessuno avrebbe fatto caso a lei, invece sta attirando fin troppe attenzioni, per i suoi gusti.

Al contrario Draco gongola. Sta andando tutto secondo i suoi piani. Sapeva benissimo che la presenza dei maggiori esponenti dell’aristocrazia e della politica del mondo magico avrebbero trasformato questo matrimonio in una perfetta vetrina, in cui presentare al mondo la futura lady Malfoy. È la loro prima uscita pubblica, che lei l’abbia capito o no.

Il matrimonio di Zabini prevede oltre quattrocento invitati, quindi Draco immagina non sia un caso imbattersi, poco prima dell’inizio della cerimonia, nella sua fresca matrigna, che lo avvicina con un gran sorriso e saluta gentilmente Hermione.

«Mi presenti la tua fidanzata?» Poi, rivolta a lei. «Sono certa che non mi porti rancore, i grifondoro non lo fanno, vero? Ti dirò, nemmeno io ho sentimenti negativi verso di te. Dopotutto, ormai siamo quasi parenti!» conclude con un sorriso smagliante.

È allegra, elegantissima, con un abito mai visto (che strano, vero?) grigio chiarissimo (il bianco è vietato ai matrimoni) di splendida seta e dal taglio sapiente, che valorizza il seno e scivola morbido slanciando la figura. Hermione si meraviglia di nuovo per la sua bellezza spudorata e si chiede se davvero Draco non sia mai stato attratto da lei. Le pare impossibile, probabilmente lo diceva solo per farle piacere.

Draco getta un’occhiata a Hermione, per essere sicuro che non ci siano problemi. Lei risponde con il più rassicurante dei sorrisi.

«Tesoro, lei è Astoria, la moglie di mio padre e futura madre di mia sorella.» Si rende conto immediatamente di aver fatto una gaffe e si guarda intorno preoccupato. «Scusa, non ci pensavo.»

Astoria scoppia a ridere.

«Dovevo immaginarlo che per lei non hai segreti. Ah, l’amour!» scherza tendendo una mano a Hermione. «Sono felice per voi. Questa è una fortuna davvero rara dalle nostre parti.» La squadra attentamente, dalla testa ai piedi, con curiosità, senza lasciarle la mano. «Draco diceva sul serio, sei incinta anche tu! E di quanto? Ma non avete già dei figli? Che bello! Avremo i bambini insieme, saranno…» ci pensa per un po’ e fa una smorfia. «Ehhh, zia e nipote!»

Hermione, travolta da quel diluvio di parole, non ha ancora aperto bocca. Approfitta di una breve pausa per pronunciare poche parole.

«Non credo che a loro importerà molto il rapporto di parentela, se mai si conosceranno.»

«Ma certo che si conosceranno, che sciocchezze! Siamo parenti. E credo anche che andremo d’accordo, io e te.

Sarò sincera, continuo a non capire la preferenza di Draco nei tuoi confronti ma devo supporre che il sentimento spieghi tutto. In ogni caso ormai i giochi sono fatti e sai che ti dico? Mi va bene così, non mi è mai piaciuto tanto il tuo… quello che è.» L’ha presa sottobraccio, lasciando indietro Draco si avvia verso il gazebo. «Levami una curiosità, ma con te, come se la cava con il sesso? Perché con me, le poche volte che mi ha degnato, è stato un disastro. Mi è toccato fare finta. Capirai! Poi la gente si domanda perché sono andata con Lucius. Beh, te lo dico: con lui è tutta un’altra storia! Lui è magnifico! È esperto, ha passione, si vede che il sesso gli piace davvero. Fare l’amore con lui è un’esperienza meravigliosa, ogni donna dovrebbe provarlo!»

«Ahem…» Draco, decisamente imbarazzato dai discorsi di Astoria, cerca di attirare la sua attenzione. «A proposito di Lucius, non lo vedo. Si è fermato a parlare con qualcuno?»

«Oh, no», faccia di circostanza. «Povero Lucius, non sai cosa gli è capitato! È stato punto dalle zanzare, tantissime, anche sulla faccia, colpa della finestra aperta, penso. È tutto gonfio e rosso e…» fa una faccia tra lo schifato e il pietoso, «…pieno di bozzi orribili. Il prurito non lo lascia vivere ma la cosa peggiore è il suo aspetto. Lo sai quanto è vanitoso, no? Ha preferito non venire.»

Draco si blocca, a bocca aperta. Hermione lascia scorrere lo sguardo dall’uno all’altra senza capire.

Draco piega la testa di lato e lancia uno sguardo di rimprovero alla sua matrigna.

«Astoria…»

«Mmm?» Draco continua a guardarla senza parlare, alla fine lei si innervosisce. «Che c’è! Adesso devo prendermi la colpa anche per le zanzare che volano d’estate? L’avevo detto a Lucius che il laghetto era troppo vicino alla casa!» Draco continua a tacere e a guardarla con intenzione. «Insomma! Se anche avessi fatto qualcosa, e non sto dicendo che l’ho fatta, sarebbe mio diritto, ti pare?»

«Che gli hai fatto?»

«IO niente, sono state le zanzare.»

«Lasciami indovinare: ieri sera avete fatto sesso, poi tu sei andata a dormire in un’altra stanza e ti sei lavata molto, molto bene.»

Lei scoppia a ridere.

«Davvero, sembravi meno sveglio. Hermione, a te non sembrava meno sveglio? Credi che facesse il tonto solo con suo padre? Perché Lucius ha davvero una misera opinione di suo figlio.»

«Lo immagino», risponde Draco, torvo.

«Beh, godiamoci la festa, il povero Lucius starà meglio domani, in fondo non è nulla di grave.»

«Astoria lo sai che lui è un mago esperto, vero? Io credo che starà meglio molto prima di domani.»

«Credi?» Astoria si incupisce per un istante. «Oh, beh, meglio per lui!»

 

 

 

 

 

 

 

Magicland: è una raccolta di racconti fantastici di vari autori.

 

 

 

   
 
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