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Autore: samara89    02/05/2014    0 recensioni
Dato che la Ubisoft non si è sprecata a dare una storia di contorno al povero impiegato dell'Abstergo che idealmente "raccoglie il testimone", da qui il titolo, da Desmond ho pensato di crearne una io... spero che vi piaccia.
La storia è già tutta scritta e conta di dieci capitoli più uno di epilogo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rebecca Crane, Shaun Hastings, William Miles
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Montreal, palazzo residenziale.

Martedì 29 Ottobre.

8.00 a.m.

 

Il suono della sveglia è improvviso e irritante, ma dopo un momento viene zittito da una mano femminile.

Un lamento si alza dalla parte destra del letto, mentre la ragazza afferra la sveglia e la avvicina al viso per poterne distinguere le lancette nella flebile luce del mattino che filtra attraverso le spesse tende bianche.

La giovane donna si lamenta ancora, poggiando l'oggetto sul comodino bianco.

-Caleb...-  articola voltandosi verso l'uomo addormentato al suo fianco.- Caleb, svegliati... non vorrai fare tardi al tuo primo giorno di lavoro.-  lo scuote per la spalla e quello fa un breve lamento scocciato, seguito da un movimento scomposto.

Lei sorride brevemente e si alza infilando la vestaglia nera appoggiata sulla poltrona in fondo alla stanza.

-Fai una doccia mentre preparo la colazione.- dice chinandosi per depositare un bacio sulla fronte dell'uomo bruno.

Lui emette un borbottio che potrebbe significare qualsiasi cosa, ma lei  evidentemente lo prende come un assenso visto che si dirige verso la porta della stanza senza attendere oltre... la lascia aperta: vuole che lui senta l'odore del caffè appena fatto.

Dopo la penombra della camera  la luce dell' open space la abbaglia, facendola esitare.

Dopo un momento si dirige sicura verso il bagno per lavarsi velocemente i denti prima di mettersi ai fornelli.

Seduta sul water sfoglia pigramente una rivista, aggrottando di nuovo la fronte quando vede una sua foto con Caleb mentre stanno passeggiando in una via affollata.

Non legge la didascalia dell'immagine... sa già cosa c'è scritto.

Tira l'acqua e si asciuga le mani, guardandosi un momento allo specchio.

I capelli scuri sono scompigliati, e lei li riavvia con una mano, tentando di domare le onde scomposte.

Gli occhi neri sono luminosi, dal taglio vagamente orientale, e lei sa che piacciono agli uomini... fanno il paio con le labbra sensuali e la pelle dorata che la qualificano come la figlia di un magnate dell'industria informatica  dell'Arabia Saudita e di una modella di lingerie francese... storce la bocca in una smorfia volutamente grottesca.

Scuote la testa e si dirige verso la cucina... se non si dà una mossa Caleb arriverà davvero in ritardo.

-Caleb...- lo chiama di nuovo, mentre attraversa il salotto per raggiungere la spaziosa cucina.

-Sono sveglio, sono sveglio... - borbotta lui uscendo dalla camera in boxer neri, grattandosi il mento coperto da un leggero velo di barba.- Buongiorno...- dice cercando di guardarla benché sia mezzo accecato dalla luce.

Lei sorride, chinandosi per tirare fuori una padella da un cassetto sotto la cucina.

Sono padelle di pietra.

Caleb passa a grattarsi la nuca.

Solo il meglio, in quella casa.

Doveva ammettere che al principio la cosa era stata... irritante e imbarazzante... però poi ci aveva fatto l'abitudine.

Jo era fantastica... dolce e sexy... e lui non voleva perderla per stupido orgoglio maschile.

Jo... beh in realtà il nome completo era  Josephine Suheila Lacroix Al Hammou... avrebbe fatto una gran bella figura sulla partecipazione di nozze... più del suo banale Caleb Martin... la fiera della banalità!

Si scuote dai suoi pensieri con uno sbuffo e si dirige in bagno per una doccia veloce... se si sbriga  potrà fare colazione prima di arrivare in ufficio.

L'Abstergo entertainment è una divisione dell' Abstergo Industries che  si occupa di videogiochi... a quanto pareva avevano bisogno di qualcuno che trovasse nuove informazioni da usare per la creazione di un nuovo videogioco... sui pirati, guarda un po'... che originale.

Caleb aveva studiato informatica all'università, ma non si era mai laureato a causa di un incidente in corso d'opera... lo avevano beccato ad hackerare i computer della scuola e lo avevano espulso... con un curriculum del genere nessun'altra università dello stato aveva  voluto avere a che fare con lui, perciò alla fine aveva rinunciato.

Quando aveva conosciuto Jo lavorava come addetto alla dogana all' Aeroporto Internazionale di Montréal-Pierre Elliott Trudeau. Lei stava andando in Francia, dalla madre, e lui l'aveva fermata alla dogana perché aveva nella borsetta una lima per le unghie.

 

Come era furiosa quel giorno!

 Quando controllarono le sue credenziali la lasciarono subito libera, ma ormai il suo volo era partito.

Caleb aveva pensato  che come minimo lo avrebbe fatto licenziare, invece lo aveva invitato a cena... un sogno fasciato in una camicetta rossa e in una stretta gonna nera... e lo aveva invitato a cena.

Lui aveva protestato... lei aveva riso... probabilmente era il primo uomo che si rifiutava di cenare con lei.

Mangiarono un panino terribile nel bar dell'aeroporto.

Fu una serata piacevole.

Quando, tre ore dopo, lei era salita sull'aereo gli aveva allungato un biglietto da visita che da solo doveva valere più della sua macchina... chiamami, aveva detto... lui non lo aveva fatto, e lei si era presentata alla sua postazione un mese dopo, due caffè stretti in mano... adorabile anche in salopette scolorita e All-Star che un tempo dovevano essere state rosse.

Gli aveva chiesto se così la trovava più carina... o se il problema era un'altro... non era fidanzato, aveva controllato... allora non gli piaceva proprio?!

La sua insicurezza l'aveva colpito... doveva sapere di essere bellissima... lei aveva risposto che la bellezza non era tutto... magari la riteneva snob e antipatica... lui aveva riso.

Un anno dopo lui si era trasferito da lei... nonostante il padre avesse cercato di intimidirlo parecchie volte... gli aveva persino offerto dei soldi per convincerlo a lasciare la figlia.

Caleb prende la schiuma da barba e se ne spruzza una copiosa quantità nella mano destra, cominciando poi a stenderla sul viso.

Ormai è inutile pensare al passato... anche perché a quanto pareva il padre di Jo si era rassegnato, fino al punto di trovargli un lavoro "più decoroso", come lo aveva definito lui, all'Abstergo  entertainment, di cui lui era un pezzo grosso.

Caleb non si è lamentato... non è che  un posto alla dogana sia la sua massima aspirazione nella vita.

Finisce di radersi velocemente e dopo una doccia lampo si veste con abiti comodi: jeans e una felpa bianca su una T-shirt nera... non il massimo dello stile, ma lui è fatto così... e comunque non è altro che un impiegato, mica deve mettersi in tiro come la gente importante.

Quando esce dal bagno lei è seduta ad un lato della penisola, il laptop aperto davanti e un croissant in mano.

Gli occhiali da lettura le scivolano leggermente sul naso quando aggrotta la fronte ed è adorabile e lui vorrebbe dirglielo, ma suonerebbe banale e così non lo fa.

-Allora? Vado bene?- chiede invece, fermandosi ad un metro da lei e spalancando le braccia.

-Sei perfetto...- dice lei guardandolo dalla testa ai piedi e raggiungendolo per girargli intorno.

Gli aggiusta il cappello della felpa e le tasche dei jeans, che lui ha dimenticato di infilare dentro.

Si ferma davanti a lui e lo bacia.

-Ti manca solo una bella colazione... che purtroppo dovrai fare sulla metro, visto che ormai non hai più tempo...- accenna all'orologio, con un sorriso ironico.

-Merda..-impreca lui vedendo l'ora... le 9 meno dieci... per fortuna il grattacielo dell'Abstergo è a pochi isolati.

Accetta il croissant e il bacio che Jo gli porge e si lancia verso l'ascensore... si, hanno l'ascensore privato, qualche problema? nessuno, a parte il fatto che il portiere lo saluta come se fosse un estraneo anche se sono ormai sei mesi che abita li... bastardo spocchioso.

-Ci vediamo nell'atrio per pranzo, ok?-  chiede lei accompagnandolo.- Ti prego, non metterti nei guai...-

Lui annuisce con il croissant in bocca e lei gli fa ciao con la mano.

Le porte si chiudono con un plin soffocato e lei è felice... felice di averlo  incontrato, felice di averlo al suo fianco.

Si avvia verso la camera per scegliere i vestiti... il suo orario di lavoro comincia alle 10, ed è meglio che si sbrighi se non vuole arrivare in ritardo per la riunione dei direttori Marketing.

  
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