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Autore: itspaola    02/05/2014    10 recensioni
"Chiusi gli occhi e mi diedi un pizzicotto sul braccio, ma mi provocò solo grande dolore perché quando riaprii gli occhi era tutto come avevo lasciato. Lo specchio enorme, il letto matrimoniale e la distesa d’acqua.
Mi guardai allo specchio e mi sorpresi del mio taglio di capelli, del mio corpo esile.
Mi spaventai leggermente."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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20. Niall’s past.
 


Niall.


Avevo, sì e no, undici anni. Abitavo nella mia vecchia casa a Dublino. Purtroppo avevo perso mia madre, a causa di un incidente stradale –diceva mio padre, quel co….niglio di mio padre- ma io sapevo che non era affatto vero. Quella sera ero rimasto a casa a guardare la tv con mio padre, nella mia piccola stanzetta. Ad un tratto si alzò – non vedevo mia madre dalla mattina, a causa del lavoro – e uscì dalla mia stanza. Era parecchio strano.
«Papà?!» domandai confuso. Poi un esulto proveniente dalla televisione mi fece dimenticare l’espressione di mio padre. La puntata del mio cartone animato preferito era finita, ma mio padre non era ancora tornato da me. Così uscii dalla camera e andai a cercarlo, sussurrando un ‘papà’ che quasi arrivava a non sentirsi. A undici anni avevo ancora paura del buio e del silenzio, e quel corridoio era buio e silenzioso.
Mi avvicinai pian piano allo spiraglio di luce che proveniva dalla camera dei miei.
«Papà?» continuavo a chiamare. Nessuna risposta. Così sbirciai e.. in quel momento avrei tanto preferito stare nella mia cameretta a giocare con le miniature dei power rangers, quello rosso mi piaceva tanto. Le gambe tremavano e sarei caduto se solo non mi fossi tenuto allo stipite della porta.
Era stato lui, con le sue stesse mani, l’avevo visto quella sera soffocare mia madre. Ho ancora i ricordi vividi nella mia mente. Brutto mostro, come ha potuto uccidere sua moglie? Io ero sicuro che lui l’amasse tanto e il sentimento era ricambiato. Quando poi diventai più grande capii che quella sera mio padre era ubriaco, parecchio ubriaco – ma non lo giustificava, non si può giustificare un atto così meschino – Lui, però, non sapeva di questa mia conoscenza. Quando ho provato a rinfacciargli l’accaduto iniziò a picchiarmi.
«Non ti azzardare a dire in giro quello che è successo!»
«Se no?» chiesi ingenuo.
«Se no ti finisce male!»
Così iniziò a rinchiudermi in casa e spesso mi lasciava senza pranzo o senza cena.
Io cosa potevo fare? Avevo appena dodici anni, non potevo scappare, non potevo fare nulla. Non avevo qualcuno con cui parlare. E così mi sottomettevo a lui, che continuava a picchiarmi anche se non spiccicavo parola. Lui si sfogava semplicemente sul mio corpo e con il mio corpo. Ogni volta che la sua mano colpiva la mia piccola guancia il calore si impossessava del mio corpo, la guancia diventava di un rosso acceso - in contrasto con la mia pelle bianca – e piangevo in silenzio. Le sue mani erano lame per me, le ferite non solo erano fisiche, ma pure psicologiche.
Passai due anni in quello stato, fino a quando poi due agenti di polizia mi dissero che avevano trovato mio padre, morto, nel suo ufficio. Inizialmente non videro in quale stato mi trovavo, insomma.. un bambino di tredici anni, chiuso da solo in casa.. non si insospettiva nessuno? Poi in seguito, dopo alcune domande, cercai di sfogarmi e raccontai tutto a loro: mi videro parecchio traumatizzato e così mi mandarono da uno psicologo, per l’esattezza era femmina.. e inoltre mi mandarono in un orfanotrofio: ‘resterai per poco tempo’ mi dissero. Invece rimasi lì per tre anni. Poi, a sedici anni me ne andai, dicendo alla badante che me la sarei cavata da solo. Mentivo.
Con la psicologa parlai i primi mesi, poi iniziai a chiudermi in me stesso, non avevo amici e la sola cosa che potevo fare era tornare nella mia vecchia casa, prendere i pochi soldi che erano rimasti e partire. Andare via da Dublino, cambiare vita: in meglio o in peggio non lo sapevo ancora.

La mia vita cambiò in peggio, sì.
Una volta arrivato a Mullingar, sempre in Irlanda, cercai un appartamento, poi un lavoro – da cui poi fui licenziato, dopo neanche tre settimane.
Una sera andai in un disco-pub lì vicino e da lì iniziò la mia rovina.
Un gruppo di ragazzi mi videro giù di morale e mi offrirono qualcosa da bere: qualcosa in cuor mio diceva di non accettare, ma feci di testa mia e bevetti quel liquido all’interno del piccolo bicchiere. Era forte, abbastanza, ma mi era piaciuto. Così continuai a chiedere al barman quel liquido arancione. Il gruppo di ragazzi continuava a ridere e io ridevo insieme a loro, anche se non sapevo il perché. Mi sentivo sollevato, con un peso in meno.
Chiesi l’ennesimo bicchierino, ma quando mi voltai il gruppo di ragazzi non c’era più. Così, una volta uscito da lì – non era nemmeno tanto tardi – girai per quelle strade deserte del mio quartiere, ero totalmente ubriaco. Non ragionavo, avevo solo sedici anni, non reggevo molto l’alcool. In realtà, al di là di mezzo bicchiere di vodka alla fragola non ero mai andato, ma non era nulla di che.

Iniziai a blaterare parole senza senso. Urlavo e le poche persone che passavano di lì mi fissavano e, lo sapevo, provavano pena per me, un povero ragazzino ridotto uno straccio.
«Che volete? La mia vita fa schifo!» urlavo.
«Hey, hai bisogno di aiuto?» mi chiese preoccupata una coppia di giovani. Il ragazzo, che aveva parlato, mi mise una mano sulla spalla per farmi voltare, ma mi spaventati e urlai ancora «Lasciatemi stare, non toccatemi, andatevene!»
Sentivo ancora, dopo cinque anni, le mani grandi di mio padre sul mio corpo. Non mi facevo toccare da nessuno.
La coppia se ne andò senza dire nulla.


La mattina dopo mi alzai con un obiettivo ben specifico: volevo cambiare, essere più determinato, il ragazzo che non ero.
Iniziai dal mio corpo. Uscii di mattina presto dal mio appartamento e andai in un tatoo shop. Mi tatuai parecchi disegni, di più sul braccio.
«Secondo me ti starebbe bene anche un piccolo piercing sul labbro!» mi disse il tizio.
«Un p-piercing?» chiesi leggermente spaventato.
«Hai paura?» ridacchiò.
Avevo paura? Sì, molta.
«No, assolutamente!» così il tizio decise al mio posto il tipo di piercing e dopo poco tempo uscii dal negozio abbastanza soddisfatto. Mi piacevo, forse non abbastanza, ma ero okay.


Da quel momento diventai scontroso con tutti, mi costruii un muro intorno a me, difficile da abbattere. Ma ancora non mi facevo toccare da nessuno, non volevo che il passato avesse la meglio su di me.


«Hey, amico. Ci vai giù pesante!» sussurrò Zayn, toccandosi il labbro sanguinante.
Mi allarmai, non avevo mai picchiato nessuno, nonostante tutto e mi sentii uno schifo, così mi avvicinai per aiutarlo.
Gli porsi la mia mano sinistra, quella con cui non lo avevo colpito e lui la prese.
«Scu-scusami!» iniziai a balbettare, tenendo lo sguardo basso.
«Tranquillo!»
«Scusa davvero, no-non volevo!» i miei occhi si fecero leggermente lucidi.
Sentivo il muro intorno a me crollare lentamente.
«E’ tutto apposto!» si sistemò la camicia.

«Hey ragazzi, che succede?!» arrivò quella ragazza.. com’è che si chiamava?
«Julie, nulla, tranquilla!» ecco, si chiamava Julie.
«Sicuro Zayn?» domandò allarmata. «Niall che hai fatto?»
«L’ho steso!» ridacchiai. Poi mi voltai per uscire. Volevo andarmene via, via da loro. Non volevo che il mio muro crollasse così, per degli sconosciuti.

Scesi gli scalini, per poi fermarmi.
«Hey Niall, ti prego, fermati.» mi voltai verso la ragazza.
«Che vuoi?» chiesi scontroso, con le mani dentro le tasche dei jeans.
«Stasera ho un concerto qui in piazza. Mi piacerebbe che tu ci sia.. ci stai?» mi chiese speranzosa.
«Certo che no. Non verrò. Non ci sarò!» mi voltai nuovamente e mi incamminai verso il mio appartamento.
«Se cambi idea, sai dove trovarmi!» urlò.


Julie.


Vidi sparire Niall e rientrai in hotel.
«Che ha detto?»
«Non viene..» dissi «Dai, torniamo dagli altri. Devo prepararmi per stasera!»



**


«Piccola miaaa!» urlò Paul, venendo verso di me per abbracciarmi.
«Ciao Paul!» mi diede un bacio sulla fronte.
«Come stai?» nel frattempo il resto dei miei amici mi aveva raggiunta.
«Bene! Loro li conosci già – indicai Danielle e Zayn – mentre loro sono Liam, Harry e Louis.» sorrisi indicandoli.
«Piacere, sono il..»
«.. manager di Julie!» continuò entusiasta Harry. Gli si avvicinò e gli strinse la mano con tanta felicità «Io la stimo molto, è davvero un ottima persona e poi ha scoperto il mio idolo, non la ringrazierò mai abbastanza!»
«Woow! Abbiamo un fan nel gruppo!» mi fece l’occhiolino. Harry era abbastanza agitato, ma in positivo. «Però.. Harry, giusto? – il ragazzo annuì – Dammi del tu, mi fai sentire vecchio!»
«Va bene Paul!» si sorrisero e poi il mio manager si dedicò a me.
«Julie, tu devi provare, andiamo!» così ci incamminammo verso il palco, ancora in allestimento.
C’era la mia band, che non vedevo da tempo. Li salutai tutti con un caloroso abbraccio e poi iniziammo le prove. Nel frattempo i ragazzi si erano seduti sulle sedie, vicino al palco.


**


Mancavano pochi minuti  all’inizio del concerto ed ero un insieme di gioia, paura, ansia.
«Stai tranquilla!» mi sussurrò Danielle «Spacca tutto! Noi stiamo scendendo, preferiamo guardare il concerto come tutti gli altri!»
«Grazie tesoro, ci vediamo dopo! Buon concerto!» le feci l’occhiolino e salutai con la mano tutti gli altri che mi guardavano da lontano, pronti a scendere dalla scaletta laterale: mi mandarono un bacio volante e sparirono dalla mia vista.

«Trenta secondi..» mi avvertii un tecnico.
Paul mi si avvicinò e mi diede il microfono.
«In bocca al lupo» mi urlarono tutti. Dopo di che entrai in scena.

Un boato mi accolse e mi emozionai tantissimo. Mi venne quasi da piangere, ma mi trattenni.
Ero pronta a dare tutta me stessa.

«Ciao Mullingaaar! Come state? Siete carichiii?»








**


SAAAAALVE A TUTTE.

Come state? Stavolta sono in anticipo con la pubblicazione del capitolo, ma solo perché ce l'avevo già pronto AHAHA
Nel precedente capitolo ho ricevuto solo tre recensioni, non vi è piaciuto? :c Io ci tengo davvero a questa storia e se c'è qualcosa che non va, ditemelo nelle recensioni che cerco di rimediare e modificare qualcosa.
Anyway, passiamo al capitolo. Qui c'è molto del passato di Niall e abbiamo scoperto perché ha questo comportamento, povero Niall cc
Cosa pensate possa succedere nel prossimo capitolo? Stavolta aspetto tante recensioni :3
Grazie a tutte le persone che mi seguono e seguono questa storia c:
Un bacio e buon weekend ♥


itspaola.
   
 
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