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Autore: Sugarless_Milk    02/05/2014    2 recensioni
Questa è una storia d'amore incentrata su Tsumugi Riverblood ed Eric Nightshadow, due studenti di liceo con una doppia vita. Lei studentessa di giorno e cacciatrice di vampiri di notte e lui studente di giorno e cacciatore di zombie di notte. All'inizio nessuno dei due è a conoscenza della doppia vita dell'altro e nonostante le difficoltà e le responsabilità che il loro ruolo porti, inizieranno ad innamorarsi l'una dell'altro.
Questa storia è scritta a 4 mani, saremo quindi in 2 di autrici. Una scriverà dal punto di vista di Tsumugi e l'altra dal punto di vista di Eric.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piove. Di nuovo. E ho perso un’ottima occasione per uscire di casa.

Eh già, considerando che la caccia di questa notte mi ha ridotta maluccio. Quei dannati esseri dai canini appuntiti minacciavano un gruppo di ragazze che, accidenti a loro, a quell’ora che facevano in giro, sole solette?  Tra l’altro io sono esattamente come loro, nessuno sa della mia doppia vita, se così si può definire. Di notte cambio completamente. E odio questo mio cambiamento. Ma in parte mi torna utile, soprattutto quando ad essere salvate sono le mie compagne di classe.
Beh, in fondo chi mi riconoscerebbe? I miei capelli e i miei occhi cambiano colore. Non sono più quelli della ragazzina delicata e pacifica che siede all’ultimo banco della classe, ma quelli di una creatura della notte.
Nulla di preoccupante comunque, giusto un taglio al braccio, che appena tornata a casa, all’alba, ho disinfettato. L’unico problema è che si vede tale e quale sotto l’uniforme, bianca.

E non potevo permettere che si vedesse. Non volevo far preoccupare nessuno. Anche se nessuno si interessa ad una come me. Nessuno tranne Eric.

Non posso andare a scuola oggi. La ferita è troppo fresca per passare inosservata e se si riaprisse macchierebbe irrimediabilmente la manica della camicia.

Sarò costretta a restare a casa… L’unico problema è che non posso avvertirlo. Non ho i mezzi per farlo. Non ho il suo numero, né di casa, né di cellulare. Spero solo non si preoccupi troppo.

Ne approfitterò per riposare un po’, non sono più abituata a questi ritmi e credo che se fossi andata a lezione avrei fatto la stessa cosa… Insomma, il mattino e il pomeriggio scuola, torno a casa per fare i compiti e la notte vado a caccia… Il tempo per dormire è praticamente nullo…

Se dovesse venire a trovarmi, dovrei inventarmi una scusa…

Con questo pensiero mi sono addormentata, profondamente, nel mio grande letto, pieno di cuscini e dalle lenzuola color crema e rosa.

Non so per quanto tempo abbia dormito, fatto sta che sono stata svegliata dal campanello di casa mia che non smetteva di suonare. Ho guardato fuori dalla finestra, vicina al mio letto, per vedere chi fosse ed era proprio lui.

Lui, il dormiglione della classe.

Lui, il mio vicino di casa (quasi).

Lui, l’unica persona di quella classe che vorrei vedere sempre.

Lui, il ragazzo di cui mi sono innamorata perdutamente.

Mi sono messa la felpa più pesante che avevo, scura (scelta che mi sono potuta permettere grazie alla pioggia), e sono andata ad aprire la porta, facendolo accomodare nel grande salotto. 

Mi ha chiesto perché non fossi andata a scuola e perché non lo avessi avvertito. Era così preoccupato per me?
Gli ho risposto dicendogli che avevo avuto un po' d'influenza durante la notte e che non me la sono sentita di raggiungerlo a scuola. Inoltre gli ho detto che non avevo potuto avvertirlo perché non avevo il suo numero di cellulare.

Lui ha estratto il suo cellulare e me l'ha porso, chiedendomi di digitarci su il mio numero in modo che, facendomi uno squillo, io potessi memorizzare il suo.

Ho annuito, felice, salvando il mio numero sul suo cellulare, restituendoglielo poi, in modo che potesse far partire la chiamata sul mio.

Dopo un po' si è alzato, dicendo che doveva tornare a casa, lasciandomi il quaderno degli appunti, scritti da lui. Aveva rinunciato al suo riposino solo per me?

Ho sorriso, accompagnandolo alla porta e promettendogli che avrei ricambiato il favore.

 
  
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