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Autore: Amantide    01/05/2014    2 recensioni
Una rivisitazione del ballo del Ceppo e di quello che è successo da quella sera in poi!
Dal testo:
"C’era una sola cosa di cui Ronald Weasley era assolutamente certo: mai e poi mai avrebbe ballato! Eppure, anche se in futuro avrebbe fatto di tutto per negarlo, la sera della vigilia di Natale del suo quarto anno a Hogwarts era proprio lì, nel bel mezzo della Sala Grande addobbata per l’occasione."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Angolo dell'autrice: Cari lettori, volevo ringraziare tutti voi che state leggendo questa storia, é veramente bello ricevere i vostri commenti e sapere cosa pensate dei capitoli o cosa sperate che succeda... in alcuni casi mi siete addirittura di ispirazione. Sono felice di scrivere perchè so che c'è qualcuno felice di leggere. Non abbiate paura di lasciare commenti perchè io sono entusiasta di leggerli e per questo ringrazio tutti coloro che l'hanno già fatto! A presto.






 
4-  Destinazione Hogwarts





La stazione di King’s cross era affollata come al solito e attraversare la barriera che portava al binario 9 e ¾ senza dare nell’occhio non fu per niente semplice.
“Muovetevi ragazzi!” Gridò Molly ai gemelli che zigzagavano tra i babbani come fossero dei birilli. Alle loro spalle Ginny e Hermione camminavano a passo svelto chiacchierando allegramente. Poco più indietro Harry e Ron chiudevano la coda spingendo i carrelli traboccanti di bagagli con aria svogliata.
“Avanti ragazzi… non state mica andando al patibolo!” Osservò la signora Weasley notando lo scarso entusiasmo dei ragazzi che più che studenti sembravano due condannati a morte.
A quelle parole Harry si sforzò di sorridere mentre Ron non si prese neanche la briga di provarci.
“Belle vacanze del cavolo!” Brontolò Ron non appena la madre tornò a dargli le spalle.
“Già!” Convenne Harry che continuava a guardarsi intorno sperando di veder apparire un grosso cane nero che trotterellava tra la folla.
“Mi dispiace Harry… per Sirius intendo… so che ci tenevi a vederlo.” Disse Ron comprensivo.
“Non preoccuparti troppo per me Ron… se c’è uno di noi due che ha qualcosa che non va non sono certo io…”
“Cosa vorresti dire?” Domandò Ron sconcertato schivando un bambino col carrello.
“Ancora fingi che sia tutto a posto?” Chiese Harry esasperato.
“Si!” Butto lì Ron incapace di trovare una risposta migliore.
“Ha ragione Hermione… sei incorreggibile!” Borbottò Harry prendendo la rincorsa per attraversare la barriera.
“Già… Hermione…” Mormorò Ron tra sé e sé ignorando la madre che si sbracciava indicando visibilmente l’orologio per fargli notare che erano in ritardo.
Ron fece un ampio sospiro e poi prese a correre verso il muro di mattoni. Ancora una volta il binario 9 e ¾ gli si palesò davanti avvolto da una nube di fumo e dagli schiamazzi degli studenti.
“Appena in tempo!” Esclamò la signora Weasley spingendo il figlio più piccolo verso la carrozza più vicina. “Fate buon viaggio e ricordatevi di rispondere alle mie lettere!” Strillò Molly cercando di sovrastare il fischio della locomotiva che annunciava l’imminente partenza.
Cinque minuti più tardi l’espresso per Hogwarts aveva già lasciato la città e attraversava a gran velocità la rigogliosa campagna londinese.
“Fred…” Disse George con un ghigno affacciandosi alla porta dello scompartimento.
“Si George?”
“Due carrozze più in là c’è uno scompartimento che pullula di marmocchi del primo anno!” Annunciò sfregandosi i palmi delle mani con l’aria di chi sta tramando qualcosa.
“Stai pensando quello che penso io?” Domandò Fred che sembrava aver colto al volo le intenzioni del fratello.
“Ma è ovvio!” Esclamò quello quasi offeso. “Siamo gemelli o cosa?” Aggiunse sarcastico.
“Signore, signori, io e George dobbiamo parlare di affari! Vi auguro un buon viaggio!” E con quelle parole Fred lasciò lo scompartimento per raggiungere il gemello.
 “Che cosa pensano di fare quei due di preciso a quei poveri ragazzini?” Domandò Hermione con tono di rimprovero.
“Qualche scherzo presumo!” Disse Ron ridacchiando insieme ad Harry e Ginny.
“Ma è assurdo! Non possono comportarsi così… qualcuno dovrebbe impedirglielo… dove sono i Prefetti!” Esclamò Hermione che cominciava a spazientirsi.
“Miseriaccia Hermione… perché non ti fai due risate una volta tanto?!” La rimproverò Ron.
“Cosa vorresti dire con questa frase Ronald? Pensi che io sia solo una secchiona e che non mi sappia divertire?” Domandò Hermione visibilmente irritata.
“Perché non ti dai una calmata razza d’isterica!” Ringhiò Ron stupito da quella reazione. “Non ho detto che sei una secchiona… e nemmeno che non ti sai divertire!”
“Vorrei ben vedere! Perché fino a prova contraria non sono io quella che al ballo del Ceppo ha passato la serata peggiore della sua vita!” Urlò Hermione diventando paonazza. Ron rimase completamente stordito da quella frase, continuava ad aprire e chiudere la bocca incapace di proferire parola mentre Harry e Ginny erano terribilmente imbarazzati dalla situazione e se avessero potuto si sarebbero smaterializzati volentieri.
“Finitela di bisticciare come una coppietta voi due!” Intervenne Ginny cercando di sdrammatizzare.
“Una coppietta?” Ginny ma come ti vengono in mente certe cose?” Esclamò Hermione che sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Esasperata da quella conversazione, la ragazza abbandonò lo scompartimento mentre le prime lacrime iniziavano a rigarle il viso senza che lei potesse fermarle.
“E adesso che cavolo le prende?” Domandò Ron cercando invano una spiegazione da Harry e Ginny che erano ammutoliti di botto.
“La conosci Ron… ogni tanto le capita di avere queste reazioni, le passerà vedrai.” Fu l’unica frase che Harry riuscì a pronunciare.
Per un attimo Ron fu sul punto di ribattere, ma poi preferì abbandonare la conversazione limitandosi a sbuffare. Non era certo la prima volta che Hermione scoppiava a piangere a causa sua.
Fuori, le prime gocce di pioggia cominciavano a disegnare un fitto reticolo d’acqua sul finestrino mentre in lontananza una serie di lampi illuminava il cielo oscurato dalle nubi. Da qualche parte, là dove probabilmente incombeva già la tempesta, Hogwarts era pronta a riaccoglierli, e una volta dentro quelle mura Ron sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto fare i conti con quanto era accaduto al ballo.
“Vado a cercare Hermione… è un po’ che non si fa viva.” Annunciò Harry dopo una ventina di minuti uscendo dallo scompartimento.
“Si può sapere che ti prende?” Domandò Ginny appena Harry fu abbastanza lontano da non sentire.
“Che mi prende?” Esclamò Ron rosso in volto. “Hai deciso di farmi fare la figura dell’idiota forse? È così che pensi di aiutarmi?”
“Senti, ti avevo espressamente chiesto di non dire nulla di stupido… e come al solito non mi sembra che tu ti sia applicato più di tanto!” Sbraitò Ginny inviperita.
“Perché? Che cosa avrei detto? Si può sapere?”
“Le hai detto che deve farsi una risata ogni tanto! E questo equivale a dire che ai tuoi occhi lei è una persona noiosa e petulante!” Cercò di spiegare Ginny con pazienza.
“Ma io non volevo dire nulla di tutto questo… e poi mi conosce… sa benissimo che non è così che la penso, anche se sono convinto che qualche distrazione dallo studio possa farle solo bene.” Si giustificò Ron mentre Ginny lo fissava con aria di rimprovero.
“Beh senti, sai cosa ti dico? Fatti suoi se non si vuole divertire, non sarò certo io a farle cambiare idea!” Esclamò Ron abbandonando ogni speranza.
“Ma bravo Ron!” Disse Ginny sarcastica. “ Ancora una volta hai fatto un ragionamento sensato per poi arrivare alla conclusione sbagliata!” Lo canzonò la sorella.
“Miseriaccia! Mi farete impazzire voi ragazze! Quale ragionamento? Quale conclusione?” Domandò Ron stremato da quella conversazione.
“Hermione ha bisogno di divertirsi Ron! L’hai appena detto anche tu! Ha bisogno di chiudere i libri ogni tanto e di farsi una risata, ha bisogno di qualcuno che la faccia distrarre un po’! Possibile che non ci arrivi?”
“Beh si esatto, Hermione ha bisogno di tutto questo, ma non vedo cosa posso fare io per… aspetta un momento, mi stai dicendo che dovrei essere io a distrarla?” Domandò timidamente il ragazzo.
Ginny alzò gli occhi al cielo e si limitò ad annuire.
“Alla fine l’hai capito!” Esclamò Ginny sorridendo. “Pensa che se solo mamma ti avesse fatto un po’ più sveglio a quest’ora avresti ancora la tua Tornado!” Aggiunse ghignando. “Non avevi certo bisogno di me per capire cosa dovevi fare. Come vedi… alla fine ci sei arrivato da solo.”
Un attimo dopo il treno si fermò improvvisamente e Ron e Ginny si accorsero solo in quel momento che fuori aveva preso a nevicare abbondantemente. I due si avvicinarono al finestrino per osservare meglio la situazione. Fuori, i campi erano completamente imbiancati e il cielo non prometteva nessun miglioramento.
“Bufera di neve in arrivo!” Esclamarono i gemelli all’unisono rientrando nello scompartimento. “A quanto pare siamo bloccati qui.” Disse George che non sembrava minimamente dispiaciuto dell’imprevisto metereologico.
“Bloccati?” Chiese Ron che non sembrava aver afferrato il nocciolo della questione.
“Bloccati, sinonimo di fermi, sbarrati, interrotti, il treno non può più proseguire la sua corsa Ron!” Disse Fred mentre George rideva divertito.
“Miseriaccia, lo so che vuol dire!” Esclamò Ron irritato dal fratello.
“E adesso?” Domandò Ginny preoccupata.
“E adesso è arrivato il momento di divertirci un po’.” Annunciò George facendo l’occhiolino al gemello. Ron fissò i fratelli confuso, qualunque cosa avessero in mente quei due non prometteva certo nulla di buono.
  
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