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Autore: xla    22/07/2008    3 recensioni
E se Duddley fosse geloso di Harry? E se Harry fosse fidanzato e la persona che ama lo venisse a trovare a casa? Chi è il biondino, ma, sopratutto; che ci fa un furetto in casa Dursley?!... CAP 31 OVVERO: LA MARCIA NUZIALE E' INIZIATA O LO SPOSO è SVENUTO! -ULTIMO CAPITOLO- [ non tiene conto del 5-6-7 libro ] buona lettura, lasciate un segnetto baci xla
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Famiglia Dursley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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The Prince or… The Princess?

-IXX atto-

Era il caso di fare un poco di chiarezza su quella faccenda assurda. Si trovava davanti la porta di casa sua e gli sarebbe bastato suonare, la madre avrebbe aperto la porta e trascinato fino al tavolo della cucina, già pieno di roba. Magari gli avrebbe chiesto se era andato a parlare con una certa Barry e… oh si che c’era andato, eccome! Bastava che dicesse tutto al padre, ovvero che Harry aveva portato in casa un estraneo alias mago alias frocio e il gioco era fatto.

Si massaggiò il collo. Non poteva ancora pensare che il cugino lo aveva strangolato… quel biondino doveva avere qualche potere speciale, se non in generale, quantomeno su Harry.

Suonò il campanello e, come previsto, la madre fece tutto ciò che faceva ogni volta che tornava, solo che stavolta, assieme a lui al tavolo, vi trovò anche il padre, che però beveva del tè caldo da una grande tazza di coccio marrone chiara.

-Papà?-

-Oh- disse l’uomo poggiando la tazza e asciugandosi i baffi con un tovagliolo di carta –Ciao Dud-

-Che… che ci fai tu qui?-

Voleva si parlarci ma quella sera, non in quel preciso istante! –Non eri a lavoro?-

-No Dud, oggi no, è giorno di festa. Prima ero solo uscito per andare a trovare i Motter infondo alla strada, e anche per consegnare loro il giornale che per errore il postino aveva messo da noi-

Era una bugia bella e buona quella. Il postino sbagliava, si, ma di poco… come era possibile che si sbagliasse tra Dursley e Motter? Poi, a quel che si ricordava, quella ragazza non l’aveva neanche mai vista…

-Ah-

Decise di tagliare corto quel discorso e di sedersi al tavolo.

-Allora patatino mio, sei andato a parlare con Barry Motter?-

-Chi?- domandò spaesato mentre masticava una fetta di torta.

-Non si parla con la bocca piena- puntualizzò il padre.

Dud ingoiò il boccone e richiese –Chi?- Vernon sorrise.

-Come chi tesoro?- ridacchiò Petunia –Barry Motter, la ragazza della quale ti sei invaghito!-

Il ragazzo si strozzò con il secondo boccone, che gli andò di traverso.

C’erano un paio di cose che non quadravano, e queste cose erano ragazza e invaghito. Decisamente la madre aveva passato troppo tempo vicino ai suoi amati detersivi e disinfettanti… Dud fu tentato di chiedere alla madre se stava bene oppure se si faceva di una qualche strana sostanza, magari che da euforia, allegria… una certa polverina bianca… ma era certo che magari a lei bastavano i detersivi. Considerando che ce ne erano anche in polvere… Poi collegò, con un enorme sforzo, il discorso e capì quasi perché i genitori avevano confuso le due persone. Da quando aveva detto loro che si sentiva strano i due erano partiti a proiettile di baionetta che lui si fosse preso una cotta pazzesca per questa Motter.

Se volevano sapere se aveva visto codesta fanciulla, ebbene…

-Si-

-Uhh- tubò la donna, battendo le mani –E dove?-

Della serie “no, non ho una vita mia e degli hobby… solo quello di impicciarmi delle cotte di mio figlio, tacendomi filmini mentali pazzesci”.

-Al parco qui vicino- rigirò la forchetta nel dolce, spargendo un sul piatto un po’ di crema pasticcera.

-E allora perché sei così triste tesoro?-

Se avesse avuto senso dell’umorismo o semplice e sofisticato sarcasmo avrebbe alzato un sopracciglio in un’espressione di ovvia risposta, ma sappiamo che Dud, così come Harry non pecca d’ingegno, non viene elogiato per il suo talento da cabaret.

-Era già in compagnia- aggiunse con tono stizzito, come a voler dimostrare che non gliene importava nulla ma che, infondo gli rodeva parecchio.

Vernon e Petunia si guardarono per un istante.

-E… di chi, tesoro?- chiese titubante la madre, mentre il padre aveva posato la tazza che si era bloccata a mezz’aria alle parole del figlio. Dopo la domanda si sentì solo il tic del coccio sul legno del tavolo.

-Di una ragazza alta, bionda, con occhi grigi che a quanto pare ha preso la pazzia e la schizofrenia dei genitori-

-Per caso, Dud, il padre della ragazza aveva lunghi capelli biondi? E vestiva di nero?-

-Si, perché?- e mò come diavolo faceva il padre a conoscere quella famiglia di strampalati? Lui non amava il normale? Il tranquillo, conosciuto e quieto normale? Ma qualcosa gli diceva che le disgrazie non erano finte, infatti, non sa perché, si mise a contare mentalmente, alla rovescia da dieci e quando arrivò a uno…

-Ma non è quel signore ricco che ha la moglie che organizza sempre feste, ma un poco svalvolata?-

-Credo proprio di si mia cara-

-Ma certo- battè le mani la donna –Sono i Marfoy-

-E lui è il dirigente delle fila di una delle più grandi banche del Regno Unito, credo la seconda, se proprio la si deve classificare- e mentre pensava, Vernon trangugiò un biscotto alle noci.

Oh, no… pensò Dud, mentre dimenticava il piatto traboccante di dolce e prendeva in una mano paffutella la testa e si lasciava del tutto sul tavolo, fissando un punto indefinito dinnanzi a se. Magari avrebbe anche preferito il vuoto, l’oblio, a quel brutto orologio a cucù di legno vecchio e mangiato dalle termiti… Ebbe la malsana idea di buttare un occhio ai suoi genitori, che cinguettavano di una certa Duchessa Marfoy. Roteò gli occhi al soffitto, poi di nuovo all’orologio. Sua madre aveva un pessimo gusto… Si. Decisamente. Meglio l’oblio…

­­­­­*

In quello stesso momento, al piano superiore di quella casetta, v’era una seria lotta! Si, perché il principino in versione furetto si lamentava che il suo pelo non era abbastanza lucido, morbido e così via… cose molto stressanti per Harry, che già aveva pensato di buttarlo dentro la tazza e tirare le sciacquone, ma purtroppo, causa l’intesa telepatica tra i due, dovuta solo al semplice fatto che si amavano immensamente, Draco se ne era accorto e lo aveva smozzicato ad un dito, facendo uscire qualche goccia di sangue, che subito, pentito, leccò via con la sua piccola e rosa linguetta. Harry aveva sorriso e mentre prendeva il sapone, sentì uno strano senso di agitazione avvolgerlo, ma più che agitazione quella sensazione, la sua poteva ben classificare anche come paura.

Sentiva che quella paura però non gli apparteneva e, quando girò la testa verso Draco vide dai quei piccoli diamanti chiari come offuscati da un velo che lo separava da lui. Come se Draco non fosse più nel presente, ma nel passato, di qualche tempo prima, quando non dormiva per paura che nel sonno qualcuno entrasse nelle sue stanze e gli potesse strappare via Harry dalle braccia non abbastanza forti da riuscire a trattenerlo con se. Aveva passato molto tempo ad osservare Harry che dormiva tranquillo vicino a lui, ogni tanto però quel sonno era interrotto da incubi che sa sempre lo perseguitavano. Quelle ombre che… che… non potrà mai dimenticare quella volta che, dalla disperazione, Harry si era chiuso in una stanza, piangendo a dirotto, pareva che Mirtilla di fosse di nuovo divertita e avesse aperto tutti i rubinetti del bagno delle ragazze al terzo piano, si capiva che era un pianto di dolore puro. Era stanco, Harry era stanco di vivere, solo questo; e ne aveva tutto il diritto, non aveva chiesto lui tutto quello, non aveva chiesto lui di nascere dopotutto… ma il destino è bastardo, così come tanta gente che popola il mondo, che pur di apparire diversa dagli altri e interessante, si comporta da egoista. Harry, mentre si spogliava della divisa scolastica, buttava gli indumenti per terra con rabbia, come nella speranza che, mettendoci abbastanza forza, essi si sarebbero rotti, perché quel semplice gesto stava a significare che non era così debole che, con solo il suo volere, poteva fare tutto, anche solo rompere una cravatta rossoro buttandola per terra, si era buttato dentro l’armadio per cercare di soffocare le lacrime, poi vi si era appoggiato, aveva sbattuto le ante scure cercando di romperne almeno una, ma nulla, si era lasciato trascinare a terra dal senso di sconfitta e l’armadio, lui gli portò dell’acqua e il moro gliela buttò addosso per poi tirare indietro la testa e sbatterla ripetutamente addosso al legno scuro dell’armadio.

Tremava come solo chi odiava aver paura poteva tremare e…

“Perché sono nato… voglio morire… perché non muoio?... voglio morire…”

Se si sarebbe trattata di una situazione ironica, gli avrebbe detto sarcastico che così sembrava una vecchia in menopausa e con le caldane tutto l’anno, ma non era per nulla una situazione ironica, anche se nella morte ce ne è molta, di comicità.

Da quel momento si era reso conto che certe cose non sarebbero mai cambiate, da una parte per fortuna, dall’altra per sfortuna, perché… Voldemort poteva anche morire, e così loro avrebbero vinto, ma quel senso di vuoto dentro di te non se ne sarebbe andato con così tanta facilità e viscidume con la quale si ha ucciso il suo artefice. Chi ha detto che ognuno di noi è artefice del suo destino non si è mai trovato dinnanzi alla storia di Potter, non l’ha mai vissuta sulla propria pelle, non è mai stato Harry Potter! La vita con quella persona sarà stata magnanima ma, evidentemente, qualcuno odiava Harry, o i suoi genitori, tanto da scagliargli contro una maledizione molto simile a quella che aleggiava intorno alla cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure ad Hogwarts.

-Ehi, Draco…-

Harry chiamò il biondo, ma, come aveva immaginato era perso in chissà che pensieri. Anche se, dal suo stato d’animo, che si trasmetteva, grazie all’incantesimo, direttamente a se, poteva capire che Draco stava lottando di nuovo col il passato, ma non il proprio, o il suo, m il Loro. Con la elle maiuscola. Si guardò il dito incriminato che aveva fatto di nuovo cadere Draco nell’oblio della memoria e pensò che quello non era proprio il momento più adatto per ripescare scheletri nell’armadio e fantasmi dal passato. Quel che è stato è stato. Sapeva che il passato tuttavia, bastardo, sarebbe sempre tornato infame a tormentarli quando meno se lo potevano aspettare, così come lui ricordava le notti, al tempo in cui ancora non era al caldo e protetto tra le braccia di Draco, passate a desiderare e a pregare entità che neanche lui conosceva, di morire. Una morte avvenuta così, per caso, una morte di cui nessuno se ne sarebbe preso la responsabilità. Addormentarsi e non svegliarsi la mattina dopo, e neanche quella successiva, così come tutte quelle che sarebbero venute. Aveva passato ore a immaginare, non tanto come poteva essere l’aldilà, quanto cosa sarebbe successo sulla terra dei vivi alla notizia che lui non c’era più e che non ne avrebbe mai più fatto ritorno. E… accidenti se gli piaceva quel “mai più”! Certo, si sarebbe scatenato il putiferio, la stampa impazzita alla notizia funesta che l’unica persona che poteva parare loro il deretano era morta… ma tutto questo non aveva importanza, no, a lui interessava sapere non la facciata, la terrazza, il balcone di Romeo e Giulietta. A lui interessava sapere cosa sarebbe accaduto alla porta sul retro, cosa avrebbero detto e cosa avrebbero deciso di fare chi era dentro a stanza e sul letto di Romeo e Giulietta, così come chi avrebbe bevuto il veleno, chi avrebbe tradito… molti film lo hanno accompagnato nelle sue notti insonni, quelle in cui si faceva del male pur di non addormentarsi ed incontrare di nuovo quel volto verde e quei occhi non rosso fuoco o passione, non un rosso caldo, ma un rosso freddo e spietato, pazzo.

Era arrivato addirittura ad immaginare che tutte le persone uccise da Tom sarebbero state messe in un museo, come opere d’arte, i loro corpi modellati e messi in chissà quali posizioni, magari alcune anche oscene, ma anche questo è arte. S’immaginava anche a lui, al centro di tutto il museo della vittoria del male e della decaduta del bene, magari su di un letto, come la bella addormentata alla quale non basterà il bacio del suo principe per risvegliarsi dal sonno eterno, la sua pelle bronzea tolta per lasciare spazio ai muscoli, magari gli avrebbero lasciato anche gli occhiali, e qui gli era scappata una risata malata quasi, gli avrebbero segnato la fronte con una saetta a forma di cicatrice forse dipinta a pelle di verde, come verde la cose che tutti noteranno maggiormente, non la cicatrice, non il suo corpo morto, non i suoi occhiali sfatti e tondi pieni di taglietti, ma i suoi occhi. Splendide giade brillanti nella notte d’inverno. Come quando la neve lascia il posto alle verdeggianti praterie.

Una foglia in mezzo alla neve si nota. Ed ecco cosa è stato lui per tutta la vita, lo dicono i suoi occhi, gli occhi degli Evans, quelli che la zia non aveva ereditato e che magari erano anch’essi un motivo in più per odiare maggiormente la sorella strega dotata della più spiccata simpatia, testardaggine e personalità.

Harry Potter, per tutta la sua vita è stato, è e sempre sarà, una piccola foglia in mezzo alla bufera di neve che tenta di soffocarlo…

-Amore…-

Il moro, avendo capito che chiamare Draco non sarebbe servito a nulla, optò per una tattica infallibile; un massaggio bagnato!... Ok, ok, magari sarà anche un colpo basso ma c’era poco da fare quando Malfoy Junior si rintanava nella sua vastissima materia grigia… che utilizzava e che dava più sfoggio di sé quando doveva dare il nome ai poveri animaletti che trovava chissà dove e che portava allo Zoo Manior. Mica era come lui, se Harry pensa una cosa, la dice… anche perché non ha filtro e scivola tutto fuori dalla bocca.

Posò il sapone e prese un bagnoschiuma profumato, con il quale riempì la vaschetta piena d’acqua che conteneva il furetto bianco, che era dentro la doccia con il box aperto, per permettere ad Harry l’accesso… che vi credevate, che il grande e favoloso Draco Furetto Malfoy si lavasse da solo? Ma per piacere!

Non aveva mai lavato un furetto prima d’ora ma, come si sul dire, c’è sempre una prima volta, e poi… in tutta sincerità… era un poco umiliante lavare un furetto e se proprio voleva collaborare ti darti una zampina, la tirava fuori dall’acqua, prima troppo fredda, ora troppo calda, ora “non sai neanche regolare l’acqua?” e “ora ti affogo quanto è vero che mi chiamo Harry James Potter”, stile spogliarellista e Dita Von Tess quando fa i suoi spettacoli dentro i bicchieri di cristallo, come minimo, pieni di chissà che bevanda, ma conoscendo Draco, sarebbe stata senza dubbio grappa, e tu fissava come a dirti “allora, ci vogliamo dare una mossa, che mi sto stancando di tenere la zampa alzata?!”

Sono momenti come questi che ti fanno chiedere, a te stesso, più volte possibili, a mò di mantra… perché lo amo? Ma poi bastava pensare a quanto quel ragazzo aveva fatto per lui, alla sua anima, ai suoi occhi così bella e luminosa, e tutto il mondo, freddo e crudele, assumeva tutt’altra piega, altre sfaccettature e altre sfumature, che prima erano brutte ed ora sanno di rose piene di spine… Ma a ben pensarci il mondo non cambia, non è piccolo, è il resto che cambia, che muta a seconda del nostro umore. Basta vedere le cose sempre da un buon punto di vista, magari quello umoristico, così ci si fa una bella risata, anche sulle cose più brutte, e ci sarà chi ti prenderà per pazzo, ma chissene della gente che non osserva ma analizza. Tu stai bene e questo basta, e non è egoismo, è solo un modo per non impazzire del tutto, perché senza la pazzia negli occhi e nella mente, non c’è divertimento.

Non è artista chi negli occhi non ha neanche un briciolo di pazzia…

E in quel momento Harry era così impegnato a vedere il mondo su di un letto appiccicoso e sporco d’amore, che lasciò aperta l’acqua fredda in direzione di Draco.

-Ehi, tonto, stai più attento!- squittì.

Harry si riscosse e tornò all’operazione “lava furetto isterico e viziato”. Scostò subito l’acqua e la regolarizzò aggiungendo dell’acqua calda al punto gusto, fino a farla diventare tiepida.

-Dai, poche storie, che l’acqua fredda tonifica!-

-Non avrei mica fregato di nascosto le riviste della piattola rossa di nuovo, spero…-

Harry si grattò la fronte e assunse il suo tipico sorriso da “ecco, beccato! Affondato! Si salvi chi può!”

-Vero?-

-Eh…eh…- rise nervoso il moro e, nel passare una mano tra il suo gatto morto, leggesi; i suoi capelli mossi, usò la mano con la quale reggeva il getto dalla quale usciva l’acqua e si fracicò tutto per bene. Rimase impalato e sbattere le palpebre più volte con il suo tipico sguardo perplesso e confuso.

Sentì la risata di Draco, pungente e sarcastica come sempre.

-Ihihih… ben ti sta scemo-

-A si?...- sorrise Harry isterico, con un tic al lato della bocca e ad un occhio.

Con uno scattò lasciò il getto e si avventò sul furetto, spingendolo dentro la vaschetta gialla chiara piena di acqua e di schiuma morbida e profumata, con l’intento di porre fine alle sue pene, ma scivolò sull’umido che si era creato per terra ed era finito a sbattere la schiena sulle mattonelle del pavimento della doccia la vaschetta finita chissà dove.

-Ahu… Dra…-

Vide una mano posarsi al lato della sua testa e alzò la testa in quella direzione, seguendo le linee del braccio, del gomito, della spalla e del collo, fino ad arrivare al furetto non più furetto.

Draco dal canto suo e dalla sua postazione poteva vedere Harry in tutto il suo splendore: un braccio sopra la testa e l’altro abbandonato al lato della testa, il collo esposto ai suoi attacchi e la pelle lucida da schiuma e d’acqua e quel sorrisino birichino accompagnato da un dito impertinente davanti a se che lo invitava ad avvicinarsi.

Oh, si.

Le loro labbra s’incontrarono di nuovo, come avevano già fatto tante volte ed ogni volta c’era sempre quel buon sapore ad aspettarli, i loro. Chi più amaro chi più dolce. Ogni volte v’era una sensazione nuova come una vecchia, come una cara e vecchia compagna che s’incontra di tanto in tanto, solo che tu baci molto più spesso di quando incontri questa amica cara. E la cosa, francamente non ti dispiace affatto.

Harry sentiva la voglia (si, se lo si vuole, si possono trovare mooolti aggettivi per descrivere ciò, ma abbiate pietà, sono le 4:32 del mattino ç_ç Nd xla) di Draco premergli contro la coscia dalla pelle elastica.

-Ti va?- lo prese in giro il biondo, e anche se i freni inibitori di Harry siano partiti da un bel pezzo, intuì la domanda allusiva e retorica.

-Non vedo l’ora che me lo sbatti dentro- righiò con gli occhi lucidi di lussuria.

-Dio, si…-

Ma proprio mentre stavano iniziando la loro corsa piena di curve mozzafiato, la loro danza africana calda e lenta, proprio mentre erano sul punto di avere il miglior orgasmo della storia…

Toc Toc…

-POTTER, APRI SUBITO QUESTA PORTA!-

Harry, dalla disperazione battè la nuca contro la parete della doccia e Draco gli diede un morso sul collo, lasciando un livido che non avrebbe abbandonato il Prescelto tanto presto, invece, presto ha dovuto invece Draco il suo corpo stretto e caldo lasciare, con sommo dispiacere di entrambi.

Draco si trasfigurò immediatamente in furetto mentre Harry cercava di coprirsi alla bene e meglio.

Dudley entrò circospetto in bagno appena Harry l’aprì e il ragazzo potè subito notare che il cugino mago aveva un qualcosa di non identificato in braccio.

-Cosa è questo?-

-Questo cosa?- ripetè Harry tentando di apparire confuso e come se non avesse la minima idea di cosa l’altro stesse parlando… o… riferendosi, che dir si voglia.

-Questo!- Dud, pronunciando queste parole, prese per il pelo albino e bagnato Draco che squittì di disapprovazione.

-No! Fermo! Gli fai male!- intervenne Harry, tentando di riprenderselo, ma Dud gli diede uno spintone che lo fece indietreggiare di qualche passo, ma solo perché non era pronto a ciò ed era stato colto alla sprovvista!

Draco, vedendo quella scena, s’ingrifò e, di scatto, si rigirò nella presa del gabbano e lo morse sul naso. Dud, dal dolore di quei piccoli e affilati dentini, mollò il furetto, che se ne andò di corsa tra le braccia di Harry e si mise una mano sulla parte lesa.

Arrabbiata e gelosia invasero Dudley che, determinato e fermo, prese di nuovo il furetto e corse giù dai genitori, che erano ancora a parlare su chi fosse più conveniente tra Motter e Marfoy, con alle calcagna Harry che, inciampando per le scale, perse terreno, ma si rialzò subito, massaggiandosi il collo. Arrivati in salotto iniziò una furiosa litigata…

-Ridammelo, è mio!-

-Non credo proprio Potter, da ora è mio!- disse Dud stritolando il furetto.

-Oh, te lo puoi scordare!-

Harry alzò un pugno, con tutta la buona intenzione di colpire del buono a nulla, ma venne bloccato a mezz’aria da Vernon, mentre, come di rigore, Petunia si era precipitata dal figlio… ma dico; non l’aveva neanche sfiorato e già stava lì con “oh patatino mio, luce della mia vita, gioia delle miei gioie ecc ecc ecc…” che almeno le desse il tempo, eh! E allora quando lo avrebbe colpito, perché lo avrebbe colpito, ci avrebbe scommesso la sua Firebolt, il suo sedere, che portava il marchio Draco Lucius Malfoy, e la sua cicatrice e il suo odio per Piton che lo avrebbe colpito! Anche solo un misero, miserissimo pugno, ma glielo avrebbe dato! Dritto sul grugno! Sissignore! Lo zio lo aveva spinto abbastanza lontano dal figlio da potersi dire che lo aveva messo al sicuro, ma questo lo credeva lui.

-Patatino mio, sei sicuro di… voler tenere questo animaletto, pasticcino?-

Dud guardò come maligno Harry, che lo fulminò con gli occhi.

-Si- disse piccato il ragazzo, facendo spalancare la bocca al cugino che si avvicinò a lui tranquillo, fissandolo negli occhi porcini. I propri ridotti a due fessure luminose.

-Ho un’idea…- iniziò a parlare Harry in tono strafottente che fu pienamente ricambiato e copiato dal cugino che lo interruppe.

-Oh, non ti preoccupare, vedrai che presto e tardi morirà di solitudine-

Harry rise assieme al cugino, risate di rabbia.

-Ah… ah… ah… esperienze personali, Dud?- e fulmineo, gli tirò un pugno in faccia, sul naso, esattamente sul punto dove poco prima Draco lo aveva morso.

Dud mollò Draco, che, veloce, andò verso Harry, che era già pronto per prenderlo, ma non arrivò mai tra le sue braccia bronzee; zia Petunia lo aveva preso un poco stizzita in modo da non fargli male e, con una mano su un fianco enunciò:

-Dunque… -si girò di scatto verso Harry, fulminandolo con gli occhi- Numero uno, tu sei in castigo!- al moro scappò un risolino; da quando si proclamava di mandarlo al cosiddetto castigo, era un poco una barzelletta, visto che in castigo, in quella casa, a che se ne ricordava, c’era sempre stato, in parte con sua somma gioia, doveva ammetterlo, almeno per la maggior parte del tempo non aveva quei suoi, purtroppo, unici, parenti, tra i piedi- Numero due, per il quieto vivere di tutti noi… come si chiama questa bestiola?- Draco per poco non la morse per l’aggettivo che la donna aveva usato per additarlo.

Harry si bloccò e boccheggiò un paio di volte: il nome! Cavolo, non ci aveva pensato a quello, anche perchè non era prevedibile un'intrusione del genere... contando anche il fatto che stava ancora rimpiangendo quell'orgasmo da record. In un nano secondo Draco si mise in contatto con lui.

'Attento a te e a quello che dici' ed Harry degludì.

'Che ne dici di... ehm... Pisellino?'

'... Avere orgasmo mancati a te fa male Potty!'

'Oh ma dai Amore, è così carino'

Il furetto tirò fuori gli artigli! Harry temette per la sua vita.

-Prince- squittì.

-Prince...- ripeterono i membri della famiglia babbana.

-Si, Prince-

-Molto bene- soffiò la donna per poi girarsi verso il figlio -Ecco a te tesoro, Prince- e glielo mise in mano.

Dud lo prese e lo guardò perplesso; quel furetto aveva qualcosa di seriamente inquietante e... quegli occhi di ghiaccio così freddi... Dud sorrise maligno e Draco ed Harry ebbero un brutto presentimento.

-Vi presento Princess-

Harry spalancò gli occhi e Draco si buttò addosso a Dud, nel tentativo di effettuare un bell'omicidio premeditato. Harry intanto si stava precipitando per prendere Draco, ma Vernon lo fermò:

-Non è più tuo, non lo era prima e non lo sarà più-

Per il moro, quelle parole erano come un'Avada Kedavra; quelle parole che gli erano entrate dentro come tanti piccoli e affilati spilli, tutti dritti al cuore. Il suo peggior incubo; essere separato dal suo angelo biondo, si era avverato e non era stato Voldemort a portarglielo via, no, erano stati degli insulti e ignoranti babbani senza pietà ed amore per il prossimo. Avrebbe preferito mille Cruciatus piuttosto.

Draco potè vedere con chiarezza il cuore spezzarsi negli occhi di Harry, che inditreggiò dallo zio, fino a girarsi e correre via, per le scale e poi chiudersi in camera sua e piangere.

'Harry...'

'Amore mio...'

___________

Perché altrimenti tutto avrebbe un senso…

Scusate mille per il clamoroso ritardo che sono sei mesi che non aggiorno, ma il problema è; mi è sparita la zia ç___ç, eh zi; la mia ziettuzza beta! Non la trovo più, e non ho più sue notizie da lungo tempo, ma ho fiducia in lei, per questo ricomincio a postare. Certo, non saranno PER NULLA accurati i capitoli, come me li sapeva correggere lei, ma appena mi manda il capitolo (questo come i prox) betati, li metto sibito!

Comunque si, AMO torturare mentalmente Harry in questa fanfic XD! Per QUELLA scena… ehm… era uno dei motivo per la quale questo capitolo mi premeva TANTO che me lo leggesse prima la zia ^^’’’, mi scuso ufficialmente per quella scena, se vi ha dato fastidio me mi scuso ancora per il ritardo (deo, che ritardo)

GRAZIE a chi leggerà

GRAZIE a chi l’ha messa tra i preferiti

GRAZIE a…

Fra Ro (avevo sentito dire che solo gli stupidi si prendono il raffreddore e la febbre d’estate ma dopo che ho visto mia cugina Alj in pieno agosto, sommersa di coperte e sprofondata nel divano con 40° di febbre… mi sono ricreduta è_é)

Ubbo (ecco perché ti ammiro e mi fai paura XD)

DJKIKA (alla fine come si è concluso il dibattito per le punte rosse?)

Mokona89 (carrraaaa, ti ho mandato una mail, l’hai vista? Cmq… wow, quanta roda XD! Ma magari il club!!! Lo puoi fare nel forum che ti ho mex nella mail *ç*! Già zai come la penso su Piton (anche dopo 58 capitoli di Secrets, stasera la finisco) non cambia MAI (e lo zai) e faccio fatica a non vomitare quando gracchio tra un sputo e una crisi di nervi le lodi che voi fate al Pipi al Naka (che giusto quest’anno ha detto “Non lo facevo così bastardo, sembrava una persona per bene” –riguardo al Piton che avevo come prof- io “QUESTO perché MAI NESSUNO MI DA RETTA *___*! E nessuno vuole capire che io ho SEMPRE razione UU). Wow, ora che ci penso, odio Piton da quasi 10 anni (riferito ai film) *ç*, mi congretulo con me stessa!!! USignur, non ti vorrai coalizzare col Naka al grido di RonxHarry 4ever?O.O Tranqui, Blay passivo non lo sarà MAI XD Mhm… (ghigno alla James)

Avviso; vi piace l’mpreg (uomini incinti)? Se si (e lo spero ^^) iscrivetevi al club per la promozione dell’mpreg ^^: http://dracoharry.slashslashslash.forumfree.net/ il club è nella sezione Harry Potter ^_^.

   
 
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